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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Ottobre 2013

VOTO PALESE, IL VINCITORE È GRILLO

Post n°1480 pubblicato il 31 Ottobre 2013 da kayfakayfa

 

Dunque, se davvero il Senato confermerà con voto palese la decadenza di Berlusconi da senatore, come deciso ieri dalla giunta per le autorizzazioni con un solo voto di margine - 7 sì, 6 no -, la vittoria di questa decisione storica, ma controversa, a garanzia della trasparenza, e per evitare il riproporsi del mercato delle vacche presumibilmente messo in atto da Berlusconi tra il 2006 e il 2008 per corrompere alcuni esponenti dell'allora maggioranza prodiana - uno per tutti il senatore De Gregorio, eletto nel partito di Di Pietro e successivamente passato nelle fila dell'opposizione berlusconiana per la modica cifra di 3 milioni di euro, come egli stesso ha ammesso – è di un solo partito, il M5S di Beppe Grillo che dal momento in cui fu emessa la sentenza definitiva per frode fiscale di Silvio Berlusconi si espresse per il voto palese.

È inutile che illustri esponenti del PD e i suoi sostenitori mediatici tentino in ogni modo di rigirare la frittata, attribuendosi e attribuendo al partito di Epifani il merito di questa decisione.

Nessuno può dissipare il dubbio che se in Parlamento non ci fosse stato il M5S, la questione del voto palese o segreto non si sarebbe mai posta. Nel senso che si sarebbe votato con il voto segreto, lasciando ampio margine di “trattative” ai presunti “mercanti” e “prostitute” che allignano in Parlamento.

È grazie al M5S se, almeno in questa circostanza, si eviterà la disfatta politica del PD. Non certo per merito del PD e dei suoi leader che stanno ancora a discutere ipocritamente sulla modifica della legge elettorale dopo aver bocciato a maggio la mozione Giachetti, deputato del PD!, per abolire il Porcellum e ripristinare il mattarellum, appoggiata dal M5S e da Sel.

Se il PD non avesse sostenuto la proposta del voto palese presentata dal M5S, che trovava il consenso di grossa parte dell'elettorato di centrosinistra, quello stesso elettorato deluso dalla bocciatura al Quirinale di Prodi grazie a 101 franchi tiratori del PD e dall'alleanza con il PDL per la nascita del governo Letta, alle prossime elezioni il PD rischiava di scomparire, Cacciari docet.

L'entusiasmo del PD per il voto palese è un'autocelebrazione fatua che ricorda tanto quella di Berlsconi quando dichiarò “io il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni”!

Come stanno veramente le cose, lo sappiamo tutti, compreso il PD: il vincitore del voto palese ha un solo nome, Beppe Grillo!

 
 
 

E SE A COMPLOTTARE CONTRO BERLUSCONI NON FOSSERO I MAGISTRATI?

Post n°1479 pubblicato il 24 Ottobre 2013 da kayfakayfa

 

È divenuta litania noiosa l'evocazione del complotto giudiziario contro Berlusconi ogni qualvolta il cavaliere diviene oggetto di attenzione da parte della magistratura. Sono circa vent'anni, esattamente da quando decise di bere “l'amaro calice” e “scendere in campo” per salvare il paese dai comunisti, che sentiamo gridare i suoi fedelissimi al complotto non appena il cavaliere risulta sotto inchiesta. In vent'anni abbiamo sentito e visto di tutto e di più. Ci hanno perfino raccontato la favola che si fosse iniziato a indagare su di lui da quando decise di darsi alla politica. Mentre è dal 1979 che il cavaliere inizia a essere oggetto di investigazione. Senza considerare le svariate leggi ad personam varate dai suoi governi che lo hanno tutelato dalla giustizia, alimentando nell'immaginario collettivo il dubbio che egli fosse sceso in politico non per il bene del paese ma per il proprio.

Sensazione avallata da Fedele Confalonieri, presidente del gruppo Mediaset, che in un'intervista disse testuale “La verità è che se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia.

Si sbagliava di grosso chi credeva che con la condanna in definitivo per frode fiscale nel processo Mediaset la figura politica di Berlusconi sarebbe stata sminuita come legge impone.
Da quando il cavaliere è stato condannato senza possibilità di appello, maggioranza e opposizione, alias PD, stanno dando l'impressione di tentarle tutte per trovare una possibilità di salvezza al condannato; temporeggiando vergognosamente nel deciderne la decadenza da senatore quando la Legge Severino, - approvata all'unanimità da PDL e PD, ma poi contestata dal PDL allorché si deve applicare a Berlusconi - prevede l'immediata decadenza di chi, ricoprendo ruoli istituzionali, è soggetto a condanne superiori ai due anni di reclusione.

Ora che Berlusconi è stato rinviato a giudizio insieme al faccendiere Valter Lavitola per la presunta compravendita di sentori dal 2006 al 2008 per far cadere il governo Prodi, ritorna il mantra del complotto giudiziario teso a farlo politicamente fuori.

Possibile che nemmeno per un istante al cavaliere e ai suoi "armigeri" passi per la mente che a frequentare certe “compagnie pericolose” si corre, prima o poi, il rischio di scottarsi? A riguardo ci sarebbero delle intercettazioni telefoniche tra Berlusconi e Lavitola che accrediterebbero la tesi che ha indotto i magistrati napoletani a rinviare a giudizio il leader del PDL per corruzione.

Se davvero ci fosse un complotto contro il cavaliere, paradossalmente si direbbe che ad ordirlo, più che i magistrati, fossero coloro che, standogli vicino, non fanno nulla perché egli eviti certe frequentazioni che potrebbero recargli problemi tipo Vittorio Mangano, Ruby rubacuori, Noemi Letizia, Patrizia D'Addario, Giampaolo Tarantini, Valter Lavitola.

 

 
 
 

NAPOLITANO SI PREOCCUPASSE DELLE PANZANE DELLA POLITICA

Post n°1478 pubblicato il 23 Ottobre 2013 da kayfakayfa

 

Non fosse altro che per senso di equità, gradiremmo che il Quirinale, così come ha attaccato IL FATTO QUOTIDIANO definendo panzane la notizia divulgata dal quotidiano di Padellaro/Travaglio chel'appoggio di Berlusconi per la nascita del governo Letta era vincolato dalla promessa del Capo dello di Stato di un intervento di grazia in suo favore per evitarne l'estromissione dalla politica, altrettanto il Presidente della Repubblica intervenisse fermamente ogniqualvolta un politico o un partito diffondono panzane spacciandole per vere.
In tal senso di esempi ce ne sarebbero a iosa, citiamo solo i più eclatanti: il voto unanime del centrodestra alla Camera che l'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi credeva davvero che una sbandata marocchina di nome Ruby, per giunta minorenne, assidua frequentatrice delle sue feste eleganti, fosse la nipote di Mubarak; la mastodontica panzana proferita alcune settimane fa del Premier Letta a Che tempo Che Fa secondo cui l'attuale legge elettorale, il porcellum, non la si cambia perché Grillo non vuole modificarla, “dimenticando” che la mozione presentata a fine maggio dal deputato del PD Giacchetti per ripristinare subito il mattarellum, approvata dal M5S e da SEL, fu bocciata dal PD per suo volere; i tanto decanti rigore e equità del Premier Monti, subentrato a Berlusconi per volere di Napolitano, che alla fine si sono rivelati un'assoluta panzana visto che di rigore se ne è applicato tanto ma solo nei confronti di lavoratori, pensionati, esodati, precari. Mentre di equità la benché minima traccia visto che i ceti abbienti non sono stati minimamente intaccati dalle riforme del governo del professore.
Da anni siamo costretti a sorbirci le panzane dei politici, soprattutto in campagna elettorale, senza che nessuno si scandalizzi invitandoli a essere seri.
Possibile che Napolitano si preoccupi tanto di quelle presunte de Il Fatto, il quale è in totale sintonia con i dubbi di tanti italiani che in questi ultimi giorni, ascoltando diversi rappresentanti del PDL definire traditore il Capo dello Stato, non possono fare meno di chiedersi “perché?”, giungendo alle stesse conclusioni ipotizzate dal quotidiano!

 
 
 

NAPOLITANO TRADITORE? UN DUBBIO ASSALE IL CITTADINO!

Post n°1477 pubblicato il 22 Ottobre 2013 da kayfakayfa

 

Ufficialmente non sapremmo mai come stanno esattamente le cose. Di fatto prima le dichiarazioni di Berlusconi poi quelle di Daniela Santanché contro Napolitano, a loro dire reo di non aver mantenuto gli impegni presi affinché il PDL appoggiasse il governo delle larghe intese presieduto da Enrico Letta, alimentano nell'animo del cittadino la sensazione che il Presidente della Repubblica possa aver garantito a Berlusconi un suo personale intervento sui giudici della Cassazione per evitare che confermassero in definitivo la condanna del cavaliere nel processo Mediaset, precludendogli in tal modo la carriera politica.

Le reazioni indignate e rabbiose di illustri rappresentanti del PDL nei confronti di Napolitano, compreso quelle di una persona solitamente pacata come Sandro Bondi, alimenterebbero nell'animo del cittadino questa “fantascientifica” convinzione.

Diversamente non si spiegherebbe il motivo di parole così forti contro il Quirinale da parte del PDL e del suo leader il quale, in un'intervista aveva addirittura ipotizzato un'ingerenza del Capo dello Stato per leggere prima ancora che fossero pubblicate le motivazioni della sentenza sul Lodo Mondadori - che ha condannato la Fininvest a risarcire la CIR di De Benedetti di oltre 500 milioni di euro - facendo riaprire la camera di consiglio.

In un paese allo sbando come il nostro, dove si discute ancora se un condannato in definitiva possa o no continuare a sedere in Parlamento quando la legge impone che sia subito estromesso e arrestato, è normale che nei cittadini aleggi il dubbio che possa esserci stata davvero una trattativa Berlsuconi-Napolitano in cui l'ex Premier garantiva l'appoggio del PDL per la nascita del governo Letta in cambio di un intervento di Napolitano per “appianargli” i guai con la giustizia, evitandogli l'espulsione dal Parlamento o la decadenza da senatore.

In un paese allo sfascio, dove le istituzioni sono incapaci di applicare la legge in rispetto di quel sacro principio costituzionale secondo il quale LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI, tutto è possibile. Anche che un Capo dello Stato prima dica una cosa e poi ne faccia un'altra, tradendo la parola data per il bene del paese e delle leggi che lo regolamentano!

 

 

 
 
 

ANCHE PER PRIEBKE LA MORTE È 'NA LIVELLA

Post n°1476 pubblicato il 16 Ottobre 2013 da kayfakayfa

 

Pur non essendo cattolico né credente di qualsiasi religione, ogniqualvolta mi capita di trovarmi al cospetto della morte - magari incrociando un funerale lungo la via - nutro profondo rispetto per il feretro. E seppure sappia che il defunto sia stato un efferato criminale, magari un camorrista, non esito a portarmi la mano alla fronte in una sorta di saluto militare per porgergli l'estremo saluto.

Tale reverenza deriva dal fatto che, non potendo sapere cosa sia davvero la morte - per quante speculazioni filosofiche siano state fatte e si facciano su di essa -, credo che il solo fatto di ritrovarmi in presenza di un eterno mistero, la mia pochezza d'uomo mi obblighi a mettere da parte il probabile risentimento che possa nutrire nei confronti del defunto e porgerli un saluto deferente in quanto rappresenta qualcosa che va al di là della mia relativa comprensione d'uomo.

Non potremmo mai sapere, come sostiene la chiesa, se la morte cancella davvero tutti peccati se il defunto, poco prima di spirare, si fosse davvero pentito e possa dunque la sua anima accedere al regno di Dio; se, come sostengono le religioni orientali, dopo un periodo trascorso in una sorta di limbo, l'anima torni ad incarnarsi in una nuova esistenza in cui espierà i peccati commessi nella precedente o godere dei meriti acquisiti in quella passata; oppure se semplicemente, con la morte, la coscienza si annienta e gli elementi corporali e quelli, presunti, extrafisici tornino ognuno nei ricettacoli universali di competenza trasformandosi in energia da cui trarranno origine altre forme di vita.

Non potendo sapere quale delle tre opzioni si realizzerà una volta che spireremmo, credo che l'atteggiamento migliore nei confronti della morte di qualsiasi essere umano sia quello di mostrarsi rispettosi verso la salma.

Per cui, pur comprendendo le ragioni che li hanno spinti ad un simile esasperato gesto, non riesco a condividere l'accanimento dei cittadini di Albano Laziale contro le spoglia di Erik Priebke il boia delle fosse ardeatine.

Se si è credenti, avendo come riferimento il Vangelo, si deve avere rispetto per il defunto perché, come insegna Gesù, Dio è un buon padre sempre pronto a perdonare gli errori dei propri figli e ad accoglierli a sé; se si crede in qualche altro tipo di religione che contempli tra i suoi dogma la reincarnazione, si deve avere pietà per l'anima del defunto condannata a patire atroci sofferenze nelle prossime vite per espiare i crimini commessi quando era al comando delle SS; se non si crede in nulla, bisogna mostrarsi indifferenti verso un ammasso di carne e ossa marcescenti.

La sensazione è che molti politici tendano a strumentalizzare finanche la morte per accattivarsi le simpatie dell'elettorato. Alimentando situazioni che sfociano in ingiustificati e pericolosi moti di violenza di massa. Sarebbe bastato che la morte dell'ex SS e suoi funerali passassero nella totale indifferenza come meritavano e nessuno si sarebbe sentito in diritto di prendere a calci e pugni un carro funebre con il suo triste carico.

Purtroppo nella società dei media perfino la morte assume connotati spettacolari con le drammatiche conseguenza che ne possono poi derivare.

'A mort' è 'na livella, diceva Totò!

 
 
 

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