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L'ITALIA È NEL BARATRO!

Post n°1447 pubblicato il 23 Luglio 2013 da kayfakayfa

È paradossale, ma anche preoccupante e, soprattutto, sintomatico che mentre il debito pubblico italiano è ormai arrivato al 130,3% del PIL, posizionandoci alle spalle della Grecia la quale è l'unica nazione europea ad averne uno peggiore del nostro attestato al 160,5% del PIL, i nostri (pseudo) governanti continuano a lanciare enfatici proclami, annunciando l'abolizione dell'IMU sulla prima casa, il blocco dell'aumento dell'IVA e chissà cos'altro ancora s'inventeranno per compiacere gli elettori, senza però spiegare dove andranno a prendere i soldi necessari per ottemperare agli ammanchi che tali provvedimenti creeranno nelle casse dello Stato già raschiate oltre i limiti della decenza.

Se si considera che il reinserimento dell'IMU e l'aumento di un punto dell'IVA previsto per l'inizio di luglio erano stati programmati dal governo Monti, con l'ausilio della BCE e dell'Europa, per rimettere in ordine i conti dello Stato dopo l'evidente incapacità amministrativa dell'ultimo governo Berlusconi che aveva portato il paese sul baratro del disastro economico, e fu costretto a dimettersi proprio per questo motivo, l'abolizione e il blocco dell'aumento dei due balzelli, che certo faranno felici molti italiani – non certo quelli che abitano in affitto... - appaiono più come manovre obbligate da parte di Letta per tenere a freno il centrodestra affinché, nel caso a fine luglio la cassazione confermasse la condanna di Berlusconi a quattro anni di carcere più l'interdizione per cinque dai pubblici uffici nel processo Mediaset, non faccia cadere il governo che manovre effettivamente necessarie per risanare l'economia del paese.

Le casse dello Stato, lo sta dicendo da una vita Grillo, sono ridotte all'osso tanto che in molti, inclusa Mediobanca, non escludono entro l'autunno un default italiano, (si legga a riguardo cosa dice l'economista Alberto Bisin).

Ciò nonostante, ascoltando i nostri (pseudo) governanti, i loro lacchè di partito e dell'informazione, sembra che tutto vada bene, che i segnali di una ripresa ci siano per cui non abbiamo nulla da temere.

Poiché sono vent'anni che ascoltiamo questa tiritera e siamo ormai tutti consapevoli in che guaio ci hanno cacciati questi parolai da strapazzo, l'ulteriore aumento del debito pubblico italiano è il chiaro sintomo che mentre i nostri politici, a parole, posseggono le soluzioni dei problemi, i fatti li smentiscono senza appello, dimostrandone quanto meno l'inadeguatezza al ruolo che ricoprono. Annunciando che il disastro è imminente ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Tanto, alla fine, a pagarne le spese sarà sempre la povera gente.

I politici il loro tesoretto l'anno raggranellato sedendo, molti per per anni, in Parlamento o ricoprendo svariati incarichi istituzionali,  ma l'hanno ben serbato da qualche parte in barba agli elettori che li votarono nella speranza ne salvaguardassero gli interessi.

Se i nostri politici non fossero una combriccola di incapaci e disonesti (ma, forse, qualcuno si salva), come spiegare l'immane disastro economico in cui è piomabato il Paese, malgrado le tante finanziarie varate nel corso degli anni con le quali si sono sempre e solo penalizzati lavoratori dipendenti, pensionati e precari?

Di chi è la colpa di questo scempio se non di chi ha amministrato in maniera pessima il paese quando era al governo?

Centrodestra e centrosinistra si spartiscono equamente le responsabilità dello sfacelo italiano perpetratosi nell'arco degli ultimi venti anni, checché ne dicano quelli del PD!

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