Creato da Word_User il 22/04/2015

WORD'U

wU

 

Aggregazione Culinaria

Post n°30 pubblicato il 28 Maggio 2015 da mi.descrivo
 

Ehi gente, ci diamo una mossa? Quando wU propone… serve azione, serve entusiasmo!

Qui nessuno ci si mette!

Quindi inizio io. Così vediamo se s'accende la miccia.

Non mi metto a far ricette; proverò a dare spunti, a ripartire compiti.

Ognuno darà apporto secondo le competenze che ha sviluppato.
wU ormai sarà stancuccio in questo ruolo; gli do una mano ed attendo la vostra.

Organizziamo questa festa:

Per prima cosa ci servono piattini, vassoi, bicchieri e tovaglioli - ci penserà Katartica_3000.
Basta dirottare il suo aereo e chiedere, come riscatto, tutti i vassoi, posate in plastica, e quant'altro griffato Alitalia presenti sul suo aereo, prima che finiscano e ci si ritrovi ad usare materiale Etihad.

Bevande:


I vini ed il limoncello - li porterà Lubopo.
Partirei con Ischia Biancolella per il primo di mare. Ischia Rosso per il secondo e via via sino al limoncello ed al passito. Ce li racconterà assieme alla terra dalla quale sono tratti.

Primo:

Spaghetti allo scoglio - Offerti da Marcel_Miu
Tutto il pescato tratto dai luoghi da lui narrati qui. Una pescata fatta nel posto che ci ha narrato averlo visto lì con esche e lenze .

Secondo:

Portata di Cacciagione - Offerta da Falco
Perché, se no, a che cazzo serve tenersi in casa il rapace?

Contorni Vegetali - Offerti da Amithiel
SOLO VEGETALI, Ami. Ti prego! Perché, se porti carne, scusami, ma dopo quello che ho letto… io fuggirei! ;-)

Dolce:

Lingue di Gatto (i biscottini) - Offerti da mi.descrivo :-)
Perché mi è rimasto solo il gatto; la falena l'ho catturata e lasciata libera di volare,
assieme a tante sue amiche, nel Profilo di Det ! Sta facendo conoscenza con le sue. ;-)

Caffè:

Jebena originale del Sudan - Offerta da Fatamatta_2008
Fatamatta, mi raccomando, siamo Italiani e sai che il caffè è facile oggetto di discussioni e di tifoserie!

A seguire:

Courvoisier XO - Le Cognac de Napoleon - Offerto da Amoon
Gli costerà qualcosina ma è roba da meditazione. Ci serve!

Dopo cena un poco di intrattenimento.

Le Grillon farà una analisi critica su tutti i cibi portati. Lo ascolteremo, come al solito, affascinati.

Poi ce la prenderemo più "scialla". A seconda dei gusti, abbiamo veramente una scelta molto ampia.

Cocaina, smack, cristalli di crack, lsd, ecstasy e speed - ce li porta deteriora_sequor
Eventualmente assieme ad un kit di montaggio di un aliante in balsa che assembleremo ed incolleremo per benino così, in aria, daremo un amichetto al Falco.

Tutti i DVD dei film da lei citati - li porterà  Elettrikapsike
Così sarà una festa per Woodenship e per tutti gli altri cinefili.

Nuove amichette ed amichetti per rallegrare l'ambiente - approvvigionati da MrJakoski
Ehi Mr, ti basta una telefonata, anzi una precettazione, a tutte e tutti gli agenti Tecnocasa.

Misti sarebbe inimitabile al coordinamento dell'evento. A lei la scelta del posto, delle luci, della musica. Dai Misti, facci pure gli inviti in tema con la pubblicazione! °-) (Ops... mentre stavo per postare… mi ha anticipato ! ) ;-)

Mi scuso se ho scordato qualcuno. Mmmm… A proposito di scordarsi di qualcuno…

E wU? Che fa wU?

Porello, dorme. Si è addormentato sul divano. E' sfinito povero Cristo! Da, quasi un mese ci sopporta! ;-)

Una postata di sana "aggregazione". Eccovi il mio modesto dono. :-)
Ed ancora grazie a tutti per questa bella avventura.

Gianluca.

 
 
 

[JE SUIS CENACOLO']:Banquette

Post n°28 pubblicato il 27 Maggio 2015 da Word_User
 

Leggere di Torte statistiche ha fatto venire l'acquolina in bocca a più amici! Manca un buffet vero e proprio per la festa prossima, non esiste un fondo cassa nè uno sponsor, ma ci si può organizzare virtualmente e con un po' di arte NON ci ingrasseremo.

Sarebbe carino indire, anzi INDICO

una passerella di ricette virtuali di antipasti, primi e secondi piatti, fiori,frutta, tisane e caffè e dolci e vini e apertivi SLOW, FAST, ogni genere, in versi o in prosa e con tanto di grammatura,  cc e q.b da offrire alla premiazione del Libretto del 6 giugno! Ricette ideate, disegnate, nventate, immaginate, mai provate, realizzate da autori e amici di JE SUIS CENACOLO', tutto quello che la fantasia e la narrativa saprebbero creare per una occasione simile.

Il "Catering virtuale" da questo momento è tutto da creare con le vostre abili manine in punta di click, nell'attesa della chiusura delle votazioni e la premiazione mi sembra un modo di occupare il tempo senza rosicchiarsi le unghie per i voti, e non avrei dovuto chiederlo, ma sarebbe un gradito omaggio a chi ha lavorato e sta ancora lavorando per questo progetto comune.-)

Trovate un titolo alla vostra ricetta e pubblicatela. Il blog resterà aperto ai vostri post, senza la moderazione. E siate generosi.

Molti uomini sono stati capaci di fare una cosa saggia, molti di più di farne una furba, ma pochissimi sono stati capaci di farne una generosa.
(Alexander Pope)


 Mi lecco già i baffi, wU

*****************

 

 
 
 

[JE SUIS CENACOLO']: Pie chart

Post n°27 pubblicato il 27 Maggio 2015 da Word_User
 

“I fatti sono ostinati, ma le statistiche sono più flessibili.” Laurence Johnston Peter

Questa è la torta dei voti di JE SUIS CENACOLO' al 27 maggio con i risultati parziali.

 

 

In attesa della conclusione dei voti , votate ..e

frasi celebri

“Internet è il posto dove qualunque mona scrive per l'universo.”

(Marco Paolini)


“Sono stato tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio la ho tolta.” 
(Oscar Wilde)

“Ma
accorgersi che si era capaci di inventare qualcosa; di creare con abbastanza verità da esser contenti di leggere ciò che si era creato; e di farlo ogni giorno che si lavorava, era qualcosa che procurava una gioia maggiore di quante ne avessi mai conosciute. Oltre a questo, nulla importava.”
(Ernest Hemingway)

 

 

 

Un ringraziamento a tutti coloro hanno promosso il Contest nei loro blogLibero e in VirgiliomYblog, 10mila visite dall'apertura del Blog Evento.

 

 

in punta di penna wU

 
 
 

[JE SUIS CENACOLO']: se le critiche servono..

Post n°26 pubblicato il 25 Maggio 2015 da Word_User
 

Ora che ho riletto ho capito, mi dispiace che i primi racconti siano stati tutti interessati da commenti come dire anche trasversali. Sfortunatamente per i primi e fortunatamente per i sucessivi il Contest è proseguito in modalità di mischia ordinata. Ogni autore ha avuto il suo  spazio e i contributi dei lettori e critiche educate; ora sono tutti al voto che è solo l'aspetto della gara più competitivo.


Ho una idea però. Se le critiche sono costruttive e servono, dimostriamolo a fatti.


Fatto salvo il brano presentato e per il quale si mantiene il voto, nello spirito di crescita insito in questo progetto, con questo post, chiedo agli autori che lo ritengono opportuno di riformulare il loro brano con le modifiche al testo che riterranno valide - se le riterranno tali - in virtù degli appunti critici o eventuali correzioni opportune e o riflessioni personali sopraggiunte .

Faccio questo per due motivi:

U n o ho accolto una critica sui critici che hanno commentato malgrado la necessità senza tener conto a volte dello spazio dell'autore;

D u e in vista della pubblicazione finale su JE SUIS CENACOLO'- Issuu, questa è un'opportunità per comparire penne smaglianti
.

 

Le rettifiche, le integrazioni, le correzioni eventuali non dovranno stravolgere il contentuto o il finale del brano. Non dovranno aumentare o diminuire il numero battute in modo sensibile.

Il brano dovrà essere inviato alla mail di word_user@libero.it entro due giorni da quest'avviso per il brogliaccio  del libretto in allestimento.

Sono gradite anche note a margine sulle rettifiche del brano di 300 battute, spazi esclusi.

 

in punta di penna, wU

 
 
 

VOTAMI :[JE SUIS CENACOLO']:*

Post n°25 pubblicato il 23 Maggio 2015 da Word_User
 

"L'altro, il "sempre diverso" non smette mai di manifestarsi. Non sempre apporta un valore aggiunto, anzi ti  spiazza con osservazioni inutili: polemico e prossemico a distanza. Fortunatamente all'ambito di Arte e Amore si  avvicina il seguito che convinto o meno, si mette alla prova e insegna e impara".

 

Cari amici e lettori da questo momento JE SUIS CENACOLO' entra nella fase del voto dei lavori presentati.

Rammentiamo che sono 11, in perfetta attesa della composizione di un'Ultima Cena. 

Si può votare dal 23 maggio h.17.00  alla mezzanotte del 29 maggio con VOTO UNICO per il brano preferito. Il voto elettronico prevede lo sbarramento Ip polldaddy.

Premiazione

La prima settimana di giugno sarà proclamato vincitore il racconto più votato.

Il vincitore riceverà una grafica di copertina del Book digitale "JE SUIS CENACOLO'  raccolta delle opere in punta di penna e pubblicato su ISSUU -wu53 - senza scopi commerciali- ad uso personale di ogni autore ma con ogni diritto riservato a diversi utilizzi non concordati. La grafica premio sarà realizzata da misteropagano® e pubblicata come copertina della raccolta.

 

"Se" di mi.descrivo

"Altrove" di katartica_3000
"Orgoglio e pregiudizio" di Amoon_rha_gaio
"Pezzi di ricambio" di Amithiel

"Gabbie" di L_Occhio_del_Falco

"Redingote Seppuku" di deteriora_sequor

"La Fuga" di fatamatta_2008

"DIVERTISSEMENT" diELEttriKAPsiKe

"Libero" di Lubopo

"LA MIA NUOVA COSTOSA AMICHETTA" di
MrJakowski

UNA ROCCIA SUL MARE di MARCEL_MIU


Buona fortuna

wU

 

 
 
 

UNA ROCCIA SUL MARE

Post n°24 pubblicato il 22 Maggio 2015 da Marcel_Miu
 

Ha sempre lo stesso profumo qui il vento, sul mio scoglio di roccia; il golfo dei poeti, il mare turchese e azzurro che brontola e risacca quattro metri sotto i miei piedi.

Sulle rocce è scritta la mia vita, quel pino marittimo, ricordo che lo vidi la prima volta molto tempo fa e mi domandai come avesse potuto nascere aggrappato con unghie e forza fra due rocce a picco sul mare; è cresciuto fino a diventare potente, d’una natura unica; ora è sostenuto da un cavo. Ha i suoi anni, come si dice per gli anziani un poco claudicanti.

La prima volta venni qui a pescare con mio padre che il pescatore lo faceva per mestiere; ore ed ore qui. “Lascia che parli il mare” -  mi diceva, ascoltalo, lascia che ti entri dentro, non se ne andrà mai più.

Ricordo un giorno, pioveva; fu il giorno della morte di mio padre, venni qui su questo scoglio a cercare un poco di lui nel vento. Gocce salate scivolavano indecise e lente dalle guance, si univano al mare mosso e roboante; il vento freddo, come un cavallo imbizzarrito e fiero, solcava il cielo grigio cupo e fomentava il mare.

Il giorno prima della leva, con la pancia contratta e i piedi su questa roccia fiutai il mare, con lo sguardo cercavo mio padre così da mostrargli che mi ero fatto un uomo.

Ci portai qui l’amore della mia vita a fare l’amore una notte di luglio che il mare brillava di luna; ci baciammo al mondo non vi era altro che le nostre labbra. Ulivi, cicale fino al grosso fico d’india - che a ripensarci ancora rido - ma fu stupendo, avevo il mondo fra le mani con lei e fu la prima volta anche per me.

Gli urlai contro a questo mare quando mi portò via senza dignità i suoi occhi azzurri che si erano fatti piccoli nella malattia che l'aveva sfinita. Mai un lamento. Quando li chiuse portò via il mare. Imprecai dio per ciò che mi aveva fatto ed urlai con forza! Così che mi sentisse bene.

Eppure il mare è sempre qui col suo profumo, amo questo mio golfo dei poeti; Shelley e Byron rapiti dal blu, forse proprio qui scrivevano la bellezza rivelata.

- Ma eccolo, si - sotto il sasso dei tuffi c’è ancora il buco nel quale infilavo il bastone con le esche appese -  che fatica rialzarsi.

Scorgo me stesso e mi rassereno, quando mi unirò al mare e al cielo e guarderò il mio scoglio con l’amore mio per mano, sarò fra i ricordi di qualcuno. I suoi pensieri del passato.

 “Nonnooooooo!?” – trasalii, il piccolo Marco mi cercava.

“Sono qui, attento, aiuta il nonno a scendere”

 “Vengo nonno! che fai qui da solo?”

 “Il vecchietto che non sa quello che fa, monello ridi eh!  Su andiamo che se ci vede qui la mamma ci sgrida”

(A lui, si, affiderò i ricordi miei, a lui).

 

Guardo di nuovo il mare , non pare essere lo stesso, da quassù il turchese dell’acqua e della spuma, propone sfumature di sole crudo da accecare la vista, nello sguardo che cerca l’orizzonte. 

 
 
 

LA MIA NUOVA COSTOSA AMICHETTA

Post n°23 pubblicato il 22 Maggio 2015 da MrJakowski
 

Quando sono arrivato lei era davanti alla vetrina ad aspettarmi, mi ha sorriso in maniera elegante nonostante il ritardo, mi ha invitato a salire sulla sua roboante automobiletta e attraverso strette strade di campagna si è diretta verso il nostro obiettivo...
Era eccitante mentre indossava quel vestito attillato, di un color verde acquamarina incontaminato, una fascia bluastra a fare da cinta legata all'altezza dell'ombelico, un profumo espanso di pesca e vino bianco Muscat...
Non era certo miss Emilia Romagna e il suo peso stile palla di cannone non l'aiutava di certo. I suoi occhi però erano grandi, come i suoi seni, chiari e brillanti, quasi lontanamente attraenti...E con quello che mi sarebbe costata la sua compagnia di circa mezz'ora era il minimo che potessi accettare.

Dopo cinque minuti di viaggio, di afa, risate e frasi spezzate lei parcheggiava in un spiazzo privato e m'invitava a seguirla oltre la strada, oltre il giardino, oltre l'androne e oltre le scale fino all’ultimo piano, davanti alla porta di un bell’appartamento con un nome strano sul campanello.
Mi ha guardato ancora una volta e sorriso, invitato ad entrare scuotendo le anche sinuose, ondeggiando come nave in tempesta; contraeva gli angoli della sua bocca in maniera automatica e a scatti ruotava il collo e le spalle, cinguettava continuando a saturarmi la testa di tanti discorsi, tanti fino a disfarmi...Poi a passo lento e imbarazzante siamo arrivati davanti alla camera da letto; io l'ho guardata ancora titubante, diciamo tremante e le ho fatto una delle tante domande che ogni persona normale farebbe in un contesto del genere, lei mi ha risposto convinta ed estranea, quasi meccanica toccandomi il braccio:

"Guarda, noi di Tecnocasa prendiamo il 3% di provvigione ma se vuoi possiamo metterci d'accordo per pagare un po' meno l'iva."

 
 
 

Libero di Lubopo

Post n°22 pubblicato il 20 Maggio 2015 da Word_User
 

 

Lacco Ameno è il più piccolo comune dell’isola d’Ischia. Si propaga tra il mare e le pendici del monte Epomeo, vulcano quiescente: ipotetico punto d’accesso al mitico mondo sotterrano di Agarthi.

Il luogo non è però noto per il Mito, bensì per le antiche terme Regina Isabella arricchite negli anni ‘50 di un complesso alberghiero che, in breve, rese il centro termale polo d'attrazione di una mondanità cosmopolita.

Fin dall’infanzia trascorrevo lì le mie vacanze stupendomi al cospetto di quella bizzarra scultura naturale chiamata Fungo: un masso di tufo verde sputato dalle viscere della terra e precipitato poco distante dalla riva. Il Tempo l’avrebbe poi plasmato con le onde del mare e con il vento.

Nell’estate del ΄73 raggiunsi i miei solo a fine Luglio. Rientravo da una meravigliosa vacanza trascorsa ad Alghero con la mia amata Karin, più grande di me di otto anni e conosciuta ad Ischia l’estate prima.

“É arrivato Luigi! É arrivato Luigi!”.

Le urla di gioia erano dei miei amici che da settimane si chiedevano che fine avessi fatto.
Di slancio Salvatore mi strinse a sé, a sottolineare il grande affetto da me sempre ricambiato.

“Com’è andata? - mi chiese - Abbiamo saputo ch’eri in giro con la svedese...”.

“Finlandese Salvato’, fin-lan-de-se! Poi ti racconto...” - risposi con un pizzico d’orgoglio e una prossemica tipica dei miei diciott’anni.

Prendendomi sotto braccio e trascinandomi per i cinque scalini che separano l’asfalto dalla sabbia cocente della spiaggetta del Fungo, mi disse:

“Vieni, ti faccio conoscere una nuova amica.”

“Anna torna a riva che ti presento il mitico Luigi” - urlò con lo sguardo rivolto allo scoglio di tufo verde che si ergeva dal mare, preceduto da una folta ed indistinta schiera di bagnanti.

“Il mitico?” - rimuginai tra l’imbarazzato e il compiaciuto.

Anna si materializzò dinanzi ai miei occhi come una visione: una sirena che affiorava dall’acqua trascinandola con sé per poi lasciarla scivolare, come una carezza, sulla sua pelle vellutata restituendola al Mare pregna della sua fragranza.
Nera come la notte. Neri gli occhi, i capelli, la pelle. Una tintarella da far invidia alle miglior foto pubblicitarie di abbronzanti. Un nero profondo come i suoi occhi, che contrastava con il rosso delle labbra e con quel radioso sorriso che lasciava intravedere il candore dei suoi denti, mentre mi diceva:

“ Ahhh... sei tu il famoso Luigi di cui tutti parlano!”

Le sue labbra e tutto ciò che le circondava, emanavano una sensualità che mi si irradiò dentro sconvolgendomi i sensi.
Dopo un lungo fidanzamento ed un matrimonio durato trent’anni, mai avrei immaginato che nella chat di Libero avrebbe cercato, e poi creduto di aver trovato, il suo nuovo Principe Azzurro.

 

 
 
 

DIVERTISSEMENT

Post n°21 pubblicato il 19 Maggio 2015 da ElettrikaPsike
 

 

Spesso ritorno a quella che è L’età dell’innocenza in un mondo che ha Il profumo del mosto selvatico e ripercorro Le verità nascoste di luoghi dove il Sol levante stinge Il colore viola dei fiori preferiti dalla ragazza che già forse amavo.

Ma chi sa dirlo, se qualcuno la conosce mi dica La verità, vi prego, sull’amore perché ancor oggi, alla fine del percorso in questa vita, l’ultimo volto che vorrei rivedere prima di andarmene è proprio il suo, della bambina che sospingeva i pensieri Al di là dei sogni.

Mi ricordo i suoi occhi di allora e di quando, anni dopo, mi guardava vestita di bianco. Il silenzio degli innocenti gridava, facendomi maledire per Le parole che non ti ho detto. Non mi sentivo Il testimone dello sposo ma di un Assassinio allo specchio. Era Il matrimonio del mio migliore amico ed io ero senza passato, futuro, senza più vita.

Niente mi avrebbe fatto presagire La scelta di Sophie in quei pomeriggi al fiume. Inseparabili, allora ci credevamo eterni, Creature del cielo senza domani.

Con la fame dei nostri quindici anni sgranocchiavamo Pomodori verdi fritti alla fermata del treno e promesse di amicizia Per sempre. Non c’era possibilità di unione tra noi e Gli altri; eravamo liberi perché la nostra vita era un Fantasma, un enigma irrisolto per chi aveva archiviato, in cambio della logica, ogni volontà d'Amore e incantesimi.

Sicuri di ciò che contava, interpretavamo le stelle vivendo di Pane e tulipani. Eravamo Le fate ignoranti che già molto sapevano ma smisero di sapere solo quando non si credettero più fate.

Spesso sono stato sul punto di tornare a quegli anni senza avere mai il coraggio di superare La sottile linea rossa che divide il mondo reale da quello delle fate. Le Vite sospese a lungo sulla terra non sanno più quali movimenti fare per sopravvivere in mare, era questo il senso della storia che mi ripetevano da bambino e La leggenda del pianista sull’oceano adesso era diventata la mia vita.

La sera in cui ti scorsi danzare tra gli alberi ti limitasti a sorridermi. Inclinasti un po’ la testa e senza aggiungere altro spiegasti Io ballo da sola.

Tu, L’amante che non ho mai avuto, la mia migliore amica. Eri già tutto allora quando non credevo in un futuro diverso da quell’eterno presente e lo sei adesso in tempi senza vita, ora che Non ci resta che piangere le persone che abbiamo perduto.

Ho capito cosa vorrei da te, Sophie mia, L’ultimo bacio.

Soltanto Un bacio, prima di morire.

 

 
 
 

La Fuga

Post n°20 pubblicato il 18 Maggio 2015 da fatamatta_2008
 

In quella specie di tana costituita da lamiere e teli di nailon,  costretto nella squallida periferia della città, il ragazzo ogni sera ricorda!

Ricorda il villaggio, con le case bianche di calce, le acacie dalle lunghe spine, che regalavano ombra al modesto giardino in cui la madre, cantilenando una nenia,  intrecciava le ceste che poi avrebbe venduto al mercato.

Rivive le ore scandite dalla luce del sole, trascorse nell'umile scuola , la maestra una suora sempre  pronta al sorriso; la chiesa, minuscola oasi di pace e frescura.
Ma improvvisa un giorno è arrivata la morte!
Uomini armati  hanno portato il terrore.
Urla di bimbi afferrati, dilaniati da bestie più feroci, del pur feroce leone eccitato dal sangue, mentre divora la preda.
Le giovani donne avvolte nei veli sgargianti,  ridotte a inermi farfalle violate.

Il ragazzo è intento ad accudire le capre, nel mezzo del campo non viene notato, si fa  -Niente-  tra le zolle di terra!

 Finiti gli spari comprende che tutto è concluso, che la furia è passata e  allora...corre!
Corre con il cuore che scoppia  nel petto, inseguito dall'eco di urla strazianti!
Quando scende la notte è ancora in cammino, ormai solo,  con l'orrore nel cuore e sopra la testa un cielo lucente di stelle.
Cammina e intorno... il deserto.


Per giorni e giorni ha per compagne la sete , la fame, la voglia di accasciarsi sulla sabbia infuocata, nella calura terrificante che gli brucia i polmoni, ad aspettare la morte.
Incontra altri  fuggiaschi, che lo spingono ad andare avanti, dietro non esiste più nulla, più casa  o famiglia ogni certezza è svanita.
Cammina  con i piedi coperti di piaghe, la bocca riarsa,  dimenticando l'orrore vissuto laggiù, solo il dolore del suo povero corpo è presente. Finalmente un giorno la speranza diventa realtà... il mare.
Il mare gli incute spavento, ma non ha scampo  deve salire sull'infido gommone.
Per alcuni la vita si spegne tra le onde, per altri stremati dalle pene subite il destino è segnato.
Ma lui arriva alla fine del viaggio raggiunge la terra.


Ancora una corsa con stretto nel pugno un foglietto con scritto un nome, un numero, di un parente o un amico, chissà.
Infine arriva alla terra promessa una immensa distesa di tetti e di torri.
La città con le strade affollate di gente, come un branco di gazzelle impazzite, che corre qua e là fuggendo da un ignoto pericolo.
Un mondo che si dilata a perdita d'occhio, riempiendo ogni piccolo spazio con intrecci di luci, rumori, immagini.
Al suo arrivo in città qualcuno gli ha dato un borsone dicendo:
 -Va e vendi e avrai da mangiare!-
Ma il ragazzo percepisce il rifiuto, di chi veloce distoglie lo sguardo dalla sua offerta di cianfrusaglie di fasullo folclore, o  di chi quasi con vergogna si fruga nella tasca, ma poi  ripensandoci prosegue con un gesto di stizza. 
Poter raccontare il dramma che gli pesa sul cuore, i rimpianti per le cose perdute, per gli affetti scomparsi!
Diversi solo la lingua e il colore, non il suo essere umano.
Ma non sa come fare, lui è solo un'ombra nera sperduta, nell' immenso groviglio di strade.
 Un labirinto d'asfalto costeggiato da case, da muri anneriti di fumo, dal continuo via vai di  gusci metallici, che trasportano un'umanità indaffarata somigliante a formiche, verso altri gusci di cemento e di ferro.

La città  è un mostro crudele, così, lui straniero la vede.
Solo la notte la città si assopisce, rallenta il suo ritmo convulso, incalzante,si veste di sonnolenta dolcezza.
Il ragazzo, ne ha meno paura in quel buio, la sente più umana, più amica,
e le racconta del suo bianco villaggio, del sole splendente, e della vita trascorsa laggiù.

 


    Dedicato al Sudan e ai suoi infelici bambini, vittime innocenti
    di una terribile emergenza umanitaria.
    Un paese dove ho vissuto un periodo della mia vita, e che mi è rimasto nel cuore.
    

     Fatamatta_2008

 

 

 

 

 

 
 
 

Redingote Seppuku

Post n°19 pubblicato il 17 Maggio 2015 da deteriora_sequor
 

 






Berlin. Friedrichshain 2003. Tobias fiuta
un pò di colla da falegname. Mi viene
da ridere: nell'organismo si è sbattuto
di tutto e ora viene a ricercare un po'
della vita infantile con questa trovata.
Fa il pianista alla Filarmonica di
Charlottenburg e gli parlo mentre
navighiamo tra graffiti e case occupate.
Mi racconta di suo padre scappato
quando Lui aveva dieci anni, il sacchetto
di plastica gli si gonfia intorno alla bocca
poi lo rilascia. Ha mollato tutto:cocaina,
smack, cristalli di crack, lsd, ecstasy e
speed. Tutto per ritrovarsi bohémienne
con la sua colla o sniffando le parti interne
dei modellini di aerei. "Sarà, Tobias, un
bisogno di ritornare a quando giocavi con
tuo padre, se lo ha mai fatto?". Lui soffia
nel sacchetto bolso poi tira fuori la bocca.
è in tiro perfetto, pantaloni a coste di velluto,
cardigan, capelli biondi corti scriminati da
una parte, scarpe Prada e calzini Washington,
camicia Rosière e cintura Diesel. Eppure non
posso fare a meno di catturarlo bambino solo
con i suoi tanti balocchi e un bisogno infinito
di attenzione da parte di qualcuno che
somigliasse a un maschio autorevole. "E Tu,
Georg?". Sorride deformato mentre insuffla.
"Io ho avuto un papà semplicemente assente,
nemmeno un cattivo diavolo, c'era ma non c'era."
Prendiamo Zellestrasse fino a Forckenbeckplatz
con il suo parchetto, ci sediamo su una panchina,
transita qualche passante che se ne frega, mentre
Tobias continua a colmarsi i polmoni di ossigeno
incrostato a merda. L'aria della Città si fa sottile,
sento l'esigenza di un parapluie perché tra poco
diluvierà. E mi metto a piangere silenziosamente
con il groppo alla gola: lo stesso che di lì a qualche
giorno avrebbe strozzato Tobias, con più forza
e il marchio di un qualche suicidio rituale a me
sconosciuto.






 
 
 

GABBIE

Post n°18 pubblicato il 15 Maggio 2015 da L_OCCHIO_DEL_FALCO
 

Murakami lo scrittore prima di accingersi a scrivere rinforza il suo corpo liberandolo dalle incombenze materiali con una corsa nel parco della sua città. Dopo averlo reso elastico ed efficiente nella forma come un tempio, torna al suo studio e si apre alle visioni da narrare. Ma P. Lui, l'altro, invece, al contrario se non suda non scrive, così sudava. E più sudava più le parole, ad ogni colpo dei muscoli, puntuali, si trascrivevano sul foglio della sua memoria costretta a dirsi: non dimenticare questo passaggio.

Sotto la potenza allenata delle sue membra il piano mentale, un solido iceberg di acqua, tornava all'acqua. Il racconto prendeva una forma fluida, bastava non scordarlo. 14 chilometri da percorrere sulle collinette gli valevano un incipit ben impresso. Aveva già in mano la chiave per aprire.

"Solo sapessi cosa!" - si domandò.

L''intuizione, nascosta in un luogo di non facile accesso, doveva essere sfrondata come un rosaio da polloni e rami improduttivi prima che una sagoma univoca di quella storia si stagliasse con la stessa precisione con cui lo perseguitava da tempo. Continuava a osservarla con ogni dubbio. Eliminava le infauste coincidenze e gli ostacoli di materia corporea, insieme, e per fortuna, anche le nubi che lo trascinavano in fantasticherie del tutto inutili al suo obiettivo. In troppi voli pindarici.

Nemmeno l'acqua, gli abbeveratoi, le docce di pioggia, i vapori di una fabbrica esausta attraversata, erano riusciti a focalizzare il labirinto di pensieri che si alleavano pronti al canapè di un palio immaginario: Il tiro all'Altro. Come le fazioni, erano pronti come piattelli lanciati allo sparo di carabine attente. Lanciamoci!

D'un tratto temette di perdere il controllo della sequenza, della logica narrativa. Registrò i contorni della cupola semisferica dell'ultimo movimento ripetendolo più volte, marcando i punti di collegamento della mappa di orientamento. Lo Zenit, l'azimut, la magnitudo delle luminose, Crux, Draco,Triangulum, puntò lo sguardo sullo gnomone per un ultimo istante e si lanciò. Anzi spiccò il volo.

Dietro di sé la gabbia lasciata spalancata come un sorriso senza denti. Peregrinus si era lasciato guardare a becco chiuso per lungo tempo attraverso una rete. Tra le maglie imprigionato, la sua vista rapace incontrava quella umana senza porre mai fine alla stessa identica domanda:

Chi è in gabbia, tu od io?

Chi è in gabbia, tu ..

 

in picchiata L_Occhio_del_Falco

 
 
 

Je SUIS CENACOLO' : Intervallo di 4, WORDU'. L'Ultima città

Qualcuno ha detto: e ma potevi e dovevi cercare più penne, certe penne, un tot di penne..

 Magari potevo cercare penne per mesi. Quelle giuste, le più adatte, le meno pericolose. Quelle degli effetti speciali, ma io ho lanciato l'amo non la rete a strascico. Il piacere del pescatore di mare è la sfida del suo paziente tempo verso quel pesce che naviga in uno sconfinato spazio e che attratto dall'esca decide di consegnarsi. Lui non altri.

Una metafora spontanea. Per colorare questo intervallo in cui sento necessario fare un breve riepilogo degli autori pubblicati, prima di proseguire con la seconda cinquina.

Abbiamo letto autori, sfidanti a colpi di bic, sul tema Tu, l'Altro. Forse Città: mi.descrivo, Amoon_rha_gaio, Katartica_3000, Amithiel, NormaGiumelli( fuori contest).

Li ho letti in anteprima, li ho riletti alla luce della pubblicazione e dei commenti (complimentandomi per coraggio e freschezza di partecipazione). Li rileggo alla luce di una super trama di Contest, come fossero capitoli di un romanzo. La qual cosa mi eccita mentalmente perchè trama e subtrama si sviluppano assai decise mentre ancora non sappiamo come si concluderà. Cosa potrà trasmetterci la conclusione di questa esperienza, l'epilogo nei capitoli ancora non letti. Il transfert nel libretto che sarà pubblicato come Opera prima di 9 bloggers dei Digiland in punta di penna..

Il plot di questo romanzo ideale e immaginario che chiamerò, WORDU'. L'Ultima città, è un intreccio di protagonisti viandanti che si avvicinano ad una città che galleggia in una Idea. Quella di attingere le differenze, gli Uni dall'Altro, per tramutarle in sogni comuni. Stabilizzare il vissuto di un transito all'interno della struttura architettonica (regolamento) della Città.

Viandanti dalle forme assai diverse che folklorizzano la Città agglomerato, tutti inevitabilmente attratti dal segno di Parole. Tutti in grado, come me, di approfittare del segno altrui per portarsi oltre i propri concetti di scrittura, ammesso che se ne riconosca l'esigenza.

Così e brevemente - tanto se ne ripalerà -  per concludermi all'incirca in duemila battute, la scrittura di mi.descrivo, I capitolo, è stata fondamentale per mettere punto punto tra un pensiero e il seguente. Periodi corti e incisivi. Sfumature intense, un bell'incipit sul Se, quando finirà, saremo stati corti e rampanti. Amoon, capitolo II, l'insegnamento: un pioniere della scoperta della città. Pronto ad esserci, qualunque forma. Katartica, capitolo tre, la prima azione dinamica, fondamentale, in volo, verso la città. Amithiel: capitolo IV, l'Avvertenza. In città accadono cose strane. 

I prossimi autori: ElettrikaPsike, Deteriora_Sequor, Fatamatta_2008, Marcel_miu, L_occhio_del_falco, lUBOPO, MrJakowski

Buona lettura

in punta di penna wU

 

 
 
 

Écoute-moi

Post n°16 pubblicato il 13 Maggio 2015 da NORMAGIUMELLI
 

 

 

 

Écute-moi

 

Distesa sul lettino, Arianna contava le gocce scendere e guardava il dottore con aria di sfida; riteneva assurdo potersi addormentare contro ogni volontà.

Parigi non era poi così lontana.

Il suo era un ricordo dalla data incerta, ma dall'impronta indelebile, prima di partire, prima di tornare.

Non è nulla, si era assicurata, quando il caldo improvviso l'aveva colta alla stazione Paris Nord; ma l'emozione non le dava tregua. I passi erano seguiti incerti, ora leggeri, ora pesanti. Arianna sembrava danzare tra le persone e subito dopo cadere, attratta dal centro della terra. Poco più di una bambina, aveva osservato bambini pieni di vita rincorrersi nella gare scoprendosi a sorridere della loro gioia.

"Bonjour mademoiselle" Con un sorriso grato, la ragazza si era mossa in direzione del tassista, per accorgersi poi che non si era rivolto a lei.

Da quando era arrivata però, tutto si era trasformato in un silenzio assordante; anche i passi che l'avevano accompagnata all'Hotel le erano sembrati inesistenti.
L'elenco nella mano destra e l'apprensione ad abbracciarla, Arianna usciva il mattino seguente con l'aria smarrita e un abito color lilla a vestirle emozioni che le tremavano sulla pelle.
Una lista di strade a mo' di mappa e lei scorreva con il dito dell'attenzione le distanze che le gambe percorrevano con trepidazione, senza però trovare corrispondenze.
Davanti al Cafè de la Place, Arianna aveva dovuto sedersi; aveva cominciato a pensare che forse non ci sarebbe riuscita; l'indifferenza della gente l'aveva colpita.

Quello che successe subito dopo la sconvolse.

"Écute-moi..." Arianna stringeva la mano tesa di Paul, che le sorrideva. Lei lo aveva cercato, ma era stato lui a trovarla e a portarla nell'unico luogo capace di risvegliarla: la consapevolezza di voler tornare.

Arianna si risvegliò otto ore più tardi, stringendo tra le mani un biglietto che si dissolse nel primo nuovo battito di un cuore che, ora, avrebbe conosciuto nuovi sorrisi, nuove mani tese. Un biglietto con scritto: écute-moi...

 

 
 
 

Pezzi di Ricambio

Post n°15 pubblicato il 12 Maggio 2015 da Amithiel
 

Attese che il rumore della barella si affievolisse,inghiottito dal tetro corridoio del piano inferiore,solo allora,Allan Varney smise di lavarsi braccia e mani col sapone asettico.
Scrollò l'acqua dalla folta peluria che ricopriva la rosea epidermide e afferrò una salvietta per asciugarne l'eccesso.
Stava ormai per uscire dalla piccola anticamera,quando l'occhio gli cadde sul sigaro scuro che giaceva quasi spento ai bordi del minuscolo lavandino.
Non riuscì a resistere alla tentazione di tirarare almeno un'ultima boccata da quel delizioso nettare di foglie di tabacco imbevute nel brandy.
Chiuse la bocca per qualche secondo prima di espellere il fumo e tuttavia,sentì un senso di appagamento incompleto.
Infilò la mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse una scatolina in argento."Giusto un pizzico",pensò accostò il mignolo alla narice.
La magica polvere di stelle gli entrò in circolo quasi subito.
Sorrise.
Indossò il camice e si diresse alla destra del corridoio.
Il corpo dell'uomo giaceva nudo sul tavolo operatorio.Era stato accuratamente depilato e presentava,in diversi punti della cute,enormi chiazze di liquido scuro.
Allan Varney infilò i guanti e afferrò il bisturi che le tendeva con un sorriso inquietante la sua assistente.
Strinse l'affilato arnese fra le dita inguantate,socchiuse gli occhi ed infine,poggiò la lama sul fianco sinistro dell'uomo.
-"Casta Diva prego",esclamò,mentre con attenta precisione affondò la lama che recise i primi strati di tessuto,poi toccò al grasso così viscido e giallognolo e ancora giù,fino alla carne che ricopriva l'osso del femore.
La struggente voce della Callas rimbombava tra le pareti insonorizzate di vernice bianca.Unico raggio di sole in quella luce asettica,rosa profumata in quel groviglio di odori composto da disinfettanti e viscere decomposte.
Segò abilmente di entrambe le gambe.Con l'aiuto di un coltello da macellaio,grattò via i lembi di carne che erano rimasti attaccati,ed infine,cosparse i macabri resti con della soluzione fisiologica prima di abbandonarli non troppo delicatamente dentro a sacchetti da freezer muniti di etichetta.
Pezzi di ricambio da vendere al mercato nero per parecchie migliaia di dollari a dei fanatici di un qualche istituto di anatomia,ma ovviamente questa era l'ipotesi migliore.
Nella peggiore,i resti sottratti ai "clienti" venivano usati come protesi per trapianti da effettuare su pazienti ancora in vita.
-"Ci sarebbe anche la pelle signor Varney",esclamò Peter osservando ciò che rimaneva del cadavere.
-"Per la miseria Peter,questo rottame è morto di cancro ed io ho un appuntamento urgente,rispose Varney guardando l'orologio appeso alla parete,"meglio non rischiare.Terminate il lavoro con i tubi di pvc nel caso qualcuno voglia dare un'ultima occhiata al vecchio prima della creamazione e dopo,richiudete tutto.Mi fido di voi ragazzi."
Detto questo,sfilò cautamente guanti,camice e copriscarpe ed uscì fuori dalla sala.L'aria viziata lo rendeva nervoso e paranoico,o forse era soltanto l'effetto della cocaina che iniziava a sparire.
-"Zuccherino!
La voce squillante di Amy lo raggiunse prima che potesse infilarsi sotto la doccia.
-Maledizione ,quante volte ti ho ripetuto che non devi chiamarmi a quel modo?.Era furioso ed irritato e spaventato all'idea che qualcuno potesse aver udito quel nomignolo stupido.Lei lo guardò.Prima con occhi increduli e straordinariamente grandi per quel viso,poi via via,ritornò a farsi strada il consueto luccichìo malizioso che lo fecero sciogliere.Si disse che forse avevano tutto il tempo per una sveltina.Si disse che,al Diavolo,quella era Amy la sua bambolina gothic che per amore era disposta a sporcarsi le mani...e non solo quelle.
Un rumore improvviso pose fine al loro tubare.
Un uomo grande e grosso se ne stava con la testa reclinata da un lato e osservava i due con l'atteggiamento tipico di colui a cui manca qualche pezzo del servizio.
-"Hey Burk,non devi stare qui mi hai capito?I parenti dei clienti si spaventano se ti vedono,mi hai sentito?,gli urlò contro Varney,ma l'energumeno sembrò non capire.Teneva un enorme sacco con una mano sola,e con l'altra si spazzolava di tanto in tanto gli umidi capelli oramai radi che scendevano simili a ragnatele sulle spalle.
Per tutta risposta,tirò una buona dose di muco con il naso,ma non lo sputò per terra.Nella sua mente difettata capì che quello non era luogo adatto per simili porcherie.
Inghiottì il boccone sotto gli occhi disgustati della coppia,si diede l'ultima grattata alle tempie e poi scomparve,trascinando il suo maleodorante e misterioso bottino.
-"Quel tizio mi fa paura Allan,perchè lo tieni qui?Mandalo via",cinguettò Amy rifacendosi il trucco.
-"Non posso,esclamò Varney,mi occorre qualcuno che faccia il lavoro sporco.Aspetta,forse vuole farlo quel genio senza palle di Peter?O magari tu dolcezza,che ne dici?Ci stai bene in queste cose!".
La ragazza fece di no con un impercettibile movimento della testa rossa e tornò a sorridegli.
-"Brava bambina,mormorò l'uomo,allungando la grossa mano verso quel viso minuto tinto di nero.
-"Questa storia non durerà per molto,le disse,quando avrò abbastanza soldi chiuderò l'impresa funebre e smetterò con tutta quella merda.Andremo via da questa città e ti giuro...ti giuro dolcezza che avrai il tuo "riscatto sociale".

Amithiel

 
 
 

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

Post n°14 pubblicato il 11 Maggio 2015 da amoon_rha_gaio
 

http://static.kiabi.it/images/costume-napoleone-nerobianco-uomo-fm586_1_zc1.jpg

Mi sono accorto di Marco una mattina di settembre quando mi sono iscritto in palestra. Per poterla raggiungere serviva la macchina e il percorso obbligato mi faceva percorrere sempre una piccola stradina. Proprio lì mi accorsi di lui: non bello, un ragazzo come altri. La sua particolarità che, di fatto, lo rendeva "diverso" era il suo abbigliamento. A dispetto dei suoi 17 anni Marco si vestiva come un uomo dell'ottocento. Qualcuno lo paragonava a Napoleone, altri al conte Vlaad quello di Dracula.

Capelli raccolti in una coda di cavallo ad incorniciare un viso pallido impreziosito spesso da piccoli occhialini scintillanti. Era solito girare per la piccola città di provincia, indossando una sorta di doppio petto con bottoni in stoffa, dello stesso colore, e un grande mantello di panno scuro, quasi a voler sottolineare il contrasto con quella sua carnagione chiara.

Quando l'ho visto per la prima volta io, gay, mi sono detto: "ma guarda quello come si è conciato". E ogni volta che lo notavo un sorriso  di scherno mi si dipingeva sul volto.

E così per mesi durante i quali però la mia mente non ha potuto però sottrarsi dal fare una riflessione: quel ragazzo vestito come uno di quelli che si leggono sui libri di storia non si curava minimamente degli altri. Camminava fiero, orgoglioso come se fosse proprio Napoleone Bonaparte, assecondando quella che era evidentemente una sua passione.

Marco mi ha fatto pensare alle volte precedenti in cui ero stato io, che spesso parlo e scrivo di diritti e di pregiudizi verso gli omosessuali, ad essere superficiale nei suoi confronti. Lui invece, nonostante i 17 anni e la vita in una città di provincia, spesso noiosa e bigotta, aveva saputo dare un pizzico di eccentricità e brio al suo essere, sfidando il pregiudizio anche di quei coetanei che spesso riescono a ferire neanche avessero delle lame di coltello al posto della lingua.

Qualche giorno fa Marco ha perso la vita in un incidente: chissà se mai saprà che quel modo bizzarro di vestirsi è servito da insegnamento a molti come me.

Amoon

 
 
 

ALTROVE di Katartica_3000

Post n°13 pubblicato il 10 Maggio 2015 da Word_User
 

 

Aprire la mente, allargare i confini: quasi una missione, pensò tra sé, mentre risoluta varcava l’accesso del velivolo diretto a Malaga.

Allarga la mente, apri i confini: Marta sorrise di quello strano mantra. Si può giocar con la Parola e le metafore, come anche con la Vita e la sua essenza,  e non sentirne affatto rimorso!

Proseguì fino alla seduta assegnatale, accanto al finestrino, rigorosamente area non fumatori.

Pur non conoscendo un solo vocabolo di spagnolo, aveva deciso d’istinto, abbandonato una professione, un amore, una figlia…Oppure, a voler essere sinceri, si era ritrovata sola, senza essi, a dar la colla ai cocci di una vita infranta!  Ma nel nome sta il proprio destino, e la sua anima guerriera non poteva più celarsi dietro quella maschera di perbenismo.

A portellone chiuso, l’hostess si impegnò  con un sorriso artificiale a indicare in multilingua le procedure di emergenza.

Marta non le prestò la minima attenzione. Lei e il pericolo avevano trascorso assieme tante di quelle notti da poter giurare di conoscerlo nel profondo: sapeva come sedurlo, come piegarlo al suo volere, tra un lenzuolo ed un caffè insonne…Sapeva sempre lei, come rialzarsi da una catastrofe.

Prima di disattivare il cellulare, indugiò sulla galleria delle immagini: lo sguardo si posò su una foto, scattata mentre spirava il vento degli innamorati in un’assolata Sicilia. Vi era ritratto il particolare di una fontana: un cavallo maestoso, con le zampe anteriori sollevate, sicure contro il cielo, ribelli a qualsivoglia guida.

Quell’immagine l’affascinava e la intimoriva: era uno sprone subliminale alla sua inerzia, un richiamo alla libertà, all’autonomia, a mostrarsi davvero ”rampante”, come la stessa vita richiedeva.

Ora, stava provando ad alzar le zampe contro chi l’aveva imbrigliata ed umiliata. Cercava un Altrove, un luogo geografico dove ricominciare, dove cambiar numero e anche immagine sul profilo.

Si domandò se quella fuga era da codardi: ma fu un attimo, un istante tacitato dall’ambizione di risorgere, novella fenice, dalle sue ceneri, in un luogo dove respirare aria buona.

Altrove, valeva la pena di tentare ..Altrove, sarebbe andata meglio…

“ALLACCIATE LE CINTURE E RIMANETE SEDUTI AL VOSTRO POSTO….”

Marta guardò fuori dall’oblò, socchiuse gli occhi e giurò  che quella sarebbe stata l’ultima volta: sì, l’ultima volta in cui rimaneva inchiodata per volontà altrui!!

Mister Altrove l’attendeva già, dall’altra parte della Libertà: la sua parte migliore.

 

 

 
 
 

Se

Post n°11 pubblicato il 08 Maggio 2015 da mi.descrivo
 

Non esiste una parola più potente di "se".

Non mi riferisco al pronome

ma alla congiunzione.

O forse alla cognizione.

"Se"

Due caratteri che sottintendono un bivio,
una scelta,
una decisione.

E' con l'invenzione del "se"
che un animale si solleva dal suo stato.

Abbandona la stupidità 
e dimostra intelligenza.

L'evidenza di questo bivio mi è apparsa
in un vicolo stretto ed un poco oscuro della mia città.

Dove i lampioni sono radi.

Di sera.

Una stupida falena.

Rimbalzante contro il vetro di una finestra 
dentro ad una casa,
attratta dalla luce di uno di quei lampioni.

Mi sono fermato ad osservarla.

Le ripetizioni sono ipnotiche.

Tutta notte a rimbalzar sul vetro.

Ha un cervello che, evidentemente,
non concepisce il "se".

Attratta dalla luce, 
la sua mente ripete sempre la stessa frase: 

"volerò verso quella luce".

Quello fa.

Non riuscirà nel suo intento
e non se ne chiederà la ragione.

Semplicemente eseguirà il compito che si era assegnata, 
senza nessuna traccia di spirito critico, 
senza nessun barlume di intelligenza.

Sino a sfinirsi.

Sino forse pure a morirne.

Sino a quando, quella luce, 
qualcuno o l'alba spegnerà. 

La lascio tamburellante sul vetro,
attratto da un micio.

Che salta per far cader qualcosa da un cestino.

Il suo sforzo viene premiato.

Cade un contenitore.

Trasparente guscio protettivo 
difficile da aprire
che imprigiona un oggetto colorato.

Ci si accanisce 
come la stupida falena.

Solo per pochi istanti però.
Poi si arresta.

Osserva.

Si stacca dall'oggetto e retrocede.

Testa rasente al selciato, 
culo all'aria, coda in verticale.

Retrocede con una lentezza estenuante.

Apre completamente i suoi occhioni gialli, 
piega un po' la testa di lato
tenendola sempre rasente al suolo.

Ed ecco che "accende il se".

Non so che tragitti percorra la sua mente;
so solo che, di lì a poco, torna a lottare 
contro la scatola che lo separa dal suo sogno.

Le unghiette affilate escono dalle loro sedi,
penetrano il contenitore. 

Sarà una dura e lunga lotta.

Si inarcherà su di lei,

rotolerà con lei,

la graffierà,

aprirà la bocca ed userà pure i denti.

Non è detto che ogni sua nuova strategia sarà vincente; 
forse naufragherà alcune volte, 
assieme alle sue incomprensibili deduzioni.

Di certo alla fine, quel gatto, 
se esiste anche una sola possibilità di farcela, 
ce la farà.

Lo lascio alla sua lotta.

Pochi passi dopo il vicolo termina.

Due vie dinnanzi a me.

Ora tocca al mio "se".

 
 
 

JE SUIS CENACOLO' i partecipanti

Post n°10 pubblicato il 08 Maggio 2015 da Word_User
 

La fase di registrazione è finita. Non so voi, ma  durante questo inizio è stato già incontrare l'Altro, altro diverso da me, da noi. In questà città che è Digiland. Una MetaMetropoli.

["Una città che a volte accoglie per subito dopo rifiutare chi le dondola incontro ed è macchia di inchiostro di Rorschach, che non ha il tempo di essere interpretata per quello che è, ma rimane vertigine nel buio"].

Un crocevia di viandanti, residenti, razze, forme e pensieri. La qual cosa continua a produrre suggestioni, sentimenti e riflessioni.

Siamo quel che incontriamo.

Voglio ringraziare chi ha aderito con slancio, curiosità e pazienza, chi non lo ha fatto e ha saputo dare un motivo, chi no, con formalità dal sapore di retaggio, chi ha evitato accuratamente di presenziare in qualunque forma - si anche loro - ma tant'è questo libretto si fa, in punta di penna tra uomini e donne di BIC e sognatori, gli ultimi. La Prefazione sarà curata da WU; disegni, foto, grafiche e copertina di misteropagano con la collaborazione di Lamposcuro.

Questi i titoli e partecipanti di Tu, L'Altro. Forse Città

"Altrove" di Katartica_3000

"Orgoglio e pregiudizio" di Amoon_rha_gaio

"La fuga" di fatamatta_2008

"Dodecaedro" di Deteriora_Sequor

"Se" di mi.descrivo

"Pezzi di Ricambio"di Amithiel

"Titolo" di Marcel_ Miu

"Gabbie" di L_OCCHIO_DEL_FALCO

"Écoute-moi"  di NormaGiumelli fuori contest

"Divertissement" di ElettrikaPsike



I partecipanti sono invitati a postare i propri lavori in questo blog dove saranno pubblicati in ordine di arrivo fino al 22 maggio con il primo a breve dopo questo annuncio.

Il  clicca condividi post, come ben saprete non è piu attivo tra i blog di Libero, quindi vi suggerisco di invitare personalmente amici e lettori blogger a seguire e commentare i vostri post e gli altrui per la gara letteraria che stabilirà su quale racconto vincitore sarà realizzata la copertina di "Tu, L'Altro. Forse città" nella pubblicazione digitale Issuu, le cui copie si intendono a disposizione dei partecipanti per ogni uso di pubblicità, tranne la diffusione commerciale senza autorizzazione, relativi copyright d'autore e responsabili di progetto.  I dati forniti via mail si intendono inoltre sottoposti al Dlgs 196 del 30 giugno 2003."Codice della privacy".

e ora, qualcuno faccia un brindisi!!

in punta di penna ..go!

WU^

 

..nell'emozione del lancio ho dimenticato di ringraziare un sostenitore  di questo progetto: Marcel_Miu . Ragionando assieme di  un  fatto negativo mi ha spinto a trasformarlo in un progetto creativo, e io non ci ho pensato su due volte.-)

 

 
 
 

..per quest'ultima Kermesse "targata" Libero. wU

Post n°9 pubblicato il 06 Maggio 2015 da Word_User
 

Vi aspetto.  wU

 

Amo la leggerezza ma è soltanto il peso di quello che saprò

di aver

imparato

conosciuto

consegnato.

Digitare non è la stessa cosa che scrivere parole su carta.

Queste hanno più peso perchè hanno bisogno di piu tempo

per essere scritte

e si lasciano guardare.

Così

per dare maggiore valore alle mie parole le scrivo a penna.

Ecco,

in punta di penna wU

 

 
 
 

UN EBOOK IN 40 POST

 EBOOK [JE SUIS CENACOLO']

sfoglia qui

note sulla pubblicazione: Issuu automatizza la foliazione automatica, ma non è un sito per EBOOK fai da te il tuo libro, in automatico.
Tutto il materiale di JE SUIS CENACOLO' è impaginato con programmi per la stampa.

 

Il Contest letterario con tanto di catering virtuale

wU

 

I testi pubblicati in WORDU  sono di proprietà intellettuale degli autori.

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

 

[JE SUIS CENACOLO']:AUTORI E TITOLI

ULTIMI COMMENTI

chi non ha amato le jumbo pen?)))))
Inviato da: misteropagano
il 02/09/2023 alle 11:13
 
mi ha sconvolta
Inviato da: misteropagano
il 02/09/2023 alle 06:54
 
un par3re arcano di tutto rispetto quasi da discolo senza...
Inviato da: Word_User
il 29/07/2021 alle 11:32
 
(e del bioanacid a vagonate) grazie del parere T
Inviato da: Word_User
il 29/07/2021 alle 11:14
 
controllo di cosa? :XD alle triadi consiglio integratori...
Inviato da: MAX.TIRILLIO
il 29/07/2021 alle 11:03
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963