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Effetti della conoscenzaLa nostra conoscenza si arricchisce ogni qual volta entra in contatto con altre conoscenze Xavier Wheel
Post n°324 pubblicato il 23 Giugno 2020 da carloreomeo0
In questi giorni, in cui sono in ansia per la salute di mio padre ricoverato per uno scompenso cardiaco, mi sono sentito ripetere spesso da medici, amici e conoscenti, con parole diverse ma aventi tutte lo stesso senso, di non angosciarmi perché in fondo mio padre ha novantaquattr’anni. Come a dire che vista l’età non ho motivo di affliggermi, preoccuparmi per lui, come se un rapporto padre figlio avesse una scadenza naturale, un dato limite temporale, oltre il quale il figlio è legittimato a non provare più alcun tipo di affetto verso il genitore. Una sorta di squallido contratto a tempo per cui al decorrere di una certa data, prestabilita fra le parti, si può recedere senza alcuna penale, sia di tipo pecuniario che affettivo. Riflettendo su simili argomenti mi viene da pensare che a questo si riduce e si limita quindi per alcuni figli il rapporto con il proprio genitore, per quanto mi riguarda, mio padre e il legame che mi unisce a lui, non si sfilaccerà come una corda che logorata dal tempo finirà per spezzarsi, ma resterà ben saldo al di là dell’età che lui abbia, perché è il corpo che inesorabilmente invecchia, non gli affetti, quelli veri, forti, che sono immuni al logorio del tempo, a patto che non permettiamo ad esso di inaridire il nostro cuore. Ciò nonostante sono consapevole che è normale, che rientra nel ciclo naturale delle cose, che ad un certo punto della nostra esistenza i genitori ci lascino, ma trovo inaccettabilmente innaturale, oltre che deplorevole e inumano, il ragionamento per cui, per alcuni più avanza l’età del genitore e più si affievolisce il sentimento che ad essi ci lega, più tende a sparire quel coinvolgimento emotivo che ci porta a preoccuparci della loro salute e a soffrire nell’assistere alle loro sofferenze. Voglio ricordare a tale tipologia di figli e figlie, specie se sono a loro volta padri e madri, che è questo l’insegnamento che state dando direttamente o indirettamente ai vostri figli e che inevitabilmente e inesorabilmente vi si ritorcerà contro, amplificato da quell'inasprimento dei sentimenti che a quanto pare il progresso comporta.
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