Sgosh!Se qualcosa può andar male lo farà. |
LE MIGLIORI PAROLE CHIAVE DEL MESE - MAGGIO
TRA LE CALDE CHIAPPE DI MIA NONNA
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Messaggi di Gennaio 2007
ATTENZIONE: Siccome questa è la terza volta che un mio post idiota finisce per diventare blog del giorno, vi risparmio la fatica. Il post fa schifo. L'originalità è andata a farsi benedire. Cionostante io non ho nessuna colpa di questo e se volete criticare le scelte che sottendono a cotanto spreco letterario fate pure, ma rivolgetevi a chi di dovere. Uno sgosh affettuoso a tutti. Diciassette anni, un paio di jeans neri e una di quelle magliette attillate che tanto andavano all'epoca, bianca con la scritta LOVE sul davanti. La stessa a cui, alcuni mesi dopo, lo chef psicopatico dell'albergo dove lavoravo tentò di dare fuoco, mentre la indossavo naturalmente. Comunque, in quel giorno mi sentivo addirittura carina. Era una domenica pomeriggio di ottobre. Avevo adocchiato il ragazzo in questione sei mesi prima: lui si era lasciato con la sua ragazza un paio di settimane dopo avermi conosciuta, e tramite amicizie comuni aveva tentato di contattarmi (per arrivare ai cellulari ci sarebbero voluti ancora un paio di anni, eravamo molto primitivi). Io avevo negato con stizza ogni mio eventuale interesse nei suoi confronti, tuttavia le mie amiche mi avevano costretta a scrivergli un bigliettino. La cosa più svenevole che io abbia mai fatto per conquistare un ragazzo probabilmente: infatti dopo il bigliettino lo vidi un paio di volte alla stazione scendendo dal treno e poi di questo ragazzo non ebbi più nessuna notizia fino al quel giorno. Lo vidi nella saletta dei punkettoni. Mi sembrò una situazione tremendamente romantica: era pieno di gente che pogava e tentava di uccidersi a testate. Ragazzi che si abbracciavano violentemente alle colonne, ragazzi che sulle note di "Killing in the name of" mimavano gesti osceni, altri che ciondolavano la testa autisticamente presi dal ritmo e lui lì in mezzo, grondante di sudore che mi veniva incontro con un sorriso meraviglioso, mentre tutti cercavano di abbatterlo. Mi raggiunse e mi chiese di fare un giro con lui. Mi sembrò una proposta indecente, mi guardai intorno e dissi che prima dovevo avvisare le mie amiche. Lui attese fiducioso, asciugandosi la fronte madida e sorridendomi. Avvisai le mie amiche, che mi osservarono perplesse e disgustate. Il ragazzo era una fontana di sudore. Il resto si svolse tutto molto velocemente. Mi prese la mano umidiccia e mi trascinò giù per le scale verso la pista commerciale. Di sotto stavano ballando "Gianna Gianna" di Rino Gaetano, canzone che io odiavo con tutta me stessa. Mi spinse dolcemente contro il piccolo arbusto dalle foglie appuntite che stava in un vaso in fondo alla scala e mi baciò con trasporto, mentre le foglie della pianta maledetta mi si infilavano ripetutamente negli occhi accecandomi. Con l'occhio lacrimante cercai di capire che cosa stava succedendo, ma ero talmente presa dal bacio e dalla pianta che cercava di insinuarsi nel mio condotto uditivo che mi abbandonai a quelle meravigliose sensazioni. Fu un momento magico che ricordo sempre con rinnovata emozione. |
Un allampanato ragazzo di 1.95 m stanotte mi ha quasi spezzato un braccio per provare una nuova esaltante figura di salsa. Si è voltato verso di me con espressione terrorizzata e mi ha detto serissimo, facendomi peraltro tanta tenerezza "Oddio Aus, ho avuto tanta paura! Se mi si spezza la Aus è un guaio!". A mia volta ho quasi involontariamente rotto il naso ad un altro povero uomo, a cui di solito rompo soltanto le scatole ogni volta che lo incontro: era colpevole solamente di avermi voluto far fare una vuelta, che spesso mi riesce in maniera abbastanza decente, eppure la gomitata in faccia stavolta non sono riuscita ad evitarla. Un altro mi ha rivelato con convinzione che le mie espressioni del viso sono identiche alle emoticon di messenger. Poi mi ha mostrato un animaletto con due pelotas giganti intento a farle sballonzolare, e mi ha detto che per fortuna non sarei in grado di imitare cotanto splendore. Il tipo con cui mesi fa avevo tentato un'uscita e che mi aveva però definita "matta" è ricomparso via sms regalandomi nuovi spunti di riflessioni. Secondo lui non sono né facile da capire, né tanto meno da utilizzare (qualunque cosa questo significhi). Continuano tutti a scambiarmi per la ragazza del mio amico K, per la sua disperazione visto che la mia presenza gli rovina ogni volta la piazza e nonostante io gli rimanga sempre a debita distanza (e di me non si può certo dire che sia affettuosa con il prossimo). Mio fratello mi deride quotidianamente per la mia scompostezza e inettitudine. Potrei aggiungere che il mio gatto Stevie mi prende a testate con tanto di rincorsa quasi ogni volta che mi vede transitare sul suo campo visivo. Proposito per quest'anno: instaurare un rapporto "normale", consono alla situazione e non potenzialmente distruttivo con almeno un personaggio di sesso maschile. Riflessione sul suddetto proposito: si tratta di un'utopia. |
Non sona una persona che in gruppo spicca particolarmente: sorrido, parlo, ma la mia presenza all'interno gruppi è quasi del tutto trascurabile. A scuola mi capitò persino di essere segnata assente e di dover trattare con l'intransigente professore di tedesco la mancata consegna di una giustificazione, che non aveva alcuna ragione di esistere. Stessa cosa al corso di ballo. Il maestro credo che nemmeno mi avesse mai notata prima di una pizzata di gruppo in cui gli sono finita proprio di fronte e in cui ha avuto modo di approfondire la mia conoscenza. Ieri sera entro in sala bardata come un'esquimese e camminando allegra come un pinguino, con la classica faccina ebete con la quale interagisco con la massa. Il maestro mi guarda tutto compiaciuto e dice al mio compare (il famoso ballerino con cui ballavo spesso, che poi sparì e sorpresa, è tornato fidanzato pure lui, devo commentare?): "Carina questa ragazza... in un anno è decisamente migliorata." Evitando di approfondire l'oscuro senso di questa misteriosa frase sorrido e biascico un grazie. Il maestro, ricordando vagamente il discorso su una mia possibile laurea, mi dice: "Tu sei disoccupata vero?" Mentre alla memoria mi tornano i confortanti discorsi di quella sera, in cui mi rise in faccia sentendo in quale fantastica materia dovrei laurearmi e prospettandomi un roseo futuro da parrucchiera, faccio cenno di sì e mormoro torva che sto studiando. "Hai sentito?" si rivolge alla moglie "Questa è un'altra che fa psicologia... un'altra futura disoccupata." e mi rinnova alcuni complimenti per addolcirmi la pillola. "Pensa che poi sembra tanto ragazzina, ma non è nemmeno giovane!!" Sguardo perplesso della moglie, che cerca di attribuirmi un'età. Ignoro il tutto fischiettando. "Mi pare che sia vecchiarella..." si accanisce lui in cerca di una conferma. "Beh, non sono giovanissima ma..." "Cos'hai? VENTITRE' anni?" Bong. Mi cadono in sincrono le rotule delle ginocchia sul pavimento. A 23 anni una ragazza è VECCHIA?? Quando è potuto succedere tutto ciò? Siamo tornati al medioevo, quando l'aspettativa di vita di una donna era 40 anni e a 23 anni una donna era già sfatta da numerosi parti e anni di immani fatiche? Reprimendo l'istinto di farmi a fette un paio di vene e farne degli scubidù, rispondo teneramente: "Ne ho addirittura venticinque..." "Ah ecco, vedi? Mi pareva di ricordare che fosse in là con gli anni..." Grazie al cielo l'arrivo di altri mi ha salvata dall'affondamento completo. E' una prassi che conosco. Si sarebbe potuto poi beatamente discorrere sul fatto che oltre ad essere disoccupata e vecchia, sono persino non accompagnata, ergo ZITELLA, ma grazie al cielo tutto ciò per stavolta mi è stato risparmiato. E' un mondo difficile. |
LE MIE PAURE 1. Mi diverto un sacco sulla ruota panoramica o sulle montagne russe, ma non riesco a salire in piedi sulle sedie o sui tavoli perché mi vedo subito spalmata sul pavimento con il cranio fracassato e materia grigia sparsa tra i capelli. 2. Ho il terrore dei cani. A 14 anni ero a casa di una mia amica per il suo compleanno e il suo cane staccò mezzo orecchio, lasciandolo penzoloni dal resto, ad una delle altre invitate, proprio davanti ai miei occhi di ragazzina impressionabile. Ora quando vedo un cane sul mio lato della strada attraverso immediatamente anche se non ci sono le strisce e il posto in cui devo andare è proprio su quel lato. Non mi avvicino mai a cancelli dove si intravedono cani per paura che essi spicchino il volo e tentino di sbranarmi. Vivo nella ferma convinzione di essere molto appetitosa per il genere canino, di qualunque taglia e razza esso sia. 3. Mi spaventa l'idea di prendere un aereo. Non mi tange particolarmente la statistica riportante la frequenza delle precipitazioni aeree (trovo più insidiose le strade cittadine piene di pirati della strada), ma divento tremebonda all'idea che il cambio di altitudine e pressione mi faccia scoppiare le orecchie. 4. Mi faccio prelevare il sangue senza problemi particolari, ma mi sento svenire se mi devono infilare qualcosa in gola, nel naso o in un orecchio. Se non fosse troppo umiliante mi farei fare il tampone faringeo da sdraiata nel lettino per le emergenze e la visita dall'otorinolaringoiatra sotto anestesia generale (l'unica a cui sono stata sottoposta ha visto costretti medico, infermiera e mia zia a tenermi ferma con la forza - e purtroppo non sto scherzando - e a bloccarmi di peso sulla sedia affinché la smettessi di frignare e divincolarmi come un'ossessa). 5. Nutro una profonda avversione nei confronti delle ecografie. L'idea che io debba bere ettolitri di acqua (che come riporta ogni etichetta, con mio grande stupore, può avere effetti diuretici - ma va?) e farsi pigiare sulla vescica da un oggetto freddo mi fa uscire di testa. Vivo giorni di puro terrore nell'attesa del fatidico momento, immaginando la riproduzione in scala dei Grandi Laghi sotto il lettino. Sono l'incubo di tutte le ostetriche e infermiere del consultorio poiché non ho alcun ritegno a render loro i lavoro impossibile, improvvisando fughe isteriche al bagno che vanificano tutti gli sforzi e rendono la faccenda sempre più complicata. 6. Non posso leggere in pubblico. Nel senso che proprio non posso perché mi manca l'aria e vado in asfissia abbastanza rapidamente, emettendo solo lunghi rantoli che mi costringono a inventare le scuse più disparate per evitarmil lo strazio. A scuola ho passato anni d'inferno. Alla mia laurea probabilmente manderò una controfigura. 7. Le mie amiche mi rimproverano sempre perché anche se mi capita di sostare in macchina di notte in posti lugubri e isolati, non chiudo mai le portiere della macchina, nemmeno se sono da sola ed esposta a rapine/stupri. La mia incoscienza è totale, ne sono consapevole, ma è più forte di me pensare che se chiudessi le portiere e un oggetto di qualunque genere (sia esso un'auto impazzita o un meteorite) colpisse la mia auto, i soccorritori potrebbero avere dei grossi problemi ad estrarmi dall'auto con le portiere bloccate. 8. Uscire con un ragazzo è in genere un'esperienza ansiogena, ma non perché io tema di non essere abbastanza carina e simpatica (se mi ha chiesto di uscire o è disperato o qualcosa in me ci ha trovato), un assalto alla mia virtù o di trovarmi di fronte ad un insospettabile e cruento serial killer: sono cose che io considero di striscio. La mia paura più grande è che mi porti in un posto sprovvisto di bagno e che a me scappi la pipì. Ieri un ragazzo mi ha detto che sono un coacervo di materiale psichiatrico. E me lo ha detto un ingegnere, il che è peggio. |
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