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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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Malgrado le rassicurazioni di Antonio e Mauro - rispettivamente l'uno, a suo dire, “profondo conoscitore del clima di Telese”, l'altro per “aver consultato su internet un sito meteo di assoluta affidabilità prima di scendere di casa” –, contrariamente ai nuvoloni carichi di pioggia addensati in lontananza sulle montagne che intravedevamo attraverso il parabrezza mentre in auto percorrevamo la Fondo Valle Isclero diretti a Telese Terme dove avremmo partecipato all'ottava edizione del “Trofeo Città di Telesia” tra le più belle e importanti 10 km al mondo, a Telese non sarebbe piovuto (Antonio), o, se lo, fosse, pioverà fino alle 19 per poi smettere in concomitanza con la partenza (Mauro).
È superfluo aggiungere che il maltempo ha funestato Telese prima, durante e dopo la gara costringendo circa 200 dei 1600 iscritti a rinunciare a partire. In particolare un vero e proprio nubifragio si è abbattuto sulla cittadina beneventana intorno alle 19, orario dello starter, a testimonianza di quanto relative siano le conoscenze umane sia istintive che tecnologiche; inzuppando i concorrenti assiepati sotto i portici dei palazzi o addossati sotto gli ingressi dei negozi e dei bar, in attesa di entrare nelle griglie di partenza, scalpitanti di partire per esorcizzare attraverso lo sforzo fisico lo spettro del diluvio e, soprattutto, prendere un po’ di calore per allontanare da sé il timore di buscarsi un malanno.
Al di là delle battute, paradossalmente, proprio “grazie” alla tempesta che non ha lasciato un attimo di tregua, la gara ha confermato il proprio prestigio internazionale in quanto, a livello organizzativo, nonostante l’inclemenza di Giove Pluvio, non c’è stata alcuna sbavatura. Anzi, a conferma che la grandezza di un uomo e di quello che egli fa la si misura nei momenti di difficoltà, potremmo dire che proprio il maltempo e l’ottima risposta data dall'oraganizzazione hanno incoronato il Trofeo Città di Telesia gara di livello mondiale.
Per quanto riguarda noi miseri mortali recatici a Telese senza alcuna velleità agonistica se non quella di migliorarci sulla distanza respirando l’atmosfera dell’evento, farci fotografare insieme a qualcuno dei Top Runner presenti in gara e poter dire “io c’ero”, possiamo affermare che la giornata di domenica pomeriggio non la dimenticheremo mai più. Non solo per la bellezza della competizione che merita d’essere assolutamente rivissuta il prossimo anno, magari con un clima più mite. Ma soprattutto per i tanti episodi che l’hanno caratterizzata grazie ai quali per qualche ora cinque cinquantenni hanno riscoperto e rivissuto lo spirito goliardico dei diciotto anni.
Le risate che ci siamo fatti prima e dopo la gara mentre, ritornando a casa, con la mente ripercorrevamo i tanti simpatici momenti della giornata ci hanno ampiamente ricompensato di tutta l'acqua presa. In particolare non dimenticheremo mai l’umanità di una signora del posto la quale, evidentemente impietosita dal nostro stato infradiciato, appena ci ha visti spogliare sotto il pergolato del proprio villino nel disperato tentativo di non bagnarci ulteriormente, ci ha aperto il garage di casa per farci cambiare all’asciutto offrendoci perfino l’asciugacapelli, gesto determinate perché non ci beccassimo un malanno. Così come sarà impossibile dimeticare il rammarico di Nunzio per "non aver avuto il coraggio di osare" dopo aver visto il tempo con cui aveva chiuso la gara a dispetto delle pessime condizione meteo.
Per quanto riguarda me a livello sportivo posso dirmi ampiamente soddisfatto per averla chiusa bene, senza alcun risentimento muscolare dato che ero reduce da un infortunio che mi ha costretto a non allenarmi per circa un mese, e anche per il tempo ottenuto abbondantemente sotto i 55 minuti che mi ero prefissato prima di partire.
Di quella splendida giornata di sport e di amicizia restano una sfilza di ricordi e foto scattate con gli smartphone, pubblicate real time su FB da Antonio e me, cui non smetteremo mai né di pensare né di guardare perché è bello riscoprirsi diciottenni a cinquant’anni.
Ecco uno dei pregi di cosa significhi essere un runner!
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