LA VOCE DI KAYFA

Preti pedofili e riti sconsacrati

L’affermazione di Benedetto XVI, durante il suo incontro con i giovani in Australia, che i preti pedofili devono essere portati davanti alla giustizia, è certamente un passo importante da parte del Vaticano nel bandire una volta e per sempre la pedofilia dal clero e riavvicinare la gente alla Chiesa. Tuttavia l’astronomica cifra di 660 milioni di dollari spesa tra gli anni quaranta ad oggi nella sola diocesi di Los Angeles per indennizzare le circa 500 vittime accertate di atti di pedofilia commessi da uomini di chiesa mette in risalto la forza economica e, di riflesso, politica della Chiesa nella società, suscitando seri dubbi sulla sua funzione spirituale. Del resto le cifre in termini di migliaia relative ai preti sparsi sull’intero globo, non solo in America, Irlanda e Australia, che si sono ufficialmente macchiati di un reato tanto aberrante qual è appunto la pedofilia, apre scenari inquietanti che mettono in discussione l’efficacia della ritualistica cristiana attraverso cui si comminano i sacramenti, primo tra tutti l’eucarestia meglio nota come comunione!

Qualunque atto rituale è un gesto Magico la cui funzione è quella di consentire alle entità Spirituali di interaggire con il mondo degli uomini per conto dell’operatore, mago o sacerdote, che funge da medium, da mediatore, tra il nostro mondo e quello ultraterreno. L’imposizione delle mani con cui il prete consacra le ostie nella pisside ha lo scopo di canalizzare lo Spirito Divino in terra tramite la figura del prete per infondere la santità alle particole che il celebrante successivamente offrirà ai fedeli affinché il Corpo di Cristo penetri in loro santificandoli!

Come per qualunque atto magico, affinché la consacrazione delle ostie avvenga è necessario che la coscienza di chi esegue il rito sia scevra da colpe, pura, immacolata come quella di un fanciullo in modo che la purezza dello Spirito non si inquini mentre discende attraverso l'uomo poiché esiste un intimo legame tra la natura della coscienza dell'officiante e le entità ultraterrene che si manifesteranno durante il rito in quanto ogni simile attrae il proprio simile; il grado di coscienza dell'operatore funziona da calamita attirando a sé entità la cui natura è equivalente al proprio stato di coscienza. In base a questa legge, quale entità risponderà all’invocazione di un rito compiuto da chi, abusando di fanciulli inermi, non ha certo la coscienza pura come si conviene a chi deve mediare tra gli uomini e Dio, se non un’entità di bassa spiritualità, diabolica? La comunione o qualsiasi altro sacramento che un sacerdote dalla coscienza “impura” impartirà ai fedeli che reale beneficio spirituale arrecheranno a quanti presenziano al rito? Non sarebbe il caso che, oltre a risarcire le vittime accertate degli abusi dei preti pedofili, la Chiesa “risarcisca” tutti coloro che per anni si sono lasciati comminare i sacramenti da “criminali” perché, invece di partecipare a un rito consacrato, inconsapevolmente prendevano parte a una funzione sconsacrata visto che la coscienza lorda dell’officiante catalizzava in terra non certo lo Spirito Santo bensì uno spirito di natura opposta alla santità?

La Chiesa tutte queste cose le sa benissimo, perché non parla? Perché, una volta e per sempre, non spiega i motivi per cui spesso un prete accusato di pedofilia o violenza sessuale, anziché essere sospeso dal ministero fino a quando non sarà chiarita la sua posizione, viene "semplicemente" spostato di sede, quasi sempre reiterando il reato di cui è accusato nella nuova comunità di cui è il pastore?  Chiedere che i preti pedofili siano “portati davanti ai giudici” è troppo poco! Che valore hanno per la salvezza delle anime sacramenti comminati da  uomini che invece d'essere paladini del Bene erano e sono apostoli del male?