LA VOCE DI KAYFA

BUON NATALE DOTTOR RICCIO

Da oggi, Mario Riccio, anestesista di Cremona, è entrato di prepotenza a far parte della storia d’Italia. È lui il medico che ieri sera, alle 23,30, ha prima sedato Piergiorgio Welby e successivamente staccato la spina al ventilatore che lo aiutava a respirare, esaudendone il desiderio di morire per smettere di soffrire le pene fisiche e morali che la distrofia muscolare degenerativa, male che lo affliggeva da quarant’anni, gli procurava. Intervistato il dottore ha dichiarato, "Sono molto sereno e convinto di un percorso giuridico, etico e medicolegale. Vorrei chiarire che la sospensione del trattamento sanitario sia stata riportata al di là della sentenza del tribunale civile. Con i componenti della consulta di Bioetica abbiamo letto la sentenza, dove c'è scritto il diritto alla sospensione di una terapia". E qui spiega: "Mi era sembrata contraddittoria nel finale, e sembrava quasi impossibile però che il diritto fosse esercitabile. Negli ospedali si sospendono le terapie e che io sappia non ci sono procedimenti della magistratura. E questo non scuote le coscienze".
Ora quest’uomo che ha osato adempiere a quanto tanti s'erano detti contrari, forse perché morsi dalla coscienza o perché timorosi delle conseguenze legali cui andavano incontro se l'avessero fatto o soltanto sostenuto, rischia 15 anni di carcere, nonché il rischio d’essere incriminato d’omicidio nonostante il suo gesto sembra essere compatibile con quanto previsto dalla costituzione riguardo alla libera scelta del paziente in rapporto alle cure cui sottoporsi. Di sicuro il gesto del dottor Riccio, se da un lato ha posto fine alla "vita non vita" di Piergiorgio Welby, apre un inesauribile dilemma nella società italiana, creando un precedente cui in futuro possono appellarsi quanti, trovandosi nelle stesse condizioni di Welby, a loro volta decidessero di chiedere la sospensione dei trattamenti medici per porre fine a un’esistenza tormentata da mali inguaribili che li rendono sempre più prossimi a larve umane, inutili vittime della sofferenza. Inoltre, col suo coraggioso gesto, il dottor Riccio rischia di inasprire i rapporti Stato/Chiesa visto che il suo atto è da considerarsi vera e propria eutanasia, e si sa come la pensi la chiesa in merito. Non è da escludere che il dottor Riccio pagherà caro l’aver rispettato e esaudito fino e in fondo la volontà di Welby d’essere aiutato a morire, non fosse altro perché il governo in carica ha tutto l’interesse a gettare acqua sul fuoco politico per non inasprire i rapporti con la Chiesa tenuto conto che tra i partiti che compongono la coalizione di maggioranza alcuni sono d’ispirazione cattolica e già s’erano espressi senza mezzi termini in maniera negativa riguardo alla sospensione del trattamento terapeutico che teneva in vita Welby, allorché il 21 settembre Welby aveva scritto una lettera al Capo dello Stato invocando che gli fosse riconosciuto il diritto di morire,  nonostante la Chiesa, così come non ammette l’eutanasia, non approva l’accanimento terapeutico qual era in definitiva ciò cui Welby era sottoposto per vivere, checché ne dica la legge.
Speriamo che la Ragione, quella appunto con la erre maiuscola, prevalga sulle mere ragioni di partito e il dottor Riccio non funga da capro espiatorio per sedare i malumori del Vaticano e dei suoi accoliti politici solo perché ha avuto pietà di un uomo aiutandolo a morire affinché non soffrisse più.
Buon Natale dottor Riccio!