LA VOCE DI KAYFA

L'ERA MONTI È SEMPRE PIù NERA

Che Monti avesse ereditato da Berlusconi una situazione catastrofica del paese è cosa noto a tutti.

Così come è altrettanto cosa nota a tutti che per fronteggiare quella catastrofe occorreva compiere scelte impopolari che difficilmente un governo eletto democraticamente dai cittadini avrebbe preso per non scontentare il proprio elettorato e condannarsi a perdere le prossime elezioni.

Quel che non era cosa nota a tutti, prima di tutto al governo in carica e a chi lo ha voluto a tutti i costi, è che, essendo l’Italia una repubblica parlamentare, anche le scelte di un governo cosiddetto tecnico, per essere attuate, avevano bisogno del consenso del Parlamento.

Ecco dunque spiegato il motivo per cui, quando era un “semplice” professore, Monti indicava come ricetta per salvare il paese rigore e equità, ossia adottare dei provvedimenti che avrebbero scontentato sia l’elettorato di sinistra che quello di destra.

Per quest’ultimo caso si lasciava intendere che l’introduzione di una patrimoniale sarebbe stata lo strumento indispensabile per permettere allo stato di far pagare più tasse a chi aveva più soldi.

Non appena eletto, però, su questo punto, il professor Monti ha dovuto tirare drasticamente il freno a mano in quanto il PDL gli ha fatto chiaramente capire che se avesse messo mano a una patrimoniale il governo non avrebbe mai avuto l’appoggio della maggioranza berlusconiana e quindi sarebbe morto prima ancora di nascere non trovando in Parlamento una maggioranza politica che lo sostenesse.

E da quel momento, per quanto in tutti fosse viva la consapevolezza che il paese fosse a un passo dal baratro per cui era indispensabile una politica rigorista per rimpinguare le casse dello Stato, finora l’azione del governo Monti si è contraddistinta esclusivamente per tagli alla spesa pubblica, aumenti delle tasse, modifica del sistema pensionistico con innalzamento dell’età pensionabile a 66/67 e passaggio dal sistema retributivo a quella contributivo con abolizione delle pensioni di anzianità, drastica riforma del mercato del lavoro che prevede l’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori per facilitare i licenziamenti e, a detta del governo, spingere così le aziende a assumere (?)...

In pratica solo rigore, soprattutto nei confronti delle fasce deboli, ma niente equità!

Addirittura, commentando gli aumenti delle bollette, il Premier ha detto “meglio aumenti rozzi e più tasse che fare la fine della Grecia”

Senz’altro sarà così, tuttavia non si capisce con che criterio si può pretendere di rilanciare l’economia nel paese quando gli italiani hanno sempre meno soldi in tasca.

Finora il governo ha agito esclusivamente per arginare la deriva del paese tartassando al di là delle più nere aspettative i cittadini.

E andrebbe anche bene così a patto che successivamente seguisse un’azione tesa a rilanciare il lavoro e la produttività nel paese, magari rendendo più pesanti le buste paga in maniera che la gente possa tornare finalmente a spendere.

È vero che se avessimo fatto la fine della Grecia ci saremmo venuti a trovare in una situazione ancora più critica di quanto già non sia l’attuale.

Ma è anche vero che viaggiando di questo passo, con un aumento dell’età pensionabile non si capisce con quale criterio il governo prevede di fare spazio ai giovani nel mondo del lavoro.

L’ISTAT ha reso noto dati sull’aumento della disoccupazione nel paese da far accapponare la pelle.

Il numero dei disoccupati è aumentato del 9,3% mentre tra i giovani il tasso di disoccupazione è salito al 34%!

Come si possa, con simili dati, convincere gli italiani che i sacrifici cui sono sottoposti sono indispensabili per il rilancio economico del paese riesce francamente difficile!

È vero che Monti ha ereditato da Berlusconi una situazione economica disastrosa, ma è pur vero che rispetto alle aspettative, il professore e i suoi tecnici si stanno dimostrando meno convincenti di quanto sembrassero agli inizi tanto che è sensibilmente in calo il consenso del governo tra i cittadini.

La luna di miele col paese è finita!

È ora che Monti, anziché minacciare di mollare se il Parlamento non approva le riforme così come il governo le presenta, si dia  da fare per restituire un minimo di dignità e sicurezza  economica ai cittadini.

I rincari quotidiani della benzina sono solo una delle tante prese in giro che gli italiani sono costretti a digerire ogni mattina che si recano a lavoro.

Come qualcuno ha giustamente osservato, a dare inizio alla rivolta in Tunisia che fece poi cadere il regime di Ben Ali fu il suicidio di un giovane ambulante stanco di subire continue vessazioni tributarie.

In Italia già sono diversi i suicidi di imprenditori disperati, strangolati dalla crisi, stanchi di soffrire perché non ce la facevano più a andare avanti…

Sarebbe il caso che Monti, i suoi Ministri e i partiti che lo sostengono non trascurino questo aspetto.

Finanche la pazienza degli italiani ha un limite!