LA VOCE DI KAYFA

DA BERLUSCONI A MONTI: QUEI CENTO GIORNI CHE HANNO CAMBIATO, IN MEGLIO, L'ITALIA

Se davvero il valore dello spread - il differenziale dei tassi di interessi dei buoni del tesoro di una nazione rispetto a quelli tedeschi – fosse l’indicatore della capacità di un governo, allora è evidente a tutti che i mercati finanziari hanno più fiducia nel governo Monti di quanto non ne avessero in quello di Berlusconi visto che il 9 di novembre, quando ancora il cavaliere era al governo (si dimetterà il 12 novembre dopo l’approvazione della legge di stabilità alla Camera)  lo spread italiano si assestava a 558 punti dopo aver toccato quota 570, facendo temere gli operatori di poter sfiorare  la soglia critica dei 600, mentre l’1 marzo ha chiuso a 309, un livello ottimale se si pensa che poco più di tre mesi fa l’Italia rischiava la bancarotta a causa dell’assoluta incapacità del precedente governo nel gestire la crisi, preoccupato soltanto di tutelare gli interessi del cavaliere e salvarlo dagli impicci giudiziari emanando in quasi vent’anni di berlusconismo una marea di leggi ad personam.

Tutti ricorderanno la sicumera con cui, all’indomani dell’insediamento di Monti a palazzo Chigi, gli ex ministri del governo uscente e molti rappresentanti del centrodestra si beavano pubblicamente quando lo spread, malgrado l’avvento di Monti alla guida dell'Italia, non scendeva sotto 500: tutti sostenevano che quel dato era la dimostrazione che il problema della crisi italiana non era Berlusconi bensì altri fattori, primo tra tutti la speculazione finanziaria. A nulla serviva ricordare a lor signori che il nuovo governo si era insediato solo da pochi giorni; che bisognava dunque aspettare i fatidici cento giorni anziché trarre affrettate conclusioni sul suo operato e sulla fiducia che gli attribuivano i mercati internazionali. 

In cento giorni  di governo Monti l’Italia ha recuperato non solo con lo spread ma prima di tutto a livello di credibilità internazionale: se ieri con Berlusconi eravamo diventati gli zinbelli d’Europa, tanto che tutti ridevano di noi e del nostro premier (indimenticabile è la risatina sardonica tra la Merkel e Sarkozy durante una conferenza stampa in risposta a un giornalista che chiedeva loro se si fidassero delle misure che avrebbe varato il governo italiano), oggi Monti e l’Italia sono ammirati dalla Merkel e da tutto il mondo per gli sforzi che stanno facendo per dare stabilità economica al paese.

Del resto, nonostante la durezza del Decreto Salva Italia, in cui si chiedono agli italiani enormi sacrifici economici, la popolarità di Monti tra i cittadini è molto alta a testimonianza di quanto maturi siano gli italiani. Nello stesso tempo, la disponibilità di Berlusconi a sostenere questo governo  anche nella prossima legislatura, proponendo una larga coalizione di centrodestra e centrosinistra, malgrado gli anatemi di Bossi secondo cui il cavaliere sostiene Monti perché è stato assolto dal Processo Mills - in realtà Berlusconi non è stato assolto bensì prosciolto dall'accusa per sopraggiunta prescrizione. Ossia, seppure i giudici avessero voluto condannarlo, non avrebbero potuto farlo perché erano  scaduti i termini processuali. Solo tra 90 giorni, quando verranno depositati gli atti, sapremo se la corte lo riteneva colpevole di aver corrotto l'avvocato Mills, (giudicato in appello dalla cassazione reo di aver ceduto alla corruzione di Berlusconi per dichiarare il falso nei processi in cui il cavaliere era imputato)  affinché mentisse per scagionarlo - lascia presagire quanta preoccupazione agiti l’ex Premier visto che  i sondaggi danno il PDL in caduta libera nelle preferenze dei cittadini.

In cento giorni il quadro politico italiano è radicalmente cambiato, ovviamente in meglio; in cento giorni abbiamo capito tutti qual era il vero problema che stava portando l’Italia allo sfascio!