Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Dicembre 2011

MEGLIO LA TELEFONATA DELLA MERKEL A NAPOLITANO CHE LE INVETTIVE SECESSIONISTE DELLA LEGA

Post n°1189 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da kayfakayfa

Com’era prevedibile, sia il Quirinale che la cancelleria tedesca hanno seccamente smentito la notizia, diffusa ieri dall’autorevole quotidiano americano Wall Street Journal, secondo cui a ottobre la cancelliera tedesca Angela Merkel telefonò al Capo dello stato italiano dicendosi preoccupata per l’efficacia con cui il governo Berlusconi stava affrontando la crisi economica in Italia, chiedendone implicitamente la sostituzione per evitare il fallimento del nostro paese con conseguenze tragiche per tutti i paese dell’eurozona, Germania inclusa.  Tuttavia, al di là delle smentite ufficiali, molti in cuor nostro, all’indomani delle dimissioni di Berlusconi, abbiamo nutrito la convinzione che l’azione di Napolitano fosse conseguenza di una probabile pressione da parte di paesi stranieri quali la Francia e la Germania che in maniera plateale, durante una conferenza stampa bilaterale a Bruxelles, avevano apertamente manifestato con risatine ironiche quanta poca credibilità nutrissero nell’operato di Berlusconi e del suo governo.

Se anche fosse vero che la Merkel abbia telefonato a Napolitano chiedendogli di sostituire Berlusconi con una personalità seria e capace, visto che facciamo parte dell’Europa unita - per essere precisi siamo tra i suoi membri fondatori – personalmente non mi scandalizza una simile eventualità. Né mi indigna l’idea che possa esservi stata un’ingerenza tedesca nelle vicende di politica interna italiana in quanto, proprio in virtù dell’unità europea, mai come oggi le sovranità nazionali sono sempre più incentrate a vicende specificamente localistiche. Nel momento in cui tali fatti assumono connotati transnazionali, nel senso che le loro conseguenze negative rischiano di valicare i confini e estendersi come un virus a tutti gli altri membri della comunità europea, è ovvio e naturale che gli altri aderenti al club dell’eurozona, preso atto dell’inconsistenza delle misure adottate dai medici del paese ammalato per bloccare la malattia e evitare il contagio, si rimbocchino le maniche e agiscano di concerto isolando l’ammalato o, come sarebbe accaduto per l’Italia, inizino a pressare chi lo comanda affinché intervenga drasticamente per sostituire l’inefficiente staff sanitario con uno più competente, magari dando delle indicazioni sulla cura da propinare perché l’ammalato si riprenda.

Malgrado i rappresentanti della maggioranza relativa, PDL e Lega, si ostinino a evidenziare che, nonostante Monti, lo spread continua a oscillare intorno ai 500 punti, chiunque abbia un minimo di buon senso  sa benissimo che il male dell’Italia erano Berlusconi e il suo governo. Tralasciando gli anni precedenti in cui ha governato, negli ultimi tra anni Berlusconi e i suoi non hanno fatto altro che propinare agli italiani un’immagine del paese totalmente diversa da quella che realmente era. Negare la crisi, sostenere che l’Italia  era forte e dunque non servivano contromisure per far fronte alla crisi economica del 2008, più che un errore, è stato un gesto irrispettoso verso i cittadini. Voler far credere a ogni costo di essere capaci di tenere le briglie economiche del paese senza gravare sulle tasche degli italiani, solo per accattivarsene le simpatie elettorali, alla fine si è ripercosso contro il centrodestra e il suo alleato leghista.

Dato che da quando sono usciti dal governo e passati all’opposizione, non passa giorno che Bossi e compagni non offendano l’Italia e suoi simboli – cosa che comunque facevano anche prima, quando erano al governo!... -, presidente della Repubblica incluso, ai loro occhi reo di aver attuato un colpo di stato sostituendo Monti con Berlusconi, sarebbe più opportuno che il PDL condannasse gli attacchi leghisti al Paese e al Capo dello Stato anziché confidare in una nuova alleanza con il carroccio in previsione di future elezioni. Del resto, allearsi con chi ha definito proprio ieri Berlusconi utile idiota, sarebbe davvero un gesto sconsiderato che nemmeno i più convinti sostenitori del PDL riuscirebbero a capire, per quanti sforzi facessero i portavoce del partito per giustificare l’ipotetica rinnovata alleanza con Bossi.

Anziché stupirsi dell’ovvietà, ossia delle giustificate preoccupazioni della Merkel e della sua probabile telefonata a Napolitano perché destituisse l’incompetente governo Berlusconi con uno più capace, sarebbe meglio se i rappresentanti del PDL condannassero coralmente  la Lega e i suoi improperi offensivi verso l’Italia e il suo Presidente che l’ha salvata dal baratro.

Il 2011 è stato uno dei peggiori anni della storia della Repubblica. Evitiamo che il 2012 sia peggiore. Se davvero si tiene al bene della nazione, bisogna isolare chi vuole distruggere l’unità nazionale anziché stipularvi un’alleanza politica!

Meglio la Merkel, la quale con occhio cinico guarda al bene dell’Italia per tutelare gli interessi della Germania, anziché un partito secessionista che punta al governo per tutelare gli interessi di una ristretta fetta d’Italia a scapito dell’intera nazione!

 

 
 
 

ARRIVA UN NUOVO ANNO MA SE NON CAMBIAMO DENTRO SARà VECCHIO

Post n°1188 pubblicato il 30 Dicembre 2011 da kayfakayfa

Dunque, ci siamo quasi! Dopo un cammino circolare di 365 gradi, o giorni, fate voi, anche il 2011 si avvia mestamente a concludersi tra botti, schiamazzi, canti, balli e, perché no?, orgasmi (anche questi servono per rendere meno amara la vita…)   per lasciare spazio a quello che, secondo una profezia maya, dovrebbe essere l’ultimo anno dell’umanità visto che, stando al calendario di quest’antico popolo, il 23 dicembre del 2012 il mondo dovrebbe scomparire! Nell’attesa di appurare se i maya, e soprattutto chi ne ha interpretato la profezia , avessero ragione, in gran spolvero, chi più chi meno, tutti ci prepariamo a salutare l’arrivo dell’anno nuovo proponendoci di essere migliori e di fare meglio per non rimpiangere quello che se ne va. A tale scopo ognuno, in cuor suo, tira le somme per valutare personalmente la qualità dell’anno che volge al tramonto; se nel corso dei giorni che ne scandivano l’invecchiamento è riuscito, del tutto o solo in parte, a realizzare gli obiettivi che si era prefissato poco prima iniziasse proprio come sta facendo ora con l’approssimarsi del 2012.
Tutti, nessuno escluso, giustamente vorremmo che l’anno nuovo fosse migliore di quello vecchio. Pochi però capiscono che, perché ciò accada davvero, dobbiamo prima di tutto cambiare noi stessi e il nostro modo di approcciarci con la vita. Solo così potremmo sperare in un anno migliore, al di là degli imperscrutabili disegni del destino contro cui nulla possiamo fare. Eppure il destino non serba solo sgradite sorprese, spesso ha nel carniere cose belle da regalarci. Purtroppo l’essere umano è talmente strano che il più delle volte reagisce con astio e accanimento ai momenti belli che la vita gli offre, nemmeno fossero una condanna inviata dal cielo, respingendoli con determinazione. Accettando passivamente quelli brutti, cercando di affrontarli con tutte le proprie forze pur sapendo che c’è poco da fare per cambiare le cose. Nemmeno per un istante all’uomo - ovviamente sto generalizzando, qualche caso straordinario per fortuna c’è – passa per la mente che quel momento di piacere offertogli dal vita e che lui rifiuta con sdegno possa essere lo zuccherino che la vita gli sta donando per lenire le sofferenze patite o quelle che patirà. L’impronta lasciata da secoli di cristianesimo nella nostra cultura, secondo cui il piacere è figlio del demonio e dunque bisogna rifuggirlo mentre il dolore e la sofferenza sopportati stoicamente rappresenterebbero la chiave d’accesso al Paradiso, tutt’oggi continua a influenzare il modo di vita di molte persone le quali sono propense a rinunciare al piacere anziché al dolore perché lo avrebbe detto Gesù…

In natura tutte le cose hanno un duplice aspetto, positivo e negativo. Dolore e piacere sono le opposte facce di quella medaglia chiamata vita. Negarsi l’una propendendo verso l’altra è un gesto sconsiderato che snatura il senso della vita e del creato in quanto tutto ciò che in equilibrio è a un passo dalla verità.
Così come in molti casi accettiamo passivamente il dolore perché consci di non poter far nulla per poter cambiare il corso degli eventi - e tuttavia ci affanniamo con tutte le nostre forze (fisiche, economiche e mentali) per fronteggiarlo per compiere il nostro dovere di uomini e sentirci a posto con la coscienza-  altrettanto dovremmo indulgere verso il piacere quando ci si presenta l’opportunità di vivere un bel momento, soprattutto se lo abbiamo desiderato da sempre, perché nessuno può escludere che esso sia un regalo della vita anziché una tentazione del demonio da respingere con forza per dimostrarci degni di Dio! Acquisire la consapevolezza che essendo, il piacere soggettivo – non a caso si dice NON È BELLO CIO CHE È BELLO MA È BELLO Ciò CHE PIACE -, ognuno di noi ha un modo diverse di intenderlo, e di conseguenza è ovvio che la nostra scelta di godere un piacere può suscitare le critiche degli altri perché in contrasto con ciò che loro intendono per piacere.
Spero sia chiaro che il mio discorso rientra nei canoni delle della “normalità”. Estremizzarlo, prendendo in esame quei tanti casi in cui il piacere deriva dal dolore, personale e degli altri, non fa testo esistendo un abisso tra la cosiddetta normalità, la perversione, l’egoismo e l’alienazione mentale. Seppure è indiscutibile che in un contesto di normalità il peccato è negli occhi di chi guarda, per cui, nel caso di adulti consenzienti, certe esperienza di dolore finalizzate al piacere vanno comprese anche se non condivise proprio perché il piacere è qualcosa di personale e ognuno lo vive a modo suo. Sono invece da condannare e da combattere tutte quelle azioni finalizzate al piacere dove è previsto l’abuso degli altri, adulti o bambini che siano.
Man mano che l’anno vecchio si approssima all’epilogo, crescono dentro di noi i proposito per un anno nuovo migliore. Ma finché nel nostro animo resteremmo quelli che eravamo un anno fa, i propositi di miglioramento resteranno tali e la realtà del nuovo anno non cambierà di molto da quella appena trascorsa, trascendendo dal destino che cu aspetta nel 2012. Se davvero vogliamo migliorare la nostra vita dobbiamo iniziare a modificare il nostro modo di pensare e di approcciarci alla vita. Essere propensi non solo a accettare e patire il dolore e la sofferenza  ma anche a cercare il piacere e viverlo senza tanti patemi, soprattutto se a offrircelo è la vita stessa perché un bel momento rende meno amara la vita!
Buon anno a tutti!

 

 
 
 

ESSERE MALATI DI SCOMMESSE NON SIGNIFICA ESSERE CRIMINALI

Post n°1187 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da kayfakayfa

Com’era prevedibile, ma mano che l’indagine sul calcio scommesse si allarga lo scenario che si presenta agli attoniti sguardi dell’opinione pubblica è sempre più inquietante. Ora si parla addirittura di un’intercettazione telefonica in cui si fanno i nomi di Buffon, Cannavaro e Gattuso definendoli “malati di scommesse”. Proporre questa intercettazione, per quanto depositata agli atti e dunque divulgabile dai media, rischia di confondere le idee, di alimentare in chi legge, ma manca di senso critico, il sospetto che i tre calciatori, al pari di Doni, appartenessero alla cricca che truccava le partite.

C’è una differenza abissale dal coltivare, seppure eccessivamente tanto da stravolgerla in vizio, una passione come quella delle scommesse, dal far parte di un’associazione criminale dedita a falsare i risultati delle gare con la complicità dei calciatori.

Per quanto Buffon, Cannavaro e Gattuso avessero, e forse tuttora ce l’anno, il vizio del gioco tanto da puntare grosse cifre, il loro non è affatto un reato, al massimo può essere considerato una debolezza, se non addirittura un malattia da curare con l’ausilio degli psicologi. Divulgare una simile notizia, impastandola in un contesto tanto complesso come quello dell’inchiesta sul calcio scommesse, rischia di inquinare l’immagine dei tre campioni, facendoli apparire ingiustamente per quello che non sono.

È ovvio che abbinare la loro notorietà a una vicenda losca garantisce un aumento nella vendita delle copie dei giornali in quanto acuisce la curiosità e la sensibilità dei lettori. Ma per rispetto dell’individuo, in questo caso dei tre campioni, sarebbe il caso che i titoloni sulle prime pagine dei quotidiani, sia cartacei che nelle edizioni online, non fossero equivoci, bensì spiegassero chiaramente che nell’intercettazione il nome dei tre verrebbe fatto a mo’ di vittime del gioco cui spillare soldi anziché di complici intenti a truccare le partite allo scopo di arricchirsi. Se poi nei loro confronti risultassero reati da punire penalmente, a farlo ci penseranno la giustizia ordinaria e sportiva. Per ora nulla è risultato a loro carico se non che sono “malati di scommesse”!


 

 
 
 

FARINA E PRANDELLI: DUE GOCCE D'ACQUA PURA IN UN OCEANO DI MERDA

Post n°1186 pubblicato il 25 Dicembre 2011 da kayfakayfa

 

 

Sbaglia chi pensa che l’ennesimo scandalo scommesse nel calcio italiano sia l’ulteriore conferma di quanto sia marcia la nostra società. Esso non è altro che uno dei tanti tristi riflessi di una realtà in cui la corruzione, partendo dai piani alti della politica fino a scendere a quelli umili dell’uomo della strada, è da decenni assurta a condizione di normalità cui o ci si adatta o si è fuori dal sistema!

Il livello di marciume toccato dalla società italiana è invece scandito dallo scalpore che ha suscitato il gesto del calciatore del Gubbio Simone Farina il quale ha denunciato, prima alla sua società quindi all’autorità giudiziaria, di essere stato avvicinato da loschi personaggi affinché truccasse la partita di Coppa Italia Gubbio-Cesena coinvolgendo alcuni compagni della difesa. Un gesto che ha spalancato al calciatore le porte della nazionale in quanto il C. T. Prandelli, seppure sollecitto dall'opinione pubblica, ha fatto sapere che in segno di riconoscenza per il suo coraggio lo convocherà al raduno di febbraio della nazionale in vista della partita amichevole con gli Stati Uniti.

In una società dove ciò che dovrebbe rientrare nei canoni della normalità civile, come appunto denunciare di aver subito un tentativo di corruzione, suscita scalpore tanto da farti meritare l'appellativo di eroe, significa che quella società è ammalata fino al midollo, partendo dalle fondamenta delle istituzioni che dovrebbero garantirne il giusto e equilibrato funzionamento.

Una società dove in Parlamento, luogo in cui decidendosi le sorti dello Stato e dei suoi cittadini si presume dovrebbe sedere l’eccellenza della società, si accomodano invece sempre più spesso personaggi ambigui su cui indaga la magistratura ritenendoli probabili referenti politici della malavita organizzata, evasori fiscali, truffatori, faccendieri della peggiore specie, sfruttatori della prostituzione maggiorenne e  minorile, belle signore che fino al giorno prima nemmeno sapevano cosa fosse la politica, dedite com’erano a tutt’altro genere di attività, e all’improvviso, non si sa per quali meriti,  si ritrovano investite del titolo di onorevoli se non addirittura di Ministri; in cui sempre più spesso avvengono delle vere e proprie risse da osteria o si levano cori da stadio con il sostegno di striscioni inneggianti alla distruzione dell’unità nazionale, in barba alla sacralità laica e democratica del luogo, non deve stupire se una goccia di acqua pura quale può essere considerato Farina, cadendo in questo mare di melma, faccia tanto rumore.

Poiché in questi ultimi anni c’hanno abituati che nella vita solo i furbi e i disonesti fanno carriera mentre gli onesti sono condannati a farsi in culo, il gesto di Farina e, soprattutto, la decisione di Prandelli di convocarlo in nazionale per premiarlo per aver denunciato tutto dovrebbero essere da insegnamento a quanti pretendono che siano sempre e solo le persone oneste a pagare per le malefatte altrui.

In questa società in cui per tappare le falle prodotte nelle casse dello Stato dall’evasione fiscale e dalla cattiva amministrazione della cosa pubblica si tartassano fino alle ossa gli impiegati, gli operai, i precari e i pensionati anziché chi ha di più o adoperarsi concretamente per arginare l’evasione fiscale; dove le compagnie assicurativa praticano al sud polizze con aumenti fino al 300% rispetto alle altre regioni italiane per rifarsi delle truffe che subirebbero in queste aree del paese, penalizzando i clienti onesti con tariffe da capogiro malgrado in tanti anni non abbiano prodotto nemmeno un sinistro, il gesto di Prandelli, in risposta a quello di Farina, è una boccata d’ossigeno ma anche una stonatura che il sistema accetta ipocritamente a denti stretti per evitare il peggio.  

L’Italia e la Grecia - guarda caso proprio le due nazioni che con la loro crisi economica rischiano di far saltare l’eurozona - sono tra i paesi più corrotti d’Europa; illudersi che bastino l’onestà di un calciatore e la riconoscenza di un allenatore per immunizzare il sistema dalla corruzione e rilanciarlo nell’empireo dell’irreprensibilità è da illusi, forse addirittura da stupidi. Ma siamo a Natale, sperare che tutti diventino più buoni è di rigore!

Buon Natale!

 

 
 
 

E SE RISCOPRISSIMO IL SENSO PAGANO DEL NATALE?

Post n°1185 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da kayfakayfa

Tra poche ore sarà Natale, giorno dell’anno in cui i cristiani festeggiano la nascita di Gesù figlio di Dio. Che le origini del Natale siano di matrice pagana, lo deduciamo dalla data in cui lo si festeggia: il 25 dicembre è a cavallo col solstizio d’inverno, momento dell’anno in cui il sole nell’emisfero nord della terra, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre, sembra fermarsi in cielo, fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore. In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”.

 Nessuno dei vangeli canonici o finanche apocrifi ci danno delle indicazioni precise sulla presunta esattezza della data di nascita di Gesù, né quanto meno ci danno informazioni approssimative da cui la possiamo dedurre. Per cui, proprio il fatto che la tradizione cristiana e cattolica stabilisca la nascita del figlio di Dio in concomitanza con il 25 dicembre, ci spinge a ritenere il Natale una derivazione della tradizione pagana. Se poi questa derivazione rappresenti un’evoluzione o un’involuzione dell’originaria tradizione, a determinarlo sarà lo stato di coscienza dell’individuo maturato attraverso la sua formazione culturale e religiosa. È ovvio che per qualunque cristiano, o comunque chiunque abbia avuto una formazione culturale in sintonia con i canoni cattolici, indipendentemente se è praticante o meno,  il Natale rappresenta, insieme alla Pasqua, giorno della resurrezione di Gesù, il massimo momento cultuale dell’anno. Il cui aspetto va al di là della festività. Per costoro infatti il Natale è un giorno particolare da trascorrere rigorosamente in famiglia,  volgendo il proprio pensiero e il proprio cuore a Dio. Meditando su quanto sia grande il suo amore verso gli uomini al punto da spingerlo a scendere in terra, incarnandosi in un corpo umano per salvarli, prima, attraverso la diffusione del suo messaggio trascritto nei Vangeli, quindi col suo sacrificio sulla croce e successiva resurrezione dalla morte che ne attesta la reale natura divina da cui il cristianesimo trarrebbe la sua potenza rispetto alle altre religioni i cui “fondatori” erano uomini anziché divinità come lo fu Gesù. In virtù del fatto che Natale è il giorno in cui Dio nasce in terra, la tradizione impone che in questo periodo si sia tutti più buoni. Da qui probabilmente l’usanza dello scambio di regali da effettuarsi anche con chi non nutriamo particolare affinità!

Purtroppo, essendo da sempre la società dominata dal dio denaro, nel corso dei secoli, man mano che gli uomini evolvevano, socialmente e economicamente, il fenomeno puramente simbolico dello scambio dei regali ha assunto connotazioni di carattere commerciali, alterando completamente il senso religioso della festa ormai svilita a mero momento consumistico caratterizzato dalla corsa agli acquisti per i regali e il pranzo natalizio in barba a quei tanti milioni di persone sparse per il mondo che non hanno né pane né acqua per sfamarsi.

In questo momento dell’anno in cui tutti dovremmo essere più buoni, ho la sensazione che i nostri sentimenti sono completamente anestetizzati dal pensiero di cosa regalare a chi  e di cosa ingozzarci, dimenticando che nello stesso momento al mondo c’è chi mendica per le vie, si prostituisce e fa prostituire la propria moglie o i propri figli, perfino se bambini, perché non ha davvero nulla, nemmeno più la dignità!

Chissà se, riscoprendo il senso pagano del Natale, le cose non andrebbero un tantino meglio visto che quello cristiano, sotto molti aspetti, ha completamente fallito...

Buon Natale!

 

 
 
 

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