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Bigottismo di Stato

Post n°797 pubblicato il 04 Novembre 2009 da kayfakayfa

Come era prevedibile, è naturale che in un paese come il nostro che si nutre di falsi moralismi - dove una parte della classe politica è divorziata, risposata o convivente, ha delle amanti o va tranquillamente a puttane se non addirittura con i transessuali, magari sniffando cocaina, si sente in diritto e dovere di indire un family day, con la benedizione del Vaticano, per tutelare la famiglia – la sentenza di ieri della Corte europea per i diritti dell’uomo che vieta l’esposizione sulle pareti nelle classi delle scuole pubbliche dei crocifissi suscitasse una levata di scudi, senza se e senza ma, da parte del mondo politico/cattolico a tutela dell’identità cristiana della nazione!

Eppure questa “levata di scudi” nega la multietnicità dell’attuale società italiana e europea.

In un Europa senza frontiere, dove con frequenza crescente, in virtù dei flussi migratori regolari o clandestini, c’è una fusione di culture e religioni diverse in un singolo paese, la presenza di un simbolo religioso di matrice cristiana quale il crocefisso nelle scuole pubbliche – sempre più frequentate anche da alunni di famiglie professanti altre religioni o che non tacciano il proprio ateismo in nome della democrazia che riconosce al singolo individuo il diritto di professare tranquillamente qualunque tipo di dottrina religiosa gli sia più confacente o anche di dichiararsi non credente – la presenza del crocefisso sulle pareti delle classi pubbliche potrebbe in qualche modo risultare agli occhi di crede in Allah, in Buddha, nell’ebraismo o nell’illuminismo una sorta di imposizione più che un’offesa al proprio credo. A riguardo stupisce che la Chiesa, pronta a condannare la lotta ai clandestini bandita dall’attuale governo, si senta parte lesa dalla sentenza di Strasburgo in quanto la sentenza impone il divieto nelle scuole pubbliche e non in quelle private. E lascia perplessi - anche se le ragioni politiche sono ovviamente chiare - la presa di posizione del Ministro Gelmini che si dice pronta a fare ricorso contro il verdetto visto che lei stessa si disse pronta a ristabilire l’obbligo del grembiule nelle classi per omologare tra loro gli alunni affinché dalla diversità di indumenti indossati non sortissero diversità di classi sociali penalizzando i meno abbienti.

La presenza di un crocefisso in un’aula,  più che attestare l’identità cristiana dell’Italia – non dimentichiamoci che dal nazifascismo ci hanno liberato non solo gli alleati ma i partigiani, non tutti credenti! – afferma il predominio del cristianesimo sulle altre religioni. Se tale predominio fino a “ieri” era plausibile, oggi con l’Europa unita e i continui sbarchi di genti provenienti da altri lidi sulle nostre spiagge alla ricerca di speranza tale presunto predominio non ha più ragione di esistere. Del resto se si vuole concedere agli stranieri regolari il diritto al voto, altresì si deve rispettare il loro credo smuovendo dalle aule pubblico un simbolo religioso in cui non credono in quanto nella Costituzione si afferma la laicità dello Stato!

L’uguaglianza dei cittadini davanti alla Legge, di cui tanto si discusse allorché il governo varò il Lodo Alfano che poneva delle distinzioni tra chi ricopre una delle prime quattro cariche rispetto al resto della popolazione, poi bocciato dalla Consulta per palese incostituzionalità, viene nuovamente messa in discussione con la sentenza di Strasburgo: uno Stato laico dove sono in costante aumento gli stranieri professanti altre religioni che mandano i propri figli nelle scuole pubbliche, in nome di quell’uguaglianza tra i cittadini sancita dalla Costituzione, non può permettere che sulle pareti delle proprie scuole risalti il crocefisso, per eccellenza simbolo della cristianità.

Uno Stato di diritto e laico, che poggia le sua azioni sulla Costituzione, in nome dell’uguaglianza tra i cittadini non perde tempo in chiacchiere per tutelare una religione rispetto ad altre ma libera le pareti della aule dal simbolo per rispetto di chi crede in un dio diverso o di chi non vi crede affatto!

Commenti al Post:
lepromessespose
lepromessespose il 04/11/09 alle 19:03 via WEB
Nemmeno più Gesù Cristo ha il posto fisso :-( http://club.quotidianonet.ilsole24ore.com/pandolfi/via_il_crocefisso_resta_il_nulla_delleuropa
 
 
kayfakayfa
kayfakayfa il 04/11/09 alle 19:31 via WEB
Vi sbagliate, il posto fisso di Gesù è in chiesa, da lì nessuno lo smuoverà mai!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Rizzieri il 10/11/09 alle 23:51 via WEB
Buonasera, Enzo, questa sera riesco a edicarmi al tuo bolg, sempre molto interessante, e, come a volte ti ho scritto, mi trovo frequentemente in accordo con te. Non in questo caso, però. Analizziamo la questione crocifisso da due aspetti. Il primo: La laicità dello stato. Sotto questo aspetto, e sotto quello della multietnicità, potrei anche essere d’accordo con la Corte Europea. Ma innanzitutto, ritengo che l’argomento vada affrontato e deciso all’interno dello stato in questione. La Francia lo ha fatto, sua sponte, senza imposizioni. Ma in Francia non hanno la Chiesa…e anche questo è vero Ma pur ammettendo che la Corte abbia ragione, ci toccherà affrontare altri argomenti simili. Primo fra tutti: le festività religiose. In Italia ne abbiamo tantissime. Non mi pare che le feste patronali siano presenti nel resto d’Europa, ma sicuramente il Natale e la Pasqua si.. Come la mettiamo? A questo punto, da non credente, o da mussulmano, o da ebreo, potrei fare ricorso e chiedere che mio figlio non festeggi le feste religiose cattoliche facendo festa a scuola e quindi chiedere che le stesse restino aperte, o potrei invece chiedere che vengano riconosciute anche quelle della mia religione. O da imprenditore potrei chiedere di non pagare le festività religiose ai miei dipendenti non cattolici, o chiedere la cancellazione di TUTTE le festività religiose in nome della sacrosanta laicità dello stato.Ma la realtà è che la convivenza non passa attraverso la rinuncia ma l’integrazione e l’accettazione delle tradizioni e dei sentimenti dei popoli. Il secondo punto: CRISTO. Vedi Enzo, proprio stasera, tornando a casa ad una trasmissione radiofonica ho ascoltato (la trasmissione era ZAPPING), ho ascoltato uno scritto di Natalia Ginzburg (di cui confesso di non aver letto mai nulla) che mi ha lasciato di stucco perché pur essendo lei ebrea, esprimeva un giudizio che (in maniera molto più argomentata e degna dell’argomento di quanto non farò io) collimava esattamente con il mio pur essendo io orientato più verso l’ateismo che verso la fede. La figura, di Cristo, a dispetto di quanto la Chiesa ha fatto negli ultimi duemila anni circa, ha, al di la dell’aspetto religioso, un valore laico e sociale immenso. Cristo, duemila anni fa, ha parlato e ha insegnato la tolleranza, la pace, l’uguaglianza fra tutti gli uomini fra tutte le donne, l’amore per il prossimo, l’accettazione del diverso. Valori che noi diamo per acquisiti come valori sociali, che ricordiamo spesso come espressione della rivoluzione francese o di figure quali Ghandi dimenticando che Gesù le ha insegnate molto prima Forse chi critica il crocifisso farebbe bene a pensare che se l’Italia e l’Europa hanno accolto e accolgono e convivono e tollerano, lo devono in parte a quell’uomo che su quel crocifisso è stato inchiodato, magari non perché figlio di Dio ma per le sue idee. Nessun’altra religione ha una figura che ha avuto un impatto sociale forte come Cristo, non solo in Italia, ma nel mondo.
 
 
kayfakayfa
kayfakayfa il 11/11/09 alle 09:48 via WEB
Caro Franco, credo che forse hai un tantino estremizzato la questione, mi spiego: il crocefisso è un simbolo religioso e la sua presenza in un'aula potrebbe essere intesa come una prevaricazione del cristianesimo sulle altre religioni (premetto che pur essendo laico, a me la presenza di quel simbolo in una classe non crea alcun fastidio, la vivo con assoluta indifferenza, ma mi rendo conto che in qualcun altro, ateo o praticante altre religioni, potrebbe dare fastidio. E proprio in nome di quella tolleranza cui fai riferimento, penso che la presenza di qualunque simbolo religioso nelle scuole pubbliche vada abolita o quanto meno omologata nel senso di affiancare alla croce i simboli delle altre religioni in quanto Dio è unico e solo! La presenza nella scuola pubblica del simbolo cristiano potrebbe anche tacitamente significare quello che tutti sussurriamo da sempre, in Italia vige una teocrazia/democratica!
 
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