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Il punto G non esiste...
è la solita bufala che ogni tanto, insieme a tante altre, viene rinverdita sui vari mass-media per fare audience e per vendere libri e quant’altro ai creduloni che abboccano, anche perché il sesso tira sempre, quindi cosa c’è di meglio che la scoperta del misterioso punto G per solleticare la morbosità delle persone? Purtroppo sembra che per farsi leggere si debbano trovare sempre notizie eclatanti, sensazionalismi, catastrofismi imminenti, ecc. ecc., anche se per la maggior parte risultano le scoperte dell'acqua calda, altre pure invenzioni fantasiose, altre ancora grossolane menzogne.
A parte l'opinione delle Organizzazioni Sanitarie, dei medici e dei ricercatori seri che escludono senza appello l’esistenza di questo fantomatico punto G, la cui ubicazione peraltro varia a seconda dell’imbonitore di turno, ogni donna presumo abbia avuto la possibilità di eplorare il suo organo sessuale in varie direzioni oltre che in profondità, rendendosi ben conto dei punti ove è più sensibile e ove ritiene di provare più o meno piacere.
Peraltro, anche se il clitoride (e in parte tutto l’apparato genitale) è il luogo probabilmente più acclamato per il raggiungimento dell’orgasmo, la donne contrariamente all’uomo, sono abbastanza sensibili in molte altre aree del corpo, che quando stimolate provocano comunque un minimo di piacere e possono portare all’eccitazione, senza escludere la stimolazione verbale che per una donna è molto importante, sia scritta che orale, specialmente se espressa con voce suadente, magari sussurrata all'orecchio.
Queste localizzazioni possono variare ovviamente da donna a donna, anche di intensità e di percezione, ma si tratta di risposte soggettive che non modificano sostanzialmente il quadro statistico generale.
La cosa che stupisce è che di queste cose ne dissertano gli uomini, come se conoscessero meglio delle donne stesse le reazioni del corpo femminile. Infatti il primo a parlare dell’esistenza del punto G è stato nel 1950 il ginecologo tedesco Grafenberg probabilmente bisognoso di farsi una qualche pubblicità. Il fatto che se ne parla ancora oggi è la prova che si tratta della solita panzana camuffata da scoperta scientifica, altrimenti dopo più di 60 anni, ormai ci sarebbero state ampie e documentate certezze.
Inoltre mi sia permesso dire che ove esistesse un fulcro così importante per il piacere femminile, la natura l’avrebbe probabilmente messo in un luogo facilmente raggiungibile e non così nascosto e scomodo sia per gli uomini che per le donne stesse, visto che la letteratura di oggi sembra averlo collocato in una zona lontana dall’imbocco vaginale poco individuabile e abbastanza infelice.
In realtà, oltre a zone diffuse in tutto il corpo, nella donna tutta l’area genitale è oltremodo sensibile, con particolare accentuazione nel clitoride (che potremmo anche definire un pene mancato), ove s'intrecciano vasi sanguigni e fascetti di nervi che se stimolati provocano un tal piacere da provocare orgasmi più o meno intensi.
Naturalmente non è secondaria la penetrazione, visto che alcune donne sembrano poter raggiungere l’orgasmo anche in questo modo o comunque sentirlo potenziato se associato alla stimolazione clitoridea, anche perché proprio nell’inbocco vaginale possono esser presenti in forma e quantità diverse, a seconda della donna, piccoli noduletti come acini di riso, dove è maggiore la presenza di nervi e di capillari, che quando sono sfiorati dalle dita o dal pene possono anche incrementare il piacere femminile. Cosa invece poco probabile nel resto del canale vaginale che è scarso di innervazioni e di vasi sanguigni, a dimostrazione ulteriore che un pene lungo (croce e delizia del sesso maschile) è abbastanza inutile, visto che non sollecita zone sensibili ma può eventualmente aggiungere solo un senso di pienezza e di profonda appartenenza reciproca.
E’ altresì possibile che dal fondo vaginale, premendo un po’ nella parte superiore, si possa indirettamente sollecitare il clitoride come lo si sollecita premendo con la mano il pube, ma è evidente che allora conviene una stimolazione diretta, molto più comoda e gratificante, invece che questa ricerca spasmodica quanto inutile del punto G, che dovrebbe garantire SuperOrgasmi, tanto da mandare in estasi la donna, fino a volte a farla svenire dall’enorme piacere.
Invece che perdersi in punti G fantomatici e misteriosi, forse sarebbe meglio dedicare più tempo alla propria donna, sia a letto che fuori del letto, con maggiore attenzione anche ai particolari e alle sfumature, facendola sentire amata e desiderata oltre che compresa e ascoltata, durante tutto l’arco della giornata, così che l’atto d’amore diventa uno sbocco naturale alla condivisione e alla complicità che si è instaurata, perché prima di sentire il bisogno di donarsi la donna ha bisogno di essere presa di testa in modo da predisporsi emotivamente al rapporto che solo così potrà essere molto intenso e prolungato, perché comprenderà tutto il suo essere, facendola esplodere in un fuoco d’artificio che coinvolgerà anche l’uomo, perché si gode anche e soprattutto del piacere dell’altro.
Penso che le donne più degli uomini conoscano il loro corpo e le loro reazioni, così che non si sono mai sognate di narrare simili fesserie frutto di una stupida morbosità maschile, e di una ignoranza molto diffusa, fattori su cui fanno leva questi pseudo-informatori del ciufolo, mentre se proprio vogliamo trovare un punto G nella donna cerchiamolo nel suo cervello, nella sua anima, nel suo cuore, perché è questa stimolazione che poi amplifica e facilita il suo orgasmo che si diffonde dalla testa al resto del corpo e viceversa, in un percorso bidirezionale che avvolge e sconvolge tutta la sua persona.
Naturalmente ho parlato da uomo, in base alle mie esperienze dirette e indirette e alle mie letture, sarebbe interessante però conoscere cosa nel pensa il mondo femminile perché è un aspetto che le riguarda da vicino ed avranno sicuramente argomenti più convincenti dei miei per avallare questa tesi o per confutarla.
P.S. - C’è qualche imbecille che afferma addirittura di averlo fotografato il punto G, ma le immagini non sembrano venute bene (anzi non ci sono proprio), magari il punto G in quel momento si era distratto, o forse non gli era stato detto di guardare l’uccellino (in questo caso molto più di una metafora ).
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