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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Maggio 2013

A POZZUOLI APRE "LA PARADA DE L'AMOR" ED È SUBITO POLEMICA

Post n°1426 pubblicato il 31 Maggio 2013 da kayfakayfa

 

Da genitore di due ragazzi di 18 e 20 anni accolgo con soddisfazione l'apertura a Pozzuoli de LA PARADA DE L'AMOR, il parco dell'amore.

Chiunque per una volta nella sua vita s'è appartato in macchina per fare l'amore sa i rischi che si possono correre: se ti va bene, sei oggetto di attenzione da parte dei guardoni; se ti va male, resti vittima di una rapina. Meglio dunque un luogo appartato e sicuro dove poter parcheggiare per regalarsi un momento di intimità senza la preoccupazione che qualcuno possa “disturbarti”.

E poi, con la crisi che c'è, il parco dell'amore diventa un ottimo surrogato agli alberghi a ore il cui costo, pur non particolarmente vertiginoso - mediamente 30/40 euro –, per uno studente, un precario o un disoccupato rappresentano comunque una spesa difficile da sostenere non più di una volta al mese. Mi spiegate come fa una coppia ad accontentarsi di fare l'amore una volta al mese? Considerando che una sosta nel love parking  costa 2,50 euro all'ora, mettendo in conto che ci si fermi almeno per un paio d'ore, una coppietta può stare in intimità 6/7 volte al mese. Una media onorevole.

Diversamente è ovvio che chi non ha soldi è costretto ad adottare i metodi classici pur di condividere un momento di passione con il proprio partner. Di conseguenza diventa inevitabile appartarsi per strada in un luogo isolato o al buio ponendosi alla mercé dei malintenzionati. Oppure accodarsi alle tante auto che costeggiano le sponde del lago Lucrino, offrendo agli sguardi di chi vi transita lo spettacolo poco edificante dell'immensa fila di macchine con i vetri tappezzati di giornali dentro cui si consuma l'ancestrale rito dell'amore.

Com'era prevedibile la nascita del parco dell'amore ha scatenato un putiferio a livello locale in ambito istituzionale. Il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, contrario all'iniziativa, ha imposto accertamenti urgenti per verificare se il parco è in regola con le autorizzazioni, giustificando il suo dissenso in quanto il parco sorge in “una zona con migliaia di residenti, a ridosso di un'area turistica che va tutelata”. Nulla da eccepire con le ragioni addotte dal primo cittadino a patto che la tutela dell'area turistica il comune la estenda agli scavi sottostanti il ponte Azzurro, completamente divorati dalla sterpaglia; all'anfiteatro Flavio, tuttora chiuso al pubblico; agli scavi del Rione Terra, una perla archeologica di rara bellezza negletta ai visitatori. Senza contare la marea di prostitute che la sera “passeggiano” sulla Domiziana in direzione di Napoli e le auto in sosta selvaggia giù il lungomare malgrado l'assidua presenza dei vigili...

Se le istituzioni laiche cercano un cavillo burocratico per chiudere il parco, quelle ecclesiastiche hanno lanciato il loro anatema contro l'iniziativa nella persona del Vescovo di Pozzuoli Monsignor Gennaro Pascarella il quale, probabilmente preso dai tanti impegni, non s'è mai accorto che nei giardinetti di fronte alla Città del Fanciullo dove risiede, sia di giorno che di notte, si appartano coppiette in auto che prive di pudore fanno l'amore con i vetri abbassati, o che sui bordi della strada statale su cui sorge la struttura vescovile sempre più spesso ci si può imbattere in ragazze di colore vestite in maniera discinta - probabilmente perché accaldate – in cerca di un “passaggio”!

Ma non è meglio se le coppiette si appartano in un luogo discreto, deputato alle loro esigenze amorose, anziché invadere le strade con le auto trasformate in talami?

Con tutto il rispetto per il Sindaco e il Vescovo, per quanto mi riguarda, il parco dell'amore rappresenta un segno di civiltà!

 
 
 

MISTERO PORCELLUM

Post n°1425 pubblicato il 30 Maggio 2013 da kayfakayfa

 

 

Da quando fu introdotta nel 2005, poco prima della fine della legislatura dall'allora Ministro delle Riforme Calderoli che senza imbarazzo la definì “una porcata”, da cui l'aulico nome di Porcellum, l'attuale legge elettorale è al centro di un controverso dibattito: tutti la vorrebbero abolire, perfino il centrodestra che l'approvò, ma nessuno ha realmente il coraggio di farlo.

Assegnando un ampio premio di maggioranza alla Camera per poi distribuire al Senato i seggi in su base regionale, essa si è dimostrata elemento di ingovernabilità cui si associa la natura di incostituzionalità determinata dal fatto che priva gli elettori di scegliere il candidato obbligandoli a votare solo il partito.

All'indomani dell'insediamento a Palazzo Chigi del governo tecnico di Mario Monti, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano auspicava che l'anomala maggioranza che sosteneva l'esecutivo, (praticamente simile all'attuale che appoggia il governo Letta), si impegnasse per modificare la legge elettorale. Tutti si dissero disponibili a farlo, tutto è rimasto come prima.

Nel giorno del suo giuramento a Camere unite per la riconferma del mandato al Quirinale, con un discorso molto duro Napolitano bacchettò i partiti per la mancata modifica della legge elettorale.

A distanza di più di un mese, ieri alla Camera si è consumata l'ennesima presa in giro verso i cittadini, la Costituzione e il Presidente della Repubblica: con 400 voti contrari, 139 sì e 5 astenuti Montecitorio ha bocciato la mozione presentata dall'onorevole Giacchetti del PD per ripristinare il mattarellum al posto del deprecato porcellum.

Il Pd s'è scagliato contro il suo rappresentante definendo intempestiva la proposta, alimentando l'ennesima diatriba all'interno del partito.

Per il Pdl l'iniziativa di Giacchetti metteva a rischio il governo. Traducendo, se passava la mozione e il porcellum veniva sostituito dal mattarellum, il governo cadeva. Da ciò si evince che, contrariamente da quanto più volte hanno asserito suoi illustri rappresentanti, al centrodestra il porcellum va benissimo. Fa niente che la Corte Costituzionale a breve dovrebbe dichiarare il porcellum incostituzionale.

Qualcuno sarebbe così gentile da spiegare agli italiani perché a parole tutti vogliono cambiare la legge elettorale ma quando poi si presenta la concreta possibilità di farlo si tirano indietro adducendo le scuse più articolate, centrosinistra incluso?

Nei cittadini matura sempre più la certezza che ai partiti va benissimo si voti con questo sistema. Soprattutto perché possono scegliere direttamente chi eleggere, e dunque eventualmente premiare con la carica di onorevole o senatore chi tira l'acqua al proprio mulino. Magari assumendosi il compito di guastatori nello schieramento avversario, pur facendone ufficialmente parte, vendendosi al “nemico”. O per ripagare il silenzio di chi, essendo a conoscenza di cose scomode, per tacere chiede la certezza di una nomina parlamentare!

Così facendo non si alimenta l'antipolitica nei cittadini?

 
 
 

NELLA VITA TUTTO è RELATIVO, PERFINO GRILLO

Post n°1424 pubblicato il 28 Maggio 2013 da kayfakayfa

 

Essendo nella vita tutto relativo, tutto si presta all'interpretazione degli uomini. Anche gli esiti elettorali. Non dobbiamo dunque stupirci se il risultato delle amministrative appena svoltesi stia suscitando un vespaio di controverse considerazioni e polemiche.

Alla luce delle passate politiche è evidente che il M5S esce sonoramente ridimensionato dalle urne, lo ha ammesso perfino Grillo. Ma se analizzassimo, come sarebbe giusto facessimo, l'attuale voto paragonandolo con quello delle amministrative del 2008, è evidente che il M5S, pur non avendo piazzato nessun candidato al ballottaggio, conquistando complessivamente 3/400 seggi nei comuni in cui si è presentato sicuramente può dirsi soddisfatto. Viceversa, sempre paragonando i dati con quelli del 2008 PD ePDL, già in vistoso calo alle ultime politiche, fanno registraro un ulteriore dimezzamento di consensi. Cresce solo il numero degli astenuti a significare che la gente si è rotta perfino di Grillo, malgrado solo da tre mesi il M5S è in Parlamento. Perché dai grillini si aspettava della azioni incisive anziché “futili” discussioni sulle diarie e sulla riduzione degli stipendi dei parlamentari? Probabile sia così. Ma potrebbe anche darsi che molti cittadini hanno disertato le urne semplicemente perché in loro è maturata la convinzione che, alla fine, come dimostra l'alleanza di governo PD/PDL e il mancato sostegno del M5S a un governo Bersani e poi alla candidatura di Prodi al Quirinale, (entrambe situazioni che di fatto avrebbero potuto segnare la vittoria del PD e la sonora sconfitta di Berlusconi), ai partiti, M5S incluso, del parere degli elettori nulla importa.

Grillo è avvisato!

 

 
 
 

CAPACI, 23 MAGGIO 1992 - PALERMO, 23 MAGGIO 2013

Post n°1423 pubblicato il 24 Maggio 2013 da kayfakayfa

Come avevo anticipato nel precedente post, ecco l'articolo di Laura Bercioux sulla manifestazione svoltasi ieri a Palermo per commemorare il 21° anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

Porto di Palermo, 23 maggio 2013.
Eccoli. Sono arrivati, sbarcati dalle navi “Giovanni” e “Paolo”: 2.600 tra studenti e docenti venuti da ogni parte d’Italia per partecipare in massa alla commemorazione di una giornata particolare. Una città in movimento. Si respira un’aria diversa. Un’aria che sa di buono, “di pulito”. Vedi l’orgoglio e l’entusiasmo in quei mille sguardi, ispirati e guidati da chi li ha difesi da Cosa Nostra.


Un dono, un messaggio di legalità infinito e forte: lotta alla mafia. Un messaggio limpido da chi, con una morte orribile, profondamente ingiusta, è entrato a far parte nella memoria collettiva: Per non dimenticare mai: I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le loro scorte e le “troppe” vittime cadute per mano di spietati criminali al soldo di invisibili criminali ancora più spietati, oggi  vivono con le loro idee nelle nostre menti e camminano con le nostre gambe. Nostre? Sì, perché chi è dei nostri crede e spera in quel lavoro spasmodico, certosino, infallibile che questi uomini hanno fatto per il nostro Paese. A distanza di ventun’anni da quel 23 maggio 1992 si rinnova l’impegno per la Giustizia... La Strage di Via D’Amelio: Paolo Borsellino che muore pochi mesi dopo con i suoi uomini sempre per mano della mafia. Rimbombano ancora oggi le parole di Caponnetto: "è finito tutto".
Oggi quei ventimila ragazzi che hanno sfilato davanti all’albero Falcone,

simbolo della lotta alla mafia, hanno dato un segnalo certo: la legalità e la giustizia sono l’unica cura per il cancro mafia, che oggi, con la crisi che incombe, la corruzione e la mala politica, certamente non sta a guardare. Falcone è stato celebrato ovunque. L’FBI della Virginia lo celebra con un busto all'ingresso della propria scuola a Quantico. Le sue indagini internazionali e quel “metodo Falcone” unico nel suo genere, preso a modello dagli americani, e non solo da loro, per combbattere la criminalità organizzata. Giovanni Falcone e il suo amico Paolo. Storie di amicizia e condivisione. Un’amicizia che li ha uniti anche nella morte. Il processo a Caltanissetta e quella verità che tarda ad arrivare. E sulla pelle l’entusiasmo di questa folla oceanica che ha bisogno di verità. Una società che subisce, tra mille disagi, una crisi senza precedenti dove la criminalità si annida. Leggi che non si fanno, leggi che si disfanno: uno Stato di non diritto, sfracellato da una classe di impuniti e di molti uomini affaccendati alle poltrone. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vittime di una grande solitudine finale: uomini “sacrificati” per la grande rettitudine e coerenza, che non si potevano comprare. Un'anomalia in una società dove si può “comprare”. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non erano “commerciabili”. No, sono andati avanti, soli in quei giorni maledetti, ammazzati da chi li seguiva giorno per giorno, ora per ora, senza nessuna pietà. La morte di Paolo Borsellino, che ha visto spirare l’amico Giovanni tra le sue braccia, che ha aspettato di essere ascoltato. Invano. Quell’agenda rossa da cui non si separava mai e… quella verità che aspettiamo di conoscere. Una bisogno di verità, giustizia e legalità che non sono solo parole: è un’esigenza di una società civile che non è disposta a scendere a patti con l’altra parte: illegalità, scelleratezza, immoralità. La politica invasa e pervasa da fiumi di corruzione. In questo giorno, l’Aula bunker, costruita per il maxi processo, è gremita di studenti, giornalisti, gente qualunque, forze dell’ordine, vittime di mafia. Enorme, gigantesca, immensa.

Le Tribune gremite. Le celle dell’Aula bunker, una volta affollate dai mafiosi, disposte a semicerchio di fronte al lungo tavolo dei giudici, sono vuote ma ti ricordano, inesorabilmente, l'impegno e il sacrificio di quei giudici. La maxi sentenza, la maxi operazione, ergastoli e pene pronunciate da quel tavolo. Le celle e il senso di vuoto.

Quei giudici non ci sono più ma vedere quelle speranze, quei bambini che hanno cantato un testo contro la mafia con il tormentone di gnam Style…no mafia Style, con Fabio Fazio che conduceva la celebrazione e il convegno sulla legalità, rinnova il senso della vita e del dovere civico.

Nando Dalla Chiesa, Pietro Grasso, Maria Falcone, Roberto Saviano, il Ministro Cancellieri, il Presidente Crocetta e gli 800 e più presenti in aula, segnano una tappa della giornata. Per strada ho incontrato una piccola delegazione: 4 ragazzi dell’Istituto di Penale Minorile di Airola, in Campania, appena sbarcati dalla nave Paolo, accompagnati dalle loro insegnanti.

Mi hanno raccontato un po’ delle loro idee di legalità, le speranze di chi delinque perché la Società li ha abbandonati, perché il lavoro e la “bassa manovalanza criminale” li inghiotte senza via di scampo. Le loro insegnanti, che ogni giorni li rieducano ad un futuro migliore: quel “penitenziario” è l’unico posto dove si sentono al sicuro. Questi 4 ragazzi hanno partecipato al concorso indetto dalla Fondazione Falcone con il Ministero dell’Istruzione, proponendo le “20 ragioni” per la legalità. In tutta la Sicilia si sono mobilitati per questo 23 maggio. L’Officina della legalità, davanti all’Aula Bunker, presentava una mostra dei disegni che mano a mano, i giovanissimi e i giovani disegnavano per questi nostri eroi.

Altri studenti e insegnanti, con i loro genitori, sono stati a Corleone, la città dei boss di Cosa Nostra che sparsero fiumi di sangue ammazzando ogni speranza. Corleone è una piccola cittadina, bella, immersa tra monti i e la, campagna; una zona ricca di risorse naturali. Pensare che quel paese è diventato famoso grazie a un pugno di criminali ti lascia senza fiato.

Il 23 maggio è una giornata intensa. Dopo il grande evento nell’Aula Bunker dal titolo “Le nuove rotte dell’impegno. Geografia e legalità”- il concorso nazionale che ha visto distribuire borse di studio agli studenti che si sono distinti per l’impegno scolastico - , alle 16 il lungo corteo di gente è partito verso l’Albero Falcone, proprio dove vivevano il Giudice e Francesca Morvillo. Lì si sono radunati tutti. Erano tantissimi, finanche venuti dall’estero, per celebrare il giorno della memoria. L’Albero Falcone, addobbato dai disegni e dai messaggi di tanti, è l’albero di una vita che si rinnova come le idee e le azioni che quegli uomini coraggiosi hanno fatto per noi.

Foto, fiori, peluches, magliette, decorano l’albero dal giorno della strage. E lo stesso accade dove fu ammazzato Paolo Borsellino. Ho incontrato i ragazzi di Addio Pizzo Young. Erano lì, numerosi a rappresentare la lotta al “pizzo”, al racket, che oggi vanta tantissime adesioni di commercianti che hanno detto no alla mafia come disse no Libero Grassi.

Nicolò Fabi ha cantato davanti all’Albero tra i ragazzi e gli ospiti della manifestazione, Pietro Grasso ha chiesto alla folla un momento di raccoglimento: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Paolo Borsellino. Silenzio. Sono le 17,58. Il Trombettiere suona il silenzio e quella folla oceanica si unisce in un atto d’amore con un applauso lungo 21 anni. Sulla strada della legalità spianata da quegli uomini immensi, noi, voi e gli altri raccogliamo i frutti preziosi del loro insegnamento.
A Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, a tutte le vittime delle mafie.

Laura Bercioux

 

 
 
 

23 MAGGIO 2013, IL BLOG IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA MAFIA

Post n°1422 pubblicato il 22 Maggio 2013 da kayfakayfa

 

Domani, 23 maggio 2013, ricade il 21° anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita per mano della mafia, (a tutt'oggi sconosciuti restano i mandanti...), il giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Per commemorare l'evento - al quale si associa la celebrazione delle vittime della successiva strage di mafia del 19 luglio 1992, in Via D'Amelio dove morirono il giudice Paolo Borsellino, il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina- nel porto di Palermo, città epicentro di quei tragici eventi, attraccheranno le navi della legalità, per l'occasione ribattezzate Giovanni e Paolo, che salperanno quest'oggi dai porti di Civitavecchia e Napoli, ognuna con a bordo 1300 studenti delle scuole medie e i loro insegnanti. All'arrivo gli ospiti saranno accolti da centinaia di studenti siciliani con cui parteciperanno alle varie manifestazioni sparse per la città, non prima di aver assistito alla commemorazione ufficiale presieduta dalle autorità nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone.

Per l'occasione la giornalista Laura Bercioux, che seguirà dal vivo l'attracco delle navi e alcune celebarzioni, ha chiesto la disponibilità del mio blog per pubblicare il servizio che ne trarrà.

Ovviamente le ho dato carta bianca, sentendomi onorato per una simile richiesta. Quindi tra domani pomeriggio e venerdì mattina su queste “pagine” apprezzeremo insieme il suo articolo.

Nell'attesa, mi sia consentita una riflessione strettamente personale sulla proposta di legge, poi ritirata, presentata ieri in Commissione Giustizia del Senato dal senatore PDL Guido Compagna, di dimezzare le pene previste per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, da molti ribattezzata salva Dell'Utri, il cofondatore di Forza Italia, condannato in appello a sette anni di carcere proprio per questo tipo di crimine: in vista delle imminenti commemorazioni palermitane per ricordare le vittime della mafia, penso che il gesto del senatore possa considerarsi quanto meno inopportuno.
L'ennesimo inciampo della politica  su vicende di una delicatezza estrema di cui avremmo fatto volentieri a meno!

 
 
 

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