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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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Il braccio di ferro tra l’Unione Europea, che accusa il governo italiano di fomentare la xenofobia nei cittadini causa le norme contro l’immigrazione inserite nel pacchetto sicurezza, e l’esecutivo italiano, che per voce del Ministro degli interni Maroni respinge le accuse al mittente, incolpando di falsità il commissario per i diritti umani del Consiglio d‘Europa, Thomas Hammarberg, il quale, in una relazione stipulata dopo una visita nel nostro paese, si dice estremamente preoccupato per gli atti di violenza compiuti nei campi nomadi senza che vi fosse un’effettiva protezione da parte delle forze dell’ordine che a loro volta hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti non è che l’ultimo tassello, ma il più importante, per capire se in l’Italia sta montando, oppure no, un’onda razzista.
Attenendoci esclusivamente ai fatti, le invettive lanciate ripetutamente contro i meridionali e gli immigrati dai leader della Lega Nord, partito di Governo!, durante i comizi locali, e alle manifestazioni inscenata da un gruppo di cittadini napoletani contro i rom e gli immigrati sfollati da Pianura dopo che il palazzo in cui abitavano (se abusivamente o legalmente non si è ancora capito!) si era incendiato, e che avevano occupato il Duomo di Napoli per sensibilizzare le autorità laiche e ecclesiastiche affinché si adoperassero nel trovare loro un’alternativa così come avevano fatto per gli sfollati napoletani, alla domanda se in Italia sta montando un’onda razzista, la risposta, purtroppo, non potrebbe essere che sì! O, quantomeno, che in una fetta sempre più crescente di italiani si starebbe alimentando un odio verso lo straniero. Se davvero fosse così, anziché gridare la lupo, come fanno molti rappresentati delle associazioni che tutelano, giustamente, i diritti degli immigrati, le quali, allorché affrontano l’argomento, a sostegno delle proprie tesi pro immigrati, tirano in ballo l’epoca in cui erano gli italiani ad emigrare, prima in America e, dopo la seconda guerra mondiale, nel nord Europa, dovrebbero ricordare che in quelle terre vi era richiesta di manodopera perché vi era un surplus di lavoro da smaltire, e spesso erano stesso i governi di quei paesi a incentivare l’immigrazione, senza però omettere i controlli per garantire la sicurezza necessaria alla nazione; espellendo senza l’uso dei “guanti” chi non rispettava le leggi. Viceversa qui da noi la disoccupazione è talmente elevata, e in continuo aumento per la crisi economica che il Paese sta affrontando, che la presenza dello straniero è vissuta dagli indigeni con sempre maggiore insofferenza anche perché, pur di guadagnare, molti di loro si vendono per pochi soldi a gente senza scrupoli che per risparmiare è pronta ad assumere un immigrato in nero invece di un italiano e regolarizzarlo.
Altro nodo cruciale del problema è la sicurezza: la maggioranza degli immigrati, regolari o clandestini, non avendo né arte né parte, sono alla mercé della criminalità organizzata sempre avida di incrementare il numero dei propri affiliati. Inoltre tra molti di loro vi sono criminali che confluiscono in bande, seminando il panico sul territorio da Nord a Sud. E che dire della prostituzione che molte immigrate sono costrette a subire dopo essere state illuse che, sborsando fior di quattrini per recarvisi, in Italia avrebbero travato il Paradiso e non l’Inferno che invece patiscono? Tante, per lo più minorenni di colore o ragazze dell’est, esercitano “l’attività” per le vie della città, sia al centro che in periferia, o lungo i bordi delle strade statali mettendo in bella mostra la “propria” mercanzia senza che nessuno faccia realmente qualcosa per tutelare loro e i cittadini che vorrebbero passeggiare serenamente per le vie senza dover assistere a spettacoli tristemente indecorosi soprattutto quando sono affiancati da bambini che pongono domande imbarazzanti, ma intelligenti, sul perché quelle “signorine” stiano lì!
Circa due settimane fa, intervistato dal Corriere della Sera, un noto alpinista italiano parlando dei due scalatori dispersi sul Nanga Parabat, raccontò un’esperienza simile da lui vissuta, asserendo che in quando è in pericolo la propria vita l’uomo si dimentica degli amici, diventando una bestia; pensa unicamente a se stesso, e non è disposto a condividere con gli altri le proprie razioni di cibo, anzi sarebbe pronto anche ad uccidere per accaparrarsi anche quelle degli compagni di sventura in attesa dei soccorsi!
Questo episodio, che in apparenza non ha nulla a che vedere col razzismo, evidenzia come appartenga all’indole umana, quando è gioco la propria sopravvivenza, anteporre i propri interessi a quelli degli altri, giungendo finanche ad uccidere un caro amico se fosse necessario pur di salvare la propria di pelle!
In tal senso penso che il razzismo sia un’estremizzazione di questo aspetto: il risultato di una società in cui lo Stato non interviene preventivamente per garantire i diritti dei cittadini, quali il lavoro e la sicurezza come impone la Costituzione. Quando questo non accade, alimentando il malessere nel popolo perché mancanza di lavoro e di sicurezza significano miseria e paura in una società, è ovvio che poi, man mano che gli immigrati aumentano indiscriminatamente senza che si faccia realmente qualcosa per arginarne il flusso con i dovuti controlli e leggi che li obblighino al rispetto delle norme vigenti nel paese che li ospita, basta che una piccola percentuale di immigrati commetta reati, o che lo Stato mostri, apparentemente, di interessarsi di più ai problemi degli stranieri che non a quelli di chi è parte integrante dello Stato essendovi da sempre cittadino, per fomentare la rabbia della gente fino a farla sfociare in episodi da condannare quali quelli avvenuti in questi giorni a Napoli e in altre parte di Italia.
La rabbia che si scaglia contro l’immigrato in realtà è diretta contro lo Stato incapace di garantire quando gli impone la Costituzione. L’immigrato che subisce violenza simboleggia lo Stato incostituzionale verso cui il cittadino si ribella!
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LEONARDO DA VINCI
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