Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Gennaio 2011

SVERSAVANO RIFIUTI A MARE PER TUTELARE IL PROPRIO PRESTIGIO E LE TASCHE

Post n°999 pubblicato il 30 Gennaio 2011 da kayfakayfa

L’inchiesta della Procura di Napoli sullo sversamento a mare tra il 2006 e il 2008 di tonnellate di percolato che ha portato all’arresto di 14 persone tra cui l’ex Commissario all’emergenza rifiuti il Prefetto Corrado Catenacci, la ex vice di Bertolaso alla Protezione Civile Marta De Gennaro, e che vede tra i 38 indagati l’ex Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa e disastro ambientale, impone a chi ha la memoria lunga di andare a ritroso nel tempo, ma nemmeno tanto. Precisamente all’estate del 2009 quando un gruppo di addetti alla manutenzione del depuratore di Cuma, che da mesi non percepivano lo stipendio, per protesta aprì le griglie di protezione riversando in mare liquami che si diffusero per tutto il litorale flegreo e casertano fino a Gaeta facendo gridare al disastro ambientale. Per smentire le voci insistenti di un inquinamento senza precedenti la Regione Campania, ancora preseduta da Bassolino, diede mandato all’ARPAC di analizzare le acque in modo da garantire i bagnanti e i consumatori di non correre rischi se vi si fossero immrdi o avessero mangiato del pesce pescato in quel tratto di mare.
Seppure l’inchiesta della Procura di Napoli indaga su atti risalenti all’epoca in cui l’emergenza rifiuti in Campania era all’apice del suo dramma e si era alla disperata ricerca di soluzioni estreme per risolvere il disastro, leggere o ascoltare notizie che presuppongono accordi presi ai piani alti per scaricare a mare il percolato non può non riportare la memoria all’estate del 2009!
Se davvero membri delle istituzioni avessero complottato a danno della salute pubblica per dare di sé un’immagine di efficienza e arricchirsi, essendo l’ARPAC uno strumento di indagine ambientale al servizio della Regione Campania, con tutto il rispetto dovuto a chi vi lavora, come può un cittadino non presumere che i dati forniti dall’agenzia sulla balneabilità del litorale flegreo, all’indomani dello sversamento in mare di liquami dal depuratore di Cuma, non fossero taroccati per salvaguardare il turismo e l’economia in quelle zone e tutelare gli interessi e il culo di che era al comando delle istituzioni regionali?
Nell’attesa che si faccia lice sulla vicenda, non accenna a placarsi l’eco dell’affermazione del procuratore di Napoli Giandomenico Lepore durante la conferenza stampa di venerdì: “penso che non ci sia la volontà da parte delle forze politiche di risolvere il problema dei rifiuti, altrimenti a quest’ora sarebbe stato risolto”.
Parole dure che si commentano da sole!

 

 

 

 
 
 

PD IL MIGLIOR ALLEATO DI BERLUSCONI

Post n°998 pubblicato il 29 Gennaio 2011 da kayfakayfa

Mentre il Silvio Belrusconi, con l’acqua alla gola per il Rubygate, si affida a un quarto videomessaggio per proclamare ai suoi fedelissimi e alla nazione intera che non è affatto sua intenzione sfuggire alla giustizia; ma semplicemente di voler essere processato da un tribunale competente - nel qual caso il Tribunale dei Ministri -  come previsto da quella stessa Costituzione che più volte egli stesso ha attaccato ritenendola obsoleta, minacciando di cambiarla ricorrendo al popolo; il PD, anziché approfittare che il Premier è all’angolo e sferrare l’assalto finale per metterlo al tappeto contando sull’appoggio degli altri partiti d’opposizione, per l’ennesima volta è a sua volta imbrigliato in questioni “private” che lo ridicolizzano agli occhi dei cittadini, spiegando a chi ancora non lo avesse capito il motivo per cui Berlusconi rimanga saldamente al governo nonostante le vicende giudiziarie in cui è coinvolto che in qualunque altro paese avrebbero rappresentato per qualsiasi opposizione seria un’occasione imperdibile per fare lo sgambetto alla maggioranza e far cadere il governo. Dopo aver presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, al momento del voto in aula diversi deputati dei partiti d’opposizione, PD incluso, non erano presenti perché o ammalati o in missione e dunque la richiesta di dimissioni è stata respinta. A questo punto è ovvio che chiunque abbia un minimo di cervello funzionate si domandi che senso abbia presentare una mozione di sfiducia senza assicurarsi che al momento del voto tutti i rappresentanti del proprio schieramento vi partecipino per non vanificare quanto richiesto… A questa misera figuraccia si associa il disastro delle primarie del PD a Napoli per la scelta del candidato a sindaco del partito: le urne hanno indicato come vincitore Andrea Cozzolino bassoliniano doc. Ma da più parti all’interno dello stesso PD c’è chi denuncia brogli visto che in alcuni seggi in fila per votare c’erano anche cinesi; costringendo Bersani a commissariare nuovamente il PD campano, invitando i protagonisti a fare un passo indietro: Cozzolino non ne ha alcuna intenzione a meno che non si candidino il magistrato Raffaele Cantone o lo scrittore Roberto Saviano! Se a questa figuraccia da quattro soldi aggiungiamo che Antonio Bassolino è tra gli indagati nell’inchiesta per reati ambientali, tra cui sversamento di percolato a mare, che ha portato all’arresto dell’ex Prefetto e Commissario per l’emergenza rifiuti Corrado Catenacci e della ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile Marta De Gennaro, è evidente che il principale partito di opposizione non è affatto nelle condizioni di poter contrastare seriamente Berlusconi impegnato com’è a farsi opposizione da solo.

Dispiace dirlo, l’alleato più fedele di Berlusconi non è la Lega ma il PD!

 

 
 
 

LA MACCHINA DEL FANGO ARRANCA TRA LE NEBBIE DEL PASSATO DELLA BOCASSINI

Post n°997 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da kayfakayfa

Com’era prevedibile, seppure zoppicando, la “macchina del fango” – quello schieramento di mezzi mediatici filoberlusconiani che gettò discredito sull’ex direttore di Avennire Boffo, costringendolo a dimettersi; sul giudice Misiano; su Emma Marcegaglia; su Gianfranco Fini ponendo la questione della casa di Montecarlo; e su chiunque avesse l’ardire di controbattere o schierarsi contro Silvio Berlusconi e il suo governo – si è rimessa in moto attaccando il Pm Ilda Bocassini che, assieme ad altri due colleghi della Procura di Milano, sta indagando sul Presidente del Consiglio contestandogli i reati di concussione e di sfruttamento della prostituzione minorile. Ieri la prima pagina de Il Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi apriva con una foto della Bocassini su cui campeggiava in grassetto e a caratteri cubitali il titolo LA DOPPIA MORALE DELLA BOCASSINI. L’articolo si rifà a una vicenda avvenuta nel 1982 che vide protagonista l’allora giovane Pm sorpresa a scambiarsi effusioni amorose nei pressi della Procura con un giornalista di Lotta Continua. Per quell’atteggiamento ritenuto sconveniente per un magistrato, nonché inopportuno in quanto lasciava supporre che la Bocassini potesse passare involontariamente informazioni riservate al giornalista, la Bocassini subì un processo, apparve davanti al CSM e fu assolta.

È evidente che l’intenzione del quotidiano berlusconiano è quella di dimostrare che nessuno è privo di scheletri nell’armadio e quindi non può ergersi a giudice della morale altrui . Tuttavia ci pare che rispolverare un evento di trent’anni fa allo scopo di screditare la Bocassini sia una mossa alquanto azzardata e infelice: rispetto al cavaliere, la Bocassini affrontò il processo, si presentò al cospetto dei giudici e fu sciolta dall’accusa!

Malgrado lo stesso Berlusconi abbia più volte asserito di essere pronto a presentarsi dai giudici per chiarire i fatti di cui è accusato, la contestazione di competenza territoriale presentata dai suoi legali per motivare il perché il cavaliere tra il 21 e il 23 gennaio non si presentasse in procura per incontrare i magistrati che lo avevano convocato, e la successiva contestazione di competenza addotta dalla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camere che ha negato la perquisizione negli uffici del ragioniere Spinelli amministratore patrimoniale di Berlusconi, come richiesto dalla Procura di Milano, perché trattandosi degli uffici del capo del governo tale richiesta deve essere inoltrata dal Tribunale dei Ministri anziché da giudici comuni, ha fatto sì che finora Berlsconi evitasse di presentarsi in Procura, invadendo la spazio televisivo con irruzioni violente in programmi televisivi in cui si parlava della vicenda, come avvenne a Ballarò e All’Infedele, attaccando e offendendo la trasmissione, il conduttore e gli ospiti senza lasciare l’opportunità di replicare.

Ieri la macchina del fango si è rimessa in moto. Ma mai come questa volta si ode un insistente rumore di ferraglia segno che il meccanismo non è ben oleato e che da un momento all’altro potrebbe incepparsi. Forte infatti è la sensazione che gli operatori che la manovrano, la prossima volta che vorranno infangare qualcuno, pur di sputtanarlo, non lesineranno di scavare a ritroso nella sua vita alla ricerca di qualche compagno di liceo, d’asilo o ex fidanzato/a  pronti a giurare che anch’egli è un disonesto o un depravato/a perché da ragazzo/a copiava i compiti, rubava le merendine, nell’intimità prediligeva particolari giochetti e effusioni come si conviene a chi è giovane. Senza trascurare la concreta possibilità che, non trovando chi possa testimoniare qualcosa di torbido, non si decida ad assoldare addirittura un medium per evocare l’anima di un trapassato affinché riveli cose che solo lei sa pur di mettere alla pubblica gogna chi dà fastidio al potere non sottomettendosi al suo volere!

 

 
 
 

ITALIA ARENATA NEL RUBYGATE

Post n°996 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da kayfakayfa

Intervistata  da Fabio Fazio domenica sera a CHE TEMPO CHE FA, commentando l’attuale situazione politica italiana, il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha lamentato che da sei mesi il governo non fa niente. Concetto ribadito in maniera ottimistica questa mattina su  Radio Capital dal giornalista Massimo Rocca che fa risalire l’ultimo provvedimento del governo a prima di Natale con l’approvazione della legge Gelmini. Poi tutto l’interesse dell’esecutivo e della maggioranza si sarebbe catalizzato sulla vicenda Ruby che vede il Premier accusato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile dalla Procura di Milano. In effetti la sensazione che il paese stia attraversando una fase politica di stand by è percepibile finanche al cittadino comune, non fosse altro perché dei tanti problemi reali che lo interessano -  crisi economica e industriale con aziende che minacciano di chiudere o chiudono;  aumento dei prezzi dei beni primari di consumo e delle tariffe dei servizi, cui non corrisponde un reale adeguamento degli stipendi o delle pensioni per fronteggiarli senza affanni; disoccupazione giovanile in preoccupante crescita – nulla pare sia stato fatto o si intenda fare. Se non interessarsi degli scandali in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio.

All’indomani delle elezioni del 2008 vinte dal centrodestra che, grazie al Porcellum, si assicurò in Parlamento una maggioranza mai espressa prima da nessun altro governo della storia repubblicana, uno dei primi provvedimenti del Governo Berlusconi fu lo studio e l’approvazione del Lodo Alfano, successivamente bocciato dalla consulta perché incostituzionale, che congelava i processi in cui  risultavano inquisite la massime cariche dello stato, Capo di Stato e di governo, per consentire a Silvio Berlsuconi di governare al meglio il paese senza l’assillo di doversi preoccupare anche di preparare la difesa nei processi in cui è imputato!

Da quando è scoppiato il cosiddetto rubygate il cavaliere e i suoi uomini sono quotidianamente impegnati a tracciare la linea difensiva per controbattere le accuse dei Pm, apparendo o intervenendo ripetutamente in televisione per ribadire che le accuse sono false, frutto di un complotto ordito da una minoranza di magistrati politicizzati che mediante i  processi vorrebbero sovvertire il voto popolare.

Nell’attesa di capirci meglio qualcosa - soprattutto perché Ruby a KALISPERA, intervistata da Alfonso Signorini, disse che non era stata assolutamente lei a dire a Berlusconi d’essere la nipote di Moubarak, mentre nella memoria difensiva del Premier presentata dai suoi legali ai Pm vi sarebbe una dichiarazione firmata dalla ragazza in cui afferma esattamente il contrario; né come sia possibile che un Premier sia tanto ingenuo da credere a una dichiarazione del genere senza sentire il bisogno di conferme - l’unica cosa certa che gli italiani sanno è che tra presunte cene con dopo cena a base di barzellette con finte infermiere e poliziotte con culi e tette  al vento che si dilettano a fare il bunga bunga col Premier e qualche suo stretto amico, il paese sta vivendo uno dei momenti più tristi della sua storia; che protèsi nella strenua difesa del cavaliere, esecutivo e maggioranza stanno lasciando che il paese vada sempre più alla deriva.

Possibile che quanto sta accadendo in Algeria, Tunisia, Egitto e Albania non suggerisca a qualcuno savie riflessioni? 

 

 
 
 

PREMIER SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

Post n°995 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da kayfakayfa

Chi si aspettava che il cardinale Bagnasco Presidente della CEI, nella sua prolusione al Consiglio episcopale permanente, seppur indirettamente, si fosse riferito alla vicenda Ruby ammonendo il Presidente del Consiglio a un comportamento più consono per chi ricopre cariche pubbliche, come sentenzia l’articolo 54 della Costituzione, in parte è rimasto soddisfatto e in parte stupito se non addirittura deluso. Soddisfatto perché il cardinale ha dichiarato che chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda;  stupito se non deluso  perché Bagnasco non ha omesso un’indiretta critica ai Pm che indagano sulla vicenda segnalando come qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l'ingente mole di strumenti di indagine, mettendo dunque in discussione l’azione giudiziaria al pari che qualcuno si sentisse in diritto di criticare i rituali cattolici attuati durante la messa. Ognuno fa il proprio mestiere servendosi dei mezzi di cui dispone per ottenere il massimo dei risultati. Se i Pm di Milano hanno davvero dato fondo a un vasto schieramento di mezzi e di uomini per venire a capo della vicenda è perché, essendovi implicato il Capo del governo, l’uomo più potente del paese, per salvaguardare la persona e l’immagine della nazione era necessario servirsi di tutto e di più per chiarire i fatti! Se in questo momento c’è qualcuno che rema contro il paese e Berlusconi pare essere lo stesso cavaliere il quale, anziché presentarsi al cospetto dei magistrati per chiarire i fatti contestategli li attacca attraverso videoproclami in cui minaccia di punirli; irrompendo con arroganza e impeto durante la trasmissione L’Infedele condotta da Gard Lerner su La Sette offendendo il programma, il conduttore e alcune ospiti in sala. Un atteggiamento totalmente in contrasto con la sobrietà auspicata dal Capo dello stato, dal Segretario di StatoVaticano Bertone, dal Papa e dallo stesso Baganasco all’indomani dello scoppio dello scandalo Ruby, a conferma della difficoltà in cui si trova in questo momento il Premier a causa della propria liberalità e magnanimità con cui sceglie chi invitare alle feste. La presenza del suo numero di cellulare sulle agende e sulle sim di alcune escort è la sintesi di questa superficialità ingiustificabile per un capo di governo anche perché, indirettamente, mette a rischio la sicurezza nazionale.
Anziché sbraitare e minacciare ritorsioni verso chi sta semplicemente facendo il proprio dovere per cui è pagato dallo Stato, quindi dai cittadini sia di destra che di sinistra, per accertare la verità sarebbe meglio che Berlusconi si presentasse davanti ai Pm e raccontasse loro la sua verità sconfessando le accuse mosse contro di  lui e contraddicendo le dichiarazioni di alcune testimoni secondo cui egli, pur sapendo che Ruby era minorenne, ebbe rapporti sessuali con la ragazzina.
Fare chiarezza sulla vicenda, come stanno cercando di fare Ilda Bocassini e c., è un atto dovuto per il bene del paese. A tele proposito sarebbe il caso che il Premier collaborasse con i magistrati anziché minacciare ritorsioni nei loro riguardi.
Essere eletti dalla maggioranza degli italiani non implica il sottrarsi alla legge bensì obbliga a sostenerla per tutelare il buon nome dell’Italia! 

 

 
 
 

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