Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Dicembre 2012

FALLITA LA PROFEZIA DEI MAYA, NOI CHE FAREMO NEL 2013?

Post n°1344 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da kayfakayfa

 

Alla faccia dei maya, del loro calendario, dei loro catastrofici esegeti e di quei tanti fessi sparsi nel mondo che, credendo veritiriera la profezia del popolo precolombiano secondo cui il 21 dicembre di quest'anno il mondo sarebbe finito, spesero soldi nell'acquisto di rifugi antiatomici e kit di sopravvivenza - per farne cosa non si sa -,  anche il 2012 volge al termine in maniera naturale, senza né inondazioni planetarie né deflagrazioni apocalittiche che spazzassero via dal cosmo il nostro pianeta.

Eppure, come ogni anno, anche il 2012 è stato caratterizzato da eventi spiacevoli, in alcuni casi davvero catastrofici: le piogge torrenziali nei paesi dell'Indocina che hanno prodotto centinaia di vittime; le stragi di civili del regime di Assad in Siria sotto lo sguardo inerme della comunità internazionale; le guerre etniche in Africa di cui nessuno parla perché si tratta di conflitti tra poveri che arricchiscono i trafficanti di armi occidentali: il tornado Sandy che a fine ottobre si è abbattuto su New York mettendo al tappeto una delle megalopoli più moderne del pianeta; vari terremoti sparsi per il mondo che hanno distrutto città e vite umane; la strage in una scuola elementare americana per opera di un folle il quale, dopo aver ucciso la propria madre, ha fatto irruzione nel complesso scolastico sterminando con un fucile mitragliatore sei maestre e venti bambini come se stesse giocando alla playstation; la fame nel mondo che ogni anno miete milioni di vittime, malgrado le buone intenzioni delle super potenze economiche di fronteggiare una volta e per sempre questa piaga endemica della nostra civiltà; l'eterno conflitto israeliano/palestinese che ogni anno mette a dura prova gli equilibri mondiali, facendo temere l'imminente esplosione di un escalation bellica in medioriente con tragiche ripercussioni a livello planetario; la crisi finanziaria che sta generando un crescente numero di disoccupati e nuovi poveri in tutto il mondo senza che nessuno riesca a trovarvi, o voglia trovarvi, una soluzione concreta; la dilagante corruzione politica e la commistione di interessi tra politica e mafia, in Italia e all'estero, che sta distruggendo le istituzioni, alimentando sempre più sfiducia e rabbia nei cittadini verso chi li governa; le stragi di fanatici religiosi che irrompono in luoghi di culto di altre religioni e fanno stragi di fedeli facendosi saltare in aria, prodi kamikaze nel nome di un Dio di morte, per garantirsi l'accesso in paradiso; sacerdoti che chiamano a sé i bambini per rubare loro l'innocenza appagando la propria depravazione, confidando nel silenzio complice delle autorità ecclesiastiche; uomini che “amano” le donne al punto da ucciderle pur di averle solo per sé; donne che partoriscono nel cesso di un fast food e abbandonano nella tazza i propri neonati nemmeno li avessero defecati...

Come ogni anno, anche il 2012 si avvia al commiato lasciandosi dietro di sé un lungo strascico di dolore e di sangue che avvolge l'intero pianeta, facendo temere che la fine del mondo sia già in corso. Tragedie cui fanno da contraltare singoli episodi di gioia quali la nascita di un figlio, di un amore, di un'affermazione professionale, di un momento di serenità familiare e personale come può essere una  passeggiata al mare o in collina da soli o in compagnia.

Perfino laddove le grida e i lamenti generati dalla guerra e dalla fame si levano quotidianamente, le distinte vite umane vengono rischiarate per un istante dalla gioia incrociando con lo sguardo il sorriso amico di chi tende loro la mano stretta intorno a un pugno di riso o a un bicchiere d'acqua.

Finché c'è vita c'è speranza.

I maya e i loro esegeti con la loro tragica profezia hanno provato a cancellare dall'animo degli uomini la speranza.

In tal senso cerchiamo di non riuscirci autonomamente, abbiamo a disposizione un nuovo anno per evitarlo.

Buon 2013 a tutti!

 
 
 

CON LA SUA AGENDA PER L'ITALIA MONTI BEFFA BERLUSCONI

Post n°1343 pubblicato il 29 Dicembre 2012 da kayfakayfa

 

A meno di due mesi dalle elezioni, i partiti stanno affilando le armi per quella che si preannuncia fra le più accese campagne elettorali della nostra storia repubblicana.

La “salita” in politica del Premier dimissionario Mario Monti, con una lista unica al Senato ribattezzata AGENDA MONTI PER L'ITALIA e una federazione di partiti alla Camera che lo sosterranno, sta creando forte agitazione nel mondo politico, in particolare nelle fila del PDL dove l'invadenza mediatico/televisiva di Berlusconi per recuperare consensi elettorali rischia d'essere vanificata dalla candidatura del professore il quale, affacciandosi sullo scenario politico, funge da efficace catalizzatore del voto di quei tanti elettori di destra delusi dalla passata premiership berlusconiana in cui la maggioranza non ebbe alcun pudore a votare unanime alla Camera che davvero Berlusconi pensava che Ruby fosse la nipote di Mubarak.

Pur consapevole di una rimonta impossibile su Bersani, con la sua sesta discesa in campo Silvio Berlusconi puntava a sparigliare i giochi ottenendo un buon risultato al Senato grazie all'attuale legge elettorale, il Porcellum, che ne assegna i seggi in rapporto ai voti ottenuti a livello regionale. Rinnovando l'alleanza con la Lega il cavaliere puntava a sfondare al Nord per poi imporre il proprio peso politico al Senato bloccando quanto approvato dalla Camera dove il PD dovrebbe avere la maggioranza assoluta per poi giocare al rilancio.

L'inattesa comparsa di Monti in politica con la sua lista unica al Senato manda in frantumi i piani dell'uomo di arcore. Già solo il nome della lista – Agenda Monti per l'Italia - lascia intendere che tra la formazione facente capo al professore e il PD di Bersani – il quale non ha mai nascosto che uno dei punti cardini del suo governo sarà proseguire il cammino tracciato da Monti, Vendola permettendo... - ci sarà più di una convergenza d'intenti, e dunque di voti, che porrà in minoranza Berlusconi e i suoi alleati, avallando più di un provvedimento indigesto al cavaliere vanificandone le mire ostruzionistiche.

Ecco spiegato perché prima Berlusconi ha sostenuto il governo Monti, votandone tutti i provvedimenti e invitando il capo del governo a essere leader dei moderati, e ora invece lo demonizza: scendendo in campo - o salendo in politica, fate voi - Monti si pone in antagonismo col cavaliere rubandogli non solo la scena politica e parte dell'elettorato ma perfino il sostegno della Chiesa.

A questo punto a Berlusconi non resta che andare in televisione per raccontare le sue verità, minacciando di abbandonare lo studio se qualcuno si permette di contraddirlo o di limitarne le risposte affinché anche gli altri interlocutori possano esprimere la propria opinione liberamente ma soprattutto democraticamente.

 
 
 

DA GILETTI BERLUSCONI Dà IL VIA ALLA RECITA IN VISTA DI SANTORO?

Post n°1342 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da kayfakayfa

 

Ieri per puro caso ho avuto modo di assistere alla partecipazione di Berlusconi al programma di Giletti su Rai Uno, i Protagonisti. Contrariamente a quanto pensassi, devo dare atto al conduttore, non certo giornalista d'assalto, di aver saputo tenere saldamente in pugno il programma evitando, com'era successo la settimana precedente dalla D'Urso, che il cavaliere tracimasse verbalmente come un fiume in piena, inondando col suo pensiero le menti degli spettatori senza che nessuno si premurasse di porre degli argini contraddicendolo per evitare che eventuali messaggi subliminali presenti nelle sue parole plagiassero in chiave elettorale a favore del centrodestra quanti in quel momento erano davanti alla televisione.

Per ben quattro volte il cavaliere, infastidito dall'incedere garbato ma deciso di Giletti che gli chiedeva di non esondare nelle risposte lasciando che al dibattito intervenisse anche Massimo Franco del Corriere della Sera, ha minacciato di abbandonare la trasmissione se non gli si concedeva la possibilità di spiegare agli elettori quale fosse, a suo dire, la realtà dei fatti senza interromperlo, accusando Giletti di fare disinformazione e Franco, reo di avergli chiesto perché prima candida Monti e poi lo attacca, d'essere una pedina del Corriere coprotagonisti del complotto ordito ai suoi danni dall'Europa e dalla Germania per indurlo a dimettersi a favore di Monti.

Placatosi, il cavaliere non ha perso l'occasione di ironizzare raccontando di avere avuto un incubo durante la notte: aveva sognato un Monti Bis con Ingroia alla Giustizia, Fini, attuale Presidente della Camera, alle fogne; la Bindi in un posto che non aveva il coraggio di svelare...

Immaginatevi cosa sarebbe successo se un rappresentante del centrosinistra si fosse permesso di ironizzare volgarmente sul Presidente della Camere in quota PDL e su una deputata del PDL o di un suo partito alleato. C'è da scommettere che i vari Gasparri, Quagliariello, Cicchitto, Santanché avrebbero fatto, giustamente, il diavolo a quattro chiedendo pubbliche scuse da parte del responsabile delle offese. Viceversa nel PDL nessuno han stigmatizzato le battute dell'ex premier, almeno quella sulla Bindi oggetto di scherno prediletto dal cavaliere per la sua poca avvenenza. Nemmeno un accenno di critica da parte delle signore del centrodestra che evidentemente apprezzano il modo di intendere la figura femminile che ha il cavaliere.

Dal canto suo il Presidente del Senato Schifani ha criticato le parole rilasciate da Monti in conferenza stampa dove il Premier ha ammesso di avere difficoltà a comprendere la linearità del pensiero di Berlusconi il quale un giorno si dice contrario al governo tecnico e poi il giorno successivo gli chiede di federare i moderati garantendogli il proprio appoggio.

Particolare non secondario dell'intervista di ieri che tradisce lo stato d'ansia e di confusione del cavaliere è stato il farfugliare di Berlusconi prima di pronunciare correttamente la parola “pedissequamente” per indicare la sottomissione di Monti alla Merkel.

Per un gran comunicatore come lui una sbavatura del genere è inammissibile!

Senza contare che, nell'enfasi di attaccare Monti, indirettamente ha offeso tutti coloro che svolgono un lavoro intellettuale in quanto ha dichiarato che, essendo professore, Monti non ha mai lavorato.

Dall'esito dell'intervista di ieri possiamo dedurre che se davvero il cavaliere il 10 di gennaio andrà da Santoro, dove troverà un forte contraddittorio che lo rintuzzerà senza troppi scrupoli, è presumibile che la sua presenza non durerà fino alla fine della trasmissione.

Ma forse è proprio questo l'obiettivo del cavaliere, sparigliare i giochi facendosi passare per vittima; accusando pubblicamente la “sinistra” di non essere democratica in quanto non dà modo agli avversari di raccontare la verità costringendoli ad alzarsi e andare via.

Buon Natale!

 
 
 

NAPOLI: CITTADINI APPIEDATI E ARRABBIATI COI POLITICI

Post n°1341 pubblicato il 22 Dicembre 2012 da kayfakayfa

 

Chi sperava che almeno per le feste natalizie Napoli assumesse l’aspetto di una città normale – per cui almeno i mezzi pubblici in quel periodo funzionassero regolarmente per favorire ai cittadini e ai turisti di spostarsi senza alcun problema da un punto all’altro della città in maniera da fare shopping e visitarla - si sbagliava di grosso.

Da mesi ormai trasferirsi da un quartiere all’altro della prima metropoli del sud è diventata un’odissea. Soprattutto per chi la mattina deve andare a lavoro o a scuola, causa la crisi delle varie aziende del trasporto pubblico che non hanno i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti e ristrutturare i mezzi rendendoli efficienti e sicuri con conseguenti agitazioni dei lavoratori che prima si danno ammalati in massa e poi scioperano selvaggiamente lasciando a piedi l’utenza.

Oddio, non è che prima i mezzi pubblici funzionassero perfettamente, tutt’altro. A testimoniarlo erano le attese medie di una ventina di minuti sulle fermata per aspettare l’arrivo di un autobus, di un pullman, di una metropolitana targata FS, di una cumana, di una circumflegrea, di una circumvesuviana. Tempi che in qualunque altra città farebbero ribellare gli utenti per la lungaggine dell’attesa mentre a Napoli si tira un sospiro di sollievo se solo dopo venti minuti che si aspetta arriva il mezzo che serve. Così come Napoli è l’unica città d’Italia e d’Europa dove la sera i mezzi pubblici, passate le 21, latitano e o si ritirano del tutto costringendo chi ne ha bisogno, perfino nel weekend, a inventarsi chissà quali strategie per spostarsi in città. Soprattutto se non ha l’auto. Mentre chi l’auto ce l’ha, ma preferirebbe lasciarla in garage, servendosi dei mezzi pubblici per godersi un attimo di libertà, alla fine è costretto a scegliere la soluzione meno preferibile, ossia mettersi alla guida della propria macchina anche il sabato sera e la domenica se vuole regalarsi un fine settimana spensierato con gli amici o la famiglia.

Da tanti anni, sia che ad amministrare i vari organi locali fossero i “rossi”, i “neri” o i bianchi, il disservizio dei mezzi pubblici urbani e extraurbani napoletani è una macchia indelebile sull’anima di Napoli e della sua provincia cui nessuno ha mai cercato seriamente di porre rimedio.

Dall’era Bassolino in poi  chi ha avuto mandato dai cittadini di amministrare la città si è preoccupato soprattutto di rifarle il trucco liberando dalle auto il lungomare Caracciolo perché i cittadini e i turisti se ne riappropriassero; si è impegnato affinché a Napoli approdassero alcune regate della Coppa America; si è dato da fare perché si allestisse in tempi da record uno “stadio del tennis” in modo  da disputare a Napoli uno spareggio della Coppa Davis; si organizzassero eventi culturali sopraffini che in tanti faticavano a comprenderne l’utilità visti i tanti problemi cronici che affliggono Napoli sul fronte sociale. Tutto questo mentre la città, la provincia e la regione venivano invase dai rifiuti presentandosi agli occhi del mondo come un’immensa discarica a cielo aperto…

Eppure la sensazione che si ha quando ci si ritrova alla fermata di un mezzo pubblico insieme a altre persone nell’esasperante attesa di un mezzo è che la gente agli orpelli di facciata preferirebbe la sostanza dei servizi. In molti farebbero volentieri a meno delle notti bianche, degli eventi sportivi internazionali di prestigio, di qualche evento culturale in cambio di servizi - non dico eccellenti come quelli tanto vantati da Formigoni per la sua Lombardia – che avessero un vago aspetto di civiltà!

Possibile che il Sindaco di Napoli e quelli dei comuni limitrofi, il Presidente della Regione Campania e i responsabili della Provincia sanno solo fare promesse, promuovere grandi eventi, presenziare ai talk show televisivi, impegnarsi in politica, ma non sono capaci di garantire ai cittadini quello che è un loro sacrosanto diritto in virtù delle tasse che pagano?

Possibile che nessuno di loro può intervenire nelle vertenze delle varie aziende di trasporti pubblici - che con le loro crisi stanno appiedando i napoletani e allontanando ancor di più la periferia dal centro - ponendo un punto fermo affinché, almeno nei trasporti, Napoli possa essere uguale alle altre città italiane?

Oppure, come avvenne per la spazzatura, anche in questo caso si è attende l’arrivo del messia dal nord che con i suoi miliardi rilevi le aziende e le renda per “magia” funzionanti sfoltendo il personale con lo svecchiamento e altre soluzioni traumatiche?

Possibile che le istituzioni locali e i politici napoletani non sono capaci di fare niente al di là di assumere impegni difficili da mantenere e raccontare favole in campagna elettorale? 

 
 
 

BERLUSCONI SEGUACE DI SAN TOMMASO D'AQUINO?

Post n°1340 pubblicato il 18 Dicembre 2012 da kayfakayfa

 

Com'era prevedibile, per la campagna elettorale Silvio Berlusconi si avvalorerà del totale sostegno della propria armata mediatica. In particolare del mezzo televisivo di cui domenica s'è ampiamente servito snocciolando per circa un' ora e mezza dal salotto di Domenica Live di Barbara D'Urso un monologo a cui la conduttrice ha fatto da semplice spettatrice.

Com'era altrettanto prevedibile, il soliloquio televisivo dell'ex premier ha suscitato aspre polemiche e ironie. Tuttavia un dato è certo, circa tre milioni di spettatori hanno assistito a quella che definire intervista è un dolce eufemismo.

Per oltre un'ora quasi tre milioni di italiani hanno assistito il cavaliere sviscerare le proprie verità sulle tante vicende giudiziarie e scandalistiche che lo vedono coinvolto – ha accusato la magistratura milanese di essere autrice di un complotto nella vicenda Ruby; ha chiesto scusa per le feste innocenti organizzate nelle sue ville perché si sentiva solo dopo il divorzio, la morte della mamma e della sorelle (ma perché scusarsi se erano “feste innocenti”?); promettere che farà di tutto e di più se sarà rieletto premier – in primis l'abolizione dell'IMU – senza che dall'altro lato della poltrona ci fosse un interlocutore che lo contraddicesse o quanto meno mettesse in risalto anche l'altra faccia della medaglia che Berlusconi s'è guardato bene di celare al pubblico, ossia che la moglie chiese il divorzio dopo che scoppiò il caso Noemi Letizia affermando di non poter vivere con uomo che frequentava le minorenni; qualcuno che gli chiedesse il motivo per il quale Ruby rubacuori frequentasse casa sua e perché, per liberarla dopo il fermo della polizia milanese, al telefono col capo di gabinetto della questura la spacciò per la nipote di Mubarak...

Per oltre un'ora domenica pomeriggio quasi il 5% degli italiani s'è sorbito le verità di Berlusconi senza che nessuno potesse replicarvi.

Considerando che programmi come quelli della D'Urso sono seguiti per lo più da pensionati, casalinghe e amanti del gossip, quanti di quel 5% di spettatori avranno analizzato con senso critico le parole del cavaliere, riandando con la mente al passato soppesandone la credibilità?

“L'intelletto del popolo è negli occhi” scrisse San Tommaso D'Aquino, nel senso che il popolo crede solo in ciò che vede (e sente).

Domenica il 5% degli italiani hanno visto e sentito la verità di Berlusconi.

E in molti vi avranno anche creduto!

 

 
 
 

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