LA VOCE DI KAYFA

A NAPOLI RITORNA L'INCUBO DEI RIFIUTI. MA DI CHI E' LA COLPA?

            Sorprende che in un paese come l’Italia, dove lo scarica barile di responsabilità tra le istituzioni è all’ordine del giorno, lo sport nazionale non sia il pin pong: il riacutizzarsi dell’emergenza rifiuti a Napoli e in alcune province partenopee – che, per inciso, malgrado gli entusiastici proclami di due anni fa dell’attuale  Premier neo eletto, non è mai stata soffocata del tutto, e chi vive a Napoli e nel circondario può testimoniarlo – è caratterizzato da un rimpallo di responsabilità tra Palazzo Chigi, che ne attribuisce la colpa al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, e il sindaco di Napoli che respinge al mittente le accuse.

A voler essere pratici, verrebbe da imputare le responsabilità del perpetrarsi di tale indecenza al cinquanta percento tra Palazzo Chigi e Palazzo San Giacomo. Infatti se è vero che, all’indomani dello sgombero dalle strade delle montagne di immondizia con l’intervento dell’esercito e della Protezione Civile, il governo stabilì che era compito delle autorità locali proseguire nella bonifica e chi non avesse garantito la pulizia della propria città e non si fosse impegnato a sollecitare nei cittadini la raccolta differenziata per ridurre quanto più possibile il tal quale sarebbe stato oggetto di multe, è altresì vero che se il comune di Napoli non ha rispettato i compiti assegnatigli era compito delle autorità di governo centrale dispiegate localmente, alias Procure e Prefetture con l'ausilio delle forze dell'ordine, denunciare subito a Roma che l’emergenza non era finita e che, se non si fosse fatta pressione sul Comune, quanto prima Napoli e provincia sarebbero ripiombate nell’incubo!

Ora che l’incubo è tornato a manifestarsi - vuoi perché il Comune di Napoli non ha svolto il proprio compito, vuoi perché la società cui fu assegnato l’appalto per la pulizia della città non ha più soldi per pagare i dipendenti, vuoi perché le discariche approntate all’epoca hanno esaurito la capacità di portate e dunque vanno ampliate o bisogna individuare nuovi siti su cui costruirne delle nuove, vuoi perché il termovalorizzatore di Acerra funziona ancora a regime ridotto e ultimamente è stato fermo per un guasto all’impianto, vuoi perché la camorra fa di tutto per ostacolare il rispristino alla normalità dell'igiene urbana con atti di guerriglia nei confrotni degli spazzini - sta di fatto che, aldilà delle reciproche accuse che si scambiano Roma e Napoli, a pagarne le tristi conseguenze siamo sempre noi cittadini cui hanno pure aumentato la TARSU, tassa sui rifiuti urbani!