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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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Sparlare di Napoli è uno tra gli sport prediletti dagli italiani, o sarebbe meglio dire italioti?
Da quando il sud Italia fu liberato dal giogo borbonico dall'esercito piemontese - o sarebbe meglio dire fu occupato dai Savoia? - Napoli, ex capitale del Regno delle due Sicilie, non ha mai smesso di subire mortificazioni dal resto del paese.
Certo i motivi sono molteplici. Primo tra tutti c'è sicuramente il carattere indolente e l'esasperante opportunismo di molti miei concittadini che, confondendo la furbizia con il malaffare, la mattina si svegliano col pensiero di dover frodare il prossimo per sbarcare il lunario anziché buscarsi onestamente la pagnotta.
Né basta l'elevato taso di disoccupazione al sud per giustificare questa visione distorta della vita da cui trarrebbe radici storiche la camorra.
Se poi vogliamo seriamente discutere sul perché da oltre centocinquanta anni, praticamente dall'indomani dell'unità d'Italia, la questione meridionale, checché ne dicano esimi studiosi, non è mai stata risolta, non basterebbero mari d'inchiostro e chilometri di pagine per spiegarla.
Sintetizzando, credo di non peccare di presunzione affermando che, da che esiste, il sud Italia è una miniera senza fondo da cui per oltre un secolo hanno attinto politici, banchieri e imprenditori senza scrupoli i quali, a parole portavano avanti politiche finalizzate alla crescita del sud ma praticamente, di concerto con le organizzazioni criminali, quelle stesse organizzazioni che avrebbero dovuto denunciare e combattere, hanno dilapidato a beneficio delle proprie tasche i tanti fondi emanati prima dai governi regi e poi da quelli repubblicani per la crescita e lo sviluppo del mezzogiorno d'Italia.
Facendo sorgere più di un dubbio che se il sud non fosse esistito l'avrebbero inventato, come probabilmente hanno fatto i cosiddetti eroi risorgimentali, per avere un valido pretesto che giustificasse gli infiniti stanziamenti economici devoluti per la crescita di queste zone allo scopo di
appropriarsene sconsideratamente, lasciando marcire nel degrado più assoluto quanto doveva essere purificato dall'utilizzo di quel denaro. Ponendo le condizioni perché venissero stanziati altri fondi di cui impossessarsi, andando così avanti all'infinito...
Seppure ciò corrispondesse al vero non giustifica che Napoli sia considerata patria dell'anarchia
solo perché molti napoletani hanno disprezzo delle regole.
Da qui le tante critiche piovute da diversi fronti sulla manifestazione organizzata ieri dai commercianti napoletani contro le ZTL imposte dal sindaco De Magistris per restituire la città ai suoi abitanti.
È vero, come hanno scritto e detto in tanti sarcasticamente, che i napoletani – non tutti per fortuna – se devono scendere a comprare le sigarette dal tabaccaio dietro l'angolo amano prendere la macchina essendo per natura fraccomodi e hanno in odio i semafori.
Ma è anche vero, ed è qui che inviterei questi signori dalla penna e dalla parola facile a scendere a Napoli per sperimentarlo sulla propria pelle prima di sentenziare, che dopo il crollo alla Riviera di un palazzo con conseguente blocco del traffico in quell'area, anziché anteporre gli interessi degli sfollati e dei cittadini a quelli economici e d'immagine derivanti dalla Coppa America, l'amministrazione comunale, sindaco in testa, ha dimostrato una totale mancanza di sensibilità, peggiorando ulteriormente la già critica viabilità urbana, imponendo a chi deve spostarsi in auto da un punto all'altro della città dei veri tour de force obbligandolo a restare imbottigliato per ore nel traffico.
Mi si obbietterà che per muoversi in città basta servirsi dei mezzi pubblici.
Se funzionassero come in tutte le altre città, sicuramente sarebbe la soluzione ideale.
Il punto, come sanno bene il Sindaco e i suoi collaboratori, è che i mezzi pubblici napoletani, nessuno escluso, funzionano in maniera pessima per mancanza di fondi delle varie società che li gestiscono, per cui la media di attesa a una fermata dell'autobus è di mezz'ora se non di più. Per non parlare della metropolitana “targata” FS che, dopo un certo orario, ti fa attendere più di un'ora prima che passi il prossimo treno.
Situazioni che scoraggiano chi vorrebbe andare in città per fare acquisti senza aver bisogno di prendere la macchina.
Non discuto, come sostiene qualcuno, che difficilmente i commercianti avrebbero protestato o protesterebbero contro un boss che gli impone il pizzo. Né però mi sento di contraddire il sindaco quando dice che dietro i disordini di ieri ci siano infiltrati della camorra – non ce lo vedo un commerciante, per quanto incazzato nero, gettare bombe carta contro la sede del Comune o affrontare spavaldo i celerini.
Non lo nego, Napoli è un universo a se stante. Ma prima di cogliere la palla in balzo per gettare ulteriore fango sulla città e sul suo popolo, bisognerebbe viverla da cittadino, non da turista
né da lettore di giornali o spettatore di telegiornali.
Solo così si comprenderebbe perché tanti napoletani, non solo i commercianti, ce l'hanno con De Magistris e le sue ZTL.
La rivolta dei commercianti di Napoli contro la Ztl non testimonia quanto i napoletani disprezzino le regole bensì la rabbia di una categoria e di un popolo contro un improvviso inferno di regole imposte senza regole!
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LEONARDO DA VINCI
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