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Messaggi di Luglio 2024

 

Complottisti e Liberi Pensatori Parte 9

Post n°627 pubblicato il 13 Luglio 2024 da carloreomeo0

Se io vi dicessi che quella che voi definite normalità  è abnorme, che lo shopping compulsivo, che la brama di possesso e la possessività morbosa, come l’ingordigia di materialità, l’egocentrismo estremo, la spasmodica ostentazione del proprio “Sé” stereotipato, esasperato, l’ossessiva sete di potere, l’ambizione spasmodica, che sfocia nella continua e costante insoddisfazione di chi ne è affetto, non sono peculiarità o pregi che distinguono solitamente le persone di successo, come vogliono farvi credere ma vere e proprie patologie psicofisiche, frutto di un abnorme stile di vita, indotto da un indottrinamento socio/culturale alienato, malato, voi mi additereste subito come un complottista pur di non dover guardare in faccia una realtà che vi fa paura, mi evitereste come la peste pur di non ascoltare verità scomode che per vigliaccheria accantonereste come le farneticazioni di un folle, perché è molto più facile tacciare qualcuno di complottismo, che prendere coscienza di tutto questo.

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 8

Post n°626 pubblicato il 12 Luglio 2024 da carloreomeo0

Sintetizzando quando scritto nel post precedente, Rolex è l’oscuro oggetto del desiderio, il marketing di questa famosa maison dell’orologeria di lusso è stato molto abile a creare il bisogno, la necessità di possedere un Rolex per sentirsi appagati, per sentirsi vincenti. In pratica Rolex ha dato un prezzo alle vostre emozioni, al vostro ego, l’ha commercializzato e ve lo sta vendendo sotto forma di orologi. Se avete bisogno di avere un Rolex, come di qualunque altro oggetto, per sentirvi appagati, realizzati, felici, avete oltrepassato il limite e siete caduti nella trappola, sono gli oggetti che possedete che possedendovi vi fanno sentire sicuri di voi, ed ecco che gli equilibri si ribaltano, che i ruoli si invertono e i possessori divengono i posseduti. Arrivati a questo livello da possessori di oggetti, passiamo ad essere posseduti dagli oggetti, perché sono loro a dire e a dirci ciò che siamo, a determinare come ci sentiamo, abbiamo bisogno di determinati oggetti per sentirci bene con noi stessi e con gli altri, a innescare quel temporaneo senso di appagamento, di momentanea felicità, quello che molti definiscono “effetto Wow” la cui durata spesso è effimera fugace, perché con il tempo va a scemare ed allora abbiamo il bisogno, la necessità, quasi fisica di comprare altri oggetti, spesso sempre più costosi per riacutizzare questo effetto, come un tossicodipendente in crisi di astinenza, che ha bisogno della sua dose per placare, seppur momentaneamente, i sintomi della sua dipendenza. Tutto questo lo viviamo e lo percepiamo come se fosse naturale, fisiologico, mentre in realtà questa necessità ci è stata indotta da fattori esterni determinati dalla società in cui viviamo e dal sistema consumistico che la governa.

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 7

Post n°625 pubblicato il 11 Luglio 2024 da carloreomeo0

 

Per convincerci a ipotecare non solo il nostro presente ma anche il nostro futuro, questo sistema consumistico ci ha subdolamente, tramite messaggi pubblicitari espliciti o subliminali, portati ad idolatrare non solo il Denaro, ma anche alcuni oggetti che grazie ad esso riusciamo a possedere, di seguito un emblematico esempio:

Rolex, prestigioso marchio di orologi di lusso, dice chi sei, dichiara al mondo il tuo status sociale, tramite Rolex non si acquista un semplice orologio ma si acquista uno status, si celebra il raggiungimento di un traguardo, la tua realizzazione non solo professionale ma anche sociale, declama il tuo successo, genera emozioni in chi lo possiede, o quanto meno è l’ostentazione di tutto questo, perché in realtà tu puoi essere anche un poveraccio che si è fatto i debiti pur di comprarsi un Rolex da 20000 euro, giusto per far credere di essere ciò che in realtà non è, per ingannare addirittura se stesso, perché mettere al polso un Rolex gli da sicurezza, su di esso costruisce le sue certezze, ed ecco che allora capiamo che noi non siamo sempre ciò che abbiamo, che gli oggetti non sempre ci appartengono, anzi in realtà niente ci appartiene, ma che sempre più spesso siamo noi che apparteniamo ad essi, perché su di essi abbiamo costruito la nostra immagine, l’immagine di ciò che vorremmo essere ma che in realtà non siamo, perché senza determinati oggetti ci sentiamo persi, come se ci mancasse una parte importante di noi, addirittura il nostro equilibrio psicofisico può crollare. Il prezzo di un Rolex è spesso principalmente dato non tanto dal progetto, dall’ingegneria e dalla raffinatezza dei calibri che monta, dal pregio dei materiali utilizzati, ma dall’emozione che è in grado di suscitare e da tutto quanto ho citato sopra. Ma davvero pensate che un Rolex GMT Master II, tanto per citare un modello molto ambito dagli appassionati di orologeria, valga oggettivamente 22000 euro? Cosa ci dovrebbe essere dentro quell’orologio per giustificare quel valore, quel valore infatti non è dato dall’oggetto in se, ma principalmente da ciò che esso evoca, rappresenta a livello sociale ed emozionale. In sintesi abbiamo il bisogno, la necessità di possedere oggetti per sentirci felici, realizzati, appagati, questo è quello che questo sistema consumistico ci ha insegnato e ci insegna, questo è quanto vuole farci credere e attraverso tali credenze vive e si alimenta.   

 

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 6

Post n°624 pubblicato il 10 Luglio 2024 da carloreomeo0

Per guadagnare soldi investiamo il nostro tempo, le nostre vite, con quei soldi compriamo oggetti, alimenti per poterci sostenere e continuare a vivere per poter lavorare, guadagnare altri soldi e comprare altre cose, tutto questo in un circolo vizioso senza fine, questo è in sintesi il consumismo, questa è la mentalità consumistica in cui siamo incastrati, da cui siamo schiacciati, senza possibilità di fuga e di cui noi siamo il carburante che bruciando lo alimenta. Un sistema vicino al collasso che per sostenersi non ha solo bisogno dei soldi che abbiamo guadagnato ma anche di quelli che guadagneremo, ed ecco che molti affetti dal morbo dello shopping compulsivo, plagiati da campagne pubblicitarie sempre più aggressive, assoggettati all’ideologia consumistica, sono pronti a spendere anche i soldi che non hanno ancora guadagnato, pur di accaparrarsi l’ultimo giocattolo tecnologico o l’automobile più avveniristica, ipotecando di fatto il loro tempo futuro, il loro futuro, attraverso banche e finanziarie.

La moderna economia, infatti, si basa sempre di più su capitali virtuali, su guadagni futuri e sempre più incerti per questo è destinata al collasso.

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 5

Post n°623 pubblicato il 09 Luglio 2024 da carloreomeo0

 

Rifletteteci un momento:

Questa società ci porta ad ammirare, invidiare e a tentare di emulare, quegli individui che essa etichetta, in base a criteri che essa stessa ha imposto e promosso, come persone di successo, personaggi che hanno grosse disponibilità economiche, grazie alle quali hanno immobili da sogno e tutti quegli oggetti, che ormai sono divenuti degli status symbol, sinonimi di successo, ma che in realtà sono solo l’esasperazione del loro ego, sintomo della loro stessa frustrazione, mentre, di contro, chi, a causa di problemi economici di vario genere vede ridursi i propri guadagni, perdendo non solo soldi ma anche gli oggetti che da essi derivano, divengono ogni giorno proporzionalmente sempre più trasparenti, meno visibili, se poi perdono tutto, allora diventano praticamente invisibili, un esempio, gli homeless, i senza tetto per dirla all’italiana. Quanti di voi magari li incrociano ogni giorno, li guardano ma senza vederli realmente, perché sono divenuti fantasmi, esseri insignificanti, elementi coreografici marginali di questa società, perché non hanno nulla da ostentare e quindi in pratica cessano di esistere, la società quindi ne nega l’esistenza, ne distoglie lo sguardo, quasi infastidita, perché essi rappresentano il fallimento del sistema che essa stessa promuove. Praticamente la nostra esistenza, il nostro essere visibili agli altri dipende unicamente dal nostro potere economico, da ciò che possediamo e non da ciò che noi siamo, su questo dovremmo fermarci a riflettere.  

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 4

Post n°622 pubblicato il 08 Luglio 2024 da carloreomeo0

Il libero pensatore è attivo, anzi è proattivo, mentre chi si lascia trascinare dalla corrente è passivo, indifferente, in quanto assuefatto, dipendente e condizionato da ciò che gli altri pensano, da tutto ciò che passivamente gli viene somministrato a livello intellettivo, inerte a livello cerebrale. A causa di questo, purtroppo sempre più spesso molti accettano certe verità, certi tipi di notizie, solo per fede e non in base ad argomentazioni o fatti concreti. Si accetta ad esempio per fede che quello che dice la televisione e nello specifico i telegiornali e i programmi dedicati all’informazione in genere, dicano la verità, che siano quindi attendibili, credibili sempre, qualunque cosa dicano, qualunque sia il tema della comunicazione, e quindi non si mettono in discussione, non si cercano mai conferme a ciò che tali mezzi dichiarano, non ci si chiede mai se la realtà che loro descrivono sia veramente reale e non artificiosamente costruita, perché tutto viene accettato passivamente, per fede appunto. Il presupposto inderogabile su cui la fede si fonda infatti, è il non aver bisogno di provare nulla, perché tutto ciò che essa promulga e divulga va accettato, senza necessità di prove concrete, perché in caso contrario non si potrebbe parlare di fede. Non dimentichiamoci mai del fatto che un certo tipo di fede inibisce e in alcuni casi preclude il libero arbitrio di chi si assoggetta ad essa, non dimentichiamoci che proprio grazie a questo, in nome della fede, sia stata essa politica, religiosa o artefice di qualsiasi altro indottrinamento, sono state commesse le più inumane atrocità. Come ogni tipo di fede ha bisogno di idoli da venerare a cui sottomettersi, idoli materiali, il Dio indiscusso di questa nostra epoca è sicuramente il denaro e il potere che da esso deriva, idoli inferiori sono gli oggetti che grazie ad esso possiamo acquistare, accumulare, beni materiali di cui amiamo circondarci e ostentare.

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 3

Post n°620 pubblicato il 07 Luglio 2024 da carloreomeo0

 

 

Io credo che sia ineccepibile il pensare che i più grandi personaggi della storia erano e sono liberi pensatori, che le più grandi scoperte, le grandi innovazioni sono state fatte da chi era in grado di pensare al di fuori degli schemi di pensiero, dai preconcetti dettati dalla mentalità ottusa, chiusa, di vedere non solo la realtà percepibile ma anche la trama da cui essa è composta, di vedere al di là dei propri orizzonti, di non porsi limiti, di oltrepassare confini, abbattendo muri mentali e fisici, di considerare possibile, fattibile ciò che per gli altri era solo pura utopia, trasformando quest’ultima con il tempo e con indomita volontà in tangibile, concreta realtà. Da considerare a questo proposito che tutte le più grandi scoperte che per noi oggi fanno parte della quotidianità, della normalità, prima dell’intervento dei liberi pensatori erano considerate fantasie utopistiche o semplici vaneggiamenti di labili menti e quegli illuminati inventori, scopritori, che osarono mettere in discussione idee precostituite e teorie consolidate, prodigandosi con spirito di abnegazione a dare concretezza alle loro idee, spesso vennero derisi, sbeffeggiati, ostacolati dall’ottusità dei loro contemporanei. Un esempio per tutti: La macchina volante di Leonardo. La verità è che senza i liberi pensatori l’umanità è morta, condannata com’è ad adottare le stesse architetture di pensiero in contesti diversi che la condurrà sempre alle stesse conclusioni, a ripetere gli stessi identici errori, considerandoli coincidenze, scherzi del destino, impantanata in un loop temporale che la porterà inesorabilmente all’autodistruzione.   

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 2

Post n°619 pubblicato il 06 Luglio 2024 da carloreomeo0

In ogni epoca, qualsiasi forma di governo, siano state esse regimi o monarchie, ha sempre odiato i liberi pensatori, perché sono imprevedibili, sono mine vaganti, sono elementi destabilizzanti per qualsiasi forma di potere, come per chiunque per interessi personali, tenti di distorcere la realtà, occultare i fatti, negare anche le più evidenti verità. Meglio quindi emarginarli di modo che il loro pensiero non infetti le masse, che il morbo da cui sono affetti non contagi altri spingendoli a pensare con la propria testa, formulando pensieri propri. Meglio additarli, come complottisti, folli o peggio sovversivi, persone di cui diffidare sempre e da cui stare alla larga. I liberi pensatori sono consapevoli che il loro ragionare al di fuori dagli schemi precostituiti ha un costo, a volte elevato ma che sono disposti a pagare. Sono consapevoli che dovranno nuotare sempre controcorrente, che dovranno fare sempre più fatica, che la loro stessa vita sarà più complessa, più problematica, che a volte dovranno affrontare problemi che gli sembreranno insormontabili, montagne invalicabili, per risolvere i quali dovranno essere disposti a fare cambiamenti e scelte drastiche.

 
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Complottisti e Liberi Pensatori Parte 1

Post n°618 pubblicato il 05 Luglio 2024 da carloreomeo0

Spesso, sempre più spesso sento definire complottista semplicemente chi osa mettere in dubbio quello che deve essere il comune modo di pensare, quello che pensano le masse ma che in realtà le masse non hanno affatto pensato perché ciò che pensano di aver pensato in realtà gli è stato loro inculcato dall’alto. Viene definito complottista chi pensa, ragiona al di fuori degli schemi imposti dal sistema, dalla società in cui vive, tutti coloro che si pongono domande ma non accettano risposte preconfezionate o verità a scatola chiusa, soprattutto laddove gli altri, la maggioranza, hanno bisogno di false certezze, perché hanno capito che il fatto che siano in tanti a pensarla in un certo modo non sia sintomo che quel pensiero sia veritiero, genuino e pertanto attendibile, perché la verità non sempre, anzi quasi mai, risiede nella bocca di molti, ma che spesso, troppo spesso, siano in pochi, troppo pochi ad avere il coraggio di dire  e affrontare certe verità. Sì, perché spesso, certe verità una volta verificate o le ignori o ti costringono a dei cambiamenti drastici, cambiamenti che non tutti sono disposti ad accettare, cambiamenti di cui non tutti sono pronti a farsi carico. Cambiamenti non solo nel modo di pensare, ma anche nel modo di vivere, di agire, perché certe verità sono così sconvolgenti da cambiarti la vita, ecco perché le masse cedono così facilmente all’oblio delle false verità, ecco perché le masse anestetizzano il loro cervello riempiendolo di concetti e ideologie che altri hanno studiato appositamente per loro, perché seguire la corrente è maledettamente facile, è facile fare proprie le idee, le ideologie altrui senza preoccuparsi di riflettere. Perché pensare costa non solo fatica ma costringe anche a guardarsi intorno, a vedere con i propri occhi la realtà, la società in cui si vive vedendone limiti e confini, a fare paragoni e confronti, mettendosi continuamente in discussione. Per tutto questo e per tanto altro ancora è importante non confondere mai i complottisti con i liberi pensatori, con chi libero dal pregiudizio e dalle briglie dei condizionamenti sociali è ancora capace e ha ancora il coraggio di guardare dritto in faccia la realtà che lo circonda, di scovare verità che altri vorrebbero celare, coloro che non svendono i loro principi, i loro ideali al miglior offerente, il cui pensiero non è in vendita.

 

 
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Il migliore Amico

Post n°617 pubblicato il 04 Luglio 2024 da carloreomeo0

Amicizia, con i miei quasi 55 anni uso con molta moderazione e cautela questa parola, causa le tante, troppe coltellate alla schiena, le cocenti delusioni, l’indifferenza e il disertare di molte persone, che consideravo amiche, proprio nel momento in cui avrei avuto bisogno del loro supporto, della loro presenza. Per questo, contro quella che sembra essere la tendenza comune, io alla quantità, preferisco la qualità, di quelle poche persone che posso ancora permettermi il lusso di chiamare Amiche, quelle che non ti dicono: “Io ci sarò sempre per te”, ma che quando ne hai più bisogno ti volti e te le ritrovi accanto, magari non fisicamente perché logisticamente distanti, ma presenti con messaggi, telefonate di quelle che fanno bene all’anima. Così ieri, mentre ero preso dai miei pensieri, lo confesso un po' cupi, ecco che dal passato mi arriva una telefonata, un Amico che non vedo da anni, ma con cui messaggio spesso, mi chiama, rispondo e subito la sua voce rasserena il mio cielo. Rivanghiamo un po' i tempi passati, i tanti ricordi non sempre piacevoli, ma nostri, di vita vissuta, perché con i veri amici puoi permetterti di condividere tutto, i momenti belli, come quelli bui, con lo stesso coinvolgimento, rivivendo le stesse emozioni, le stesse sensazioni di allora, quelle mai dimenticate solo gelosamente custodite in un posto speciale del cuore. Ad un certo punto, come se niente fosse mi chiede: “Cosa c’è che non va? Sento che c’è qualcosa che ti turba, lo leggo fra le righe dei tuoi ultimi post, dimmi cosa c’è?” Questa domanda mi spiazza, la sua sensibilità, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare negli anni, non finisce mai di stupirmi, ma mi porta anche a riflettere come sia strano a volte che persone che ti vivono accanto non riescano neanche a percepire l’inferno che ti arde dentro, mentre persone che vivono distanti da te e che non vedi da anni, riescano a vederne le fiamme attraverso la nebulosità delle parole. Così mi confido, mi sfogo, ed è benefico l’effetto che tutto questo ha su di me, una fresca brezza che mi accarezza la pelle durante una giornata particolarmente afosa. Nel salutarci poi, lui mi dice e mi ripete: “Ricorda non sei solo”, parole semplici, ma nella cui semplicità racchiudono mille complessi, profondi significati, capaci di darmi quella carica per affrontare qualunque difficoltà, per farmi comprendere che esistono interconnessioni capaci di farci sentire un tutt’uno con le persone che ci vogliono e a cui vogliamo bene e che l’Amicizia, quella vera, esiste ancora…
 
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LE DUE FACCE DELL'ECOLOGIA

Post n°616 pubblicato il 03 Luglio 2024 da carloreomeo0

Mentre la Danimarca, per contrastare il cambiamento climatico, tassa le flatulenze (leggi scorregge) delle mucche, in quanto inciderebbero significativamente sulle emissioni di CO2, ecco nella foto la città di Hontan in Cina, una delle città con il più alto tasso d’inquinamento a livello globale. Preciso che quella foschia, che quasi nasconde alla vista l’intera città, non è nebbia ma inquinamento prodotto principalmente dalla forte industrializzazione e urbanizzazione, con relativo aumento del traffico veicolare, il tutto favorito dalla totale assenza di regolamentazioni ambientali rigorose. Alla luce di tutto questo io credo che tra l’ecologismo estremo e la totale mancanza di regole per la tutela ambientale, ci dovrebbe essere una via di mezzo, perché l’atmosfera è un bene comune e tutti dovremmo contribuire alla sua tutela, ma prima di preoccuparci delle scorregge delle mucche, forse sarebbe il caso di intervenire drasticamente su situazioni catastrofiche e allarmanti come quella rappresentata dalla città di Hontan che è solo uno dei tanti esempi possibili. La verità è che esiste un'altra faccia dell'ecologia, quella occidentale, in cui capitalisti senza scrupoli e imprenditori sciacalli giocano a fare gli ecologisti, delocalizzando tutto il lavoro sporco in Cina o in altri Paesi in cui praticamente non esistono regolamentazioni a tutela dell'ambiente. Proprio grazie a questo scenario la Cina, come altri Paesi asiatici sono divenuti la discarica di rifiuti tossici provenienti dalle grosse aziende e dalle multinazionali pluri miliardarie dei Paesi occidentali, in cui causa normative ambientali altamente restringenti, diventerebbe  troppo oneroso e complesso lo smaltimento. La verità è che i magnati dell'industria occidentali, al di là delle finte campagne pubblicitarie, in nome dell'ecologia non sono disposti a rinunciare a una fetta dei loro profitti. Io credo, che a questo punto sia necessario, oltre che doveroso, fare un distinguo tra l'ecologia quella vera e l'ecobusiness speculativo. La contraddizione che da tutto questo si evidenzia è che nonostante siamo nell'era della globalizzazione non riusciamo ad avere delle leggi a tutela dell'ambiente che vengano emesse e rispettate a livello globale. Anche perché se si attuasse davvero quanto sopra, dove smaltirebbero i loro rifiuti tossici le multinazionali occidentali, le stesse dove sposterebbero i loro poli industriali in cui mettere in atto tutte quelle fasi produttive che prevedono processi ad alto tasso d'inquinamento? Io credo che onestamente, sono queste le domande che dovremmo porci.

 
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