Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Novembre 2011

PAROLE E POLVERE

Post n°1178 pubblicato il 29 Novembre 2011 da kayfakayfa

Ogniqualvolta mi ritrovo al cospetto di una persona cara prossima a abbandonare questo mondo, osservando il lento alternarsi delle mutazioni somatiche sul suo viso che accompagnano il lento passaggio di stato da questa alla presunta altra vita, mi domando che senso abbia impegnarsi anima e corpo durante la vita per costruire qualcosa che attesti la nostra grandezza come uomini se poi non ci saremo più! Una riflessione, la mia, che contrasta con il senso della vita consistente proprio nella costruzione di qualcosa che lasci una traccia, possibilmente positiva, del nostro passaggio in questo mondo di cui possano beneficiare in piccolo i nostri cari e in grande l’intera società. In quei momenti in cui il rispettoso silenzio si impone verso chi è ormai a un passo dal varcare la soglia e svelare il più grande mistero della vita, ossia cos’è la morte, un’infinità di pensieri e domande si affollano nella mente, tutti e tutte riconducibile a una sola, unica domanda: che senso ha vivere se poi dobbiamo morire? Un quesito sicuramente più grande di me cui, da che esiste l’uomo, hanno cercato di dare risposta le più grandi menti che si sono avvicendate sul pianeta senza però riuscire a dare risposte certe e definitive in quanto l’insondabile è inspiegabile! Finanche le religioni, tutte indistintamente, per quanto coi loro dogma cerchino di architettare un’ossatura di fede nel credente auspicando una vita beata eterna per coloro hanno vissuto un’esistenza morigerata attenendosi ai canoni imposti dal proprio credo (cristianesimo, ebraismo e islamismo) o il succedersi di morti e vite che si reiterano mediante quel procedimento “tecnicamente” chiamato reincarnazione che consentirebbe all’anima di incarnarsi in corpi successivi - dopo un periodo di quiescenza nel “limbo” dell’aldilà allorché sopraggiunge la morte - e riprendere a vivere un’esistenza la cui qualità sarebbe determinata dal bagaglio esistenziale accumulato nelle precedenti vite, karma, portando a compimento quanto si era intrapreso in passato, saldando i debiti e i crediti maturati dalla propria anima rispetto a altre; credenza dogmatica appartenente a tutte le in religioni orientali, in particolare induismo e buddismo, non avulsa ai filosofi greci, ad esempio Platone, Plotino, per citare i pià famosi che ne hanno parlato seppure velatamente nelle loro opere.

In questi momenti di profonda riflessione, partorita dalla consapevolezza di trovarmi al cospetto di chi a breve svelerà l’arcano appartenendovi, mi dico che le speculazioni filosofiche, per quanto necessarie affinché cresciamo come uomini, sono relative in virtù del fatto che la vita è relativa. Nel momento in cui veniamo al mondo il nostro sacrosanto diritto e dovere è quello di vivere per costruire una società e un futuro migliori, agendo in modo tale che i nostri cari non abbiano a vergognarsi di noi. Custoditi con gioia negli  scrigni dei loro cuori e dei loro pensieri potremmo dire d’essere anche noi immortali, il resto sono solo parole e polvere!

 
 
 

POZZUOLI RISCOPRE L'ANTICO SENSO DEL GOVERNO GIUSTO

Post n°1177 pubblicato il 27 Novembre 2011 da kayfakayfa

Non le mandano certo a dire i quattro ex consiglieri della maggioranza di centrodestra che con le loro dimissioni, unitamente a  quelle  di nove consiglieri dell’opposizione con cui s’erano accordati per “far saltare il banco”, dopo solo sei mesi hanno determinato la caduta della giunta comunale di Pozzuoli presieduta dal sindaco Agostino Magliulo.

In una conferenza stampa particolarmente vibrante, di cui ieri dava ampi stralci IL CORRIERE FLEGREO, i quattro dissidenti - Salvatore Maione (Fli), Guido Iasiello (Pdl), Gennaro Pacileo (Pdl), Fabio Costigliola (Pozzuoli Futura) - senza peli sulla lingua accusano il sindaco uscente di aver raccontato bugie alla città, preoccupandosi più del piano di riqualifica dell’area ex Sofer, ribattezzata waterfront, e di una probabile ristrutturazione con ampliamento delle volumetrie delle abitazioni popolari di Monterusciello da rivendere ai privati, un affare da un milardo di euro dietro cui dovrebbe esserci,  come ipotizza Maione, un raggruppamento di imprenditori privati non escludendo possa trattarsi dello stesso interessato al waterfront. In entrambi i casi alti sono gli interessi economici e imprenditoriali in gioco tanto che Iasiello non lesina a chiamare in causa esplicitamente l’onorevole Giulia Cosenza del Pdl, rampollo di una famiglia di grossi imprenditori puteolani: non s’è mai interessata a Pozzuoli, tranne quando è scesa in campo chiedendo ad alcuni consiglieri di fare le tessere. Voleva entrare a gamba tesa nella politica della città, dopo che la sua famiglia da 30anni ha un ruolo imprenditoriale di primo piano. Abbiamo scongiurato che il controllato fosse anche controllore. (Il Mattino, cronaca di Napoli pag. 51, sabato 26 novembre 2011).

Altro elemento scatenante la rabbia dei quattro consiglieri dimissionari è stata la presenza nella giunta di 7 assessori tecnici estranei al territorio, fortemente voluti da Magliulo che, a detta del sindaco, sarebbero dovuto restare in carica per un anno. Senza mai spiegare però il perché di questa permanenza temporale e del conferimento di poteri gestionali e amministrativi ad un tale Tito Fenocchio, presentatore di una lista civica a sostegno del sindaco con funzioni di consulente come controllore dell’attività politica-amministrativa pur non avendo lui alcuna carica elettiva.

Secondo Iasiello Magliulo ha fatto politica a modo suo avendo colloqui ad personam soltanto con alcuni consiglieri comunali che afferivano a lui, insieme a quel losco personaggio – Fenocchio – che ha abdicato al ruolo politico sposando un ruolo gestionale insieme a chi a Pozzuoli ha interessi imprenditoriali da 30 anni – Cosenza – ed ha cercato non solo di diventare controllore e controllato ma stava diventando anche un personaggio politico oltre che imprenditoriale.

Insomma stando alle dichiarazioni dei quattro “ribelli”, cui si associano quelle dell’opposizione la quale, da quando si insediò Magliulo al comune, ha sempre denunciato un’assoluta immobilità della giunta nell’affrontare i reali problemi della città, sembrerebbe che, finalmente, per una volta la politica ha anteposto gli interessi dei cittadini a quelli delle di lobby politiche/affaristiche pronte a spolparsi l’osso a danno dell' intera comunità.

Quando fu fondata, l’originario nome di Pozzuoli era Dicearchia, giusto governo! Che da martedì 22 novembre 2011 a Pozzuoli si sia inaugurata la new age della politica? Che dopo più di 2500 anni il giusto governo torna a capeggiare la politica puteolana? Che nel capoluogo flegreo si sia aperta una nuova fase politica locale, a tutela della cittadinanza, che avrà pioneristicamente nel tempo riflessi positivi anche su quella nazionale?...

 

 
 
 

A POZZUOLI LA POLITICA è PEGGIO DI UNA CASA CARIUTA!

Post n°1176 pubblicato il 23 Novembre 2011 da kayfakayfa

Dopo soli sei mesi è caduta la giunta comunale di Pozzuoli presieduta dal sindaco Agostino Magliulo eletto nelle fila del centrodestra alle amministrative della scorsa primavera. Le modalità che ne hanno sancito la “sconfitta” sono le stesse (tanto da sembrare una strategia precostituita a tavolino...) che agli inizi di maggio del 2010 costrinsero alle dimissioni l’allora sindaco Pasquale Giacobbe, anch’egli del centrodestra con non disprezzabili trascorsi nel centrosinistra: un gruppo di consiglieri della maggioranza e dell’opposizione si sono riuniti davanti a un notaio per notificare le proprie dimissioni causando la fine della giunta, condannando all’ennesimo commissariamento il capoluogo flegreo. Anche le motivazioni ufficiali del gesto sono praticamente le stesse di un anno e mezzo fa: un atto d’amore nei confronti della città, amministrata in maniera pessima dall’attuale sindaco!

Nessuno discute le ragioni “sentimentali” che hanno indotto i consiglieri - in particolare quelli del suo stesso schieramento a testimonianza dell’incapacità di Magliulo - a dimettersi per far cadere il sindaco. Il punto è che ora, nell’attesa che si vada nuovamente a votare per eleggerne uno nuovo – da sfiduciare poco dopo con l’ausilio dei soliti “traditori”, come direbbe Berlusconi – al comune subentrerà il commissario prefettizio.

Nel frattempo le forze politiche cittadine daranno vita al nuovo balletto di alleanze strategiche finalizzate “al bene della città”, studiando le “migliori” strategie da adottarsi in campagna elettorale per far presa sui cittadini con promesse “forti” cui sarà difficile resistere per garantirsene la preferenza nelle urne. E poi? Una volta eletto il nuovo sindaco e formato il nuovo consiglio comunale cosa accadrà? Purtroppo nulla perché a Pozzuoli la politica è peggio di una  casa cariuta (casa caduta)!

 
 
 

MENTRE IN SPAGNA VINCE LE ELEZIONI, IN ITALIA LA DESTRA PREDICA AL VENTO

Post n°1175 pubblicato il 21 Novembre 2011 da kayfakayfa

Un po’ tutti ci sorprendevamo come un uomo tanto attento ai sondaggi qaul è Silvio Berlusconi - il cui abbandono dalla guida del paese causa la crisi economica che sta travolgendo l’Italia fu accompagnata da manifestazioni di giubilo in tutto il paese facendo arrabbiare i vertici del PDL - commentando le proprie dimissioni, forzate dal Capo dello Stato, si ostinasse a ribadire, col sostegno della  Lega,  che in Italia era stata mortificata la democrazia in quanto l’alternanza di governo era stata sancita dai mercati e dall’Europa con l’avallo di Napolitano anziché dalla sfiducia parlamentare seguita da nuove elezioni non essendoci in Parlamento, a suo dire, una maggioranza alternativa a quella uscita dalle urne del 2008. Tutto ciò nonostante le proiezioni dessero il PDL e la Lega in evidente calo di consensi. Eppure, solo alcuni mesi fa, quando era ormai chiaro a tutti che, malgrado i reiterati inviti all’ottimismo dello stesso cavaliere, l’Italia non fosse affatto immune dalla crisi; che lo spettro default, come era successo già per altri paesi europei - Irlanda e Grecia - era sempre più tangibile anche per il nostro; quando finanche l’ex Ministro del Tesoro Tremonti ammetteva che il problema in Italia non era un’errata politica finanziaria ma la presenza di Berlusconi al governo, invitando il cavaliere a seguire l’esempio di Zapatero in Spagna il quale, preso atto della crisi economica, si dimise, restando in carica fino allo svolgersi delle nuove elezioni indette per ieri che hanno visto la destra tornare al governo con una maggioranza assoluta senza precedenti dall’epoca di Aznar, Berlusconi e i suoi uomini erano contrari a elezioni anticipate ritenendole dannose per il paese visto il momento critico. Ora che fanno parte dell’ampia coalizione che sostiene il governo tecnico di Monti, il cavaliere e tanti altri leader del centrodestra, seppure a denti stretti, non lesinano frecciate al vetriolo nei confronti di Napolitano che, a loro dire, investendo Monti Presidente del Consiglio, senza che questi fosse espressione di un consenso popolare, avrebbe mortificato la democrazia impedendo al popolo di scegliere da chi essere governato.

Eppure se i sondaggi, come ammettono gli stessi rappresentanti del centrodestra, dicono che andare oggi al voto per il PDL e la Lega sarebbe una debacle senza precedenti, tipo quella dei socialisti in Spagna, che senso ha da parte di Berlusconi alzare ogni giorno il tiro su Napolitano e sul neo governo minacciando di staccare la spina non appena si volessero varare norme in contrasto con la politica del centrodestra?  Staccare la spina significherebbe aprire una crisi di governo cui  presumibilmente seguirebbero le elezioni tanto deprecate fini ad alcuni mesi fa dal cavaliere... A questo punto, anziché giocare col fuoco rischiando di far fallire il paese, dopo averlo condotto sull’orlo dell’abisso, perché il cavaliere non si dimise all'epoca in cui glielo suggerì Tremonti? Perché aveva a cuore le sorti del paese, mi si risponderà! Ma allora nemmeno ora gli conviene tirare la corda perché se si facesse cadere questo governo, davvero l’Italia rischierebbe di fallire! La sensazione è che Berlusconi tendi a far sentire la propria voce  affinché la gente non si dimentichi di lui, mettendo in pratica la famosa frase pronunciata da non  ricordo da chi, “non importa che di me se ne parli bene oppure male, l’importante è che se ne parli”.
Per chi ha fatto dell’apparenza la propria arma vincente non deve esservi nulla di peggio di temere di cadere nel dimenticatoio! 

 
 
 

GIà C'è CHI CRITICA IL NEONATO GOVERNO MONTI, PER UNA VOLTA NON FACCIAMO GLI ITALIANI!

Post n°1174 pubblicato il 17 Novembre 2011 da kayfakayfa

Nella vita, così come accade per le singole persone, i governi, - entità istituzionali costituite da un nucleo di individui scelti da un leader il cui scopo è quello di operare per il bene comune della patria cui giurano fedeltà sulla Costituzione - vanno giudicati dai fatti. Non certo dalla belle parole con cui i loro capi si riempiono la bocca per imbonirsi i cittadini, promettendo loro mari e monti per poi non dare  né gli uni né gli altri.

L’impietoso giudizio negativo espresso da tanti sull’uscente governo Berlusconi, costretto a dimettersi dal Presidente Napolitano per la manifesta incapacità di fronteggiare la crisi economica che sta investendo il paese e, di riflesso, l’intera Europa mettendo a rischio la stabilità dell’euro, enfaticamente ribattezzato dell’ex Premier “il governo del fare”, deriva dalla pochezza dei fatti e dalle tante, troppe polemiche e scandali che hanno visto protagonisti il cavaliere e alcuni suoi Ministri.

Con lo stesso criterio di giudizio retto dai fatti dovrà essere valutato il governo Monti. Chi esprime a priori giudizi negativi sul neoesecutivo solo perché non gradisce alcune delle nomine a ministro, ritenendo che la loro presenza rappresenti un pericoloso ritorno al passato democristiano, mostra di avere una concezione pretestuosa, che non sta né in cielo né in terra.

Il nuovo governo va giudicato dal programma che ancora deve presentare e dai fatti! Prima di giudicarlo, aspettiamo che inizi a operare. Solo quando inizierà a agire potremmo stabilire se ci troviamo al cospetto di un altro governo del fare niente o ben poco, che vende ai cittadini e all’Europa aria fritta, oppure di un governo vero che tiene particolarmente a cuore i problemi del paese e si fa in quattro non temendo di assumere scelte impopolari pur di evitare la bancarotta dell’Italia.

Per una volta, riusciamo a essere seri, a tenere a freno la bocca per giudicare il governo dai fatti anziché da chi lo compone? Già solo il fatto che il Premier Monti calibri adeguatamente le parole rispetto al suo predecessore, prolisso e inopportuno in più di un’occasione tanto da creare imbarazzo alle ambasciate italiane all’estero, è sicuramente un punto a suo favore! Se poi consideriamo che tutti i neoministri hanno un invidiabile curriculum professionale in confronto a molti dei ministri del governo uscente la cui fulminea ascesa politica pare si poggiasse più sulle misure del fisico che non su quanto realmente fatto nella vita che ne giustificasse la nomina a un simile incarico, che altro aggiungere? 

 
 
 

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