FOSCOPerché tu mi dici "Poeta"...Io non sono un poeta, io amo la vita semplice delle cose... |
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Con questo post chiudo momentaneamente il revival dei mei vecchi articoli per il giornale o per la radio locali...
Dopo Ferragosto penso di riprendere il mio consueto modo di scrivere, spero con qualcosa di fresco che abbia la fragranza di un pane appena sfornato .
O G G I S P O S I
Tutti quelli che sono sposati da qualche anno sono soliti raccontare non tanto le delizie del matrimonio ma soprattutto le angustie, sconsigliando sempre chi deve sposarsi di non fare questo “terribile” passo, ma poi, nonostante i consigli, si sposano quasi tutti…si deve che siamo dei masochisti.
Eppure se lo si osserva sotto un profilo logico e razionale, non sembrerebbe proprio un pessimo affare, anzi, come direbbero gli americani, in fondo sposarsi è un bel “business”, specialmente se lo sposo ha la possibilità di “impalmare” una ricca fanciulla o viceversa.
Purtroppo però i ricchi sono una merce rara o comunque poco numerosa e allora, alle restanti coppie, più ricche d’amore forse ma meno fornite di beni materiali, occorre trasformarsi in capaci organizzatori, in efficienti amministratori del proprio matrimonio.
E quale è il segreto per arrivare al gran giorno con una certa tranquillità economica? L’INVITO A PRANZO…
Il pranzo di matrimonio è una occasione unica per spillare un po’ di soldi al prossimo, anche perché è una tassa che tutti pagano, magari brontolando, smoccolando, ma pagano, chi più chi meno.
La facilità degli spostamenti, le comunicazioni, il lavoro, ci hanno consentito di avere sempre maggiori rapporti di conoscenza e di amicizia, così che, come due killers, gli aspiranti sposi, qualche tempo prima della data fatidica, si riuniscono segretamente come i carbonari e per tre giorni e tre notti non fanno altro che preparare lunghe liste di disgraziati da invitare alla loro festa nuziale.
Una volta rintracciati nell’albero genealogico anche parenti mai visti e conosciuti di 3°, 4°, 5°….10°, taluni emigrati a Sassuolo, Torino, Francia, Belgio, Germania o in America, si passa agli amici, ai colleghi, ai conoscenti, ai vicini di casa o qualche malcapitato conosciuto casualmente sul treno e con il quale ci siamo confidati magari una sola volta.
Lei scrive gli indirizzi in bella calligrafia e lui aiuta leccando abilmente i francobolli.
C’è chi se la cava con il solito Telegramma, oppure chi si scusa di non poter partecipare e al suo posto invia comunque un piccolo omaggio, o chi partecipa da solo in rappresentanza di tutta la famiglia, ma nella maggior parte dei casi il micidiale invito colpisce nel segno, così che 600 indirizzi è plausibile che producano almeno 300 presenze effettive.
Anche se il matrimonio per certi versi è come un funerale…c’è sempre chi ci lascia per un’altra vita (forse anche peggiore), abbandonando gli amici con cui ha condiviso sbornie, scherzi, amori, pettegolezzi, giochi, ed è come se anche una parte di noi se ne andasse, tant’ è che anche le nostre tasche vedono emigrare per sempre quei pochi soldi che avevamo messo da parte nel corso di una intera annata.
La quota di partecipazione non può essere infatti inferiore ai 200 euro a testa, o equivalente in natura, anche se gli sposini, lo sanno tutti, invece di 20 servizi da caffè o da liquore, preferiscono denaro contante. L’oggettistica è solo il rimedio un po’ meno doloroso di chi non può partecipare o dei parenti più tirchi che trovano in questa forma il modo di rendere meno drammatica la loro partecipazione.
Da un calcolo approssimativo, tenuto conto che c’è ormai il vezzo di far partecipi anche persone con cui non ci si parlava da secoli, un matrimonio normale può contare su circa 300 invitati presenti per la maggior parte paganti, che dovrebbero garantire un’entrata esentasse di almeno 60.000 euro.
Tenuto conto che le spese da affrontare si aggirano intorno ai 30.000 euro, tutto compreso è facile dedurre che ci sarà un saldo attivo di almeno 30.000 euro con il quale si potrà cambiare l’auto e godersi un bel viaggio di nozze di 15 giorni a Parigi e con la rimanenza pagarsi anche le prime rate del mutuo di casa.
Questo è il matrimonio! Per tentare di far felici due persone si gettano nella costernazione centinaia di parenti, amici, colleghi, conoscenti, i quali se piangono a lungo durante la cerimonia non illudetevi, non è per la commozione, ma per i soldi che hanno dovuto sborsare, tra viaggio, vestiti e regalo, in pratica, per una famiglia normale, quasi due mesi di stipendio.
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