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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi di Febbraio 2012
Post n°1212 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da kayfakayfa
Migliaia sono i lavoratori iscritti al sindacato per vedersi tutelati i propri diritti; centinaia di migliaia sono poi quelli che incrociano le braccia e scendono in piazza ogni qual volta il sindacato indice uno sciopero; milioni sono invece quelli che si domandano, dopo aver visto in televisione e letto sui giornali la reazione basita, quasi da alienati, dei leader sindacali alla diffusione della statistica di Eurostat in cui si afferma che gli stipendi dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d’Europa, se non fosse il caso che si cambino leader in quanto è davvero paradossale che persone preposte a salvaguardare gli interessi dei lavoratori non conoscessero la disparità tra i salari di molti paesi europei con quelli italiani! Queste persone che fino a ieri si battevano lancia in resta perché il governo non abolisse l’articolo 18 e ora dichiarano che la vera priorità è quella dei salari mentre l’articolo 18 è solo un pretesto per distrarre l’opinione pubblica (Bonanni ieri al TG3 delle 14), dove vivevano? Possibile che occorreva la statistica Eurostat perché questi signori e signore prendessero consapevolezza di questo vergognoso divario? |
Post n°1211 pubblicato il 22 Febbraio 2012 da kayfakayfa
Penso che non accade solo a me, quando sono costretto a dover rendere l’estremo saluto a una persona cara da poco defunta, di osservarne con attenzione i lenti mutamenti del corpo causati dal rigor mortis e dalla decomposizione. È in quei momenti che, senza ricorrere alla filosofia o alla teologia, si acuisce la mia certezza nell’esistenze e nell’immortalità dell’anima. È in quegli attimi in cui è difficile accettare l’idea che una parte importante della nostra vita non c’è più che, paradossalmente, mi convinco che la nostra esistenza non può limitarsi al solo passaggio terreno ma che essa continua in una sfera diversa, sottile, ultraterrena. Fissare quel corpo privo di vita, prima giacere inanimato sul letto e poi la sua traslazione nella bara quasi fosse spazzatura da gettare nel cassonetto, mi impedisce di accettare l’idea che con la morte finisce tutto. Così come accade con i rifiuti organici - la cui essenzialità è assimilata dal nostro corpo attraverso l’alimentazione per rimodellare la struttura fisica logorata dal trascorrere del tempo e dall’esercizio, mentre i residui si gettano nella spazzatura perché inutilizzabili - con tutto il dovuto rispetto, penso che lo stesso accade al nostro corpo quando esaliamo l’ultimo respiro. Nell’attimo in cui spiriamo esso diventa un involucro inanimato in quanto privato di qualcosa che va al di là della nostra comprensione umana che lo riempiva e animava. Pensare che quella struttura putrescente sia la stessa che in vita è stata capace di fare tante cose belle garegalandoci emozioni diventa impossibile visto che il sopraggiungere della putrefazione tacitamente afferma che, nell’attimo i cui avviene il trapasso, al corpo viene mancare qualcosa di particolare che lo individualizzava rendendolo vivo. Con l’esalazione dell’ultimo respiro elementi chimico/organici diversi tra di loro che, fino a un attimo prima, cooperavano tra sé per garantire il giusto funzionamento di quell’enorme struttura molecolare di carne, muscoli, nervi e ossa, si sfaldano andandosene ognuno per proprio conto, dimostrando in maniera incontrovertibile che al momento del trapasso viene a mancare il collante intelligente che impone loro di lavorare assime per il bene del corpo. Man mano che passano le ore, fissando quelle membra morte irrigidirsi, cambiare colore e iniziare a emanare il cattivo odore della decoposizione sembra davvero impossibile che quello stesso ammasso di carne morta sia la stessa persona che amavamo. È solo allora, osservando i resti inanimati del nostro caro, che iniziamo a renderci conto che esiste davvero qualcosa di superiore e di distinto in grado di vivificare e personalizzare la materia morta non appena ne viene a contatto. L’esistenza di questo qualcosa, –vita, anima, spirito, intelligenza e quant’altro, chiamatelo come vi pare – è affermata proprio da quel corpo in decoposizione che sta lì, davanti a noi, disteso in un letto in attesa di essere rinchiuso per sempre in una cassa. Diversamente non si spiegherebbe perché, col sopraggiungere della morte, ciò che un attimo prima era in grado di fare grande cose ora riposa lì come un sacco vuoto, anzi una marionetta senza il burattinaio che ne regga i fili per darle vita! Di certo in molti si chiederanno, se non si dissolve con esso, al momento del trapasso, dove va l’anima una volta che ha abbandonato il corpo? Me lo chiedo anch’io… |
Post n°1210 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da kayfakayfa
Il Presidente tedesco Christian Wulff si dimette per aver ottenuto all’epoca in cui era ministro-presidente della Bassa Sassonia un prestito privato a tassi agevolati ricevuto dalla moglie di un uomo d'affari e per alcune vacanze pagate da ricchi amici e per aver cercato di condizionare la stampa. In Italia, fino a metà novembre, siamo stati governati da un imprenditore proprietario di tre reti televisive e svariate testate giornalistiche, che non si faceva scrupolo a intervenire telefonicamente durante le trasmissioni televisive che lo criticavano per lanciare strali contro i conduttori; telefonicamente intercettato a parlare con i massimi dirigenti della televisione pubblica chiedendo esplicitamente la chiusura di programmi a lui non graditi; probabile mandante di campagne denigratorie a mezzo stampa, ribattezzate macchina del fango, per stroncare i suoi avversari; plurinquisito con procedimenti penali in corso per reati finanziari e sessuali il quale, ogni qualvolta i magistrati indagavano e indagano su di lui o su qualcuno del suo partito, urla al complotto giudiziario inteso contro di sé dai magistrati comunisti per annientarlo politicamente. Inoltre, cosa non secondaria, nel nostro Parlamento siedono un’ottantina di deputati di centrodestra e centrosinistra che a loro volta hanno contenziosi con la giustizia, i quali senza alcun pudore occupano gli scranni parlamentari come se non sapessero che chi ricopre quel posto deve essere al di sopra di ogni sospetto perché rappresenta la Nazione! E poi ci sorprendiamo se all’estero, fino a poco tempo fa, perfino durante le conferenze stampa, bastava solo si accennasse al nome del nostro ex premier Berlusconi per suscitare l’ilarità dei capi di stato e di governo stranieri? E poi ci meravigliamo se la speculazione finanziaria si è a lungo accanita contro l’Italia, portandola a un passo dalla bancarotta, quando chi doveva rappresentarla solennemente, Silvio Berlusconi, cercava di far passare una prostituta minorenne frequentatrice delle sue case come nipote di un capo di stato straniero per convincere i funzionari della questura in cui la ragazza era in stato di fermo per furto a rilasciarla? E poi ci stupiamo se la Germania è tra le prime potenze economiche al mondo mentre noi caracolliamo pericolosamente intorno all’orlo dell’abisso tanto da dover rinunciare a candidarci per le olimpiadi del 2020? |
Post n°1209 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da kayfakayfa
Non so voi, io ho gioito al rifiuto del governo di sostenere la candidatura di Roma per le olimpiadi del 2020. In un momento di forte crisi economica, con pesanti sacrifici imposti agli italiani per evitare la bancarotta del paese; dopo lo sperpero di denaro pubblico per l’allestimento dei mondiali di nuoto del 2009 a Roma documentato da L’Espresso (senza contare le tante infrastrutture per i mondiali di calcio del 1990 che, a distanza di ventidue anni, almeno a Napoli, languono mestamente in stato di abbandono come il mega parcheggio allestito sotto lo Stadio San Paolo, o sono tuttora in fase di costruzione come il tram superveloce, nonché le tante opere incompiute sparse a macchia di leopardo sul territorio a testimonianza di quanto sperpero di denaro pubblico c’è in Italia); che il deficit della Grecia trae origine dall’organizzazione delle olimpiadi di Atene 2004 costate quattro volte il previsto, lanciarsi in un’avventura che, se Roma avesse ottenuto le olimpiadi, avrebbe richiesto un ingente investimento al buio di denaro pubblico era da folli. Fortunatamente non essendo il nostro né un governo di folli né legato a mere logiche di partito che, viceversa, gli avrebbero imposto di adottare un atteggiamento ruffiano per accattivarsi l’elettorato fregandosene delle reali esigenze del paese, la sua scelta, seppur sofferta, fa tirare un respiro di sollievo. È la conferma che, contrariamente a quel che in molti sostengono, Monti e i suoi ministri non rappresentano gli interessi dei poteri forti bensì quelli reali del paese in quanto la bocciatura di Roma 2020 è di riflesso la bocciatura dei poteri forti e dei loro interessi, banche in testa, coinvolti nell’organizzazione dell’evento! Che dire poi dei segretari dei principali partiti italiani i quali, una settimana prima della decisione, si erano recati in fila indiana da Monti per convincerlo affinché si esprimesse a favore di Roma ma poi, dopo il no, hanno definito responsabile la sua decisione? Così facendo tacitamente non ammettono che gli irresponsabili erano loro che avrebbero voluto i giochi a Roma? Quest'atteggiamento ambiguo svela, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, chi sono i responsabili del disastro economico italiano. Come si può affidare il governo di una nazione a gente che, malgrado il paese non abbia soldi, avrebbe voluto che si lanciasse lo stesso in un’impresa titanica al di sopra delle proprie forze e poi, visto che non se ne fa niente, definisce responsabile quella scelta contro la quale si erano fin lì battuti? Questi signori doubleface non possono essere assimilati a Celentano il quale, invece di utilizzare la voce per cantare, se ne è servito a sproposito per sparare banalità dal palco dell’Ariston a una platea di milioni di italiani? Dopo il demenziale show del molleggiato non sarebbe giusto se a ogni abbonato RAI venisse concesso uno spazio televisivo di almeno cinque minuti per dire dal video quel che pensa senza se e senza ma? Per farlo Celentano è stato pagato, perché a chi paga per sostenere la RAI e il festival non si concede la stessa possibilità? Se davvero vogliamo diventare un paese serio occorrono due cose: primo, che i politici imparino a essere seri e prima di tutto imparino a fare i politici; secondo, che dal palco di un festival delle canzone si diffondano solo le note e le parole delle canzoni e non una marea di sciocchezze, amplificata dall’eco dei media che pur di vendere copie gli danno spazio tacendo sulle cose serie per tutelare gli interessi dei partiti di cui sono portavoce! |
Post n°1208 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da kayfakayfa
Le violente manifestazioni popolari in corso in queste ore ad Atene per protestare contro la draconiana manovra economica varata dal governo greco per assicurarsi gli aiuti economici dall’Europa e evitare la bancarotta nazionale, ferisce profondamente quanti amano la filosofia - di cui la Grecia è la patria incontrastata - e credono nel suo valore educativo individuale e sociale. Quanto sta avvenendo nell'ellade fa male perché riesce difficile immaginare che gli eredi di quelle menti fini - i cui insegnamenti tuttora rappresentano le fondamenta per l’edificazione di una società giusta strutturata sull’equità sociale, dove le istituzioni politiche e giuridiche a loro volta vi attingono spunti preziosi a garanzia di un buon governo - possano aver criminalmente dissipato tali insegnamenti universali, sperperando le risorse pubbliche allegramente e senza ritegno, falsando i bilanci pur di entrare nella zona euro, guidando il paese verso lo scontro sociale dato che le manovre decise stanotte renderanno ulteriormente poveri coloro che già lo erano e impoveriranno quanti già prima non se la passavano tanto bene, portando il paese inevitabilmente alla guerra civile. Le immagini televisive provenienti da Atene che ci mostrano i manifestanti inneggiare ai black block mentre gli incappucciati armati di spranghe, pietre e molotov alimentano la violenza, cercando lo scontro fisico con le forze dell’ordine poste a presidio del Parlamento sono l’emblema del clima di rivolta che serpeggia a Atene e in tutta la Grecia. Con che coraggio, in virtù di ciò, possiamo indirizzare i nostri figli verso gli studi classici convinti che nelle parole di Platone, Aristotele e altri grandi pensatori, greci e non, possano trovare le indicazioni giuste per migliorare se stessi, e di riflesso la società cui appartengono, è davvero difficile saperlo. Lo sfascio economico e sociale della Grecia, culla della società occidentale, non rappresenta semplicemente il fallimento della politica greca. Prima di tutto esso è l’umiliazione di quei pensatori vissuti su quelle terre più di duemila anni fa, le cui parole ancora oggi riecheggiano limpide nelle nostre menti quando le leggiamo, essendo il disastro sociale greco la cinica dimostrazione che l’etica e la morale - tanto care a Socrate, Platone e Aristotele - sono aspetti avulsi alla politica per la quale quel che davvero conta è esclusivamente il potere economico la cui natura è egoista e dunque meno protesa, di quanto realmente debba essere, al bene sociale come invece professarono i padri della filosofia. È proprio il caso di dire che tra il dire e il fare, più che il mare, c’è di mezzo l’avidità umana! |
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