Creato da: labuonastregadelnord il 31/05/2011
Eccellenze del Nord (note e meno note)

 

 

GIORGIO BRUNELLI

Post n°106 pubblicato il 21 Agosto 2012 da labuonastregadelnord

GIORGIO BRUNELLI



Prof. Giorgio Brunelli nato a Cellatica (BRESCIA) il 1925, laureato nel 1949.

Professore di Ortopedia all’ Università di Brescia .
Specialista in Chirurgia Plastica e Microchirurgia.
Direttore della scuola di specializzazione in Ortopedia e in Chirurgia della Mano all’Università di Brescia .
410 Pubblicazioni (di cui 6 Monografie e 7 testi ).
Più di 23.000 interventi effettuati ( più di 3.300 di Microchirurgia ).
Laurea Honoris Causa Università di Wroclaw.
Membro dell’ Accademia delle Scienze di New York.
Membro di 28 Società Scientifiche (Italiane , Straniere e Internazionali ).
Membro Onorario della Società Britannica di Chirurgia della Mano .
Socio Fondatore di varie Società fra le quali Società Italiana di Chirurgia della Mano, Società Italiana di Microchirurgia , Interniational Society of Reconstructive Microsurgery; Groupe d’ Etude des Nerfs , International Society of Microsurgery.
Past-President del Groupe pour l’ avancement de la Microchirurgie , della Confèdèration Europèenne des Services d’ urgence de la Maine e della Società Internazionale di Microchirurgia.
Presidente Onorario della Società Italiana di Microchirurgia.
Autore di varie Tecniche Chirurgiche Personali.
Socio Emeritus della Società Internazionale di Chirurgia Ortopedica e Traumatologia .
Membro Onorario British Society for Surgery of the hand dell’ Australia Society for Surgery of the Hand .

Grande chirurgo e scienziato noto in tutto il mondo per le sue innovative tecniche chirurgiche i suoi studi e le sue ricerche di base. Ha pubblicato più di 400 articoli scientifici su riviste italiane e straniere e 9 testi di chirurgia. Gentleman driver d'auto d'epoca è anche un buon pittore ad olio ed un curioso fotografo che ha pubblicato un particolarissimo grande libro di fotografie. Giorgio Brunelli non è nuovo nell'impegno di un romanzo storico con scrupolosi riferimenti a fatti, luoghi e date reali, con trama fantastica amorosa ed erotica, avendo già pubblicato la trilogia di: "Arnth l'Etrusco" ambientata nell'Etruria del IV secolo a.C. e "Battaglie intrighi e amori di Rotari, re Longobardo" le cui trame romantiche ed avvincenti sono ovviamente fittizie, ma l'ambientazione, i costumi, i nomi, la religione, i costumi, le date sono rigorosamente storiche.



Il prof. Brunelli è sempre stato un pionere entusiasta e curioso di trovare nuove soluzioni a problemi diversi. Fu tra i primi ad interessarsi alla chirurgia della mano recandosi , già 1955 a Parigi per seguire la Scuola francese di Chirurgia della Mano e fu uno dei fondatori della Società italiana di Chirurgiadella Mano (S.I.C.M.) .
Sempre in cerca di nuove sfide fu il primo in Italia, ed il secondo in Europa, ad eseguire le protesi totali d’anca per curare l’artrosi dell’ anca fin dal 1964. Allora quest’ intervento era considerato un grave rischio ed era osteggiato da tutti.
Ha pubblicato un libro sull’ argomento : "la protesi totale dell’anca" nel 1970 studiando e producendo un suo modello personale che usa dal 1972 e che già 24 anni fa adottava la soluzione metallo-metallo cementato che oggi è riconosciuta la migliore .
Attenuata la sfida dell’ anca egli si dedicò ai rimpianti degli arti amputati eseguendo il primo riempianto in Italia nel 1973. Oggi egli e la sua équipe contano 800 riempianti eseguiti in 20 anni.
Dal 1973 organizza ogni anno il corso teorico-pratico di microchirurgia dal quale sono passati innumerevoli chirurghi Italiani.
E’ stato anche il primo in Italia a dedicarsi alla Microchirurgia (fin dal 1964 ) e da allora ha cominciato la ricerca sulla rigenerazione del sistema nervoso.
Fu il primo ad eseguire in Italia la chirurgia del plesso brachiale (dal 1972) e conta oggi una delle tre casistiche più numerose del mondo. Ha inventato varie nuove tecniche di riparazione del sistema nervoso periferico come, per esempio, la neurotizzazione muscolare dirette che consente di rinnervare casi considerati disperati ed usata in tutto il mondo.
Da 18 anni si è dedicato con la sua scuola alla ricerca per la guarigione della paraplegia da lesione traumatica del midollo spinale.

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Un ponte tra muscoli e nervi
è la speranza per i paraplegici

Adesso è stata perfezionata in Usa. Sui ratti ha funzionato

 
UN PASSO in avanti verso il recupero dell'uso degli arti paralizzati grazie a una tecnica semplice ed efficace, perfezionata da uno studio americano. Gli scienziati hanno dimostrato che i nervi possono fare da ponte tra le cellule sopra la lesione della colonna vertebrale e i nervi periferici. Ma c'è ancora molto lavoro da fare. Il procedimento, finora sperimentato con successo su dei ratti, potrebbe essere riprodotto sull'uomo entro i prossimi cinque anni, dando una speranza di recupero alle migliaia di persone che nel mondo soffrono di paralisi.

In realtà non si tratta di una novità assoluta: i primi esperimenti di questo tipo sono stati eseguiti proprio in Italia nel 1944 dal professor Angelo Chiasserini a Roma, anche se con esiti poco soddisfacenti. Un nuovo test è stato invece svolto con un certo successo dal bresciano Giorgio Brunelli, presidente della Fondazione per la ricerca sulle lesioni del midollo (Escri), che nel 2006 figurava tra i candidati al Nobel per la medicina.

I ricercatori sanno che la parte del midollo spinale che resta sotto la lesione è spesso capace di rispondere agli impulsi elettrici, ma essendo questo "staccato" dai comandi cerebrali non può controllare alcun movimento. L'esperimento, condotto dal neuroscienziato americano John Martin della Columbia University di New York, è partito tagliando, poco sopra la lesione, un pezzo di nervo normalmente utilizzato per controllare il movimento dei muscoli addominali. Gli arti inferiori del topo hanno ricevuto il segnale.

"Abbiamo riconnesso in modo robusto i nervi che stavano sopra la lesione con quelli della parte di sotto - ha spiegato il dottor Martin - e ciò che abbiamo notato di incoraggiante è che quelli che controllano il movimento erano capaci di rigenerarsi". Quando i nervi sono stati riattaccati al midollo spinale, hanno ricominciato a svilupparsi e a restituire segnali al corpo. "La nostra speranza maggiore - confessa Martin - è che questa scoperta possa contribuire a risolvere il problema della paralisi degli arti".

Riconnettere un nervo solo non è però sufficiente per risolvere problemi così grossi e, anche qualora vi fosse la possibilità di un recupero, il paziente dovrebbe essere costretto a fare una scelta di priorità, puntando semmai al miglioramento della propria qualità della vita. "Una persona tetraplegica - spiega il neurologo - potrebbe ad esempio aspirare al recupero dell'uso dei muscoli della spalla, invece che delle gambe". Questo gli permetterebbe di trasferirsi autonomamente dalla sedia a rotelle al letto o al bagno".

La notizia dell'esperimento americano, comparsa in questi giorni sulla rivista scientifica New Scientist, ha subito portato la comunità scientifica ad evitare illusioni. Il neuroscienziato inglese Patrick Anderson, docente dello University College London, pur dichiarandosi affascinato dalla scoperta, avverte che ancora molta strada dovrà essere fatta nel campo della ricerca, prima di arrivare a un recupero completo dell'uso delle articolazioni. Anche il dottor Mark Bacon, dell'International Spinal Research Trust di Surrey, in Inghilterra, avverte: "Si tratta di una novità emozionante, ma attenti a non correre con l'immaginazione. Siamo ancora lontani da una svolta in grado di cambiare la vita dei paraplegici".

Resta comunque l'italiano Giorgio Brunelli, il vero padre di questa intuizione. E' lui l'uomo che, seguendo un procedimento simile, qualche anno fa riuscì a far recuperare l'uso delle gambe a una donna bloccata su sedia a rotelle.

Università di Medicina di BresciaLa sua equipe, dell'Università di Brescia, aveva dimostrato che, collegando il midollo spinale ancora vitale, cioè la parte congiunta al cervello, al muscolo per mezzo di un innesto di segmento nervoso - in grado di scavalcare la parte di midollo danneggiata e tutto il midollo sottostante - questo è in grado di ricevere lo stimolo proveniente dall'alto. Gli impulsi cerebrali arrivano direttamente ai muscoli utilizzando come neurotrasmettitore il glutammato.
Questa ricerca nel 2006 è valsa a Brunelli la candidatura al Nobel per la medicina da parte di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986. "Ma la mia parola d'ordine resta sempre e solo una: non illudere. Ci sono dei limiti oggettivi oltre i quali la scienza non potrà mai andare. E per far recuperare l'uso delle gambe a una persona è necessario che sia giovane, piena di volontà e che abbia una lesione non gravissima".

febbraio 2008

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FONDAZIONE GIORGIO BRUNELLI
Ricerca sulle lesioni del midollo spinale E.S.C.R.I ONLUS
Presidente dott.ssa Luisa Monini
Presidente Onoraria, Rita Levi Montalcini


La Fondazione per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale prende origine nel 1980 dai primi interventi sperimentali eseguiti dal prof. G. Brunelli (allora direttore della cattedra di Ortopedia e Traumatologia della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Brescia) e dalla sua equipe.
Allora le conoscenze della anatomia e della fisiologia del midollo spinale erano estremamente povere e limitate a ricercatori di base.
Il prof. Brunelli che da circa 20 anni si dedicava alla ricerca ed al trattamento clinico delle lesioni dei nervi periferici si mise in testa di cercare di guarire anche le lesioni del midollo spinale.
Negli anni immediatamente successivi si costituì la "Associazione per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale" che a sua volta costituì il Gruppo Italiano di Studio sulla Paraplegia che incluse anche ricercatori di altri istituti come gli istituti di Fisiologia, di Farmacologia di Biotecnologie e di Istologia Patologica di Patologia Generale dell'Università di Brescia ed il servizio di Neurofisiopatologia degli Spedali Civili di Brescia.
Nel 1988 l'associazione si trasformò in "Fondazione" no profit ONLUS, costituita con atto notarile repertorio 84751 raccolta 12214 dal notaio Giuseppe Faraldo notaio in Manerbio, nel collegio notarile di Brescia.
Quando ancora era una associazione, i ricercatori oltre a lavorare nei propri istituti in Italia si portarono nell'anno 1994-95 in Svezia a Stoccolma per eseguire esperimenti sui primati non umani (macaca fascicularis) non avendo a quel tempo l'autorizzazione a fare simili esperimenti in Italia.
Ottenuta l'autorizzazione la ricerca sui primati continuò in Italia nei laboratori prima dell'associazione e poi della fondazione.
I risultati furono molto interessanti e consentirono nel 2000 di eseguire il primo intervento su un paziente umano volontario pienamente informato con esito positivo.
La paziente affetta da sezione completa del midollo spinale a livello T8 è stata operata (con il consenso del Comitato Etico del Servizio Sanitario Nazionale) di connessione del midollo sopralesionale con i nervi periferici di muscoli dell'arto inferiore senza l'intermediario dei neuroni motori inferiori (quelli che risiedono nel midollo spinale sottostante la lesione) col risultato di una deambulazione rudimentale ma efficiente.
Questo risultato è stato presentato nel 4° International Symposium on Experimental Spinal Cord nel 2002 ha destato ammirazione e sorpresa perché con questo intervento le fibre nervose che arrivano ai muscoli sono quelle dei motoneuroni superiori (cerebrali) le quali usano un neuro-trasmettitore (il glutammato) completamente diverso da quello dei motoneuroni midollari che normalmente stimola i muscoli l'acetilcolina.
La prof. Rita Levi Montalcini, premio Nobel ci incitò a cercare di dimostrare come questo era possibile. La ricerca è stata mirata a questo scopo con un nuovo modello chirurgico sperimentale ed ha coinvolto appassionatamente e febbrilmente negli ultimi 3 anni ricercatori della fondazione e quelli della sezione di Farmacologia Tossicologia e Terapia Sperimentale del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologie e della sezione di Biochimica dell'Università di Brescia nonché del dipartimento di Elettrofisiologia degli Spedali Civili di Brescia.
Questa ricerca ha ottenuto un risultato clamoroso, sperato, anche se non sicuramente aspettato che è stato pubblicato nel giugno 2005 dalla rivista PNAS.
La ricerca continua con numerosi altri obiettivi complementari. 

http://www.midollospinale.com/index.php

 
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GIOVANNI SCHIAPARELLI

Post n°105 pubblicato il 21 Agosto 2012 da labuonastregadelnord

Giovanni Schiaparelli
Luogo nascitaSavigliano (CUNEO)
Data nascita14 marzo 1835
Luogo morteMilano
Data morte4 luglio 1910
Professioneastronomo
LegislaturaXVI

Giovanni Virginio Schiaparelli (Savigliano, 14 marzo 1835 – Milano, 4 luglio 1910) è stato un astronomo e storico della scienza italiano.

Fu inoltre senatore del Regno d'Italia, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia delle Scienze di Torino e del Regio Istituto Lombardo, ed è noto particolarmente per i suoi studi su Marte.

Biografia

Laureatosi in ingegneria all'Università di Torino nel 1854, studiò astronomia all'Osservatorio di Berlino sotto Johann Franz Encke e all'Osservatorio di Pulkovo sotto Otto Struve. Rientrato in Italia nel 1860, venne nominato "secondo astronomo" all'Osservatorio di Brera e, nel 1862, direttore. Nel 1867 pubblicò la memoria "Note e riflessioni intorno alla teoria astronomica delle stelle cadenti", nella quale teorizzò il nesso tra meteore e comete. Nel 1877 iniziò i suoi studi su Marte, cui è legata la celebre vicenda dei canali del pianeta rosso e della loro germinazione. Importanti anche i suoi studi di storia dell'astronomia.


Attività astronomica

Planisfero di Mercurio disegnato da Schiaparelli

Compì undicimila misure tra le stelle doppie ossia quelle stelle che, al telescopio ottico, appaiono molto ravvicinate tra loro nel cielo. Le stelle doppie ottiche possono essere due stelle che orbitano effettivamente attorno ad un baricentro comune (binarie visuali) oppure delle coppie apparenti: due stelle senza alcune connessione fisica, ma che appaiono molto ravvicinate dalla prospettiva di osservazione terrestre.


Tra i risultati astronomici, vi fu la scoperta dell'asteroide 69 Hesperia, il 26 aprile 1861, e la dimostrazione dell'associazione degli sciami meteorici delle Perseidi e delle Leonidi con le comete. Schiaparelli verificò, per esempio, che l'orbita dello sciame meteorico delle Leonidi coincideva con quella della cometa Tempel-Tuttle. Queste osservazioni condussero l'astronomo a formulare l'ipotesi, molto successivamente rivelatasi esatta, che gli sciami meteorici potessero essere residui cometari.

Storia della scienza

Schiaparelli fu uno dei maggiori studiosi del suo secolo della storia dell'astronomia antica. Fu tra l'altro il primo a capire che le sfere omocentriche di Eudosso di Cnido e di Callippo di Cizico, a differenza di quelle usate da molti astronomi di epoche successive, non erano concepite come sfere materiali, ma solo come elementi di un algoritmo di calcolo analogo alla moderna serie di Fourier. Propose inoltre un'ingegnosa ricostruzione del sistema planetario di Callippo, che è ancora la base degli studi su questo argomento.

I canali di Marte

La mappa di Marte pubblicata da Schiaparelli nel 1888. Le depressioni scure denominate (in latino) "mari" e "oceani" sono i canali.

Molto popolari presso il grande pubblico furono le osservazioni al telescopio del pianeta Marte compendiate da Schiaparelli in tre pubblicazioni: "Il pianeta Marte" (1893), "La vita sul pianeta Marte" (1895) e "Il pianeta Marte" del 1909. Durante la grande opposizione del 1877, Schiaparelli osservò sulla superficie del pianeta una fitta rete di strutture lineari che chiamò "canali". I canali di Marte divennero ben presto famosi, dando origine a una ridda di ipotesi, polemiche, speculazioni e folklore sulle possibilità che il pianeta rosso potesse ospitare forme di vita senzienti.

L'autore scriveva:

« Piuttosto che veri canali della forma a noi più familiare, dobbiamo immaginarci depressioni del suolo non molto profonde, estese in direzione rettilinea per migliaia di chilometri, sopra larghezza di 100, 200 chilometri od anche più. Io ho già fatto notare altra volta, che, mancando sopra Marte le piogge, questi canali probabilmente costituiscono il meccanismo principale, con cui l'acqua (e con essa la vita organica) può diffondersi sulla superficie asciutta del pianeta »
(Giovanni Schiaparelli, La vita sul pianeta Marte, estratto dal fascicolo N.° 11 - Anno IV° della rivista Natura ed Arte, maggio 1895, cap. I)
La rete artificiale di canali ipotizzata da Percival Lowell.

La maggior parte delle speculazioni sull'esistenza di una civiltà aliena su Marte fu favorita da un'errata traduzione in inglese del lavoro di Schiaparelli. La parola «canali» fu, infatti, tradotta con il termine «canals» invece del più corretto «channels». Mentre la prima parola indica una costruzione artificiale, il secondo termine definisce una conformazione del terreno che può essere anche di origine naturale. L'astronomo statunitense Percival Lowell fu uno dei più ferventi sostenitori della natura artificiale dei canali marziani e condusse una dettagliata serie di osservazioni (compendiata nelle pubblicazioni: "Mars", 1895; "Mars and Its Canals", 1906; "Mars As the Abode of Life", 1908) a sostegno dell'ipotesi che i canali fossero delle imponenti opere di ingegneria idraulica progettate dai marziani per meglio gestire le scarse risorse idriche del pianeta.

Tra gli scienziati che contestarono l'esistenza dei canali, vi furono l'astronomo italiano Vincenzo Cerulli (tra i primi ad avanzare l'ipotesi che le strutture di Schiaparelli fossero illusioni ottiche come successivamente dimostrato), l'astronomo inglese Edward Walter Maunder (che condusse degli esperimenti visivi al fine di dimostrare la natura illusoria dei canali) e il naturalista inglese Alfred Russel Wallace che, nel libro "Is Mars Habitable?" del 1907, criticò aspramente le tesi di Lowell affermando che la temperatura e la pressione atmosferica del pianeta erano troppo basse perché potesse esistere acqua in forma liquida, e che tutte le analisi spettroscopiche effettuate fino a quel momento avevano escluso la presenza di vapore acqueo nell'atmosfera marziana.

Le prime foto della superficie del pianeta scattate dalla sonda spaziale Mariner 4, nel 1965, e la prima mappatura realizzata da Mariner 9, nel 1971, misero fine alla disputa rivelando una superficie arida e desertica butterata da crateri da impatto, profonde incisioni e formazioni di origine vulcanica.

Riconoscimenti

Francobollo che commemora il centenario della morte nel 2010

In suo onore furono battezzati l'asteroide 4062 Schiaparelli, il cratere Schiaparelli sulla Luna, il cratere Schiaparelli su Marte e lo Schiaparelli Dorsum, una catena montuosa sulla superficie di Mercurio.

Per la scoperta del legame tra comete e sciami meteorici Schiaparelli fu insignito, nel 1872, della Medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society[1]. Nel 1902, ricevette la Medaglia Bruce della Astronomical Society of the Pacific.

È attualmente sepolto nel Cimitero monumentale di Milano.

Onorificenze italiane

Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine Civile di Savoia
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine della Corona d'Italia

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (classe di pace) - nastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (classe di pace)
— 1895

Pubblicazioni

  • 1873 - Le stelle cadenti, 3 letture che riportano le osservazioni sulla pioggia di meteore della sera del 27 novembre 1872.
  • 1893-1909 - La vita sul pianeta Marte, volume unico postumo che riunisce tre pubblicazioni a fascicoli sulla rivista "Natura ed Arte" (fascicoli n.° 5 e 6 - Anno II° del febbraio 1893; fascicolo n.° 11 - Anno IV° del maggio 1895; fascicolo n.° 1 - Anno XIX° del dicembre 1909).
  • 1925 - Scritti sulla storia della astronomia antica (3 tomi), Bologna. Ristampa: Milano, Mimesis, 1997.

 
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SARA SIMENONI

Post n°104 pubblicato il 05 Agosto 2012 da labuonastregadelnord

SARA SIMEONI

(Rivoli Veronese, 19 aprile 1953)
è stata un atleta italiana specializzata nel salto in alto.

Campionessa olimpica e medaglia d'oro alle XXII Olimpiadi di Mosca nel 1980, è stata primatista del mondo con la misura di 2,01 metri stabilita due volte nel 1978, anno in cui vinse il campionato europeo. È dunque la prima donna ad aver superato la barriera dei 2 metri nel salto in alto. Ha vinto inoltre due medaglie d'oro alle Universiadi, altrettante ai Giochi del Mediterraneo e quattro titoli di campionessa europea indoor. Quattordici volte campionessa italiana, ha detenuto il primato italiano per 36 anni dal 12 agosto 1971 all'8 giugno 2007 quando le fu strappato da Antonietta Di Martino.

Carriera

Nata a Rivoli Veronese in provincia di Verona, cominciò ben presto a frequentare le pedane di atletica adottando il neonato stile Fosbury. Fu seguita dapprima dal tecnico Bragagnolo, quindi da Erminio Azzaro, anche lui saltatore in alto, che diventerà suo allenatore e marito.

Divenuta primatista italiana assoluta quando era ancora nella categoria juniores, aveva tra le sue armi migliori tecnica e determinazione. Nelle manifestazioni più importanti, sia indoor sia all'aperto, ha avuto una progressione di risultati che l'hanno portata a valicare il fatidico muro dei 2 metri in una lotta agonistica spesso contrapposta alle rivali tedesche Rosemarie Ackermann ed Ulrike Meyfarth.

Nel suo curriculum vanta una medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Mosca 1980 ed anche due medaglie d'argento ai giochi olimpici (Montreal 1976 e Los Angeles 1984), un oro e due bronzi agli europei, quattro ori agli europei al coperto, due vittorie alle Universiadi e ai Giochi del Mediterraneo e 24 titoli italiani; ha indossato la maglia azzurra per 72 volte.

È stata alfiera azzurra durante la cerimonia d'apertura delle olimpiadi di Los Angeles, e il 26 febbraio 2006 è stata portatrice della bandiera olimpica nel corso della Cerimonia di chiusura della XX Olimpiade invernale di Torino.

ProgressioneSalto in alto

Stagione Risultato Luogo Data Rank. Mond.
19842,00 mBandiera degli Stati Uniti Los Angeles10-8-1984
19831,84 mBandiera della Finlandia Helsinki7-8-1983
19801,97 mBandiera dell'URSS Mosca16-7-1980
19782,01 mBandiera dell'Italia Brescia4-8-1978
19761,91 mBandiera del Canada Montreal28-7-1976
19721,85 mBandiera della Germania Monaco di Baviera4-9-1972

Palmarès

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1971EuropeiBandiera della Finlandia HelsinkiSalto in alto1,78 mRecord personale
1972OlimpiadiBandiera della Germania Monaco di BavieraSalto in alto1,85 mRecord personale
1973Europei indoorBandiera dei Paesi Bassi RotterdamSalto in alto1,82 m
UniversiadiBandiera dell'URSS MoscaSalto in altoBronzo Bronzo1,81 m
1974EuropeiBandiera dell'Italia RomaSalto in altoBronzo Bronzo1,89 mRecord personale
Europei indoorBandiera della Svezia GöteborgSalto in alto11ª1,75 m
1975Europei indoorBandiera della Polonia KatowiceSalto in alto1,80 m
Giochi del MediterraneoBandiera dell'Algeria AlgeriSalto in altoOro Oro

UniversiadiBandiera dell'Italia RomaSalto in altoArgento Argento1,88 m
1976OlimpiadiBandiera del Canada MontrealSalto in altoArgento Argento1,91 mRecord personale
1977Europei indoorBandiera della Spagna San SebastianSalto in altoOro Oro1,92 mRecord dei Campionati
UniversiadiBandiera della Bulgaria SofiaSalto in altoOro Oro1,92 m
1978EuropeiBandiera della Rep. Ceca PragaSalto in altoOro Oro2,01 mSport records icon RM.svg
EuropeiBandiera dell'Italia MilanoSalto in altoOro Oro1,94 mRecord dei Campionati
1979Giochi del MediterraneoBandiera della Jugoslavia SpalatoSalto in altoOro Oro

UniversiadiBandiera della Bulgaria SofiaSalto in altoOro Oro1,92 m
1980OlimpiadiBandiera dell'URSS MoscaSalto in altoOro Oro1,97 mSport records icon RO.svg
Europei indoorBandiera della Germania SindelfingenSalto in altoOro Oro1,95 mRecord dei Campionati
1981Europei indoorBandiera della Francia GrenobleSalto in altoOro Oro1,97 mRecord dei Campionati Record nazionale
UniversiadiBandiera della Romania BucarestSalto in altoOro Oro1,96 m
1982EuropeiBandiera della Grecia AteneSalto in altoBronzo Bronzo1,97 m
1983MondialiBandiera della Finlandia HelsinkiSalto in altoelim. qualif.1,84 m
1984OlimpiadiBandiera degli Stati Uniti Los AngelesSalto in altoArgento Argento2,00 m
1986EuropeiBandiera della Germania StoccardaSalto in altoelim. qualif.1,86 m

Campionati nazionali

Campionati italiani assoluti
  • Oro Oro: 15 volte (dal 1970 al 1981, 1983 e 1985 nel salto in alto e 1972 nel pentathlon)
Campionati italiani assoluti indoor
  • Oro Oro: 10 volte (1970, 1971, 1973, 1974, 1975, 1977, 1978, 1980, 1981 e 1986)

Manifestazioni internazionali

1977

  • Argento Argento alla Coppa del mondo di atletica leggera, salto in alto

1979

  • Argento Argento alla Coppa del mondo di atletica leggera, salto in alto
  • Argento Argento alla Coppa europa di atletica leggera, salto in alto

1985

  • alla Coppa europa di atletica leggera, salto in alto

Le immagini del record

Il filmato contenente le immagini a colori del record del mondo (2,01 m) ottenuto il 4 agosto 1978 al Meeting di Brescia, è stato diffuso solo trent'anni dopo grazie al reperimento del materiale girato quel giorno da un'emittente locale; la RAI, infatti, non era presente al Meeting fra le nazionali di Italia e Polonia. Prima del ritrovamento del video, esistevano testimonianze solamente fotografiche dell'evento e principalmente in bianco e nero.

Onorificenze

Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinariaCommendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana

— Roma, 11 settembre 1980. Di iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana
Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinariaGrande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana

— Roma, 23 dicembre 1986. Di iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana

Riconoscimenti

  • Sportiva mondiale dell'anno della Gazzetta dello Sport nel 1978
  • Sportiva italiana dell'anno della Gazzetta dello Sport nel 1978,1980,1981 e 1984

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Sara_Simeoni



 
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SUPERGA, LE SCARPE CON LA SUOLA DI GOMMA

Post n°103 pubblicato il 22 Luglio 2012 da labuonastregadelnord

SUPERGA, LE SCARPE CON LA SUOLA DI GOMMA

Superga è un marchio registrato che nasce a Torino il 3 ottobre 1911, quando la società Anonima per Azioni Walter Martiny inizia a produrre calzature con suola in gomma marchiate "Superga".

Nel 1929 inizia la produzione di calzature in tela con fondo in gomma vulcanizzata. Nel 1934 Superga annovera decine di modelli di calzature destinate alle pratiche sportive (tennis, pallacanestro, yachting, ginnastica).

Dopo la seconda guerra mondiale, Superga riprende la produzione e si concentra principalmente nella fabbricazione di calzature. Nel 1951 la fusione con Pirelli SpA, socio di maggioranza, fa aumentare la produzione in maniera vertiginosa: tra il 1952 e il 1975 le paia di scarpe prodotte passano da 2 a 12 milioni.

Dal 1975, risentendo della nuova crisi che colpisce il mercato italiano, Superga si specializza nella fabbricazione di articoli sportivi e nel 1981 debutta ufficialmente nel campo dell'abbigliamento sportivo.


Nel 1993 Superga si stacca da Pirelli SpA e confluisce nel gruppo So.PA.F. Per Superga sono anni difficili.

Dal febbraio 2004 la Basic Net possiede la licenza mondiale per produrre e distribuire i prodotti Superga e dal 2007 è proprietaria del marchio. La sede storica di Torino, i negozi monomarca e gli stabilimenti vengono chiusi.

Nel 2011 BasicNet sigla un importante accordo con Steve Madden, celebre stilista di scarpe statunitense (il cui gruppo è quotato all'American Stock Exchange) che diventa distributore esclusivo per il mercato statunitense, canadese e messicano del marchio Superga.


Nel 2012 ritorna nei negozi.

 
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Niccolò Tartaglia

Post n°102 pubblicato il 19 Giugno 2012 da labuonastregadelnord

Niccolò Tartaglia

Triangoli ed equazioni

Niccolò Fontana conosciuto come Tartaglia, nacque nella città di Brescia nell'anno 1499 circa, in una famiglia poverissima, figlio di un umile postino. Stava per essere ucciso da ragazzo, quando nel 1512 i francesi conquistarono Brescia uccidendo gran parte degli abitanti. In mezzo a questo grande massacro, il ragazzo di dodici anni ricevette orrende ferite facciali, che tagliarono la sua mascella e il palato, facendolo lottare con la morte. Le affettuose cure della madre assicurarono che il giovane sopravvivesse, ma nel corso della vita Niccolò portò sempre la barba per nascondere le sue ferite e poté solo parlare con difficoltà: da questi fatti e dalle conseguenze gli venne affibbiato il soprannome Tartaglia, che significa proprio balbuziente.

Niccolò Tartaglia fu autodidatta in matematica, avendo una straordinaria abilità, fu capace di guadagnarsi da vivere insegnando a Verona e a Venezia. Come un umile insegnante di matematica a Venezia, gradualmente acquistò reputazione come un promettente matematico partecipando con successo a un gran numero di dibattiti. La prima persona conosciuta per aver risolto le equazioni cubiche algebriche fu il bolognese Scipione del Ferro ma questi non disse a nessuno della sua impresa. Sul punto di morire infatti, del Ferro trasmise il segreto al suo (alquanto povero) studente Fior. Fior cominciò a vantarsi del fatto che egli sapeva risolvere le equazioni cubiche e fu organizzata una sfida tra lui e Tartaglia nel 1535.

A entrambi furono sottoposte trenta domande da completare. Fior era altamente fiducioso del fatto che la sua abilità nel risolvere le cubiche sarebbe stata sufficiente a sconfiggere Tartaglia ma poiché non furono usati i numeri negativi non comparve un tipo solo di equazioni cubiche ma diverse e Fior aveva imparato da del Ferro a risolverne solo un tipo. Tartaglia si sottopose a una molteplicità di differenti domande, denunciando Fior come un mediocre matematico, anziché il migliore. Fior, d'altro canto, offrì a Tartaglia trenta opportunità per risolvere la cosa e il problema cubico credendo di essere l'unico capace di risolvere questo tipo di problemi. Tuttavia, nelle prime ore del 13 febbraio 1535, a Tartaglia venne l'ispirazione e scoprì il metodo per risolvere la cosa e i problemi cubici, rapidamente risolse tutti i trenta problemi di Fior in meno di due ore. Poiché quest'ultimo aveva fatto pochi progressi con le domande di Tartaglia, fu ovvio per tutti chi fosse il vincitore.

Fu a questo punto che Cardan (Girolamo Cardano) entrò nella storia. Durante una pubblica conferenza di matematici alla Fondazione Piatti a Milano, egli si era accorto della cosa e dei problemi cubici, ma, fino alla disputa, egli aveva appreso dalle parole di Pacioli (Fra' Luca Bartolomeo de Pacioli) e aveva supposto come Pacioli stesso esponeva nella Summa pubblicata nel 1494, che le soluzioni erano impossibili. Cardan fu grandemente interessato quando apprese della disputa e immediatamente cominciò a lavorare per cercare di scoprire il metodo di Tartaglia per se stesso, ma senza successo. Alcuni anni più tardi, nel 1539 egli contatto Tartaglia, attraverso un intermediario, richiedendo che il metodo venisse incluso in un libro che egli stava per pubblicare quell'anno. Tartaglia rifiutò questa opportunità, esponendo le sue intenzioni di pubblicare la formula in un suo libro che aveva intenzione di scrivere più in là nel tempo. Poi Cardan, accettando questo, chiese di vedere il metodo, promettendo di mantenerlo segreto. Tartaglia rifiutò comunque.

L'esasperato Cardan scrisse direttamente a Tartaglia, dimostrando la sua amarezza, sfidandolo a un dibattito ma, allo stesso tempo, accennando che stava discutendo dell'intelligenza di Tartaglia con il governatore dell'esercito imperiale a Milano, Alfonso d'Avalos, il marchese del Vasto, uno dei potenti garanti di Cardan. Al ricevimento di questa lettera, Tartaglia radicalmente corresse la sua posizione, capendo che la conoscenza con l'influente governatore Milanese si sarebbe rivelata veramente proficua e avrebbe potuto fornire una via d'uscita dal modesto lavoro di insegnante, allora accettò, un proficuo lavoro alla corte Milanese. Rispose a Cardan in termini amichevoli, cercando di farsi introdurre al Signor Marchese. Cardan fu entusiasta del avvicinamento di Tartaglia, e, lo invitò a casa sua, assicurandogli che avrebbe organizzato un incontro con d'Avalos.

Così, nel 1539, Tartaglia lasciò Venezia per spostarsi a Milano. Per la costernazione di Tartaglia, il governatore era temporaneamente assente da Milano ma Cardan si occupò di tutti i bisogni del suo ospite e presto la conversazione cadde sulla cosa e il problema cubico. Tartaglia, dopo molte persuasioni, acconsentì a dire il suo metodo a Cardan, se egli avesse promesso di non rivelare mai il segreto e inoltre di non scriverlo mai così che alla sua morte, nessuno avrebbe potuto scoprire il segreto dai suoi scritti. Cardan prontamente fu d'accordo, e Tartaglia rivelò la sua formula in un poema, per aiutare a proteggere il segreto, se il foglio fosse caduto nelle mani sbagliate. Ansioso ora di lasciare la casa di Cardan, egli ottenne dal suo ospitante, una lettera di introduzione per il Marchese e lasciò che lo trovasse. Invece meditò e tornò a Venezia, pensando se la sua decisione di rinunciare alla sua formula fosse stato un errore.

Nel tempo in cui egli raggiunse Venezia, fu sicuro di aver commesso un errore a fidarsi di Cardan e cominciò a sentirsi molto arrabbiato di essere stato persuaso a rivelare la sua formula segreta. Cardan pubblicò due libri di matematica quell'anno e, non appena ricevette le copie, Tartaglia si accertò di essere sicuro che la sua formula non fosse inclusa. Tuttavia egli provò una lieve felicità a scoprire che la sua formula non era inclusa nel testo, quando Cardan gli scrisse in modo amichevole egli rifiutò la sua offerta di continuare l'amicizia e crudelmente schernì i suoi libri per la mera banalità.

Basandosi sulla formula di Tartaglia, Cardan e Ludovico Ferrari, il suo assistente, fecero ragguardevoli progressi trovando conferma di tutti i casi della cubica e, persino risolvendo l'equazione quartica. Tartaglia non si mosse a pubblicare la sua formula, a dispetto del fatto che, da adesso, si sarebbe conosciuto un simile metodo. Probabilmente egli desiderava tenere la sua formula di scorta per un eventuale dibattito.

Cardan e Ferrari viaggiarono fino a Bologna e appresero da della Nave che del Ferro e non Tartaglia fu il primo a risolvere l'equazione cubica. Cardan capì che sebbene avesse giurato di non rivelare il metodo di Tartaglia certamente niente gli avrebbe impedito di pubblicare la formula di del Ferro. Nel 1545 Cardan pubblico "Artis magnae sive de regulis algebraicis liber unus" o "Ars magna" come questa è più comunemente conosciuta che conteneva le soluzioni per le cubiche e le equazioni quartiche e tutto il lavoro addizionale che egli aveva completato dalla formula di Tartaglia. Del Ferro e Tartaglia furono pienamente avvalorati per le loro scoperte, poiché Ferrari, e tutta la storia erano scritti nel testo.

Tartaglia divenne furioso quando scoprì che Cardan aveva ignorato il suo giuramento e il suo intenso disprezzo per Cardan si trasformò in un patologico odio. L'anno seguente Tartaglia pubblicò un libro, Nuovi problemi e Invenzioni che esponeva chiaramente la sua posizione nella storia e la sua convinzione che Cardan avesse agito in cattiva fede. Per gran parte, egli aggiunse alcuni maliziosi insulti rivolti contro Cardan.

"Ars Magna" affermò chiaramente Cardan come il più autorevole matematico del mondo e non fu tanto danneggiato dai velenosi attacchi di Tartaglia. Ferrari, tuttavia, scrisse a Tartaglia, rimproverando la sua crudeltà e lo sfidò a un pubblico dibattito. Tartaglia fu estremamente riluttante a discutere con Ferrari, ancora un matematico poco conosciuto, contro colui che anche una vittoria sarebbe stata un piccolo importante profitto. Un dibattito con Cardan, d'altro canto riscontrava una grande attrazione per Tartaglia. Non solo egli lo odiava ma Cardan era la figura più importante nel mondo matematico, medico, letterario, e anche presentare un dibattito con lui avrebbe accresciuto la posizione di Tartaglia. Nonostante la magnificenza della sua scoperta della soluzione della cosa e del problema cubico, Tartaglia era ancora un relativamente povero insegnante di Venezia.

Così Tartaglia rispose a Ferrari, cercando di portare Cardan nel dibattito. Cardan, comunque, non aveva intenzione di discutere con Tartaglia. Ferrari e Tartaglia si scrissero infruttuosamente per circa un anno, trattando i più offensivi personali insulti ma realizzando poco nella strada per risolvere la disputa. Improvvisamente nel 1548, Tartaglia ricevette un'impressionante offerta di lettorato nella sua città natale, Brescia. Per provare chiaramente le sue credenziali per il posto, a Tartaglia fu chiesto di spostarsi a Milano e prendere parte alla disputa con Ferrari.

Il 10 agosto 1548 la disputa ebbe luogo nella chiesa nel giardino dei Frati Zoccolanti. Niccolò Tartaglia aveva fatto una vasta esperienza simili dibattiti e si aspettava di vincere. Tuttavia, alla fine del primo giorno, era chiaro che le cose non stavano andando a favore di Tartaglia. Ferrari capì chiaramente la cubica e le equazioni quartiche perfettamente e Tartaglia decise che avrebbe lasciato Milano quella notte e così lasciare il contesto irrisolto. Con la partenza infamante di Tartaglia, la vittoria fu lasciata a Ferrari.

Tartaglia soffrì per il risultato della disputa. Dopo aver dato le sue lezioni per un anno a Brescia, fu informato che il suo stipendio stava per non essere pagato. Anche dopo numerose cause, Tartaglia non ottenne alcun pagamento e ritornò, seriamente senza una lira, al suo precedente impiego a Venezia, nutrendo uno smisurato risentimento per Cardan. La sconfitta a Milano sembrerebbe apparire come la causa del mancato pagamento di Tartaglia.

Tartaglia è adesso ricordato per il fatto che la formula per risolvere la cubica viene chiamata formula di Cardan-Tartaglia. Tuttavia, Tartaglia diede un contributo alla matematica anche in altri campi. Abbastanza presto nella sua carriera, prima che fosse coinvolto nelle discussioni sull'equazione cubica, egli scrisse "Nova Scientia" (1537) sull'applicazione delle matematica per il fuoco d'artiglieria. Nel lavoro egli descrisse nuovi metodi balistici e strumenti, includendo il primo tavolo da fuoco.

Tartaglia scrisse inoltre un popolare testo aritmetico e fu il primo italiano a tradurre e pubblicare gli "Elementi di Euclide" nel 1543. Nel 1546 pubblicò "Quesiti et Inventioni diverse de Nicolo Tartalea" attribuito al suddetto. Egli stampò anche le edizioni latine dei lavori di Archimede.

Morì a Venezia il giorno 13 dicembre 1557.

http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2343&biografia=Niccol%F2+Tartaglia

 
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