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NATALE E CAPODANNO: L'UOMO TRA SPIRITO E MATERIA

Post n°1659 pubblicato il 25 Dicembre 2015 da kayfakayfa

Non so se ci avete mai fatto caso!? Sia le festività natalizie che quelle pasquali hanno una particolarità, entrambe, dopo i giorni della celebrazione sacra, sono seguite da un periodo festivo che potremmo definire “profano” in quanto ci consentono, dopo aver esaltato la spiritualità all'ennesima potenza celebrando la nascita e la resurrezione di Gesù, di dare libero sfogo alla materialità con il capodanno e il giorno di pasquetta.

In particolare le feste di Natale, per come sono collocate cronologicamente, danno l'impressione che chi le ha “ideate”, essendo consapevole della dicotomia spirito/materia che contraddistinguerebbe l'uomo rendendolo eternamente in lotta con se stesso nella complessa decisione di far primeggiare un principio sull'altro, avrebbe voluto concedergli la possibilità di appagare sia l'aspetto spirituale che quello materiale, festeggiando prima l'uno e poi l'altro. È come se, cosciente che l'uomo ha bisogno di “nutrire” entrambe le nature per essere se stesso, chi ha calendarizzato le feste ha fatto in modo di concedergli entrambi le possibilità.

Ovviamente il discorso è generalizzato; è evidente che così come ci sono milioni di persone che vivono prevalentemente in funzione dello spirito, ve ne sono altrettante che vivono in funzione della materia. Entrambe meritano rispetto in quanto entrambe hanno maturato una distinta consapevolezza, vuoi per educazione familiare, vuoi per formazione culturale, vuoi per scelte di vita, che le spinge a decidere se votarsi allo spirito o alla materia. Al pari ci sono milioni di persone che hanno scelto di seguire quella che chiameremo la terza via. Ossia di vivere sia in funzione dello spirito che della materia, convinte che essendo l'uomo un “impasto” di spirito e materia, sia l'uno che l'altra meritano di essere soddisfatti anziché sacrificati.

Tale visione di vita, in assoluto contrasto per chi crede con il monito evangelico “non si possono servire due padroni”, trova molti “sostenitori” anche tra quanti si professano credenti. Molto probabilmente perché è il modo più conveniente di vivere, se non addirittura più confacente all'uomo visto che la sua natura sarebbe duplice, animale e divina.

La calendarizzazione delle feste natalizie e del capodanno, sembra implicitamente affermare l'esistenza di tale dicotomia. Pertanto compito dell'uomo - con tale termine non faccio distinzioni di genere, bensì intendo sia il maschio che la femmina - sarebbe quello di appagare alternativamente sia l'una che l'altra natura. Senza ovviamente eccedere in atteggiamenti maniacali che originerebbero fanatismi. A riguardo il natale e le altra feste sacre del calendario cristiano avrebbero la funzione di avvicinarlo alla propria natura spirituale. Cosa che dovrebbe già compiere il rituale della messa domenicale. Eppure, è inutile negare che molte persone che si professano atee, le quali mai si sognerebbero di andare a messa perché non credono nell'esistenza di Dio, sono inclini al clima natalizio tanto che si prodigano per fare i regali a chi gli sta più caro in quel periodo dell'anno.

Le feste di matrice profana, il capodanno e il carnevale in particolare, avrebbero la funzione di consentire alla materia, ossia alla natura animale, di potersi periodicamente “sfogare”.

Per evitare che i festeggiamenti relativi a essa trascendessero in veri e proprio riti orgiastici, riconducendo l'uomo a un assoluto stato animale, si pensò bene di strutturare il nucleo familiare consentendo alla funzione animale, la sessualità, di esprimersi maniera sublime attraverso la procreazione dei figli una volta che l'uomo e la donna si congiungevano in matrimonio.

L'introduzione del matrimonio, inteso come rapporto duraturo tra un uomo e donna, aveva e avrebbe non solo una funzione giuridica essendo alla base dello stato, ma funzionerebbe come regolatore del rapporto carnale tra i due sessi al fine di equilibrare le funzioni animali tenendo a bada la materialità senza però reprimerla.

Intento di questo scritto era quello di cercare di dimostrare, sfruttando il calendario, come la scansione cronologica delle feste implicitamente indurrebbe a affermare che l'uomo sarebbe effettivamente dotato di una duplice natura, spirituale/animale. Per cui l'alternanza delle feste sacre con quelle profane, servirebbe all'esaltazione periodica e alternata dello spirito e della materia al fine di consentire all'uomo di salvaguardare e nutrire entrambi gli aspetti di cui sarebbe composto. Senza pretendere di affermare ossessivamente uno sull'altro, alimentando in questo modo un conflitto interiore che nuocerebbe a se stesso.

Un ulteriore aspetto che va considerato è l'origine pagana di molte feste cristiane, in primis il Natale. Se fin dalla più remota antichità l'uomo ha sentito il bisogno di celebrare a modo suo la presunta natura spirituale dell'uomo e successivamente quella materiale mediante il carnevale, ciò starebbe a significare che da "sempre" egli è consapevole di essere caratterizzato da un duplice aspetto, spirituale/materiale, entrambi fondamentali per la propria esistenza. E dunque entrambi meritevoli di essere festeggiati anziché soffocati a favore dell'altro. 

Oggi è Natale e siamo tutti più buoni. Tra una settimana sarà capodanno e saremo tutti, o quasi tutti, più “libertini”.

Buone feste!

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