Mercoledì 12 marzo 1980 Giovedì 13 marzo 1980
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TEMPORALE Gli occhi non sanno vedere quello che il cuore vede Lorenzo 2008
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Mi accorgo adesso che è già Pasqua sarà che piove dentro ai raggi del sole e forse che ho mangiato troppo e non voglio più cioccolata. E mentre si ride forte il resto della gente si abbuffa e arriva il conto che quasi fu una truffa e usciamo fuori dalla trattoria mentre un pazzo sta parlando alle mosche nella mia anima c'è un cane enorme che sbadiglia e muove piano la coda lasciatemi solo, voi non mi chiedete non so dove andrò ma questa Pasqua non la scorderò. Che farò, che farò alle tre del pomeriggio e poi, e poi è Pasqua che farò, che farò alle tre del pomeriggio e poi... E attraversato tutto il ponte a piedi mentre il pazzo mi corre vicino mi urla forte che ero anch'io un artista che per la fame poi, ha perso la vista. "Cinquemila lire, sussurra ti faccio andare con mia sorella non è un gran ché è vero ma ho soltanto quella" E poi mi tira forte per la giacca urlando "Questa terra è tutta da bruciare" Urla e si aggrappa forte ad un lampione e poi mi chiede se ho da fumare. Ma vattene scemo, vai e vai ad impiccarti dove vuoi che me ne torno per i fatti miei. Che farò, che farò alle sei del pomeriggio e poi e poi è ancora giorno che farò, che farò alle sei del pomeriggio e poi... E son tornato sotto casa tua anche se non è più come allora e il tempo è stato un giustiziere per i miei e per i tuoi anni. Ma si scoglie con il sole la neve io non ricordo più le tue parole tornassi indietro almeno proverei le tue collane di girasole quanto amore, quanto, quanto amore una sigaretta illuminava le tue labbra poi fra le mie tu giocavi col fumo. Ma non mi dire no stasera almeno tu non mi dire no che questa Pasqua non la scorderò che questa Pasqua non la scorderò. IVAN GRAZIANI - 1981 http://www.youtube.com/watch?v=o0lXrESxZXk |
Lunedì 10 marzo 1980
Come on! Nuova settimana. Naturalmente casini. Questa volta però la cazzata è un po' grossa. Nell'ora di mate avremmo dovuto fare il compito in classe con il supplente. Beh, la dta prefissata da una settimana era sabato 8, ma come sai 'è stato il film. Teoricamente, dico teoricamente, dovrebbe essere slittato ad oggi. E così infatti pensava il supplente, che aveva già pronti i ciclostilati. Noi, con faccia tosta devo dire, abbiamo inscenato una mezza commedia (in questo periodo stiamo studiando Pirandello...) tirando fuori tutte le scuse possibili ed immaginabili per non fare 'sto compito, che almeno 16 persone avrebbero canato sicuramente (io compreso, naturalmente). Va beh, così alcuni che lo sapevano fare (o più che altro che altro avevano paura di essere puniti o robe varie) sono rimasti dentro. Siamo andati dal preside e robe varie. Vedremo come andrà a finire. Martedì 11 marzo 1980 Ieri non ti ho detto come ho passato il pomeriggio. Non sapevo proprio cosa fare. Di studiare non ne avevo voglia, anche perché non c'era niente di speciale per oggi. Allora, per non starev solo in casa a far niente e soprattutto perché c'era una giornata veramente fantastica, faceva veramente caldo, ho preso la radiolina e la bicicletta e mi sono dato all'avventura. Ho girato per un'ora e mezza un po' dappertutto, specialmente in posti che non conoscevo, di campagna cittadina, come si può definire. La musica mi teneva compagnia, il verde mi dava allegria, il sole simpatia. E' stato veramente fantastico. Non credevo che appena pochi chilometri fuori dalla city esistesse tanta campagna. Non pensavo a niente, ascoltavo la musica e pedalavo. Mi dispiaceva solo d'essere solo, ma d'altronde non si può pretendere tutto. OK., questo è quello che è successo ieri. Oggi invece niente di così speciale. Mancava la profe di inglese, ma niente baldoria perché c'era la profe di ita a supplire. Abbiamo parlato della programmazione della gita, ma non abbiamo concluso niente. |
Lucio dove vai Lucio dove vai Lucio dove vai Lucio chi sei tu Lucio come stai Bardotti-Dalla (1967) |
Post n°220 pubblicato il 25 Febbraio 2012 da sidopaul
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Il fetido cortile ricomincia a miagolare L'umore quello tipico del sabato invernale Giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi E sembra un sabato qualunque un sabato italiano Così ci avventuriamo nella Roma felliniana Malinconia latente nei momenti più felici E in questo sabato qualunque un sabato italiano e adesso navighiamo dentro un sogno planetario E in questo sabato qualunque un sabato italiano E in questo sabato qualunque un sabato italiano E questo sabato qualunque un sabato italiano SERGIO CAPUTO (1983) |
Mercoledì 5 marzo 1980 Venerdì 7 marzo 1980 Sabato 8 marzo 1980 Domenica 9 marzo 1980
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Post n°215 pubblicato il 29 Gennaio 2012 da sidopaul
I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio, ovvero il 29, 30 e 31; sono considerati i giorni più freddi dell'inverno. La leggenda Il nome deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri. Secondo una versione più elaborata della leggenda una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì, salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere.Come in tutte le leggende si nasconde un fondo di verità, anche in questa versione possiamo trovarne un po', infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in 31. Per quanto la leggenda parli di una merla, nella realtà questi uccelli presentano un forte dimorfismo sessuale nella livrea, che è bruna - becco incluso - nelle femmine, mentre è nera brillante - con becco giallo-arancione - nel maschio. (copincollato da: http://it.wikipedia.org/wiki/Giorni_della_merla) |
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