LA VOCE DI KAYFA

PD, PARTITO DIABOLICO O DISASTROSO?

A distanza di una settimana dal pasticciaccio delle primarie del Pd a Napoli per decidere il candidato Sindaco alle prossime elezioni amministrative – video di Fanpage hanno immortalato consiglieri comunali e municipali all’ingresso di alcuni seggi precettare la gente in strada, dandole soldi e indicazioni di voto a favore della candidata renziana Valeria Valente. Danneggiando Antonio Bassolino, sconfitto per una manciata di voti,  poco più di 450. Il quale oltre al danno ha subito la beffa di vedersi respinto il ricorso perché presentato oltre le 24 ore  - ancora non è chiaro se il voto verrà annullato e ripetuto oppure se la Valente sarà il candidato del Pd e Bassolino correrà da solo presentando una lista propria.

Nell’attesa di conoscere le decisioni ufficiali, ascoltando ieri Renzi parlare alla Scuola di Formazione Politica del PD, si intuisce che difficilmente l’esito del voto napoletano non sarà ratificato. E dunque quasi certamente  la Valente correrà alla carica di sindaco di Napoli per il Pd. Il premier ha infatti ricordato la sua sconfitta alle primarie del 2012 alla sefreteria del partito, affermando che in politica si può perdere. Dimenticandosi però di aggiungere che su quel voto non aleggiava lo spettro di brogli. Diversamente chissà se lo stesso Renzi, una volta acclarata la truffa, non avrebbe fatto carte false per annullare l’esito della consultazione al fine di affermare giustamente un proprio diritto.

Che Renzi non sia ben visto dalla vecchia guardia del Pd – i vari D’Alema, Bersani e tutti i reduci del vecchio PCI/PDS di cui il PD rappresenterebbe la naturale evoluzione genetica. Ma in realtà, da quando c’è Renzi alla guida della segreteria, sembra sempre più la fotocopia della DC (non a caso Renzi ha una storia politica di matrice democristiana) – non lo scopriamo certo ora.

Tale mancanza di simpatia nei confronti di Renzi da parte di alcuni nomi storici del partito, ma non  solo, ha alimentato nel PD la cosiddetta minoranza che apparentemente sembra remare contro il Segretario/Premier, ma poi, alla prova dei fatti, ossia quando si tratta di votare in Parlamento provvedimenti del governo su cui pende il voto di fiducia, e quindi se lo stesso non passasse cadrebbe il governo e tutti a casa con il rischio di non essere ricandidati dalla segreteria per un nuovo mandato, si ottura il naso e le orecchie e vota a favore “perché non si può andare contro la ditta”. Seppure si tratta di violare lo statuto dei lavoratori, abrogando l’articolo 18 che li tutelava dai facili licenziamenti. O sostenere una riforma costituzionale da molti esperti di Diritto ritenuta una violenza alla democrazia in quanto sminuirebbe il valore del Parlamento dando ampi potere al Presidente del Consiglio, rendendo insignificante la funzione delle opposizioni.

Ritornando da dove eravamo partiti, la vicenda di Napoli traccia un ritratto del Pd tutt’altro che edificante.

Già durante le primarie per le amministrative del 2011 il Pd napoletano fu scosso da un terremoto elettorale a causa di brogli a favore dell’allora candidato bassolinianio Cozzolino, oggi renziano di ferro, costringendo la segreteria presieduta da Bersani a annullare la consultazione. Spianando la strada della vittoria a De Magistris.

A distanza di cinque anni la storia torna a ripetersi con la differenza che questa volta la segreteria non vuole affatto saperne di annullare il voto. Dando a intendere che dei brogli se ne frega visto che la vincitrice è la candidata di Renzi. E dunque lanciando un messaggio tutt'altro che edificante in nome della legalità. 

Recita un famoso motto di Sant’Agostino, ERRARE HUMANUM EST, PERSEVERARE AUTEM DIABOLICUM (errare è umano, perseverare nell’errore è diabolico).

Da quanto è avvenuto alle primarie di Napoli, in virtù della recidività delle stesse, paradossalmente l’acronimo Pd da Partito Democratico sembra tasformarsi in Partito diabolico!

Ma forse sarebbe meglio dire Partito disastroso visto che così facendo si sta nuovamente spianando la strada della vittoria al sindaco uscente De Magistris o al candidato del centrodestra Lettieri.

E meno male che il Pd ha una Scuola di formazione politica…