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DISASTRO DI GENOVA, SARA' LA NEMESI PER RENZI?

Post n°1691 pubblicato il 21 Aprile 2016 da kayfakayfa

 

Se il disastro ambientale di Genova – una condotta che consente il passaggio del petrolio dal mare alla terra ferma s'è rotta sversando nel torrente Polcevara migliaia di tonnellate di oro nero che lentamente sta fluendo in mare, causando un inquinamento i cui danni al momento sono difficili da quantizzare – anziché verificarsi domenica sera, a ridosso della chiusura dei seggi per il referendum sulle trivellazioni a mare – dunque la notizia non era ancora filtrata dai media - fosse avvenuto tra sabato e domenica mattina, molto probabilmente, così come avvenne nel 2011 quando si doveva votare il referendum contro il nucleare in Italia, sull'onda emotiva suscitata dal disastro di Fukushima in Giappone, dove, a seguito di un tremendo terremoto, scoppiò un incendio in una centrale nucleare con conseguenze a tutt'oggi drammatiche per l'ambiente e la popolazione, gli italiani, contrariamente a quanto auspicava l'allora Premier Berlusconi, anziché recarsi a fare una scampagnata andarono a votare in massa per il No al nucleare mandando all'aria i piani energetici del governo, non si può escludere che anche in questo caso, sull'onda emotiva del disastro di Genova, sarebbero andati a votare in massa per il Sì per abrogare le trivellazioni in mare al fine di prevenire altri disastri, mandando all'aria i piani di Renzi e, soprattutto, dei petrolieri.

Tuttavia se il disastro di Genova a livello di tempistica, sulla carta, sembra aver favorito il governo sull'esito del voto di domenica scorsa con il mancato raggiungimento del quorum. Di fatto potrebbe aver indotto non pochi dubbi nelle menti di quei milioni di italiani che, ubbidienti ai proclami di governo, o semplicemente perché hanno perso la fiducia nella politica, domenica hanno deciso di disertare le urne.

Non si può escludere che le inquietanti immagini provenienti da Genova, che da lunedì ci vengono quotidianamente proposte nelle varie edizioni dei telegiornali, non stiano alimentando in molti di questi astensionisti forti dubbi sulle rassicurazioni pre-referendarie del governo sulle remote possibilità di rischi per l'ambiente e per l'uomo derivanti da un ipotetico guasto o dalla rottura di un oleodotto o di una piattaforma a mare.

Il disastro di Genova ha il sapore di un forte monito ai cittadini a non fidarsi di chi tende a sminuire i reali rischi che incombono sull'ambiente quando vengono allestiti impianti del genere a ridosso dei luoghi abitati. Se infatti in questi ambienti gli incidenti si contano sulle punte delle dita di una sola mano, più che la quantità degli incidenti, a preoccupare è il devastante effetto sull'ambiente e sull'uomo che essi possono causare.

Genova è la triste conferma che chi ci governa non è credibile quando garantisce i cittadini sulla sicurezza degli impianti e sul basso impatto ambientale che essi hanno.

È vero, Renzi è stato “fortunato” che il disastro sia avvenuto a ridosso della chiusura dei seggi impedendo a chi si voleva ricredere di andare a votare per dire no alle trivelle. Ma non è da escludere che questa volta esso non abbia solo un impatto sull'ambiente ma, alla lunga, sulla politica interna del paese. In particolare quando a ottobre so andrà a votare per la conferma alla riforma Costituzionale targata Boschi.

Non si può escludere che molti di quegli elettori che domenica si sono astenuti dal recarsi ai seggi, dopo aver visto quanto è avvenuto a Genova, a ottobre non si recheranno in massa per votare No alla riforma Boschi, manifestando il proprio dissenso verso un governo che dà l'impressione di anteporre gli interessi dei petrolieri e dei banchieri a quelli dei cittadini!

Quanti di quegli elettori che domenica hanno disertato i seggi o hanno votato No all'abrogazione delle trivellazioni, dopo il disastro di Genova, inizieranno a dubitare delle rassicurazioni di Renzi e che la riforma Boschi sia davvero un bene per il paese, così come lo sarebbero le trivelle a mare, e decidano di votano in massa No questa volta per evitare un disastro politico?

Se ciò avvenisse, per Renzi e i suoi potrebbe considerarsi alla stregua di una vera e propria nemesi che si manifesterebbe per punirli della pochezza e sciatteria con cui hanno gestito il referendum sulle trivelle; mentendo agli italiani sui reali rischi che impianti del genere possono provocare sull'ambiente e sull'uomo!

Davvero, come sostengono Renzi e i suoi, la riforma Boschi renderà migliore il paese? Oppure lo renderà peggiore, come invece sostengono i comitati dei No presieduti da illustri costituzionalisti?

Il disastro ambientale di Genova potrebbe rivelarsi fatale per il governo a ottobre.

La nemesi non risparmia nessuno!

 
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