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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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Solo questa sera, se non addirittura domattina, conosceremo i risultati definitivi delle elezioni politiche. Tuttavia quelli parziali un risultato inequivocabile già lo hanno decretato: il Pd di Renzi con l'intero centrosinistra e Berlusconi sono i veri sconfitti di queste elezioni. M5S e Lega i vincitori. A dirlo sono i numeri, non i sondaggi o gli exit pool: M5S 32% alla Camera, poco meno al Senato; Lega circa il 18% sia alla Camera che al Senato; Pd introno al 19% in entrambi i rami del Parlamento; FI 14% alla Camera, poco più al Senato; Fratelli d'Italia della Meloni poco più del 4% sia alla Camera che al Senato; Liberi Uguali poco del 3% in entrambi le Camere; +Europa della Bonino poco più del 2% sia alla Camera che al Senato.
Se questi dati trovassero, come quasi certamente avverrà, conferma in quelli finali, il M5S è il primo partito di maggioranza relativa e sia alla Camera che al Senato sarà il primo gruppo parlamentare, realizzando quello che era, e tale è restato, il sogno di Renzi.
Tuttavia, pur essendo il M5S primo partito di maggioranza relativa è improbabile che vada al governo. Non tanto perché Mattarella, come gli impone la Costituzione, non darà a Di Maio l'incarico di formare il governo, ma perché, avendo il M5S preventivamente presentato pubblicamente la lista dei ministri, le poltrone che contano già sono assegnate, per cui è impensabile che gli altri partiti, fino a ieri abituati a spartirsi la torta "per il bene del paese", accettino di convergere sul programma del M5S sostenendolo senza riceverne nessuna poltrona in cambio, consentendo a Di Maio e c. di governare.
Molto più probabile che, una volta ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica, Di Maio non riesca a trovare una maggioranza che lo sostenga per cui rimetterà il mandato a Mattarella. Aquesto punto lo scenario che dovrebbe seguire sarà quello di un governo di scopo a guida Gentiloni per consentire al Parlamento di varare una nuova legge elettorale che consenta finalmente a chi vince le elezioni di governare anziché andare all'opposizione come succede con l'attuale legge.
C'è da sperare che, se davvero dovesse realizzarsi la seconda ipotesi, ossia quella di un governo di scopo a guida Gentiloni, i partiti tutti, ad iniziare da quelli del Patto del Nazareno Pd e FI, abbiano il buon senso e, soprattutto, l'umiltà di fare le cose in assoluta sintonia con la Costituzione, riconsegnando ai cittadini la possibilità di votare non solo la lista ma anche di scegliersi il candidato. Anziché cercare di modificarla a proprio uso e consumo, la Carta va attuata.
Se all'indomani delle elezioni già si parla di un governo transitorio nell'attesa di varare una nuova legge elettorale per poi andare nuovamente alle urne, è evidente che chi ci ha governato nella legislatura appena conclusasi l'ha fatto in maniera pessima, arruffata, incapace!
Con i suoi ipotetici oltre 200 parlamentari alla Camera e poco più di 100 al Senato, percentuali che richiamano alla memoria quelle di quando il PCI era all'opposizione della DC, il M5S potrà fare un'opposizione forte e, se vorrà, costruttiva, costringendo i vecchi partiti nel momento delle scelte topiche per il Paese di tenere conto che nell'aula del Parlamento siede una forza politica che da sola rappresenta il 30% dei cittadini.
Per quanto riguarda il Pd è inutile che Renzi e suoi neghino quello che anche le pietre sapevano da tempo: la mazzata era nell'aria e anche i numeri con cui si è manifestata. La vicenda Banca Etruria e l'inchiesta Consip, nonché la sconfitta al referendum, il jobs act e tanti altri provvedimenti controversi varati dagli ultimi governi di centrosinistra che, più che tutelare i cittadini, hanno dato l'impressione di fare gli interessi dei "soliti noti", non possono non aver giocato un ruolo determinante nelle scelte dell'elettorato di centrosinistra. Ma soprattutto non può non aver condizionato l'esito negativo del voto per il PD il Patto del Nazareno e i ripetuti endorsement verso un'alleanza con Berlusocni da parte di politici del centrosinistra e uomini di cultura che lo sostengono i quali tutto avrebbero sostenuto e votato pur di evitare la vittoria del M5S.
Oggi il PD è un partito, se non morto, in coma profondo. Conseguenza naturale della mancanza di identità che lo caratterizza da quando è nato - un'accozzaglia tra ex comunisti e ex democristiani - la quale ha portato alla distruzione de L'Unità, quotidiano che per anni è stato il riferimento informativo degli operai e di quanti votavano a sinistra.
Con la sua ascesa alla Segreteria del Pd Renzi ha lentamente distrutto quei residui di riferimento che legavano il PD al PCI. Ciliegina sulla torta, candidare nelle liste del PD nel collegio di Bologna un democristiano doc come Casini.
Diverso il discorso per FI: per quanto Berlusconi, malgrado l'età avanzata e i suoi guai giudiziari, fosse sceso in campo per garantire al proprio partito di conquistare una percentuale di voti tale da consentirgli di porsi alla guida del centrodestra subito dopo le elezioni, le sue confuse apparizioni pubbliche con dichiarazioni che dal comico al surreale, hanno dimostrato che l'ex cavaliere non ha più quella lucidità mentale che lo contraddistingueva in passato. Per cui gli elettori gli hanno preferito Salvini, consegnando al leader della Lega la possibilità concreta di puntare a Palazzo Chigi.
In sintesi, se oggi non sappiamo chi ci governerà lo dobbiamo a Renzi e al Pd che, pur di chiudere al M5S ogni accesso alle stanze del potere, non si sono fatti scrupoli di fare alleanze prima con Berlusconi e poi con Verdini, varando una legge elettorale orrenda che, se da un lato doveva penalizzare il M5S, ha punito il PD e potrebbe consegnare il paese nelle mani della Lega Nord.
Per quanto riguarda Liberi Uguali, un partito fondato da chi in Parlamento prima faceva la voce grossa contro Renzi per la proposte di legge che, a suo dire, avrebbero penalizzato i cittadini ma poi le votava tutte perché "non si può andare contro la ditta", forse il 4% è pure tanto!
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