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Messaggi del 15/03/2021

 

POTERE E CONDIZIONAMENTI MENTALI

Post n°466 pubblicato il 15 Marzo 2021 da carloreomeo0

 

Non capisco perché quando parlo di atrofia cerebrale di massa, di condizionamento mentale, molti mi guardino come se fossi un estremista complottista e paranoico, eppure non sto dicendo niente di nuovo, i libri di storia dimostrano ampiamente che tutte le forme di potere organizzato e strutturato, che si sono susseguite nel tempo hanno avuto come obiettivo quello di condizionare, plasmare il pensiero per dominare le masse, per assoggettarle al proprio volere. Lo hanno fatto di volta in volta adottando strategie diverse in base all’esigenze e alle conoscenze dell’epoca, compatibilmente con i mezzi a loro disposizione. L’esempio più eclatante, neanche tanto lontano nel tempo è rappresentato dal fascismo, che indusse milioni di persone a perseguire l’ideologia della razza ariana, della razza pura a cui contrappose la razza impura, gli ebrei, fomentando l’antisemitismo, con tutto ciò che ne conseguì. Lo fece attraverso la propaganda, la censura e la soppressione, anche fisica dei suoi avversari. Molti, è vero, furono costretti ad aderire con la forza a queste ideologie ma molti altri le abbracciarono spontaneamente credendoci ciecamente, fanaticamente, al punto da credere che lo sterminio di massa degli ebrei nei campi di concentramento, fossero anche donne, vecchi e bambini, fosse una cosa giusta, di cui andare fieri, una pulizia etnica necessaria per la supremazia della razza ariana e per la riorganizzazione socio/economica globale. Quando il conflitto mondiale finì decretando la caduta del fascismo quella luce di sadico fanatismo e delirio che aveva alimentato le menti dei suoi seguaci, in molti pian, piano si affievolì fino a spegnersi e molti di loro si resero finalmente conto delle atrocità commesse, delle sevizie e delle morti atroci di cui le loro coscienze si erano macchiate, il carico emozionale di questa presa di coscienza in alcuni casi fu tale che le loro menti per non subire un tracollo psicologico ripiegarono su un meccanismo di difesa tipico di chi ha subito gravi traumi, la rimozione. In pratica le loro menti li indussero a negare l’esistenza stessa dell’olocausto, non solo per sfuggire alla giustizia, ma per conservare un equilibrio mentale degno di tale nome, si autoconvinsero di non aver compiuto le atrocità di cui le loro stesse vittime, sopravvissute, li accusavano.  

 

 
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