Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Aprile 2012

MA È DAVVERO GRILLO IL MALE DA ESTIRPARE?

Post n°1237 pubblicato il 27 Aprile 2012 da kayfakayfa

L’arroganza dei politici di professione, quelli che, per intenderci, stanno sulla scena politica da una vita, non ha limiti!

Più i sondaggi confermano la crescita di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle tra le preferenze elettorali degli italiani, più loro, anziché avere l’umiltà o quanto meno il buongusto di fare mea culpa chiedendosi il perché di tale consenso, sparano a zero su Grillo definendolo nella migliore delle ipotesi demagogo dell’antipolitica.

Nessuno di loro, nemmeno per un istante, ha il coraggio di ammettere che se la gente s’è stufata dei partiti e dei loro riciclati, ammuffiti rappresentanti, mostrandosi sempre più propensa a rivolgere la propria attenzione verso Grillo e i Masaniello di turno lo si deve all’incapacità dei partiti, nessuno escluso, che negli ultimi trent’anni non hanno saputo fare altro che salvaguardare senza alcun ritegno i personali interessi e quelli di una stretta cerchia di affiliati, sfruttando il mandato popolare come mezzo d’arricchimento personale.

Per loro andare al governo o stare all’opposizione non faceva differenza.

L’importante era stare nel giro del potere politico per potersi spartire le tante “torte” alla faccia di quei milioni di italiani che confidavano in loro per sperare di migliorare la loro vita  e quella dei propri figli.

Per quanto riguarda la crisi economica che sta attanagliando il paese mandando sul lastrico intere famiglie di lavoratori e pensionati, facendo chiudere migliaia di piccole imprese e aumentando in maniera esponenziale la disoccupazione, è facile scaricare le colpe sul precedente governo Berlusconi.

Se infatti è vero, e lo è, che Berlusconi e i suoi Ministri fino all’ultimo negarono con sfacciataggine una crisi grande quanto un montagna, è altrettanto vero che in vent’anni di berlusconismo il centrosinistra ha governato per ben tre volte - una con D'Alema, due con Prodi - senza mai premurarsi di varare una legge contro il conflitto d’interessi che impedisse a uno dei principali imprenditori mediatici del mondo di assurgere al governo del paese, sfruttando tutti i mezzi di propaganda a sua disposizione per soggiogare a proprio favore la volontà elettorale degli italiani, per fare i propri esclusivi interessi una volta che fosse stato incoronato “imperatore”.

Pensano questi signori che gli italiani hanno dimenticato il corteo bipartisan di politici recatisi a Hammamet per portare l’estremo saluto al latitante - non esule come molti ancora oggi si ostinano a definirlo - Bettino Craxi anch’egli travolto con il suo PSI da tangentopoli?

Pensa davvero D'Alema che accostare Grillo al Bossi prima maniera acuisca le antipatie della gente verso il comico genovese quando stesso D'Alema definì la Lega “una costola della sinistra” dopo che Bossi fece cadere il primo governo Berlusconi? 

Nel corso degli ultimi vent’anni sono un’infinità gli episodi di abuso di potere commessi dai rappresentanti dei vari schieramenti politici che hanno messo a dura prova la pazienza degli italiani.

È solo grazie all’incapacità di Berlusconi di contenere i propri bassi istinti e di dire cose scriteriate in consessi ufficiali se il centrosinistra è apparso intonso.

Eppure nessuno può dimenticare l’alterigia del governatore della Campania Antonio Bassolino il quale, allorché la sua regione fu sommersa dai rifiuti, non ne volle sapere di dimettersi dall’incarico nonostante fosse evidente a tutti, prima di tutto ai vertici del suo partito il PD, che egli era tra i principali responsabili di quel dramma, perché voleva dare il proprio contributo  al governo Berlusconi, appena succeduto a Prodi, per riportare la regione e Napoli alla normalità senza mai spegare però come!

Credono i politici che basti l’ammonimento del Capo dello Stato contro i demagoghi perché la gente si dimentichi di Grillo e torni a credere in loro?

In tutti questi anni i politici ne hanno fatte talmente tante che, prima o dopo, dovevano aspettarselo che i cittadini si sarebbero rivoltati democraticamente volgendo le proprie simpatie elettorali altrove!

Sarà pur vero che Grillo sa solo urlare ma non ha proposte concrete (ecco il programma del Movimento 5 Stelle e valutate se di proposte serie ne ha oppure no...)

Quante proposte concrete per migliorare adeguatamente la nostra vita hanno fatto i politici nel corso degli anni, soprattutto in campagna elettorale, per poi ritrovarci oggi con le pezze al culo?

Poiché finora il Movimento 5 Stelle non ha avuto alcun rappresentante in Parlamento, non si capisce con quali ragioni i politici si scaglino verbalmente contro Grillo e il suo Movimento come se fossero loro la vera causa dei mali italiani?

Quando l’Italia andava a puttane, metaforicamente e letteralmente, i politici di professione, quelli che a parole sanno regalarti le più grandi illusioni di questo mondo,  dov’erano, cosa facevano?

 
 
 

A POZZUOLI LA CAMPAGNA ELETTORALE È ALL'INSEGNA DELL'INDIFFERENZA POPOLARE

Post n°1236 pubblicato il 26 Aprile 2012 da kayfakayfa

A due settimane dalle amministrative, anche Pozzuoli non si sottrae al clima di antipolitica dilagante nel paese. 

Malgrado i candidati a sindaco e il loro seguito siano impegnati in maniera esasperata e esasperante in campagna elettorale, gli enormi vuoti che si notano nelle platee dei cinema, nelle hall degli alberghi e nelle sale dove i candidati incontrano la cittadinanza per presentare i programmi elettorali e fare le classiche promesse di sempre  testimoniano l’assoluta indifferenza con cui la stragrande maggioranza dei puteolani sta vivendo l’approssimarsi di queste elezioni.

L’unico che riuscì a riempire la piazza fu Grillo per la presentazione dei candidati del suo movimento. Ma l’enorme flusso di gente converse in Piazza della Repubblica più per curiosità e voglia di divertimento che per sincera affezione politica verso il comico genovese e i suoi rappresentanti.

La frase che come un mantra si ode ripetere da più parti tra la gente è “tant’, chi saje saje, nun cagn’ nient’” (tanto, chiunque vincerà, non cambierà niente).

Un’affermazione che la dice lunga sull’effettiva rassegnazione che scuote gli animi dei cittadini i quali in sette anni hanno visto commissariato il comune per ben tre volte.
L’ultima dopo appena sei mesi dalle amministrative dello scorso anno “grazie” a quattro consiglieri dell’allora maggioranza che, d’accordo con 8 dell’opposizione, sfiduciarono il sindaco Magliulo facendo cadere la giunta adducendo arzigogolate giustificazioni di matrice filantropica cui pochi credettero.

Alla scorse amministrative a Pozzuoli gli astenuti sfiorarono il 50% degli aventi diritti al voto, per quelle del prossimo 6 maggio si suppone si supererà la soglia del 60%.
Una cifra abnorme che dovrebbe preoccupare un po’ tutti i candidati in lizza in quanto, chiunque sarò eletto sindaco, dovrà fare i conti con il malcontento popolare e agire con lo scopo di conquistarsi la fiducia di quelle migliaia di cittadini che oggi non credono né nella politica né in chi si mette in gioco.

Questa sfiducia è giustificata anche dal fatto che alcuni dei candidati a sindaco e al ruolo di comprimari nel prossimo consiglio comunale, nel corso degli anni, non hanno lesinato a cambiare ripetutamente casacca, spostandosi da uno schieramento all’altro con tale facilità da far invidia a Clemente Mastella maestro dei voltagana politici, tanto che molti cittadini si domandano come ci si possa fidare di chi solo ieri sbraitava contro Tizio e contro Caio e oggi li spalleggia o li presenta nelle proprie liste! 

Premesso che abbia davvero a cuore le sorti della città anziché quelle di “qualcuno” che dirige i fili della politica locale standosene comodamente seduto dietro al “sipario interessato com’è a mettere le mani su quella gallina dalle uova d’ora chiamata Waterfront, si spera che il nuovo sindaco tenga conto dei tanti aspetti  del malcontento  popolare e agisca di conseguenza per il bene della città e dei cittadini riavvicinandoli alla politica.

E se proprio non potesse fare a meno di anteporre il Waterfront a tanti altri interessi più immediati e necessari per la comunità – ad esempio opporsi fermamente all’apertura della discarica in località Castagnaro tra Pozzuoli e Quarto che avrebbe un impatto micidiale sull’ambiente, o il completamento dei lavori per il ripristino del Rione Terra e il rilancio turistico di Pozzuoli  -  non dimentichi il nuovo sindaco che il Waterfront è comunque una realtà locale.

Pertanto, se proprio non potrà fare a meno di darle  priorità,  si impegni a difenderla a spada tratta da intrusioni esterne affinché a beneficiarne siano i puteolani, in particolare i giovani  alla ricerca di un’occupazione.

Per recuperare la credibilità dei cittadini nelle istituzioni locali basterebbe già riuscire a trasformare un vizio radicato in insolita virtù!

Almeno in questo sarà all’altezza il nuovo sindaco?

 

 

 

 

 
 
 

BERLUSCONI ERA UN PREMIER RICATTABILE

Post n°1235 pubblicato il 24 Aprile 2012 da kayfakayfa

Ora che la pubblicazione delle intercettazioni del ruby gate - processo dove l’ex Premier italiano Silvio Berlsuconi è imputato per concussione e sfruttamento della prostituzione - sta svelando retroscena imbarazzanti che, oltre a frantumare la favola del "Berlsuconi buon samaritano" propenso a versare soldi a palate alle ragazze sbandate perché non si prostituiscano più -  testimonierebbero come le cene a Arcore e in altre ville del cavaliere a base di ragazze e bunga bunga fossero tutt’altro che eleganti, come ha invece più volte dichiarato Berlusconi per difendersi (premesso che, essendo il senso dell’eleganza soggettivo, non si può escludere che ciò che per tanti rasenta la volgarità per altri non sfiori invece l’eleganza), chissà se provano un minimo di vergogna tutti i deputati dell’allora maggioranza di governo berlusconiana che in aula sostennero con un voto unanime la tesi secondo cui Berlusconi davvero credeva che Ruby rubacuori fosse la nipote di Mubarak e per ciò la sera dell’arresto di Ruby, non appena informato del fermo della ragazza, telefonò ripetutamente in questura a Milano sollecitandone il rilascio e l’affidamento a una persona di sua fiducia, Nicole Minetti anche lei imputata nel ruby gate con Fede e  Mora per istigazione alla prostituzione (secondo l’accusa procacciavano ragazze disponibili per le feste del cavaliere).

Ascoltare Ruby in un’intercettazione confidare a un’amica che Berlusconi è cotto di lei, che le da 47 mila euro a settimana perché non parli, che è pronto a ricoprirla d’oro purché neghi la sua presenza alle feste essendo minorenne è uno schiaffo all’onestà di quei deputati che senza vergogna in Parlamento votarono l’assurdo gettando l’Italia con la faccia nella merda.

Sentire la Minetti ragguagliare una delle partecipanti alle feste sulla qualità delle invitate che incontrerà  (zoccole, brasiliane, semiserie, serie), su come lei, Minetti, si travestirà, sulle calze a rete che indosserà “sotto” in modo da restare in perizoma quando si spoglierà, sinceramente qualche dubbioo sull’innocenza delle feste sorgerebbe perfino alla persona più ingenua di questo mondo.

È vero che in casa propria ognuno è padrone di fare ciò che vuole, di incontrare chi gli pare.

Ma ascoltare Ruby affermare con orgoglio che Berlusconi l’ha invitata a mentire sulle loro frequentazioni in cambio di denaro per non correre rischi essendo lei minorenne diversamente da Noemi, tenendo conto che all’epoca il cavaliere era il capo del governo italiano, è molto grave perché conferma quanto Berlusconi fosse ricattabile e dunque come il paese fosse stato a  rischio durante i suoi esecutivi succedutisi dal 1994 al 2011 .  

In questa logica, visto il disastro economico cui l’Italia è andata incontro sotto la guida del cavaliere - il quale fino all’ultimo ha invece sostenuto il contrario malgrado lo spread da brivido, adducendo a garanzia della sua ottimistica visione i ristoranti pieni, i voli per le località di vacanza stracolmi e le migliaia di euro spesi in cosmetici dagli italiani - dando sfogo alla più fervida fantasia, l’immaginazione dei cittadini più maliziosi potrebbe  arrivare a pensare che Berlusconi abbia volutamente portato l’Italia verso il disastro per fare gli interessi di qualche speculatore il quale, a conoscenza delle sue debolezze e di quanto avveniva durante le sue feste, in cambio del proprio silenzio gli commissionava  come struttuarre l’economia del paese per fare gli interessi personali e di qualche gruppo finanziario di cui era il rappresentante.

Ovviamente con queste ipotesi siamo su marte, queste sono pure fantasie.

Eppure l’idea che il paese sia stato a lungo governato da un uomo definito dalla propria moglie malato perché prediligeva la compagnia delle ragazzine, apre nella mente dei cittadini squarci d’immaginazione inquietanti!

E poi si lagnano se nel paese monta l’antipolitica…


 

 
 
 

PENSANDO A GRILLO LA POLITICA SE LA FA ADDOSSO

Post n°1234 pubblicato il 20 Aprile 2012 da kayfakayfa

È bipartisan la strizza che sta cogliendo i partiti e i loro referenti culturali causata  dalla vertiginosa ascesa nei sondaggi elettorali del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

All’unanimità, da destra a sinistra, si levano cori di critiche indignate nei confronti del  comico genovese e del suo movimento che, già dalle prossime amministrative di maggio, rischiano di fare incetta di voti catalizzando sul proprio simbolo le preferenze di quei tanti italiani delusi e stanchi dei partiti e del governo tecnico che li sta letteralmente subissando di tasse, impoverendoli  sempre più, per rimettere in sesto i conti dello Stato dilapidati in trent’anni dalla politica di professione, quella stessa che oggi getta fango su Grillo e tutti coloro che lo sostengono.

Hanno voglia questi signori in giacca e cravatta e dal linguaggio forbito di accusare Grillo di essere portatore dell’antipolitca; di non avere un progetto politico concreto; d’essere un urlatore e un venditore di fumo.

Il successo del comico genovese e del suo movimento è conseguenza del fallimento della politica che s’è mostrata incapace di servire i cittadini, dimostrando, come testimoniano gli ultimi scandali che vedono convolti l'ex Margherita, la Lega Nord e il Presidente della Regione Lombardia Formigoni, di sapere pensare solo a se stessa e a chi la lusinga a suon di migliaia di euro, di case con vista sul Colosseo, vacanza in resort a sette stelle nei caraibi, prostitute d’alto bordo a costo zero e quant’altro.

È inutile che i leader dei partiti e i loro baciapile cerchino di sminuire con aria di sufficienza l’avanzata grillina, accusando Grillo e i suoi di essere degli anarchici e di fare populismo.

I veri anarchici sono  loro che hanno distrutto l’Italia, portandola sul lastrico, e che oggi se la fanno sotto al pensiero di ritrovarsi Grillo e i suoi spalla a spalla nei consigli comunali e in Parlamento pronti a filmare le sedute e a diffondere le immagini in rete per documentare i cittadini su quanto accade nei luoghi di potere.

Solo l’idea che qualcuno interferisca nelle loro comunelle e intrallazzi, impedendogli di continuare a arricchirsi alla spalle degli italiani, li fa sta facendo cagare addosso.

La puzza delle loro paure è sempre più forte!

 
 
 

MEMORIE DI UNA SMEMORATA, UN PICCOLO GIOIELLO LETTERARIO

Post n°1233 pubblicato il 19 Aprile 2012 da kayfakayfa

 

Molti sono i lettori che nutrono profonda avversione nei confronti dei libri autoprodotti, ritenendoli di scarso valore letterario in quanto partono dal presupposto che, poiché chiunque può pubblicare qualsiasi cosa a proprie spese mediante un tipografo o un sito web specializzato, tali opere non meritano d’essere prese in considerazione non essendo filtrate da un editore che ne cura la pubblicazione garantenone dunque la qualità.

Secondo loro solo le opere letterarie  contraddistinte da un marchio editoriale meritano attenzione.

Nemmeno per un attimo la loro mente è attraversata dal dubbio che un libro pubblicato a proprie spese dall’autore possa comunque possedere dei contenuti interessanti tali da suscitare la riflessione nel lettore.

Mai sono sfiorati dall’idea che, essendo il libro prima di tutto un mezzo di comunicazione, pur mancando di marchio editoriale, in esso l’autore abbia voluto e potuto profondere un messaggio importante al punto da spingerlo a autofinanziarsi per renderlo pubblico in maniera quanto meno dignitosa e pertanto va comunque apprezzato e rispettato il suo sforzo artistico e economico.

Senza sobbarcarsi l’onere di migliaia di euro che solitamente un editore medio chiede a un autore sottoforma di contributo spese per pubblicargli l’opera garantendogli una visibilità in libreria spesso disattesa poi dai fatti!

Del resto quanti scrittori che hanno pubblicato con un editore vero, contribuendo alle spese editoriali, dopo una sequela di garanzie contrattuali tra cui la diffusione del libro in librerie sparse sul territorio, sia a livello locale che nazionale; la partecipazione dell’opera a premi letterari; la presentazione del volume in un luogo di prestigio con relatori d’effetto; qualche passaggio televisivo e ripetute recensioni sui giornali, a conti fatti non sono rimasti delusi in quanto costretti ad incalzare l’editore affinché tenesse fede, almeno solo in parte, agli impegni assunti sulla carta?

Questa lunga premessa era necessaria per presentare degnamente MEMORIA DI UNA SMEMORATA di Maddalena Paliotti autoprodotto con ilmiolibro.it!

Seppure privo di un marchio editoriale, il libro merita d’essere letto soprattutto dagli amanti dei racconti intimisti e dalle tematiche spirituali.

Il vero nome dell’autrice è Annamaria cambiato  in Maddalena in omaggio a Maria Maddalena di cui è diventata devota discepola a seguito di un viaggio in Terra Santa.

Mediante un escamotage ad effetto, l’autrice racconta la sua conversione con uno stile  alto e delicato che come un timido sussurro accompagna dal primo all’ultimo rigo il lettore in un cammino dello Spirito senza mai cadere né nel banale né nella retorica.

Soprattutto senza mai dire più di quanto occorre, cosa non semplice per un esordiente.

Sorprende l’umiltà che traspare da queste pagine scritte con piglio garbato e deciso non per appagare un mero bisogno di vanagloria bensì per rendere giustizia alla figura di Maria Maddalena denigrata dalla Chiesa, probabilmente per celare una verità scomoda che tutt’oggi le  autorità ecclesistiche si ostinano a occultare in conformità alle proprie origini maschiliste e misogine.

Seppure autoprodotto, MEMORIE DI UNA SMEMORATA è piccolo gioiello letterario in cui si riscontrano tutti i crismi professionali che un editore garantirebbe a un’opera, sia graficamente che a livello di contenuti e di scrittura, a conferma che quando alla passione si abbinano la capacità e, soprattutto, il rispetto per il pubblico cui ci si rivolge il risultato è davvero lusinghiero anche se si è dilettanti!

 
 
 

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