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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Marzo 2020

IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU E IL PRESUNTO LEGAME AMOROSO TRA GESÙ E MARIA MADDALENA

Post n°2097 pubblicato il 12 Marzo 2020 da kayfakayfa
 

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Per cercare di comprendere quello che da oltre cinquant'anni è unanimemente riconosciuto come IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU bisogna partire dall'assioma secondo cui ogni leggenda si fonda su un briciolo di verità.

Rennes le Chateau è un paesino della Francia meridionale, situato nella regione della Linguadoca, ai confini con i Pirenei, dove nel 1888, durante dei lavori di restauro della chiesa del paese dedicata a Maria Maddalena, il parroco Bérenge Saunière avrebbe rinvenuto in uno dei basamenti concavi su cui poggiava la lastra di pietra dell'altare delle pergamene molto antiche su cui sarebbero trascritti rispettivamente i nomi dei re Merovingi che si sono succeduti dall'inizio della dinastia e delle frasi in latino scritte in un codice segreto che svelerebbero il segreto che avrebbe poi consentito all'abate Saunière di arricchirsi così tanto al punto non soltanto di restaurare la chiesa, ma addirittura di edificare una vera e propria struttura abitativa denominata Villa Betania con torre annessa battezzata Torre Magdala in onore di Maria Maddalena in cui allestire una ricca biblioteca. Come però abbia fatto l'abate a decriptare il codice per interpretare le frasi resta a sua volta un mistero...

Cosa avesse esattamente scoperto Saunière di così misterioso non è dato saperlo. Tuttavia è dal 1967 che si parla ufficialmente de IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU. A farne menzione per la prima volta fu il giornalista Gerarde de Sede ne L'OR DE RENNES, un saggio scritto a "quattro" mani con Pierre Plantard fantomatico personaggio che sarebbe appartenuto al misterioso Priorato di Sion, fondato nel 1099 da Goffredo di Buglione a sua volta diretto discendente dei Merovingi, il cui scopo sarebbe quello di riportare sul trono di Francia i discendenti della dinastia Merovingia di cui Plantard sarebbe stato discendente.Nel L'OR DE RENNES si ipotizza la presenza nella zona di Rennes le Chateau di un ricco tesoro rinvenuto da Saunière. Si tratterebbe o del tesoro di Gerusalemme trafugato dall'Imperatore Tito agli ebrei durante il sacco di Gerusalemme del 70 DC e successivamente depredato ai romani dai visigoti di Alarico durante il saccheggio di Roma del 410 DC che lo avrebbero sepolto nei pressi di Rennes le Chateau; oppure del tesoro di Bianca di Castiglia.

Secondo altri - tra cui Michael Baigent, Richard Leigh, Herny Lincoln autori del best-seller IL SANTO GRAAL - le presunte pergamene rinvenute da Saunière non si riferivano a un tesoro "materiale" bensì a un tesoro spirituale. Ovvero Saunière avrebbe rinvenuto le prove inconfutabili che la dinastia dei re Merovingi derivava direttamente da Gesù di Nazareth. Così come non si può escludere che il sacerdote avesse scoperto addirittura la tomba del Messia o quanto meno ritrovato quella di Maria Maddalena che, come avrebbero attestato le pergamene in suo possesso, sarebbe stata la sposa di Gesù e madre dei suoi figli dai quali sarebbe originata la stirpe Merovingia.  [...]

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MAGIA, SPECCHIETTO PER ALLODOLE E ALLOCCHI

Post n°2096 pubblicato il 11 Marzo 2020 da kayfakayfa
 

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La storia ci insegna che è in momenti drammatici come quelli che stiamo vivendo in queste ore, dove le incertezze affossano le poche certezze degli uomini, che le masse in preda alla paura e all'isteria sono disposte a dare ascolto a chiunque proponga loro un elisir che le faccia sentire sicure, immortali. Nel nostro caso, immuni dal virus.

Tra la fine del XIX e gli inizi XX secolo e successivamente subito dopo la fine della Grande Guerra, in Europa e negli USA sorsero una marea di dottrine esoteriche che facevano il verso ai culti misteriosofici di antica memoria. Le sedute spiritiche divennero di moda così come divenne una moda rivolgersi a cartomanti e chiromanti per conoscere in anteprima il proprio futuro.

Contrariamente a quanto si possa pensare, a rivolgersi agli indovini e a partecipare alle sedute medianiche non erano solo persone di basso ceto dotate di scarsa intelligenza e vittime della superstizione, ma anche aristocratici e personaggi della cultura mondiale come Gabriele D'annunzio il quale, durante il suo soggiorno a Napoli, non si faceva scrupoli a partecipare alle sedute spiritiche condotte da Eusapia Palladino la più famosa medium che la storia ricordi, oggetto di approfonditi studi scientifici in Europa e in America per via delle sue straordinarie doti spiritistiche.

Da quando nel nostro paese è scoppiata l'epidemia di coronavirus, in molti  stanno facendo riferimento ai Promessi Sposi del Manzoni - precisamente al capitolo XXXI in cui si narra della peste a Milano nel 1600 e delle straordinarie analogie tra le iniziali reazioni di sufficienza delle autorità e dei cittadini alla comparsa dei primi focolai di peste in città con quelle delle nostre autorità e delle cittadinanze rispetto ai primi casi di coronavirus in Lombardia - per evidenziare come la storia si ripeta in fotocopia a distanza di secoli, chiamando in causa i corsi e ricorsi storici di vichiana memoria.

Avendo gli uomini la pessima abitudine di aggrapparsi a qualunque appiglio che li faccia sentire sicuri, lasciando che la ragione venga tranquillamente spodestata dall'irrazionalità, nel timore che in tanti, colti dalla terrore del virus, possano divenire ambite prede di ciarlatani che in cambio di soldi promettono di renderli immuni dal contagio propinandogli intrugli di qualsiasi tipo o oggetti che, se indossati, avrebbero il potere di tenere alla larga il male, ripropongo il testo integrale della conferenza sulla Filosofia Ermetica che tenni nel novembre del 2003 presso la sede dell'associazione Megaris a Napoli, poi pubblicata a luglio del 2004 su Giornale Wolf.

***

Ai giorni nostri sembrerà anacronistico parlare di magia. Eppure se andassimo su internet e digitassimo in un qualsiasi motore di ricerca il vocabolo magia, resteremmo sorpresi di quanto sia vasto e attuale l'argomento nonostante l'uomo, dopo aver sondato ogni remoto angolo della terra, aver raggiunto traguardi scientifici e tecnologici impensabili fino a vent'anni fa, si appresti a colonizzare lo spazio infinito.

Di origine persiana, la parola mago significa "partecipe del dono", intendendo che il mago è il mezzo attraverso cui il potere divino si manifesti affinché l'opera creativa non abbia fine.

L'origine persiana della parola magia è attestata da Apuleio nella sua apologia DELLA MAGIA. Scritta per difendersi dall'accusa di stregoneria, il poeta nel capitolo XXV afferma: Siccome io leggo in numerosi autori, mago è nella lingua dei persiani quello che è da noi il sacerdote; e allora qual delitto è dopo tutto essere sacerdote, avere la scienza, la pratica delle ordinanze rituali, dei precetti della religione, delle regole del culto? Questa è almeno la definizione che Platone dà della magia quando ricorda con quali discipline i persiani educhino al regno il giovane principe. Ho nella memoria le parole di quell'uomo divino: "All'età di quattordici anni lo ricevono quelli chiamati regi pedagoghi. Sono scelti tra i persiani i quattro ritenuti migliori, di età matura: il più saggio, il più giusto, il più temperante, il più coraggioso..." [...]

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I SOCIAL ALL’EPOCA DEL CORONAVIRUS

Post n°2095 pubblicato il 10 Marzo 2020 da kayfakayfa
 

Da quando nel nostro paese è scoppiata l'emergenza coronavirus, più di una persona che sa della mia passione per la scrittura e, soprattutto, che ho un blog sul quale mi piace esprimere considerazioni di vario genere condividendole in rete attraverso i social, mi ha chiesto quando scrivessi un post sull'emergenza sanitaria in corso. A costoro ho sempre risposto, in alcuni casi in maniera piccata rischiando di apparire offensivo, e se lo fossi stato davvero gli chiedo scusa,  che non avevo nulla da dire; che si trattava di un argomento maledettamente serio sul quale era meglio sorvolare, lasciando che parlasse solo chi abbia le adeguate competenze per evitare di intasare ulteriormente la rete di insulsaggini e farneticazioni fantapolitiche e complottistiche aumentando il caos, il disorientamento e la paura tra la gente.

Speravo che la mia risposta, la quale fa eco a quella data da Jurgen Klopp l'allenatore del Liverpool a un giornalista - in conferenza stampa gli ha chiesto un parere sul coronavirus, ha risposto che il suo parere non conta nulla, interessandosi di calcio - spingesse queste persone ad adottare il buon senso, mai abbastanza in situazioni del genere, serbando per sé le proprie opinioni al fine di evitare di gettare ulteriore benzina sul fuoco.

Purtroppo mi tocca constatare con dispiacere che alcune di loro anziché tacere, lasciando parlare il governo, le istituzioni locali e gli organismi sanitari nazionali e internazionali, approfittano dell'emergenza per dare spazio alle ipotesi più astruse sull'origine dell'epidemia senza alcun tipo di fondamento, traendo spunto unicamente dalle proprie simpatie politiche e fantasie. [...]

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ALLA RICERCA DELLA PIETRA FILOSOFALE: DAI TEMPLI EGIZI, ALLE CATTEDRALI GOTICHE, ALLA CAPPELLA DI SAN SEVERO

Post n°2094 pubblicato il 07 Marzo 2020 da kayfakayfa
 

Nella nota introduttiva al suo romanzo NOTRE DAME DE PARIS datata 20 ottobre 1832, riproposta nell'edizione italiana del 1951 edita da Rizzoli, lo scrittore francese Victor Hugo, rivolgendosi ai lettori, commentando l'aggiunta nel romanzo di tre capitoli inediti, scrive: ecco finalmente l'opera sua intera, come la vagheggiò, come la fece, buona o cattiva, duratura o caduca, ma quale egli la vuole. I capitoli ritrovati avranno indubbiamente uno scarso valore agli occhi di quanti, molto giudiziosamente del resto, null'altro cercarono in Notre-Dame di Parigi se non il dramma e il romanzo. Ma, forse, ci sono altri lettori che non trovarono inutile indagare il pensiero estetico e filosofico celato in questo libro; persone che, leggendo Notre-Dame di Parigi, si sono compiaciute di scoprire sotto il romanzo qualcosa di diverso dal romanzo stesso, e di seguire, ci si consentano queste espressioni un po' ambiziose, il sistema dello storiografo e lo scopo dell'artista, attraverso la creazione, quale che sia, del poeta.

Queste parole ci riportano alla memoria la terzina del canto IX-63 de L'Inferno de La Divina Commedia di Dante, che suona come un vero e proprio ammonimento ai lettori: O voi ch'avete li 'ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani.

Prendendo spunto da questi versi molti autori, a partire dal 1800, hanno ipotizzato che Dante appartenesse a una società segreta, precisamente ai Fedeli d'Amore, e che la Beatrice de La Commedia, non fosse Beatrice Portinari, come tuttora ritiene l'ortodossia letteraria, bensì l'immagine umanizzata della conoscenza sacra proveniente da un remoto passato, che, svelata, rivelerebbe agli uomini verità nascoste sul reale destino dell'umanità in totale contrapposizione con quelle ufficiali divulgate dalla Chiesa.

Il primo che cercò di sondare il pensiero recondito ne La Didivina Commedia, ipotizzando che Beatrice non fosse affatto una figura di donna reale ma la maschera scelta da Dante per diffondere le proprie idee antipapali e eretiche, senza suscitare l'ira della chiesa, fu Gabriele Pasquale Giuseppe Rossetti il quale, tra il 1826/27, pubblicò COMMENTO ANALITICO ALLA "DIVINA COMMEDIA"; quindi nel 1842 LA BEATRICE DI DANTE-RAGIONAMENTI CRITICI.

Nella sue opere su Dante il Rossetti ipotizza che ne La commedia il poeta abbia adottato  un linguaggio criptico, comprensibile solo a chi appartenesse a quella specifica realtà politica e culturale cui egli aderiva, per scambiarsi messaggi e idee con gli altri affiliati a questo gruppo denominato Fedeli d'Amore.

Come accade sempre quando, rispetto a un'opera, si azzardano ipotesi contrastanti quelle ufficiali proposte e imposte dall'ortodossia accademica, il Rossetti si procurò non pochi nemici. Eppure la sua visione trovò l'apprezzamento di Giovanni Pascoli.

Altro autore che individuò un messaggio criptico nelle opere di Dante fu Ugo Foscolo. Nella prefazione del suo saggio IL LINGUAGGIO SEGRETO DI DANTE E DEI FEDELI D'AMORE, edito da LUNI EDITRICE, Luigi Valli scrive: Nel 1825 Ugo Foscolo, ponendo col suo genio su nuove basi l'interpretazione di Dante, gettati da parte i vecchi commenti, affermava limpidamente lo stretto legame fra La Divina Commedia e La Monarchia: affermava che La Commedia è pervasa da un profondo spirito rinnovatore politico e religioso, che ha un segreto contenuto mistico e profetico, che essa è una grande profezia esposta in un sistema occulto. 

Alla setta politico-religiosa dei Fedeli d'Amore, oltre a Dante, sarebbero appartenuti tra gli altri Guinizelli, Cavalcanti, Boccaccio e Petrarca per citare i più famosi. Ognuno di questi poeti avrebbe scritto le proprie poesie servendosi di un linguaggio criptico comprensibile solo a chi fosse dotato di conoscenze particolari e intuito necessari per la loro interpretazione. Tutti gli altri, leggendole, ne avrebbero colto solo il significato letterale e la bellezza dei versi che, bisogna dirlo, in alcuni casi, proprio perché la poesia era un messaggio criptato diretto agli affiliati, lasciava a desiderare.

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GIOVANNI RUGGIERO E LE SUE SCATOLE DEI RICORDI

Post n°2093 pubblicato il 02 Marzo 2020 da kayfakayfa
 

fotocopertina 

Nell'ambito della rassegna FotoArtinGarage in corso all'Art Garage di Pozzuoli, sabato 29 febbraio si è inaugurata la mostra fotografica EX MALO BONUM di Giovanni Ruggiero. L'esposizione si protrarrà fino al 13 marzo e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 22, e il sabato dalle 10 alle 19.30. Per l'occasione abbiamo intervistato l'autore.  

Giovanni Ruggiero fotografo per passione o per professione?

Sicuramente per passione. Seppure, avendo fatto il giornalista - sono stato inviato speciale per Avvenire per venticinque anni - la fotografia l'ho utilizzata per corredare i miei servizi. Però è una grande passione che nutro da che ero bambino.

Più che foto, le tue opere sembrano delle sculture...

Sì, effettivamente sono difficili da definire. Penso che la chiave di tutto sia rappresentata dalla frase di sant'Agostino che dà il titolo alla mostra, EX MALO BONUM (da male nasce bene). La trovo molto significativa e, soprattutto, piena di speranza.

La foto è già se stessa un ricordo, perché questa ulteriore necessità di serbare il ricordo in un contenitore ad oc?

Seppure ci siamo conosciuti ora, sono pronto a scommettere che anche tu a casa hai una scatola in cui conservi dei ricordi

Sicuramente.

Cosa potrebbe contenere? Una conchiglia, un fiore secco, un tappo di spumante? Quelli sono i tuoi ricordi, i ricordi di Enzo, che mostrerai ai tuoi amici, alle persone più care. Io invece ho deciso di mostrare i miei a tutti, indistintamente. Tu giustamente dici "la fotografia è già se stessa un ricordo". Ma non richiede elaborazione mentale nella ricostruzione del ricordo. Ad esempio se prendi una foto del natale del 1982 vedi che all'epoca un tuo parente era vivo, un altro non era ancora nato, un altro mancava perché impegnato altrove. Ma se di quel giorno tu prendi un tappo di spumante con su annotata la data di quando fu stappata la bottiglia, devi ricostruire il ricordo. Bene, la fotografia ti dà il ricordo già confezionato.

Mentre tu il ricordo preferisci confezionarlo...

Sì!

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