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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Maggio 2016

MAURO BIGLINO E IL DIO ALIENO DELLA BIBBIA

Post n°1704 pubblicato il 29 Maggio 2016 da kayfakayfa
 

Sbaglia di grosso chiunque, professandosi ateo, credesse di ritrovare nei libri di Mauro Biglino la giustificazione del proprio ateismo. Le opere dell’autore torinese - ex traduttore ufficiale per le Edizioni San Paolo dell’Antico Testamento, contemplando l’ipotesi che la terra in un remoto passato fu colonizzata da una razza aliena e che l’uomo sarebbe il risultato di un esperimento di biogenetica compiuto dagli extraterrestri su un campione animale terrestre con caratteristiche fisiologiche molto simili alle proprie; dal quale, estratto il dna, integratolo con un campione del proprio, dopo reiterati tentativi di inseminazione in vitreo e di impianto degli ovoli alieni fecondati estratti nel ventre di femmine aliene affinché portassero a compimento la gravidanza per la nascita della nuova razza, sarebbe derivato l’uomo così com’è oggi - non negano affatto l’esistenza di Dio. Bensì si limitano a considerare la Bibbia l’equivalente di libro di storia la cui l’esatta traduzione letterale dimostrerebbe che i libri che compongono l’Antico Testamento non sono affatto di matrice sacra o mistico per cui bisogna interpretarli in chiave simbolica o metaforica, ma narrano fatti relativi all’epoca in cui una razza aliena, gli elhoim della bibbia, scese sulla terra alla ricerca di materiale minerario necessario per il proprio pianeta. Una volta atterrati in quella zona geograficamente conosciuta con il nome di mesopotamia, edificate lì le proprie basi, iniziarono a perlustrare il pianeta alla ricerca di aree ricche di quanto avevano bisogno. Non appena le individuarono in quella zona da noi chiamata Sudafrica, iniziarono a estrarli.

Per via della fatica dovuto al duro lavoro di estrazione, gli alieni che fungevano da minatori si sarebbero ribellati inducendo i capi della spedizione a cercare una soluzione alternativa. Essa fu individuata in un animale ominide dalle caratteristiche fisiologiche affini agli alieni che, opportunamente manipolate in laboratorio dagli scienziati alieni,  dopo un lungo processo, avrebbero dato origine all’uomo.

Queste teorie, già esposte nelle proprie opere dal sumerologo azero Zecharia Sitchin, vengono supportate da Biglino, grazie alle proprie conoscenze linguistiche, attraverso la traduzione letterale dei libri che compongono il Vecchio Testamento che, oltre ad avvalorare le teorie di Sitchin, dimostrerebbe che Yahweh, il dio degli ebrei, in realtà era uno dei tanti capi militari di questi alieni i quali, una volta colonizzata la terra, se la contendevano, sfidandosi con i rispettivi eserciti, dando vita a conflitti dai tragici esiti per quanto concerneva le sorti dell’uomo a causa delle armi micidiali da costoro utilizzate i cui effetti ricordano quelli di una guerra atomica, come nel caso della distruzione di Sodoma e Gomorra.

Gli uomini dunque sarebbero stati asserviti a questi alieni, seppure in un primo tempo gli stessi alieni cercarono di sterminarli non appena acquisirono  la facoltà di riprodursi da sé mediante l’atto sessuale,   mettendo in questo modo a rischio la purezza del progetto genetico originale portato avanti dagli alieni.

Tale distruzione sarebbe raccontata dalla Bibbia e da altri testi di civiltà remote indoeuropee, asiatiche, precolombiane e dagli indiani di America nell’episodio del diluvio universale.

Noè, cui fu affidato il compito di ripopolare la terra allorché le acque si sarebbero ritirate,unitamente alla propria famiglia, sarebbe stato  scelto per questo ruolo perché dotato delle caratteristiche genetiche originarie risalenti all’epoca della creazione umana.

Queste in sintesi le tematiche affrontate da Biglino nei propri libri.

Per quanto riguarda l’analisi etimologica e filologica dei singoli vocaboli che, secondo l’autore, non essendo stati tradotti in maniera corretta nei testi ufficiali riconosciuti dalla Chiesa, ne avrebbero completamente alterato il significato, a conferma di questa affermazione, egli riporta svariate analisi etimologiche.

 In riferimento a ciò, tra le tante, citiamo l’analisi che l’autore fa delle parole ebraiche Kevòd/kabòd, ufficialmente tradotta dai biblisti con il termine “gloria” (gloria di Dio) - che in ebraico anticotestamentario identificherebbe ciò che è materialmente “pesante, gravoso, faticoso,importante, onorato”.

Secondo l’analisi di Biglino il kevòd in realtà sarebbe una struttura mobile su cui il presunto Dio si spostava con il suo esercito ; e il vocabolo Keruvim in cui i biblisti identificano i cherubini, quella categoria di angeli più prossimi a Dio, posti a guardia del Paradiso terrestre. Ma che secondo Biglino, sempre a seguito dell’analisi etimologica della parola ebraica, non individua affatto delle entità spirituali, bensì delle strutture mobili interconnesse al Kevòd –una sorta di aeromobili ausiliarie che viaggiavano “attaccate”  al kevòd, l’astronave madre, da cui si staccavano quando gli alieni dovevano andare in perlustrazione sulla terra.

Poiché i “cherubini” compaiono anche nelle indicazioni che Yaweh dà a Mosè per quanto riguarda la costruzione dell’Arca dell’alleanza,in rapporto alla pluralità di significati che possono assumere le parole ebraiche, le quali sono scritte solo con le consonanti, mentre a seconda della pronuncia completa di vocali possono assumere significati diversi,dio ordina a Mosè di fare due cherubini d’oro e sistemarli alle estremità del coperchio dell’arca in modo da coprirlo.

In questo caso i cherubini risulterebbero elementi chiavi per la costruzione di un generatore di potenza o di un arma micidiale che precedendo gli ebrei nella loro diaspora, li rendeva invincibili, tanto che molti esegeti biblici, anche ortodossi, non escludo che in realtà l’arca fosse un’arma micidiale.

Immagino che molti tra quanti leggeranno questa sintesi penseranno che le opere di Biglino trattino di mere fantasie di un psicopatico o, peggio,  di un tentativo di pura blasfemia letteraria.

Avendo letto più opere dell’autore mi sento in diritto e dovere di ammettere che inizialmente ero molto scettico. Ma poi, man mano che andavo avanti nella lettura, mi sono lasciato letteralmente affascinare della sue teorie che, ripeto, si fondano su studi concreti, non chiacchiere o supposizioni fantasiose.

Non a caso credo che l’autore citi più di un uomo di chiesa  che ammetterebbe l’esistenza di altri mondi e di civiltà extraterrestri.

Detto ciò, come anticipavo all’inizio di questa esposizione, contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, le opere di Biglino non confermano affatto che dio non esiste.

Penso che qualunque persona dotata di un minimo di raziocinio, leggendo Biglino, si chiederebbe chi avrebbe creato gli alieni che scesero sulla terra, gli animali e gli ominidi che la popolavano!?

Un Principio da cui tutto abbia avuto origine deve per forza esserci.

Biglino non ne mette assolutamente in discussione l’esistenza!

 
 
 

LA BOSCHI E QUELLO STUDENTE CON LE PALLE

Post n°1703 pubblicato il 21 Maggio 2016 da kayfakayfa

Quanto è accaduto la settimana scorsa all'università di Catania è l'emblema che, contrariamente a quanto asseriscono Renzi e i suoi, non è affatto vero che la riforma costituzionale varata dal governo ammoderni e snellisca l'ordinamento politico e giuridico del paese.

A contraddire Renzi, la Boschi, Verdini e tutti coloro che lo affermano non ci ha pensato un “professorone” o un gufo, epiteti con cui Renzi e suoi sono soliti irridere a quanti, accreditati, criticano l'operato del governo; ma uno studente di 22 anni, Alessio Grancagnolo, laureando in giurisprudenza che nell'arco di circa 6 minuti, come potete apprezzare dal video che sta spopolando in rete, presa la parola durante l'incontro organizzato nell'ateneo siciliano con il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi lì presente per spiegare i motivi per cui è giusto votare Sì alla riforma, ha sciorinato un papello spiegando che la riforma intestata alla Ministra non solo sarebbe antocostituzionale ma anche pericolosa perché aprirebbe di fatto le porte al premierato.

Secondo lo studente la riforma già sarebbe incostituzionale perché intestata a un Ministro. Par avallare questa sua convinzione Alessio ha citato Pietro Calamandrei secondo cui “quando il Parlamento si riunisce per discutere sulla Costituzione i banchi del governo dovrebbero essere vuoti”, a riprova che la Costituzione e eventuali sue modifiche devono essere concordate da tutte le forze politiche, non solo da quelle di maggioranza; senza ingerenze né forzature dell'esecutivo mediante voti di fiducia e canguro. Cosa che invece ha puntualmente fatto Renzi affinché la riforma fosse approvata in Parlamento.

Peccato che l'intervento del Rettore abbia interrotto lo studente reo di aver sforato con i tempi. Già in un precedente invito affinché concludesse, la Boschi aveva invece pregato lo studente a proseguire, facendo presente che, quando sarebbe toccato a lei rispondere, avrebbe a sua volta utilizzato il tempo opportuno per chiarire i punti oscuri  messi in luce da Alessio.

Al terzo stop il rettore è stato inflessibile. Non solo ha tolto la parola allo studente ma lo anche ammonito verbalmente perché si era permesso di definire “tour propagandistico” il giro degli atenei italiani che il Ministro delle Riforme sta facendo al fine di spiegare perché è giusto votare Sì al referendum costituzionale.

Peccato che il filmato si interrompa subito dopo l'intervento risolutore del Rettore. Sarebbe stato interessante vedere se alla fine la Boschi ha effettivamente risposto a Alessio, replicando a ogni sua critica, oppure ha lasciato perdere.

Di certo non farebbe una bella figura un Ministro delle Repubblica che, messo spalle al muro da un intraprendente studente, anziché rispondere alle sue critiche per difendere le ragioni del governo, si trincerasse dietro il comodo paravento di un Rettore inflessibile!

Chissà cosa è successo dopo. Possibile che nessuno ha avuto la brillante idea, così come chi ha ripreso l’intervento dello studente, di riprendere laddove il filmato si interrompe?

Possibile che un laureando in giurisprudenza abbia messo al tappeto un Ministro della Repubblica su un argomento ribattezzato con il proprio cognome per cui si presume che il Ministro debba conoscerne vita morte e miracoli?  

Speriamo che questo suo ardire non influisca negativamente sul cammino universitario di Alessio.

In Italia c'è bisogno di gente con le palle! 

 
 
 

ECCO L'EDITTO RENZIANO, VIA DALLA TV GIANNINI E PORRO

Post n°1702 pubblicato il 19 Maggio 2016 da kayfakayfa

Se l'Italia è al 77° posto al mondo per quanto concerne la libertà di informazione un motivo deve pur esserci. Quale? Molto probabilmente l'ingerenza, nemmeno tanto velata, della politica sui media. In particolare in ambito televisivo.

Non a caso da quando più di 20 anni fa Silvio Berlusconi, proprietario della Fininvest, decise di scendere in politica, la sinistra, quella di allora ma anche di oggi, non ha fatto altro che denunciare a parole l'abnorme conflitto di interessi dell'ex cavaliere. Senza però fare nulla di concreto per arginarlo.

Se consideriamo che l'attuale legge contro il conflitto di interessi, varata il 20 luglio 2004, fu ribattezzata legge Frattini dal nome suo ispiratore Franco Frattini, all'epoca membro del PDL nonché responsabile del Dipartimento della funzione pubblica, fu varata dal governo Berlusconi presieduto dal primo imprenditore televisivo italiano, si può ben immaginare quali possano essere i margini a tutela dal conflitto di interessi.

Non a caso quella legge è stata sempre contestata dalla sinistra tanto che oggi Renzi sembra intenzionato a volerne varare una più efficacie. Vedremo.

Quel che è certo è che da quando Renzi è al governo molte delle cose realizzate, o in procinto di realizzare, dal suo governo ricalcano progetti di fattura berlusconiana Italicum e riforma costituzionale inclusa.

In sintonia con questo clima di "copia e incolla" era impossibile che Renzi si facesse mancare una copia 2.0 di quello che nel 2002 fu l'editto bulgaro, la cacciata da parte del Premier Berlusconi, durante una conferenza stampa a Sofia, dalla TV di stato di Biagi, Santoro e del comico Daniele Luttazzi rei di non lesinare critiche e satira al governo.

E così ecco che dalla prossima stagione nei palinsesti RAI mancheranno rispettivamente Virus e Ballarò, - in quest'ultimo caso dovrebbe cambiare solo il presentatore - rispettivamente condotti da Nicola Porro e Massimo Giannini.

Agli occhi di Renzi sia Virus che Ballarò sarebbero trasmissioni poco allineate con il renzismo. In particolare Ballarò ha sollevato non pochi malumori nella maggioranza di governo per via di una battuta del conduttore in riferimento al ministro Boschi e al suo presunto conflitto di interessi con la vicenda Banca Etruria in cui è coinvolto il padre, tanto che Michele Anzaldi membro Pd della vigilanza RAI ne aveva auspicato l'avvicendamento.

Anche in questo caso la rottamazione renziana si rivela un concetto sostanzialmente astratto; uno strumento orale da sventolarsi nei comizi e nelle conferenze stampa per far presa sull'elettorato. Ma, raggiunto l'obiettivo, alias il  potere, da archiviare ben bene a chiave negli armadietti. Da cui sarà nuovamente ripreso in vista di una nuova campagna elettorale.

Possibile che anche in questo caso, come è già avvenuto per la riforma costituzionale, quei tanti uomini di cultura e di spettacolo che all'epoca scesero in difesa delle “vittime” dell'editto bulgaro e della Costituzione quando a volerla modificare era Berlusconi, oggi tacciono perché a portare avanti il repulisti televisivo, così come a modificare la Costituzione, è Renzi leader del PD?

Anche in questo caso, pur di salvaguardare la pagnotta, l'onestà intellettuale se ne va a benedire!  

 
 
 

MONDRAGONE DI CORSA, IL CORAGGIO PAGA SEMPRE

Post n°1701 pubblicato il 15 Maggio 2016 da kayfakayfa
 
Tag: RUNNER

Bastano un pizzico di fantasia misto a una buona dose di coraggio per rendere unica una normale gara di 10 km. È quanto è avvenuto sabato 14 maggio alla V edizione della Mondragone di Corsa organizzata dalla ASD Mondragone in Corsa presieduta da Rosanna Nerone e Aldo Martucci.

Probabilmente la scelta di dipanare più di un quinto del percorso - un circuito di 5 km da percorrersi due volte - sulla spiaggia la si debba alla necessità di evitare che le esigenze sportive entrassero  in conflitto con quelle del traffico urbano della cittadina casertana - lo scorso anno si corse di mattina, per più di un chilometro sulla domiziana, arteria nazionale che collega Napoli a Formia/Gaeta, creando non pochi problemi a chi doveva regolamentare il traffico e garantire nello stesso tempo la sicurezza degli atleti.

Diversamente dalla passata edizione caratterizzata da uno splendido sole che regalò un anticipo di estate, quest'anno l'inclemenza meteo ha fatto temere il peggio. Soprattutto per quanto riguardava il passaggio degli atleti sulla sabbia. Se avesse diluviato, come era avvenuto fino a qualche ora prima dello start, probabilmente la gara si sarebbe trasformata in un vero e proprio Camel Trophi. Magari costringendo gli organizzatori a annullarla o a ridurne la lunghezza, cancellando il transito sulla spiaggia.

Deve essere vero, stando a quanto sostenevano i latini, che audax fortuna iuvat (la fortuna aiuta gli audaci). A poco più di mezz’ora dalla partenza la pioggia è sensibilmente diminuita, rendendo possibile il passaggio sull'arenile, seppure con non pochi affanni. E dunque consentendo alla quinta edizione della gara di archiviarsi felicemente per la soddisfazione degli organizzatori e per quella di quanti hanno sfidato Giove pluvio pur di non mancare a una competizione che ogni anno cresce sempre di più grazie all’impegno di chi già da ieri, calato il sipario su questa edizione, sta già pensando alla prossima.

Unitamente al passaggio sulla spiaggia, merita un plauso l'insolito pacco gara consegnato a ogni atleta al ritiro del pettorale: una cassetta di prodotti ortofrutticoli composta da zucchini, piselli e patate. Dopo tante magliette tecniche, zaini, gadget sportivi di vario genere, prodotti alimentari e integratori per lo sport, una proposta del genere ha rappresentato per tanti presenti a Mondragone una gradita sopresa da condividere con la famiglia; magari da regalere a nonne nostalgiche di sbucciare piselli freschi.

Mi sia consentito ringraziare tutta la ASD Mondragone in Corsa per le emozioni che ci ha regalato con questa quinta edizione della stracittadina mondragonese. Imponendoci di correre laddove, se fosse dipeso dalla nostra esclusiva volontà, mai avremmo messo piede, ha fatto fa sì che da oggi la nostra memoria sportiva si arricchisse di un piacevole ricordo di cui andare fieri!  

 
 
 

NOGARIN-PIZZAROTTI, LA COERENZA AL DI LA' DELLE RAGIONI

Post n°1700 pubblicato il 13 Maggio 2016 da kayfakayfa

Premesso che un avviso di garanzia non è una condanna bensì uno strumento di informazione giudiziaria a tutela dell'indagato affinché possa approntare la propria difesa. È altresì vero che laddove è in corso un'inchiesta non esiste solo la presunzione di innocenza ma anche quella di colpevolezza. L'una o l'altra verranno acclarate solo se, a termine dell'inchiesta preliminare, l'indagato venisse rinviato a giudizio e i giudici lo ritenessero colpevole oppure sopravvenisse l'archiviazione.

Questo preliminare, per quanto banale, è necessario per entrare nel merito dell'argomento. Ovvero se i sindaci M5S di Livorno e Parma Nogarin e Pizzarotti entrambi indagati – il primo per bancarotta fraudolenta, abuso di ufficio e falso in bilancio; l'altro per abuso di ufficio – devono oppure no dimettersi dall'incarico.

Se è vero che le inchieste di Livorno e Parma sono atti dovuti della magistratura in quanto conseguenza naturale a denunce – a Livorno fu lo stesso Nogarin, appena eletto sindaco, a denunciare le anomalie nella gestione rifiuti della precedente amministrazione; a Parma a denunciare Pizzarotti fu un consigliere dell'opposizione Pd (sic!) - mentre nel caso del sindaco Pd di Lodi Uggetti arrestato per turbativa d'asta - in un'intercettazione telefonica invitava il presunto complice a cancellare dal pc i file che li avrebbero potuti incastrare – è evidente la responsabilità dell'indagato; è altresì vero che per una questione di coerenza con i principi del M5S che vogliono i rappresentanti delle istituzioni scevri da “macchie”, i due sindaci pentastellati dovrebbero quanto meno auto-sospendersi dall'incarico fino a che non verrà chiarita la propria posizione in merito.

Restando al proprio posto Nogarin e Pizzarotti non fanno altro che alimentare la grancassa renziana che, pur di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai propri guai giudiziari, tende a mettere in evidenza quelli presunti del M5S; evidenziandone la disparità di comportamenti: lascia al loro posto i propri rappresentanti indagati ma chiede le dimissioni degli indagati degli altri partiti.

La coerenza e il buonsenso imporrebbero al M5S di chiedere a Nogarin e Pizzarotti un passo indietro. Solo in questo modo si stamperebbero le polemiche. E soprattutto si lancerebbe un segnale forte all'opinione pubblica, dimostrando che la morale di legalità di cui da sempre il movimento si fa paladino vale per tutti.

In un paese come il nostro reduce da tangentopoli in cui l'avviso di garanzia, da semplice strumento a tutela dell'indagato, si trasformò in condanna a prescindere, è difficile, se non addirittura impossibile, spiegare alla gente che un indagato non è un colpevole.

Chi come il M5S ha strutturato la propria natura politica partendo dal giusto presupposto che chi fa politica deve essere scevro da ombre, non può esimersi dal prendere atto che un'indagine, per quanto sia un atto dovuto, contempla in sé sia la colpevolezza che l'estraneità dell'indagato.

Di conseguenza, nell'attesa che il dubbio si chiarisca, in conformità con i propri principi etici, sarebbe il caso che Nogarin e Pizzarotti deleghino l'incarico ai propri vice.

Non facendolo non fanno altro che sostenere il gioco di chi punta il dito contro il M5S accusandolo di essere giustizialista nei confronti di tutti gli altri partiti ma garantista con se stesso.

In un paese come il nostro che è agli ultimi posti per libertà di informazione; dove i maggiori media sono filo-governativi e la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica si informa mediante loro, dare l'impressione di adottare come metodo di giudizio “due pesi due misure”, significa votarsi praticamente al suicidio politico in quanto chi informa darà sempre e solo ampio risalto alle apparenti contraddizioni di chi è avversario della maggioranza, tacendo sul merito che le ha generate!

 
 
 

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