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Perché tu mi dici "Poeta"...Io non sono un poeta, io amo la vita semplice delle cose...

 

 

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Post n°97 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da fosco6

Rielaborazione di un mio commento scritto tempo fa sul blog di Cinzia63................................................
Immaginate di guardare dall'alto il nostro pianeta...magari dalla stazione spaziale che gira intorno alla Terra...vedreste tanto azzurro, tante sciarpette bianche che disegnano a volte forme elicoidali, continenti che si colorano delle tonalità del marrone e del verde, solcati da fiumi che sembrano graffi di un pennarello blu, il bianco perfetto delle calotte polari e se è notte piccole macchie gialle di luce che simboleggiano le Metropoli del Mondo. Direste mai che quella sfera quasi perfetta, così lucida e colorata, possa aver subito nella sua vita, spostamenti enormi delle sue terre, maremoti spaventosi, scontri ciclopici in profondità e in superficie che hanno mutato il suo volto e la sua espressione? Direste che milioni di eruzioni e di terremoti l'hanno solcata di ferite? Pensereste che vento, pioggia, ghiaccio e fuoco l'hanno martoriata e modificata nel tempo? Credereste che città intere siano state distrutte dalle Guerre? Che milioni e milioni siano i morti per malattie e fame? Che l'inquinamento stia arrecando danni enormi alla sua bellezza?
NO, guardandola così direste che è in perfetto equilibrio, che la nostra Terra è in ottimo stato di salute, anche perchè nonostante i nostri sforzi e nonostante le sue problematiche di instabilità, la Terra riesce quasi sempre a rimarginare con calma le sue ferite. Ma se scaviamo troviamo ancora i resti del disagio del nostro Pianeta, riusciamo ancora a leggere tutto ciò che l'ha più volte devastata....
Ecco, noi siamo come la nostra Terra, abbiamo ferite dappertutto, nel cuore, nell'anima, sulla pelle, ma pian piano queste si rimarginano e rimangono solo i segni a testimoniare il disagio che in un certo periodo della nostra vita abbiamo provato...
A volte, come nel Mondo, nascono nuove ferite e straordinariamente possono anche riaprirsi quelle vecchie, ma poi pian piano anche esse si richiudono lasciando solo un' altra piccola cicatrice.
Il dolore è lì, impresso in quei segni che portiamo dentro e che qualcuno può leggere sul nostro viso, dentro i nostri occhi, ma è da quel dolore che ritroviamo la forza di vivere ancora, è da quelle ferite che sono nate nuove occasioni, è grazie a quelle esperienze dolorose che il cuore, come dicevano le nonne del pianto dei bimbi, si è allargato e si è fortificato.
E' grazie a quelle ferite inferte all'anima che si è affinata la nostra sensibilità, che siamo cresciuti e maturati e che abbiamo preso coscienza di noi stessi e di ciò che ci circonda...è grazie alle delusioni che abbiamo cominciato a capire le persone e a dare un senso alla vita, è per merito delle illusioni tradite che abbiamo imparato ad apprezzare l'affetto di chi ci vuol bene e a fare dono del nostro amore.
Alle volte quel dolore sordo che è in stand-by, presente ma silente, in determinate circostanze riaffiora,  e sebbene può turbarci, a volte intristirci, non può e non deve più oltrepassare una certa soglia, perchè è come un fiammifero spento da poco che una folata di vento può ravvivare debolmente per un attimo, ma che non potrà mai più sprigionare la sua fiamma consueta.
Se non ci fosse questa condizione, l'Umanità sarebbe soffocata e annichilita dal dolore, mentre invece per fortuna esso si traforma il più delle volte in un ricordo e in una esperienza di vita che ci consente di commettere meno errori nel prosieguo della nostra esistenza, rendendoci più attenti alle sfumature e lasciandoci godere delle piccole cose di ogni giorno, operando una specie di "rieducazione sentimentale" che ci rende meno dispersivi e superficiali, cosa che prelude ad una vita più ricca di emozioni, più attenta alle sensazioni che capta la nostra anima, insomma più intensa e consapevole, certamente più vicina al cielo...
Forse per "imparare" ad amare veramente bisogna averne sofferto molto la mancanza
!

 
Rispondi al commento:
fosco6
fosco6 il 11/10/07 alle 12:26 via WEB
Credo che la sofferenza di cui tu parli abbia bisogno di un tempo di maturazione che varia a seconda della persona che la subisce e ovviamente delle circostanze in cui è maturata oltre che naturalmente dalla gravità dei fatti che l'hanno causata...non sarebbe pensabile una reazione immediata, ma credo che con la volontà e l'aiuto di persone vicine, i tempi possano essere per lo meno ridotti, e dopo si rinasce sicuramente più forti....ma ovviamente non ho una medicina, il percorso è molto individuale....Grazie Antares di questo cmmento molto sentito e molto profondo oltre che molto vero....Ciao!
 
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