Creato da kayfakayfa il 10/01/2006

LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Novembre 2014

IL VALORE INIZIATICO DELLO SPORT

Post n°1574 pubblicato il 13 Novembre 2014 da kayfakayfa

Da sempre si dice che lo sport forma l'individuo attraverso la disciplina e il sacrificio necessari per conseguire un traguardo. Tuttavia questa teoria ,avallata da millenni di storia, nonché da illustri scienziati, psicologi e sociologi, è contraddetta nell'ambito della scuola pubblica dove le scienze motorie, ex educazione fisica, più che materie di studio, per molti studenti rappresentano un'ora di svago in palestra e nulla più.

Rivolgendo lo sguardo al passato, a testimonianza di quanto gli antichi tenessero in seria considerazione lo sport ci sono le pitture rupestri lasciateci dagli uomini primitivi nelle caverne o sulle pareti delle montagne, quelle stilizzate dei sumeri e delle varie civiltà mesopotamiche, degli antichi egizi, dei greci, dei romani, delle svariate civiltà orientali e di quelle nord occidentali, di quelle delle civiltà precolombiane e degli indiani d'America. Qualunque contesto storico sociale ha sempre valorizzato lo sport, addirittura divinizzando la figura dei campioni. Perché?

Lo sport non è solo lo strumento mediante il quale l'individuo rafforza e plasma il proprio fisico. Perché si ottengano risultati, qualunque sport si pratichi, bisogna sottostare a una serie di ferree regole cui abbinare uno stile di vita sobria e una sana alimentazione. In parole povere chi pratica sport e vuole ottenere dei risultati, se non addirittura eccellere, dovrà lavorare su se stesso tenendo a bada gli istinti grazie all'imposizione della propria volontà su di essi.

Tutto questo porta alla mente le discipline iniziatiche il cui fine è quello di elevare l'uomo dallo stato “animale” a quello “divino” attraverso un ferreo magistero caratterizzato dallo studio di testi sacri e azioni in sintonia con la teoria che testimonino il grado di apprendimento raggiunto dell'iniziando, unitamente alla meditazione e alla preghiera.

A supporto che anche lo sport possiede una valenza simbolico/iniziatica sovviene l'usanza nell'antica Roma di coronare con l'alloro, pianta sacra le cui foglie venivano masticate dalla sibilla cumana prima di vaticinare, non solo il capo dei poeti e degli imperatori ma anche quello di alcuni campioni sportivi per affermarne il raggiungimento dello stato divino.

Praticamente, se consideriamo i sacrifici cui deve sottoporsi un qualsiasi atleta per raggiungere un obiettivo, senza entrare nel merito dei campioni ma limitandoci agli amatori, basta considerare quelli che deve fare un qualsiasi runner per correre una maratona col “semplice” scopo di portarla a termine per rintracciarvi consonanze di matrice iniziatica: ai duri e continuati allenamenti bisogna abbinare un regime di vita “pulito” - una sana alimentazione e un modo di vita regolato per non stressare il fisico. Di riflesso, tale stile esistenziale richiede un modo di pensare diverso dagli standard quotidiani. Dunque i sacrifici da farsi per il raggiungimento dell'obiettivo finale non sono solo di natura “fisica” ma anche mentale e dunque legati allo sviluppo dell'anima. E qui non possimao non citare il motto romano mens sana in corpore sana (mente sana in corpo sano). Come si è visto per tenere in forma il fisico di riflesso si è costretti a tenere in “forma” anche la mente. Senza l'uno l'altra non ha ragione di esistere e viceversa.

Possedendo ogni individuo caratteristiche psicofisiche diverse che lo contraddistinguono dagli altri, il raggiungimento dell'obiettivo avverrà con risultati diversi a secondo della persona. Ci sarà chi allenandosi poco otterrà ottimi risultati perché dotato da madre natura di caratteristiche fisiologiche adatte a quel tipo di sport; chi invece, pur possedendo un fisico atletico, non andrà oltre certi limiti in quanto il proprio fisico è tarato per non andare oltre una certa soglia. Allo stesso modo sembra che in campo iniziatico se non si è predisposti per “l'ascesi”, nonostante un individuo possa studiare e seguire alla lettera i precetti e le regole per una vita intera, l'iniziazione non si completerà mancando all'iniziando di quel quid spirituale capace di attrarre su di sé le entità spirituali preposte affinché il processo catartico possa completarsi con l'intervento divino.

Ho citato la maratona perché è una gara che non si può improvvisare bensì richiede impegno fisico e mentale. È chiaro che queste mie considerazioni sono estendibili a qualunque altro tipo di sport. In qualsiasi attività fisica uno decida di cimentarsi, per ottenere dei risultati occorre sottoporsi a una rigida disciplina. Diversamente anche l'esercizio più “semplice” diverrà un'estenuante maratona!

 
 
 

BOMBE D'ACQUA E TUTTO È GIUSTIFICATO, ANCHE I MORTI!

Post n°1573 pubblicato il 12 Novembre 2014 da kayfakayfa

Non so chi abbia avuto l'idea di coniare il termine “bombe d'acqua” quale sinonimo di temporale. Di sicuro chi l'ha fatto ha avuto un'ottima intuizione visto che da quando è in uso questo modo di dire pare che la gente sia più propensa a giustificare e rassegnaarsi ai disastri derivanti dai nubifragi. È come se il termine “bombe d'acqua” contenesse in sé un significato molto più devastante di quello compreso in temporale, nubifragio, fortunale, burrasca; per cui le disgrazie derivanti dai fenomeni temporaleschi non sarebbero da imputarsi in alcun modo all'incuria o alla malafede degli amministratori locali e nazionali bensì alla volontà divina di Giove Pluvio di divertirsi a sganciare sulle città vere e proprie cascate d'acqua senza lasciare alcuno scampo alle popolazioni e al territorio.

Bombe d'acqua è l'ennesima, elegante presa per il culo inventata dal Sistema per scaricarsi d'ogni responsabilità, attribuendole alla Natura. Compresa quella di fortificare gli argini dei fiumi con impasti di cemento e polistirolo!

 

 
 
 

BRITTANY MAYNARD, IL CORAGGIO DI MORIRE

Post n°1572 pubblicato il 05 Novembre 2014 da kayfakayfa

La vicenda di Brittany Maynard, la donna americana di 29 anni che ha scelto di morire il 1 novembre perché affetta da un tumore incurabile al cervello, e le conseguenti polemiche scatenate dalla chiesa e dal mondo politico cattolico riguardo a una simile decisione, che per molti aspetti riporta alla mente le vicende di Piergiorgio Welby e Luana Englaro, riapre la questione se sia giusto che un individuo affetto da un male incurabile, i cui esiti devastanti sul corpo e sulla mente inducono a preferire la morte, possa scegliere in piena libertà di morire sottoponendosi all'eutanasia per alleviare a sé e ai suoi cari il dolore e la vergogna derivanti dal decadimento psicofisico che lo renderà a tutti gli effetti un vegetale tenuto in vita dal soffio vitale, di una macchina o della natura non fa differenza, senza che egli possa esprimere le proprie funzioni umane se non quelle fisiologiche; legando al proprio capezzale parenti e amici i quali si affannano inutilmente nel vano tentativo di alleviargli il dolore, allungandogli in realtà l'agonia.

Ho perso papà con l'alzheimer più di tre anni fa. Era un grande sportivo, con una forte dignità e un profondo senso del rispetto per sé e per il prossimo. Vederlo improvvisamente deprimersi mentalmente e poi inebetirsi; perdere il controllo delle funzioni fisiologiche al punto da dover indossare i pannoloni; languire allettato con il corpo “divorato” dalle piaghe da decubito, malgrado il letto fosse dotato di materasso antidecubito, la costante presenza del fisioterapista e le amorevoli cure di noi familiari che lo giravamo ogni mezz'ora prima su un fianco poi sull'altro nel vano tentativo di esorcizzare le vesciche purulente; la vergogna che qualcuno gli infilasse le dita nell'ano per aiutarlo a defecare. Tutto ciò mi ha sempre indotto a supporre che se soltanto papà avesse lontanamente immaginato che un giorno avrebbe dovuto subire quelle umiliazioni, imponendo ai propri cari di praticargliele e di sacrificare le proprie vite per stargli accanto senza che i loro sacrifici sortissero benefici, bensì gli avrebbero solo allungato l'agonia di una vita non vita, non avrebbe perso tempo a salire su di una sedia, affacciarsi dalla finestra lanciandosi nel vuoto per non dare fastidio.

Più volte, mentre lo pulivo e lo lavavo mi chiedevo che senso avesse tutto quello; se non fosse stato meglio praticargli una siringa d'aria per porre fine una volta e per sempre a quello stillicidio. Se avessi avuto un barlume di coraggio chissà se quella siringa non gliela avrei praticata stesso io?! A distanza di anni, sono tormentato da questo dubbio; chiedendomi, se l'avessi fatto, se più che un atto d'amore non avrei commesso un gesto egoistico, un vero e proprio crimine.

Quando papà morì, fui io ad accorgermene, a chiudergli gli occhi, a levargli i tubi dell'ossigeno dal naso, a comunicare a mamma la triste notizia. Feci tutto con l'irrazionale consapevolezza che papà era finito in quel preciso istante perché quella era il suo momento. Che io non ero nessuno per decidere che fosse giunto per lui il momento di salutare questa vita solo perché non era più in grado di viverla come sarebbe stato giusto la vivesse dopo anni di sacrifici finalizzati alla famiglia e al lavoro, dedicandosi alla pittura sua grande passione da sempre.

Dico questo non perché sia pervaso da chissà quale fede incondizionata. Ma perché, alternandomi con mia sorella al capezzale di papà per quattro anni, compiendo funzioni che mai avrei lontanamente pensato di essere capace di adempiere, ho cambiato il mio modo di intendere la vita, apprezzandone ogni momento come se fosse l'ultimo.

Se non avessi resistito all'impulso di “aiutare” papà a morire - per altro senza che fosse stato lui stesso a implorarmi di farlo – interiormente non sarei cambiato come invece quell'esperienza dolorosa ha fatto sì che cambiassi.

Non mi stancherò mai di ribadire che il più grande insegnamento che potesse darmi papà me lo ha dato attraverso la malattia.

Nella sua sofferenza, e in quella che di riflesso noi provavamo per lui, pur non essendone consapevole, papà non ha mai perso la sua dignità di uomo perché non ha mai smesso di insegnarci a vivere.

Non condanno la scelta di Brittany né quella di altre persone che come lei scelgono l'eutanasia per sfuggire alle sofferenze di un male incurabile. Ognuno è padrone della propria esistenza ed è dunque libero di decidere serenamente che farne. Il punto è che la propria vita, per quanto uno non ne sia cosciente, è legata indissolubilmente a tante altre vite. Pertanto nessuno potrà mai sapere se attraverso la propria sofferenza qualcuno non possa trovare una ragione di vita migliore. Nello stesso tempo nessuno può giudicare in negativo chi sceglie l'eutanasia perché nessuno potrà mai sapere né se quella scelta, in apparenza egoistica e irrispettosa verso Dio e la Vita, non possa alimentare negli altri una riflessione sul valore reale della Vita, né se chi decidesse di attuarla non sia un inconsapevole strumento della Vita affinché sorga negli altri tale riflessione!

 

 

 

 
 
 

NAPOLITANO, L'AUT AUT DELLA MAFIA E IL FALSO GIORNALISMO

Post n°1571 pubblicato il 01 Novembre 2014 da kayfakayfa

Fino a quando non sono iniziati a trapelare alcuni stralci della deposizione fornita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra le mura del Quirinale ai magistrati palermitani che indagano sulla presunta trattativa Stato – mafia, molti cittadini, attenendosi alla tesi di quei commentatori televisivi e della carta stampata contrari a che Napolitano testimoniasse, a loro volta ritenevano un’offesa alle istituzioni coinvolgere il Presidente in una vicenda così equivoca, (dato che lo stesso Napolitano in precedenza s’era rifiutato di testimoniare perché non aveva nulla da dire non sapendo più di quanto non avesse detto in passato). Ora che dalle trascrizioni della testimonianza di Napolitano  si apprende che lo stesso Presidente, all’epoca della stagione delle stragi di mafia, riteneva quegli eventi delittuosi un aut aut - ultimatum o ricatto, come dir si voglia – della mafia, precisamente dei corleonesi, allo stato affinché abolisse il 41-bis che costringeva i mafiosi all’isolamento, ciò è un’ implicita ammissione che la trattativa ci fu. Sì, perché, se davvero come riteneva Napolitano, le stragi del 92/93 furono un aut aut, qualsiasi ultimatum presuppone l’esistenza di due soggetti contrapposti, uno che pone l’aut aut, l’altro che lo riceve e lo valuta. Di conseguenza tra i due soggetti si instaura una vera e propria trattativa. Ergo, se davvero come ipotizzò Napolitano le stragi del 92/93 furono un aut aut dei corleonesi allo Stato perché abolisse il 41-bis, automaticamente tra la mafia e le istituzione si instaurò una trattativa. Presa consapevolezza di ciò, la domanda che si pongono tutti quegli altri cittadini che non hanno mai preso come oro colato le affermazioni di quei commentatori che consideravano inopportuna la testimonianza di Napolitano è: tutti quegli italiani che vivono di luce riflessa, ossia, non possedendo senso critico, ripetono pappagallescamente quanto sentono dire agli altri - in questo caso che è un’offesa allo Stato coinvolgere il Presidente della Repubblica in fatti del genere - ora che Napolitano ha ammesso che all’epoca delle stragi ipotizzò che fossero un aut aut della mafia, (aut aut a chi se non allo Stato?), presupponendo che costoro conoscono il significato della locuzione “aut aut”, costoro sono ancora convinti che i loro “riflettori”, ossia quei giornalisti dalle cui labbra pendono come se fossero dei, irradiano luce pura?

 
 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

- Abbandonare Tara
- pensieri nel vento
- Il diario di Nancy
- sciolta e naturale
- Per non dimenticare
- il posto di miluria
- Arte...e dintorni
- dagherrotipi
- C'era una volta...
- passaggi silenziosi
- le ali nella testa
- Grapewine
- FAVOLE E INCUBI
- critica distruttiva
- GallociCova
- estinzione
- Starbucks coffee
- L'angolo di Jane
- In Esistente
- Comunicare
- Writer
- Chiedo asilo.....
- antonia nella notte
- Quaderno a righe
- come le nuvole
- Contro corrente
- Scherzo o Follia?
- La dama della notte
- MARCO PICCOLO
- Fotoraccontare
- epochè...
- considerazioni
- ESSERE E APPARIRE
- Oniricamente
- prova ad afferrarmi
- Nessuno....come te
- confusione
- io...Anima Fragile.
- evalunaebasta
- La MiA gIoStRa
- ...spiragli
- CORREVA L' ANNO...
- LE PAROLE
- SPETTA CHE ARRIVO
- (RiGiTaN's)
- esco fuori
- ....bisogni
- La Mia Arte
- pEaCe!!!
- Ginevra...
- Like A Wave
- BLOG PENNA CALAMAIO
- Amare...
- Sale del mondo....
- Praticamente Io
- Imperfezioni
- Mise en abyme
- Due Destini
- manidicartone
- acqua
- BRILLARE!!!!!
- Osservazioni
- XXI secolo?
- justificando.it gag comiche
- Di palo in frasca...
- montagneverdi...
- Verit&agrave;... Piero Calzona
- osservatorio politic
- Geopolitica-ndo
- Lanticonformista
- Riforme e Progresso
- LAVOROeSALUTEnews
- Ikaros
- ETICA &amp; MEDIA
- Canto lamore...
- Pino
- MY OWN TIME
- Tatuaggi dellanima
- cos&igrave;..semplicemente
- Acc&ograve;modati
- Il Doppio
- arthemisia_g
- senza.peli
- marquez
- Cittadino del mondo
- Quanta curiosit&agrave;...
- entronellantro
- iL MonDo @ MoDo Mio
- LOST PARADISE Venere
- Frammenti di...
- La vita come viene
- Mondo Alla Rovescia
- Pietro Sergi
- StellaDanzante
- Polimnia
- e un giorno
- Parole A Caso
- tuttiscrittori
- Dissacrante
- Artisti per passione
 
Citazioni nei Blog Amici: 61
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Penso.ma.non.tropposcef.fkayfakayfamonellaccio19kora69aida631m12ps12solitudinesparsacassetta2marabertowgraffio_di_tigre.itenzogiarritelloMiele.Speziato0ilpazzo0limitedelbosco0
 

ULTIMI COMMENTI

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963