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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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(martedì, 12 settembre 2006)
Mentre per il secondo giorno consecutivo gli autisti dell’ANM, l’azienda napoletana responsabile del trasporto pubblico/urbano su quattro ruote, inscenavano uno sciopero selvaggio perché muniti di mezzi fatiscenti e indurre l’azienda a un rinnovo generazionale in ambito dipendenti, spingendola ad assumere quarantaquattro stagisti tra cui compaiono anche alcuni figli di lavoratori; mandando per strada questa volta solo 70 degli oltre 400 autobus previsti per il “fabbisogno” giornaliero della città, (esasperando a tal punto i viaggiatori in attesa tanto che a Piazza Vittoria un gruppo di loro ha picchiato, mandandolo all’ospedale, l’autista dell’unico C28 in servizio quando è arrivato). Mentre nel quartiere di Barra, alla periferia est di Napoli, in una sparatoria tra clan per il controllo della droga, (“neutralizzati, fino a qualche tempo fa da arresti e latitanze. Ma che, da agosto, si sono rinforzati con il ritorno in libertà, a seguito dell’indulto, di quattro, boss”), una bambina di sei anni, “figlia di un nome noto alla mala”, è stata ferita “solo” a un braccio mentre passeggiava con la mamma. Mentre dunque in città accadeva tutto questo, nello stesso giorno la triade amministrativa che governa Napoli – il Governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino; il Presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma; il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino – si recava in pellegrinaggio a Roma ad incontrare il Ministro degli Interni Giugliano Amato per chiedergli un ulteriore invio in città di uomini e mezzi delle forze dell’ordine per far fronte alla drammatica situazione in cui verte la sicurezza a Napoli. Ricevendone un secco no, (questa volta si tratta di un rappresentante di un governo “amico”, dello stesso colore politico cui appartengono i tre), motivato dal perché, nonostante la questione Napoli vada affrontata, il governo deve prima di tutto pensare a sanare i conti del paese! La riunione tra i responsabili cittadini e i rappresentanti del Ministero degli Interni a un certo punto si è fatta talmente “incandescente” che ci sono stati alterchi tra Bassolino e il Vice Ministro Marco Minniti, (ambedue diessini!), quest’ultimo contrario all’invio di ulteriori forze a Napoli, e tra il Prefetto Profili, che reclamava un vuoto di almeno 300 unità nelle forze di Polizia attualmente di stanza in città, e il Capo della Polizia De Gennaro per il quale la lacuna può essere colmata richiamando per strada uomini distribuiti in altri servizi. L’unico risultato che “il viaggio della speranza” ha sortito da parte del sindaco è stato quello di vedersi concedere dal Ministro il “via libera al potenziamento dell’organico dei vigili urbani con deroga al blocco delle assunzioni e lo sblocco delle procedure per la realizzazione della cittadella della polizia. È stata costituita una task force con il Prefetto, vertici istituzionali della Campania e i vertici locali delle forze dell’ordine per fare di Napoli un laboratorio nazionale per la sicurezza con forme nuove e più integrate di distribuzione di agenti sul territorio” La qualcosa non fa certo onore a Napoli, tenuto conto che nei laboratori si fanno esperimenti. Ascoltando tutto ciò si ha la sensazione che il governo voglia servirsi di Napoli come cavia, al pari di un gruppo di scienziati che si servono di un malato terminale per sperimentare su di lui ogni sorta di nuova terapia per vedere gli effetti che sortisce, per poi adottarne qualcuna, nel caso funzionasse, preventivamente su altri pazienti che manifestano gli stessi sintomi per bloccare il male sul nascere. Lasciando in agonia il sofferente di cui si sono serviti per gli esperimenti perché per lui non c’è più nulla da fare, se non iniettargli, quando il dolore diventa insopportabile, un’abbondante dosa di morfina che ne plachi momentaneamente il dolore, in attesa che giunga la sua ora. In poche parole, per il governo Napoli è condannata a morire, ma fino a quando non lo farà, la città deve essere sfruttata per sperimentarvi nuove tecniche di sicurezza da applicarsi in altre città perché altrove non si riproponga un'altra Napoli!
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