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Ladro si commuove durante una rapina

Doveva pagare gli alimenti alla moglie e ai figli ma non sapeva come fare e ha cercato di rapinare un ufficio postale. Ma quando la cassiera ha reagito davanti al cacciavite, lui è scoppiato in un pianto dirotto. I carabinieri hanno dovuto arrestarlo ma la condanna, arrivata ieri, è solo simbolica. Una multa, 32 euro. La notizia è stata anticipata dal Secolo XIX: Antonio M., calabrese residente a Genova, separato e guardia forestale, non ce la fa più a sbarcare il lunario. Così decide di fare una rapina anche se non ne ha mai fatte e non sa proprio come si fa. Comunque si arma di un grosso cacciavite e entra nel primo ufficio postale che incontra per strada. Niente baffi finti, nè volto travisato: si avvicina alla cassiera e le mostra il cacciavite affermando, con aria poco convinta: «questa è una rapina». La cassiera lo guarda e risponde: «Ma lascia perdere, è meglio se mi consegni il cacciavite». A questo punto lui scoppia a piangere e racconta alla cassiera la sua vita fatta di difficoltà. Intanto, un collega della donna chiama il 112 e arrivano i carabinieri che trovano il rapinatore in lacrime, la cassiera che lo consola e i clienti in coda che annuiscono comprensivi. I carabinieri sono costretti ad arrestare l'uomo che finisce in carcere: 20 giorni. In tribunale il giudice, che ascolta la storia del 'rapinatore per necessita«, comprende e derubrica il rato: minacce. Una cosa da giudice di pace e il conto con la giustizia viene saldato con 32 euro

(fonte: leggo)

La cosa che mi stupisce di più di questo fatto è che l'operatrice allo sportello delle Poste ha avuto una reazione abbastanza tranquilla e soprattutto educata. Mi capita spesso di andare alle poste dove non ho solo il conto ma anche alcuni servizi, e se per errore non capisco al primo colpo cosa mi viene detto le impiegate iniziano a schiaffeggiare..... Credo che il buon rapporto con le Poste sia una cosa capitata un po' a tutti nella vita.
Il fatto raccontato si conclude positivamente: e se da un lato c'è un povero disgraziato che cerca di trovare una soluzione alla mancanza di soldi dall'altro c'è una donna, la moglie, che deve avere i soldi secondo quanto previsto dalla legge. Ma ora mi travesto da Rita dalla Chiesa: ma è sempre giusto che la donna debba percepire gli alimenti o sarebbe più giusto che in alcuni casi, anche se non lavora, si cercasse un'attività per non gravare sullo stipendio del marito?

So perfettamente che bisogna distinguere caso per caso...ma sembra sempre che la legge penalizzi l'uomo nel caso di divorzio.....

Mi sa che con questo post mi farò tante amiche donne....

Ciao!

Amoon