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AVANTI COL GIGANTE E IL BAMBINO

Post n°1578 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da corsivo79

GIOVINCO E AMAURI FENOMENALI JUVE IN TRIONFO ANCHE A LECCE!

La Juventus conquista una preziosissima vittoria a Lecce in zona Cesarini (1-2) e resta agganciata al treno scudetto con Inter e Milan. Gli eroi della giornata sono Amauri e Giovinco, autori dei gol bianconeri e di una grandissima prestazione. Stavolta Ranieri è stato costretto a schierare Sebastian titolare per la contemporanea assenza degli altri attaccanti e la piccola Formica Atomica lo ha ripagato con un gol d'antologia, colpi di classe e continue serpentine che hanno tenuto in costante allarme la difesa leccese. Giovinco dimostra di essere l'erede designato di Del Piero al 54', quando batte un calcio di punizione e spedisce la palla nel sette, portando in vantaggio la Signora. Un gol che appaga i bianconeri e costringe i giallorossi all'assalto finale, culminatoall'83' con il pareggio-beffa di Cacia. Ma quando la partita sembra scivolare via verso un deludente 1-1, arriva la rete provvidenziale di Amauri, che al 90' vola in cielo e schiaccia in rete di testa la palla del 2-1 finale. Ranieri gode: "Volevamo fortemente questa vittoria, l'abbiamo centrata. Non ci siamo mai disuniti. Grande Giovinco, una spina nel fianco. A gennaio arriveranno in 11, tutti gli infortunati. Diego? Grande talento ma è un trequartista e dovrei cambiare tutto il sistema di gioco. Preferisco tenermi quelli che ho". La Formica Atomica: "Ho passato molto tempo a guardare calciare Alex in allenamento ed oggi sono riuscito a copiarlo. Ringrazio Marchisio, il mio grande amico che aveva predetto che sarebbe arrivato presto il mio turno, che si doveva aspettare. E ringrazio chi ha creduto in me: compagni, società e allenatore". Amauri: "I miei 8 gol? Merito della squadra". Cobolli: "Giovinco grande partita". 


GIOVINCO, PUNIZIONE ALLA DEL PIERO. MA E' AMAURI IL JOLLY VINCENTE - Repubblica - Rende bene l´idea, la metafora di Ranieri: «E´ cominciata la salita, l´Inter ha messo un rapportone e sta sgranando il gruppo. Quel rapporto, però, noi dobbiamo tenerlo». Così la Juve resta nella scia ma al gancio, visto il fiatone con cui infine è riuscita a scollinare da Lecce, che non è il Tourmalet per quanto Beretta sappia come alzare il livello di difficoltà per chi viene a pedalare da queste parti. I bianconeri sono rimasti in gruppo con un colpo di reni all´ultimo metro continuando a dare un senso al loro faticoso inseguimento, ma è stata davvero tanta l´energia che hanno dovuto spendere per acciuffare un risultato piuttosto superiore ai meriti, soprattutto se si considera che gli unici due tiri in porta sono stati quelli dei gol, che almeno hanno un loro sapore particolare: la punizione di Giovinco - lanciato al posto di Iaquinta, bloccato dal torcicollo - ha incendiato i tifosi, follemente innamorati di questo piccoletto che ancora così poco ha fatto per giustificare tanta passione. Ecco, ieri un motivo l´ha dato: il destro girante con cui ha segnato l´1-0, subito definito «alla Del Piero» da Ranieri, ha ricordato talenti balistici di primo livello, anche se il resto della partita non è stato della stessa misura, salvo un´altra bell´azione personale al 7´ st, conclusa con un assist non sfruttato da Amauri (è stato il solo momento in cui la Juve ha in qualche modo avvicinato il gol). La differenza l´ha però scavata il gol del brasiliano, il decimo della stagione, segnato all´ultimo minuto, di testa, su un cross da destra del mancino De Ceglie, l´unico cambio che Ranieri aveva potuto concedersi. Nella circostanza, il Lecce ha organizzato malissimo le operazione difensive, rovinandosi una partita che aveva invece interpretato con meticolosa attenzione, anche se quasi soltanto per disattivare la Juve: c´era però riuscito, visto il poco che è stato concesso agli avversari. I salentini hanno comunque dimostrato di saper attaccare reagendo con veemenza alla rete di Giovinco (alla quarta presenza da titolare: nelle altre tre, i bianconeri non avevano mai vinto), grazie anche ai tre cambi, azzeccatissimi, con cui Beretta ha dato un´impronta più offensiva alla squadra. Due conclusioni di Caserta, una di Castillo e un gol clamorosamente fallito di testa dall´argentino a due metri dalla porta, dopo un cross al bacio di Giuliatto, hanno anticipato il delizioso pareggio di Cacia, firmato con un sinistro incrociato perfetto per coordinazione e precisione. Ma la Juve è riuscita a scongelare la partita con l´ultimo e unico attacco realizzato dopo avere tentato il pareggio: l´1-1 sembrava cucito su misura su quello che era successo, fino allo strappo di Amauri. Giovinco si è preso coccole, attenzioni, abbracci: è stato il suo primo gol juventino, festeggiato non aprendo la spanna sulla testa per aggiungersi qualche centimetro ma battendosi il pugno sul cuore. «Ho segnato con una punizione alla Giovinco, ma è una fortuna poter imparare da un campione come Del Piero». Però, come dice Ranieri, adesso il piccoletto «tornerà sott´acqua, perché questo è il calcio. I giovani sanno che per loro è dura, devono sfruttare ogni respiro che gli concedo». Contro il Milan, domenica, ci sarà Del Piero. Non però Legrottaglie, squalificato.
DIAVOLO DI UNA JUVE, AMAURI DECISIVO - La Stampa - Josè Mourinho aveva annunciato che non avrebbe dedicato neppure un minuto della sua domenica alla visione della partita della Juve. Per un’ora, stando dietro la vetrata che rende la tribuna di Lecce simile a un acquario nel quale eravamo tra i pesci, abbiamo invidiato la determinazione del tecnico interista e ammirato il suo fiuto nello scansare una delle gare più soporifere degli ultimi quattro mesi. Sembrava il ritorno al passato prossimo e quasi dimenticato, quando la Juve non trovava un’idea di gioco che fosse una. Poi il ragazzino della compagnia è caduto a terra come gli accade spesso perché è leggerissimo al contatto, ha sistemato il pallone appena fuori area, sul punto in cui l’orco Giacomazzi l’aveva abbattuto, e nel prendere la mira non ha pensato a niente: l’istinto l’ha guidato nel tocco, la palla è volata come una foglia sopra la barriera finendo dove Benussi l’avrebbe deviata soltanto con un gesto di straordinaria bravura, qualità che non gli appartiene. Giovinco aveva segnato il primo gol della Juve e per la Juve. Lo schema che ha funzionato meglio nella scalata dei bianconeri alla classifica, il calcio di punizione, aveva trovato un nuovo interprete nel giorno in cui non lo poteva realizzare Del Piero. Mourinho forse non si impressionerà per questo, però dovrà prendere atto che la Juve è ancora lì. I punti di distacco sono sempre 6 e questa squadra dal potenziale limitato ha ritrovato la capacità di non mollare: non ha l’enorme fisicità interista e l’impianto è difettoso quando, come ieri, non c’è un tecnico delle luci a rischiarare il gioco, eppure la Juve tiene botta e corre la gara per lo scudetto. Dalla rete di Giovinco il copione non ha più annoiato, una mano amica ha tenuto la partita in bilico fino all’ultimo secondo, perché il Lecce nel frattempo trovava il pareggio con Cacia, appena entrato, e bisognava che Amauri si ripulisse dalle ragnatele di una prestazione irriconoscibile per piazzare al 45’ la rete decisiva: il cross di De Ceglie (da destra, lui che è tutto mancino) pioveva in area scavalcando Fabiano, e Stendardo, appena laureatosi in Giurisprudenza, con il peso di notti insonni sui libri perdeva di vista il brasiliano che impattava di testa realizzando il 2-1. Giovinco e Amauri. Si dice che è un sintomo di buona salute quando sono gli attaccanti a firmare una vittoria. Ranieri lo pensa e con questa certezza prepara il match contro il Milan, che eleggerà l’anti-Inter più credibile. In una settimana lo stratega del Testaccio dovrà mettere mano a molte cose perché il Milan non è il Lecce che Beretta ha provato più in difesa che in attacco, consapevole della sua pochezza. La Juve dovrà ritrovare fluidità di gioco, non affidarsi come ieri alla speranza che qualche calcione sparato dai difensori o da Sissoko si tramuti in assist. Sarebbe come consegnare al Milan la gestione della palla, ciò che ai rossoneri riesce meglio. Qualcosa si troverà, cominciando dalla presenza di Del Piero e magari di Camoranesi, per immettere classe nella manovra. A Lecce comunque la Juve ha preso tre punti pesantissimi con l’unica controindicazione di aver perso Legrottaglie: domenica sarà squalificato ed è già una fortuna che a Chiellini sia stato risparmiato il secondo giallo (fallo su Tiribocchi) altrimenti Ranieri avrebbe dovuto fermare Kakà e Ronaldinho con un solo centrale di ruolo: Mellberg. I bianconeri partivano ad handicap. Alla rinuncia di Del Piero, si aggiungeva l’improvviso forfait di Iaquinta che grande e grosso com’è ne ha sempre una: ieri il torcicollo. Non c’era alternativa all’uso di Giovinco al fianco di Amauri. La Formica provava così da seconda punta dopo aver giocato esterno (a Minsk) e trequartista (con il Palermo): sono i pro e i contro di chi non ha un ruolo definito. Nell’abulia che coglieva Nedved e Marchionni sulle fasce, per non dire di Amauri in mezzo all’area, Giovinco era il solo ad avere il pepe addosso. Non bastava a permettergli sfracelli. La Juve non combinava una sola azione giusta per arrivare al gol (e due ne avrebbe fatte in tutta la partita), nè rischiava di prenderne pur nella giornata più opaca di Chiellini e compagnia. L’1-0 stravolgeva il quadro. Il Lecce doveva offendere, sfiorava il gol di testa con Tiribocchi, poi Castillo ne divorava uno da 2 metri sul cross di Giuliatto, finché Cacia al volo di sinistro indovinava il diagonale perfetto del pari. Allora la Juve aveva finalmente la reazione di chi non vuole rallentare la corsa. L’unico cross azzeccato dalle fasce (autore De Ceglie) forniva la palla per il raddoppio e per l’esplosione di abbracci in campo, quasi fosse la finale di Champions. Ieri andava bene così.
LA FORMICA GIOVINCO PUNGE: "SONO PICCOLO? ECCOVI SERVITI" - La Stampa - Ruba il brevetto ad Alex Del Piero, l’idolo che ieri lo guardava in televisione, e si costruisce la domenica perfetta, Sebastian Giovinco: l’abbattono sullo slalom e lui butta dentro la punizione a giro, sorvolando la barriera. Una di quelle che, chissà quante volte, ha osservato in allenamento, calciate dal legittimo proprietario: «Per fortuna abbiamo uno come Del Piero, per poter imparare il più possibile. Sono molto contento di giocare con grandi campioni come lui». Ma questo lo bisbiglierà solo più tardi, appena è finita la partita, perché appena fa centro si vede che non sta dentro la maglietta dalla gioia. Se la tira, se l’allunga, quasi a strapparsela, correndo sotto lo spicchio dei tifosi bianconeri. Si dimentica pure il suo marchio d’esultanza, quel palmo aperto sopra la testa, mostrato dopo ogni rete con l’Empoli, l’anno scorso alla prima in serie A: «Dicono tutti che sono piccoletto, eccovi serviti». Stavolta, invece, urla e si batte il pugno sul cuore, bianconero, una, due, tre volte. Come dire: qui sono nato e qui voglio diventare un campione. Detto dopo settimane a rosicchiare briciole di campo, da formica molto poco atomica, o a guardare altri dalla panchina. Forse a pensare di andarsene, a gennaio. Macché, esplode adesso. Punizioni ne fabbricava a decine, nelle giovanili, ma vuoi mettere intarsiarla tra i giganti? E poi, mica poteva essere banale il primo gol con la Juve per uno che di professione si definisce «un numero dieci». Il presidente Giovanni Cobolli Gigli gli concede subito il copyright sul colpo, lasciando la tribuna: «Ha fatto un piccolo capolavoro. Alla Del Piero? No, alla Giovinco». Ci va un po’ più piano Ranieri, che d’altronde fa un mestiere diverso, e che ha anche il compito di incollare i piedi di tutti al terreno: «Giovinco ha fatto una magia alla Del Piero».  Attorno, però, ci ha edificato tante altre cose, come l’assist per lo sbadato Amauri (piattone altissimo) e qualche serpentina in mezzo, smuovendo la stagnazione pomeridiana: «Ha fatto una gran partita, al di là del gol - conferma il tecnico - è stato incisivo, è stato una spina nel fianco della difesa del Lecce». Pensare che sul prato c’è finito per un malanno, l’ennesimo, di Vincenzo Iaquinta, inchiodato dal torcicollo: «Prima della partita gli ho detto di giocare libero - racconta ancora l’allenatore - e di mettere a frutto tutte le occasioni che gli capitano, perché nella Juve deve prendere il posto a dei palloni d’oro». Ieri l’ha fatto benissimo, ma da oggi ricomincia la battaglia per la sopravvivenza: «Può darsi che ora torni sott’acqua - dice Ranieri, riferendosi al ritorno di Del Piero - fa parte del calcio». Ci penserà, Giovinco, ma non dentro lo stadio di Lecce: lì era solo felice. Ritrovando emozioni che s’erano quasi estinte, come quando, al gol, Marchisio se l’è preso in braccio, festeggiando: «Ci lega una grande amicizia, da quando eravamo alle giovanili - dice Sebastian a bordo campo, prima di essere inghiottito dall’antidoping - e lo ringrazio per le parole. E ringrazio tutti quelli che hanno avuto fiducia in me, i miei compagni, la società, l’allenatore, tutti». Poi continua con il pilota automatico, come giocasse tutte le domeniche: «Sapevamo che era Lecce un campo difficile, avevamo tanti assenti, era importante riuscire a vincere. Ci siamo riusciti e sono riuscito anche a fare gol: mi sono sbloccato e quindi sono molto contento». Altre panchine arriveranno, ma il morale migliora la visuale anche da seduti: «È normale, perché quando riesci a fare gol, tutto è più semplice». S’è portato a casa pure la prima vittoria da titolare, perché dalle altre tre giocate dall’inizio (contro Catania, Bate Borisov e Palermo) erano usciti due pareggi e una sconfitta. Quasi dovrebbe fare un regalo ad Amauri, allora, che ha sterzato la partita all’ultimo tuffo. Invece, il dono lo riceverà: «Prima che calciasse la punizione - sorride il brasiliano - gli ho detto: "Se fai gol, ti faccio un regalo". E se lo merita, perché ha una voglia da spaccare il mondo. E sono sicuro che ci darà tante altre soddisfazioni». Alla Del Piero: o alla Giovinco.
GIOVINCO-GOL E IL MAESTRO ALEX: "UN PRIVILEGIO IMPARARE DA LUI" - Tuttosport - La punizione che pare proprio rubata a Capitan Alex, nei lunghi giorni di ritiro o nelle sedute d'allenamento concluse immancabilmente a sparar bordate oltre le barriere metalliche. SebaStian Giovinco si sblocca a Lecce, manca Alex e la punizione magica la porta lui. Chiude Amauri, ma il migliore in campo è Giovinco. Ha saputo aspettare e ora si gode gli abbracci: «Ringrazio Marchisio, il mio grande amico che aveva predetto che sarebbe arrivato presto il mio turno, che si doveva aspettare. Lo ringrazio. E il ringraziamento va a chi ha creduto in me: i compagni, la società, l'allenatore. E' un gol molto importante per me, mi sblocca e ci aiuta a vincere in una gara dove, dopo il risultato dell'Inter e le tante assenze contava davvero solo prendere i tre punti». Giovinco poi fa il suo tributo ad Alex, ieri assente, come Iaquinta che all'ultimo momento s'è bloccato col torcicollo: «E' vero, passo tanto tempo dietro Alex a vedere di rubare qualche segreto: sono, siamo fortunati a poter giocare e allenarci con gente come Alex. Io imparo da lui. Ora, con questo gol, per me sarà tutto più semplice».
RANIERI: "NON CI SIAMO MAI DISUNITI" - La Stampa - «È una vittoria che vale tantissimo». Parola di Claudio Ranieri. La sua Juve espugna Lecce, ma i tre punti che porta via dalla Puglia hanno un peso diverso perchè acciuffati soltanto al 90’, dopo che Cacia aveva portato l’Inter a +8. Il tecnico bianconero è soddisfatto del successo conquistato in extremis dai suoi. «Sapevamo che sarebbe stata una gara molto difficile e combattuta - spiega Ranieri -, era importante segnare, c’eravamo riusciti, poi abbiamo avuto forse un eccesso di confidenza, loro hanno provato a pareggiare con Castillo, poi hanno trovato il pareggio con un gran gol di Cacia. Meno male che la Juve non demorde mai, volevamo fortemente questa vittoria e siamo riusciti ad ottenerla». Protagonista della gara Sebastian Giovinco, titolare per le assenze di Del Piero e Iaquinta. «Ha fatto una grande gara al di là del gol, è stato incisivo in ogni parte del campo, una spina nel fianco nella difesa del Lecce», dice Ranieri che elogia i suoi giovani talenti. Non solo Giovinco, ma anche Marchisio e De Ceglie, autore dell’assist per il gol decisivo di Amauri. «La società tre anni fa aveva detto che bisognava far bene e vincere, ma tirando sù giocatori nostri, abbiamo ottimi giovani che hanno la possibilità di giocare, anche se non un gran numero di gare visto che davanti hanno grandi campioni, noi puntiamo su di loro». Ranieri ricorda che la Juve viene fuori da «uno tsunami. Avevamo tanti campioni che sono andati via, non si possono ricomprare quei 7-8 grandi giocatori che non abbiamo più, bisogna ricreare una squadra combattiva, forte e vincente, ma non si può fare tutto e subito». Ecco perchè Ranieri dice che «lo scudetto lo devono vincere gli altri», una dichiarazione che non è piaciuta a molti, ma che Ranieri chiarisce ancora. «L’Inter resta la squadra da battere, la più forte, ma noi non vogliamo arrenderci, io non mai detto che non lottiamo per lo scudetto, ho detto che vogliamo migliorarci e che non firmo per il secondo posto, cosa devo dire di più? Se dico che dobbiamo vincere lo scudetto - scherza Ranieri - mi date 30 punti in più? Noi ci crediamo perchè non sarebbe giusto e onesto pensare di non poter raggiungere l’Inter che è una grossa squadra e che ha dimostrato di esserlo, noi non vogliamo mollare e con il Milan lotteremo fino alla fine». Secondo Buffon questa Juve è costruita più per vincere la Champions League. «Gigi è un posivito, ma la Coppa, ora che arrivano i turni ad eliminazione diretta, è un terno al lotto». Ranieri non pensa al mercato: «a gennaio recupereremo i nostri 10 infortunati, quindi il nostro sarà un mercato florido». Eppure si parla di Diego e Schweinsteiger, chi preferirebbe Ranieri? «Scelgo i miei che sono in infermeria, anche se il brasiliano e il tedesco sono due splendidi giocatori, però Diego ci costringerebbe a cambiare modulo perchè è un trequartista, noi abbiamo altri giocatori che possono giocare in quel ruolo, ma cambiando modulo costringerei alla panchina giocatori abituati a giocare sulle fasce».
RANIERI CHIUDE A DIEGO: "NON CI SERVE" - Tuttosport - La sua Juve non molla il secondo posto e Ranieri rimarca quanto sia stata difficile questa vittoria: «Il Lecce ha fatto soffrire anche l'Inter a San Siro (vittoria 1-0) e il Milan (pari al Via del Mare, 1-1), è una squadra difficile da affrontare: questa vittoria vale tantissimo perché sapevamo che sarebbe stata dura, abbiamo avuto un eccesso di confidenza sul vantaggio, Castillo ci ha graziato e Cacia ci ha punito, meno male che questa squadra non molla mai: volevamo fortemente vincere e all'ultimo secondo ci siamo riusciti. Tutti i giocatori hanno fatto squadra, sanno che è un anno importante per noi: si sono caricati nel cuore e sulle spalle il progetto della Juventus. Tre anni fa c'erano fior di campioni, poi c'è stato lo tsunami e quindi è iniziata la ricostruzione. Non si possono ricomprare quei campioni che sono andati via, dobbiamo ricreare piano piano la squadra e lo spirito vincente.».
«GIOVINCO SPINA NEL FIANCO» - Giovinco in gol, De Ceglie assist per Amauri. È la Juve dei giovani? «Giovinco ha fatto una grande partita al di là del gol, è stato incisivo in ogni parte del campo ed è stato una spina nel fianco degli avversari. La società l'aveva detto tre stagioni fa: dobbiamo cercare di vincere e di tirare fuori dei bei giovani, certo non hanno la possibilità di giocare il numero di partite che meritano ma davanti a loro hanno dei grandissimi campioni»
SCUDETTO - Stuzzicato sul tricolore, Ranieri risponde chiaro: «Sono gli altri lo devono vincere, se io dico 'Voglio vincere lo scudetto' non guadagno punti in classifica. Comunque l'ho detto, non firmo per il secondo posto: l'Inter è la squadra da battere ma non vogliamo arrenderci, vogliamo lottare fino in fondo.»
MERCATO? A GENNAIO 11 ACQUISTI - A Sky mostrano la squadra degli infortunati Juve, che impressiona con Trezeguet, Del Piero, Buffon, Camoranesi, Tiago, Poulsen, Zebina, Tiago, Knezevic: il tecnico bianconero sfrutta l'assist per spegnere le voci di mercato a gennaio: «Mercato? Abbiamo 11 campioni da acquistare, tutti quelli che sono infortunati». (Poi aggiungerà alla Rai: «Diego? Grande talento ma è un trequartista e dovrei cambiare tutto il sistema di gioco, peraltro mettendo in panchina altri giocatori che giocano all'esterno, preferisco tenermi quelli che ho»)
DEL PIERO E LEGROTTAGLIE - L'ultima considerazione sul capitano: «Può tornare già contro il Bate Borisov in Champions» e sull'assenza di Legrottaglie, ammonito e squalificato, contro il Milan: «Abbiamo Mellberg che ha sempre giocato bene».
AMAURI: "A SEBASTIAN AVEVO PROMESSO UN REGALO" - Repubblica -  Ranieri al settimo cielo: «Sapevamo di dover fare uno sbocco di sangue per vincere, come diciamo a Roma. Beretta è bravissimo a mettere le squadre in campo, per cui non sono contento, ma strafelice: sono orgoglioso di questa squadra». Amauri racconta che per segnare ci ha messo «forza, rabbia, un po´ di tutto. Se sei cattivo fai gol anche con un´occasione sola. Sono contento per Giovinco: gli avevo promesso un regalo se avesse trasformato quella punizione». Legrottaglie contesta l´ammonizione che gli farà saltare il Milan: «Ingiusta». Così come ingiusto è, per Beretta, il risultato: «Non meritavamo di perdere».
AMAURI: "JUVE, MIGLIORIAMO ANCORA" - Tuttosport - Il match winner, ancora una volta, è lui: Amauri, il bomber che ad ogni partita dimostra che lo sforzo fatto per portarlo in bianconero è stata una grande mossa. Non solo per le reti ma anche per lo spirito di squadra e per la fame di vittorie che il centravanti si porta dietro: «Con il Lecce è stata una partita complicata, sbloccata da una punizione, poi Cacia ha fatto un grandissimo gol ma siamo riusciti a vincere comunque e questo è l'importante».
8 GOL? MERITO DELLA SQUADRA - L'attaccante è giunto a quota 8 gol in campionato: «Sicuramente merito della squadra che mi mette in condizione di segnare. Il pensiero è solo quello di migliorare ancora».
«GIOVINCO CONTINUA COSÌ» - Dopo la punizione del vantaggio il talento bianconero è stato festeggiato e coccolato da tutti: Amauri ha grande fiducia in Sebastian: «Devo dire che Giovinco ha fatto una grande partita, il gol se lo merita, si è fatto trovare pronto al momento giusto e deve continuare così»
COBOLLI GIGLI: "GRANDE GIOVINCO. ORA BATE BORISOV E MILAN" - La Stampa - La Juve dei giovani vince e Giovanni Cobolli Gigli è il primo ad esserne felice: «Sebastian come Del Piero? Giovinco è Giovinco e Del Piero è Del Piero - dice il presidente della Juventus al sito internet del club bianconero -. Oggi Sebastian ha fatto una grande partita, al di là del gol fatto. Quando aveva la palla tra i piedi era un pericolo costante per gli avversari. Ora ci aspetta una sfida molto importante con il Milan, ma prima pensiamo al Bate Borisov». Tornando alla gara di Lecce, Cobolli Gigli sottolinea «queste sono le partite che vanno vinte e per gran parte del tempo non avevo dubbi sul risultato. Anche se per qualche minuto ho cominciato a temere di non farcela», ha ammesso il presidente della Juventus.
LE PAGELLE BIANCONERE  - La Stampa - A cura di Marco Ansaldo -
Manninger 6,5 ACCORTO Gli attaccanti leccesi sono poca roba e Castillo lo grazia da due metri. L'austriaco si è guadagnato, però, la fiducia dei difensori. Che giocano tranquilli perchè lo vedono sicuro.
Grygera 5,5 DISTRATTO Non arriva a chiudere su Cacia. Si innervosisce per un paio di interventi in cui rischia il lavoro del dentista.
Legrottaglie 6 ESCLUSO L'ammonizione di Lecce lo fermerà per il match con il Milan e già nel primo tempo aveva evitato un cartellino. Interventi non straordinari, ma è il più presente in difesa.
Chiellini 5,5 GRAZIATO Trascorre una domenica sulla luna: la inizia sballando il tempo su un cross che lancia Castillo. Succede anche a lui. Pierpaoli è clemente e lo grazia di una seconda ammonizione su Tiribocchi.
Molinaro 5,5 IMPRECISO Ha di fronte Munari e potrebbe tranquillamente asfaltarlo. Non lo fa.
Marchionni 5 AFFOGATO Come Chiellini sbatte contro una partita storta dopo tante azzeccate.
Sissoko 6 PASTICCIONE Prova a impostare il gioco, cosa che con quei piedi non è da lui. Sbaglia misura, si fa perdonare soltanto con un gran lavoro di quantità.
Marchisio 6,5 LUCIDO Nei momenti più grigi della Juve lui usa il buonsenso tattico.
Nedved 5 NON PERVENUTO Buffon, Del Piero, Camoranesi e Trezeguet sono a Torino. Con la testa è rimasto a casa anche lui.
Amauri 7 FUNGAIOLO All'ultimo secondo spunta come un fungo prataiolo dopo un match disastroso, da 4 in pagella. Ed è decisivo, con il veleno del vero goleador.
Giovinco 7 ALEXINO Una grandissima punizione alla Del Piero ed è l'unico che mette verve nella atonia bianconera, con qualche tocco imprevisto. Basta per farne il protagonista del match. Ci fosse ancora l'Avvocato chissà a quale pittore lo paragonerebbe: magari al Parmigianino, per via del diminutivo.
De Ceglie 6,5 (dal 37' st). Il suo innesto è provvidenziale. Da mancino si ritrova a destra, il che non gli impedisce di mettere con il sinistro l'assist perfetto per il 2-1.
Ranieri 6 PRATICO Ha poco materiale disponibile, si arrangia. Rischia a tenere Chiellini dopo l'ammonizione: una sciocchezza e gli saltava la difesa per il Milan.
CHAMPIONS, CIPRIOTA KAPITANIS ARBITRA JUVE-BATE BORISOV - Tuttosport - Sarà il cipriota Costas Kapitanis ad arbitrare mercoledì Juventus-Bate Borisov, partita della sesta giornata del gruppo H di Champions League.
LA JUVE SORRIDE, DEL PIERO SI ALLENA REGOLARMENTE - Tuttosport - Ottime notizie in casa Juve. Alessandro Del Piero appare completamente recuperato e sarà disponibile per il big-match con il Milan. Il capitano bianconero si è regolarmente allenato questa mattina, partecipando anche alla partitella contro la Primavera. Con Del Piero al lavoro anche i giocatori che non sono scesi in campo contro il Lecce, tra cui Cristiano Zanetti, Camoranesi ed Ekdal.

 
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AMORE CEKO
Il tributo finale del popolo bianconero a Pavel Nedved

 

JOHN ELKANN
ALL'ATTACCO

Il nipote dell'Avvocato punzecchia tecnico e giocatori
(video Sky Sport)

 


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MUGHINI SHOW
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GIU' LE MANI DALLA JUVENTUS



IL 5 MAGGIO BIANCONERO


DEL PIERO MAGIA SCUDETTO


MILAN-JUVE 1-6 !!!
 
 

DEL PIERO LIVE IN SAN SIRO


TREZEGOL INCORNA IL MILAN


SAN GIGI BUFFON: I MIRACOLI


IL MIO CANTO LIBERO


INNI JUVENTUS


L'EUROGOL DI DEL PIERO ALLA GERMANIA


TOKIO, 8 DICEMBRE 1985: JUVENTUS CAMPIONE DEL MONDO
 

JUVENTUS CAMPIONE D'EUROPA

 

DECALOGO DI FARSOPOLI


LA VERA STORIA



PROCESSO FARSA


QUESTO E' MORATTI!
Beppe Grillo svela i loschi affari del presidente dell'Inter e della sua azienda.

 

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