Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Settembre 2010

BERLUSCONI SFIDUCIATO DALLA FIDUCIA

Post n°930 pubblicato il 30 Settembre 2010 da kayfakayfa

Ieri il tanto atteso voto di fiducia alla Camera posto dal governo sui cinque punti programmatici per proseguire il mandato elettorale, ha segnato l’imminente fine della legislatura! Non perché il governo la fiducia non l’abbia ottenuta, ma perché l’ha ottenuta proprio grazie ai voti favorevoli di 33 finiani su 35. Infatti scorporando dai 342 voti a favore quelli degli uomini del Presidente della Camera, Berlusconi ne avrebbe ottenuti 309, il numero necessario per la maggioranza richiesta in aula ma non i 316 necessari per quella assoluta. Per cui è evidente a tutti che senza Fli il governo non va da nessuna parte.

In attesa del voto, ieri auspicavo che, contrariamente a quanto riferito da indiscrezioni trapelate dal PDL secondo cui il discorso alla Camera del Presidente del Consiglio sarebbe stato “memorabile”, il Capo del Governo ha fatto una sorta di proclama in cui tra l’altro ha annunciato per il 2013 la fine dei lavori sulla Salerno – Reggio Calabria, dimenticando, forse, come ha ricordato Casini, di averne tagliato proprio ieri i fondi…

Dopo il voto di ieri, voci insistenti nella maggioranza scommettono che si andrà a votare in primavera. Molti concordano con questa previsione, anche se propendono, all’atto in cui si aprirà la crisi, fosse il caso di dare prima mandato a un governo tecnico per modificare l’attuale legge elettorale detta porcellum, (definita dal suo stesso ideatore il leghista Calderoli una porcata) in maniera da ridefinire in modo più equo la spartizione dei seggi, ridando ai cittadini la facoltà di scegliere direttamente il proprio candidato e non solo il partito o la coalizione.

Considerando le squallide vicende di questi mesi –vicenda Boffo, giudice Mesiano e intrigo casa a Montecarlo, tutti episodi resi pubblici dagli organi di informazioni vicini a Berlusconi o di sua proprietà - con le accuse al Premier d’essere il mandante della raccolta di dossier sugli avversari politici da utilizzarsi contro di loro non appena lo attaccano, avvalendosi appunto del proprio potere mediatico, è evidente che, unitamente alla modifica delle legge elettorale, sarebbe il caso che un eventuale governo tecnico mettesse mano anche alla stesura di un  provvedimento contro il conflitto di interessi: in un paese democratico non si può consentire a un magnate dell’informazione di assurgere all’empireo della politica e poi essere oggetto di illazioni che minano la credibilità dello Stato!

Di fatto, il voto di fiducia di ieri non solo ha sfiduciato Berlusconi. Ma apre presumibili scenari di conflitto all’interno della maggioranza ancora più accesi rispetto a quanto già non fossero. È infatti plausibile che la Lega, presa coscienza dell’incidenza politica di Fli sulle scelte di governo, farà di tutto perché si apra la crisi e si vada alle urne, magari votando contro il governo.

Il punto è che, seppure ciò avvenisse, e il governo cadrebbe, nel momento in cui Berlusconi andrebbe da Napolitano per rimettere il  mandato, non è detto che si vada subito alle elezioni. Uno dei compito del Presidente della Repubblica, all’atto di una crisi di governo, è quello di verificare se in Parlamento esiste una maggioranza cui affidare la guida del paese, almeno perché si attuino le riforme necessarie, prima di andare alle urne. E nel caso esistesse, a guidarla dovrebbe essere lo stesso Berlusconi!
Come si comporterebbe l’attuale Capo del governo alla guida di un governo tecnico che debba modificare la legge elettorale e emanare una legge sul conflitto d’interessi affinché un’anomalia come quella che per diciassette anni ha “caratterizzato l’Italia non si verifichi più a tutela della democrazia?

 

 
 
 

RIFLESSIONI IN ATTESA DI UN DISCORSO MEMORABILE

Post n°929 pubblicato il 29 Settembre 2010 da kayfakayfa

Tra poco meno di un’ora il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aprirà alla Camera la discussione sui cinque punti programmatici su cui impostare la governance per i prossimi tre anni, al termine della quale si voterà la fiducia per verificare se l’attuale maggioranza ha i numeri per continuare il mandato. Secondo voci indiscrete il discorso del Presidente del Consiglio sarà un discorso alto, addirittura memorabile!

Senza andare troppo lontano nel tempo, da che gli italiani hanno preferito la Repubblica alla monarchia, di discorsi memorabili le loro orecchie ne hanno ascoltati tanti, troppi. Discorsi di alto contenuto letti dai vari Presidenti del Consiglio che si succedevano a Palazzo Chigi in cui si auspicavano politiche a favore del mezzogiorno, per combattere la criminalità organizzata, per fronteggiare la disoccupazione, tutelare la condizione femminile, quella delle famiglie, dei lavoratori, della scuola da riformare e quant’altro perché la nazione cresca al pari della altri grande democrazie mondiali. Senza però che alle parole seguissero poi i fatti, vista la precarietà sociale e il degrado della politica oggi in Italia!

Francamente preferiremmo che il Presidente del Consiglio questa mattina facesse un discorso medio/alto, dai toni sobri e realistici, al quale però seguissero fatti memorabili che rilancino la nazione e diano finalmente respiro a tutti gli italiani, non solo di un singolo e di quei pochi appartenenti alla sua cricca,  anziché un discorso memorabile cui però seguisse per l’ennesima volta la pochezza dei fatti, malgrado il nostro Premier si ostini a definire il suo governo “il governo dei fatti“. 

Le parole vanno al vento, i fatti restano a raccontare la forza e la grandezza di un politico, di un governo e di una nazione.

Gli italiani sono stanchi di ascoltare discorsi memorabili! Per una volta vorrebbero ascoltare poche ma sensate parole. E soprattutto desidererebbero che a esse, finalmente, seguissero fatti concreti, seppure non memorabili ma che li aiutino a vivere dignitosamente meglio di come campano ora, e non il nulla o quasi! 

 
 
 

POVERA ITALIA SENZA SPERANZA!

Post n°928 pubblicato il 28 Settembre 2010 da kayfakayfa

Se qualcuno aveva ancora un barlume di speranza che, nonostante i tanti, troppi casini che la investono quotidianamente, l’Italia fosse una nazione normale, la vicenda di Montecarlo, esito di un’opera di dossieraggio il cui mandante sarebbe il Presidente del Consiglio, e la “battuta” del Ministro delle Riforme Bossi da un comizio leghista secondo il quale l'acronimo S.P.Q.R. significherebbe “sono porci questi romani” (ma, nel caso specifico, potrebbe anche intendersi come SONO PADANO QUINDI RAGLIO...) hanno mandato al macero le esigue illusioni.

In un paese normale eventi del genere avrebbero scosso dalla fondamenta le istituzioni, costringendo chi di dovere, nel qual caso il Capo dello Stato o un qualsiasi organo competente, a intervenire con urgenza per far chiarezza onde evitare che i cittadini perdano la fiducia nello Stato e nelle istituzioni (cosa che, per inciso, è avvenuta ormai da tempo!)

 Da noi - malgrado i reiterati appelli di Napolitano affinché la politica si dia una regolata, tornando ad occuparsi dei problemi reali dei cittadini anziché di quelli di qualche singolo di prestigio e dei suoi amici; della disoccupazione crescente che paralizza i giovani; della crisi della scuola pubblica e dei precari; dell’urgente nomina del Ministro dello Sviluppo Economico, essendo inammissibile che il Premier ne detenga l’interim da oltre quattro mesi, ossia da quando Scajola si dimise per la vicenda dell’appartamento con vista sul Colosseo pagatogli per metà dall’imprenditore Anemone senza che lui ne sapesse nulla (sic!), ministero che, come dice stesso la carica, è fondamentale per lo sviluppo del paese - sembra che tutto scorra tranquillamente come se ciò non fosse determinante per il bene del paese quanto lo sia scoprire se davvero la casa di Montecarlo sia di proprietà del cognato di Fini oppure no! E se anche lo fosse, che cambia?...

Ma che ce ne frega a noi cittadini di queste beghe familiari e di partito! Impegnati come siamo a faticare, da quando l’euro ha sostituito la lira, ad arrivare a metà mese con quel che guadagniamo, tutto ciò ci sembra surreale e mortificante.

Evidentemente chi guadagna in un minuto o in una settimana quanto noi guadagniamo in un mese ha altro cui pensare invece di interessarsi alle nostre reali difficoltà economiche e sociali.

Seppure da un’indagine statistica della CGIL è risultato che in  dieci anni i salari italiani hanno visto ridotto di oltre 5 mila euro il loro potere di acquisto, che vuoi che gliene importi a questi signori, tanto loro, con quel che guadagnano in Parlamento, hanno di che vivere per sé e per i loro figli. Il problema è solo nostro che la mattina ci alziamo presto per andare a lavoro bloccati nel traffico o costipati come sardine in mezzi di trasporto super affollati e sempre più spesso  in ritardo che ci costringono a recuperare per non perdere qualche euro dalla busta paga!

Così come fa cadere le braccia che in una situazione dove da più parti si ipotizza con certezza che il mandante dei dossier contro Boffo e Fini sia il Presidente del Consiglio, proprietario del principale gruppo televisivo privato italiano, della più grossa casa editrice nazionale e di diversi quotidiani e settimanali, a nessuno sia venuto in mente che, oltre a modificare urgentemente la legge elettorale, per ridare la possibilità ai cittadini di tornare a eleggere direttamente i loro candidati preferiti, occorre subito trovare una soluzione al conflitto di interessi!

 

 
 
 

FINI SCEGLIE IL WEB PER RACCONTARE LA SUA VERITà

Post n°927 pubblicato il 26 Settembre 2010 da kayfakayfa

Da uomo di Stato fedele ai propri doveri nei confronti dei cittadini e delle istituzioni, il Presidente della Camera Gianfranco Fini, al centro della bufera politica per la nota vicenda dell’appartamento di Montecarlo, ieri sera ha rotto il silenzio e ha spiegato la sua verità mediante un videomessaggio trasmesso su internet che ha mandato in tilt il web. Per la brevità e la densità degli argomenti, più che un discorso, quello di Fini è stato un promemoria: premesso lo spettacolo deprimente della politica italiana di questi tempi, ha ricordato della sua espulsione dal PDL per motivi “ridicoli” (si pensava complottasse con la magistratura per fare cadere il governo); a conferma della correttezza del proprio operato, ha evidenziato che in ventisette anni di attività politica, di cui venti alla guida del partito, non è stato mai sfiorato da un sospetto né da un avviso di garanzia, né che è uso a investire in società offshore per difendere gli interessi personali e quelli delle proprie aziende allo scopo di pagare meno tasse (questi ultimi due aspetti implicitamente si riferivano a Berlusconi il quale, in diciassette anni di politica, tra avvisi di garanzia, processi in corso con l’accusa di corruzione, archiviati per prescrizione o perché, nel frattempo, il reato è stato cancellato dall’ordinamento dai governi da lui stesso preseduti con leggi ad oc (leggi ad personam), ne ha collezionati parecchi).

Riguardo alla vicenda Montecarlo, motivo reale del videomessaggio, pur ribadendo la propria estraneità, Fini ha ammesso di essere stato ingenuo e ha promesso che se, come sostengono i giornali vicini al Premier Libero e Il Giornale, suo cognato Giancarlo Tulliani risultasse  proprietario dell’appartamento incriminato non esiterà a dimettersi dalla Presidenza della Camera per una questione di etica pubblica!

 

Commentando il discorso di Fini, il PDL ha dichiarato “la montagna ha partorito il topolino”.

Si sa, in politica chi è in difficoltà cerca sempre di gettare acqua sul fuoco per evitare di bruciarsi. Nella sua brevità il discorso di Fini è un macigno per il governo, e per Berlusconi in particolare, in vista del 29 settembre quando il Premier si presenterà in parlamento per chiedere la fiducia sui cinque fatidici punti per governare.

Quello di Fini è stato un chiaro avvertimento a smetterla col gioco a massacro; un invito a fermare la corazzata mediatica che sta cercando di gettare in ogni mondo fango sulla sua persona, senza però riuscirci. Diversamente lui e suoi fedeli di Fli quel giorno non voteranno la fiducia e allora, se la “campagna acquisti” di parlamentari non darà esito positivo, garantendo al governo i numeri per andare avanti, si andrà alle elezioni.

 

C’è un altro aspetto del discorso di fini che merita d’essere analizzato ed è la scelta di internet per veicolare il suo messaggio alla nazione. Trattandosi di una faccenda strettamente privata, di cui in ogni modo qualcuno sta invece cercando di farne un caso di Stato, Fini non poteva certo servirsi della televisione pubblica. Né tantomeno poteva contare di essere ospitato in qualche salotto televisivo tipo PORTA A PORTA, come fece il Premier a suo tempo per spiegare la sua verità sulla vicenda Noemi, in quanto, essendo la televisione, sia pubblica che privata, sottomessa o di proprietà di Berlusconi difficilmente chiunque lo avrebbe ospitato avrebbe rischiato di inimicarsi il Premier e di chiudere bottega. Lo avrebbero potuto fare Santoro e Floris ma, visto che i loro programmi sono già sotto stretta osservazione, non si può escludere che ospitare Fini avrebbe rappresentato la goccia che fa traboccare il vaso. Inoltre, presentandosi in uno di questi programmi, la terza carica dello Stato sarebbe stata massacrata dalle “fucilate” dei presenti che non sarebbero certo stati magnanimi nei suoi confronti con domande e accuse tese a sfiancarlo.

Eppure Fini, in meno di un mese, per ben due volte è apparso su LA SETTE nel TG di Mentana che prima lo intervistò e poi trasmise in diretta il discorso di Mirabello. Perché dunque non rivolgesi nuovamente a lui per riferire quanto detto attraverso internet? Semplice questione di opportunità!

Aver trasmesso in  rete il messaggio di soli nove minuti ha garantito al Presidente della Camera che esso fosse ripreso e riproposto da tutte le reti integralmente, senza tagli. E seppure qualcuno lo avesse tagliato, per poi sintetizzarlo a proprio uso e consumo, chiunque fosse davvero interessato alla vicenda può andare in rete e scaricarselo. Nove minuti passano in fretta. Ma quei nove minuti possono davvero segnare la storia del paese perché consento agli italiani di farsi un’opinione senza bisogno del mediatore, anzi dell’ipnotizzatore di turno che sibillinamente ne manipola le coscienze propinando loro patacche mediatiche articolandole verbalmente con tale maestria oratoria da farle apparire vere con lo scopo di far fuori l’avversario politico!

 

 
 
 

TERESA LEWIS, SAKINEH E L'IPOCRISIA UMANITARIA

Post n°926 pubblicato il 25 Settembre 2010 da kayfakayfa

Alle 21, 13 di ieri, le 3,13 in Italia, a Greensville in Virginia è stata eseguita la sentenza di morte per Virginia Lewis, la donna, da molti ritenuta mentalmente instabile, accusata di aver assoldato due killer per far uccidere il marito e il figliastro. Mentre gli esecutori materiali del delitto furono condannati all’ergastolo, la Lewis, che al momento dell’omicidio era a letto col marito,  fu condannata a morte perché, una volta che l'uomo era a terra in un mare di sangue, non fece nulla per soccorrerlo lasciando che passassero delle ore prima di chiamare l'ambulanza.

Non è mia intenzione giudicare se la sentenza sia stata giusta oppure no. Quel che mi preme evidenziare è che, mentre per Sakineh, la donna iraniana accusata di adulterio e di essere poi stata complice dell’omicidio del marito, condannata in Iran alla morte per lapidazione, si è mosso mezzo mondo con manifestazioni di protesta davanti alle ambasciate per sollecitare i governi ad intervenire con Teheran perché la sentenza fosse sospesa, per la quale si è esposta addirittura in prima persona perfino la Premier Dame Carla Bruni suscitando l’ira di un giornale iraniano che la definì prostituta, per la Lewis poco o nulla è stato fatto.

Da quando sì è appreso dell’avvenuta esecuzione, per tutta la giornata di ieri face book e altri social network sono stati presi d’assalto da messaggi inneggianti alla Lewis e alla crudeltà americana, associando il caso a quello di Sakineh.

Tuttavia, approfondendo la vicenda Lewis c’è di che rabbrividire: nel 2002, per incassare  i 250 mila dollari dell’assicurazione sulla vita del marito, la Lewis in un supermercato assolda due sicari, promettendo loro una cospicua somma di denarose uccidono il marito e il figlio di lui beneficiario dell’assicurazione. Offrendo inoltre sessualmente se stessa e la propria figlia sedicenne ai due uomini!

La pena di morte è aberrante: nessuno ha il diritto di togliere la vita a un altro uomo, seppure questi abbia commesso il peggiore dei crimini, in virtù di quel principio universale che decreta la sacralità della vita!
La legge del taglione era in voga nelle società arcaiche. Oggi, grazie a Dio, esiste solo in quei paesi in cui vige un regime arcaico, autoritario e antidemocratico, oppure un’ipocrisia senza limiti come negli USA che quasi sempre predicano bene ma razzolano male (vedi i soprusi commessi dei militari americani a Guantanamo e in Afghanistan dove per divertimento un plotone di soldati si divertiva a giocare al tiro a segno su civili inermi, solo per citare i casi più recenti e noti…)

Sicuramente bene hanno fatto coloro che hanno cercato di far sentire la propria voce perché anche l’esecuzione della Lewis fosse sospesa.

Tuttavia, poiché la Lewis da tempo era nel braccio della morte in attesa del boia, sorprende che il suo caso sia stato “scoperto” all’improvviso dai paladini della vita e della libertà.

 

 
 
 

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