LA VOCE DI KAYFA

Pur trattandosi di una bella donna, non ho mai nutrito particolare simpatia per Simona Ventura, la nuova “signora” della televisione italiana, al punto da cambiare spesso canale quando in un programma televisivo appare sia come conduttrice che come ospite. Fino a domenica non sapevo esattamente quale fosse il motivo di questa mia repulsione, so solo che mi bastava trovarmi al cospetto del suo sorriso liftato, anche se fotografato su di un giornale, per provare un moto di stizza! Spesso, ragionando, cercavo di capire il perché considerato che sono particolarmente sensibile al fascino femminile. Dopo quel che è accaduto domenica scorsa a QUELLI CHE IL CALCIO, programma per l’appunto condotto dalla Ventura, dove per quasi mezz’ora, senza diritto di replica, o quasi, è stato concesso a Luciano Moggi,  - l'ideatore e realizzatore di un'organizzazione truffaldina tesa a far vincere la Juventus e qualche altra squadra di calcio che decideva di entrar a far parte del giro di Luciano, gettando praticamente nella merda il calcio italiano, risollevatosi poi da solo con i propri “piedi”, vincendo sul campo, (si spera!), l’ultimo campionato del mondo in Germania – ho trovato finalmente risposta al dilemma! Come per tanti anche per la Ventura il mezzo televisivo non rappresenta un “semplice” strumento attraverso cui fare spettacolo per intrattenere allegramente la gente mentre pranza o digerisce, né per fare informazione in maniera adeguata, dando giustamente voce a chi, commesso un reato, vuole difendersi, o quanto meno cercare di spiegare le ragioni che lo spinsero a commetterlo,  ma consentendo poi il diritto di replica a chi, ascoltate tali ragioni, vuole meglio capire ponendo a sua volta domande adeguate affinché anche gli spettatori aldilà del video, ascoltando i pro e i contro, possano farsi meglio un'idea del tutto. Anche per la Ventura, dicevo, si ha la netta sensazione che la televisione rappresenti unicamente il palcoscenico da cui poter farsi ammirare; una mera ribalta per appagare la propria vanità, fregandosene della gente, dei sentimenti o risentimenti che prova verso chi l'ha tradita e vuole invece apparire come chi è stato tradito, (leggi  Moggi!)
Per circa mezz’ora il “signor” Moggi, rilassato e abbronzato a dimostrazione che in questi mesi ha davvero “tanto sofferto”, intervistato dalla Ventura, ha spiegato le “proprie” motivazioni. Permettendosi di zittire il giornalista Andrea Vianello, conduttore di MI MANDA RAI TRE, che lo rintuzzava con domande opportune per sapere se lui, Moggi, le famose telefonate le avesse fatte oppure no, dichiarando, “io con lei non ci parlo più”. Cosa che del resto aveva tacitamente già fatto all’inizio di calciopoli, quando si era rifiutato di presentarsi davanti ai magistrati che indagavano sullo scandalo, lasciando che a farlo fosse Giraudo, l’altro ex dirigente della Juventus coinvolto nello scandalo, licenziato inseime a Moggi dalla società torinese, dicendo che lui, sempre Moggi, si era ritirato dal mondo del calcio perché ne era schifato e pertanto non aveva nulla da dire, (ma poi si è lasciato sedurre da Telelombardia, emittente su cui, alla faccia della coerenza, commenta le partite di campionato). Poverino! Ma il clou domenica lo si è raggiunto quando il “signor “ Moggi ha affermato, “Ho passato un mese bruttissimo, (vista l’abbronzatura che sfoggiava, probabilmente il mese l’ha trascorso su qualche isola dei Carabi a crogiolarsi al sole, non certo sotto la pioggia come tanti poveri italiani). Ora sono quasi un eroe popolare, (questa se la poteva davvero risparmiare: se lui è un eroe popolare allora gli eroi, quelli veri, che rischiano ogni giorno la vita pur di affermare la legalità a scapito del crimine - Falcone e Borsellino sono un esempio come tanti alti di cui mi sfugge il nome - sono loro i veri criminali o devono assurgere agli altari della santità?...),  la gente è con me, (ma quale gente non specifica), mi vuole bene, (di sicuro io no, e voi?), e ha capito che non ho fatto niente di male. Se ci fosse stato il dottor Agnelli, questa cosa non sarebbe successa, (nel senso che la truffa la si sarebbe continuata a perpetrare in occulto come era sempre avvenuto fino a poco tempo fa?...)”. Il tutto si è svolto sotto lo sguardo sornone, oserei dire da pesce lesso, della Ventura che ascoltava l’ospite parlare senza interromperlo, nemmeno quando si è permesso di “attaccare” Vianello che, in tutta quella farsa, (e pensare che dobbiamo pure pagare il canone alla RAI per sorbirci questi disturbi durante il pranzo o la digestione), era l’unica persona seria che cercava di fare un minimo di chiarezza su un evento che ha mortificato, offeso  tutti coloro che credevano, e ancora credono nei valori sani dello sport.
                                  Gene Gnocchi dove eri?