LA VOCE DI KAYFA

ANNO NUOVO STORIE VECCHIE!

In perfetta sintonia con la filosofia parmenidea, la visione vichiana della storia e l’ipotizzato  tramonto dell’occidente di Spengler  secondo cui gli eventi si ripetono ciclicamente, pertanto quanto è accaduto in passato tornerà  a riproporsi nel tempo, personalmente così com’era iniziato l’anno appena conclusosi è cominciato quello nuovo: cenone a casa di amici; intimo dopocena con la consorte perché, si sa, “chi lo fa a capodanno lo fa tutto l’anno”; dormita di un paio d’ore; sveglia poco dopo l’alba per andare a raccattare – è questo il termine giusto visto che li trovi in uno stato pietoso dopo una notte di bagordi - i figli alle varie feste dove hanno ballato e pomiciato come si deve alla loro età. A conferma che è solo un luogo comune il detto che recita “anno nuovo vita nuova”! Questo detto trito e ritrito da secoli è una sorta di mantra da ripetersi da soli o con gli amici per non annientare le speranze che si agitano nell’animo, soprattutto dei più indigenti e disperati. Infatti, se fosse davvero dimostrata la ciclicità degli eventi non avrebbe alcun senso salutare la fine dell’anno vecchio e l’ingresso del nuovo con cenoni, botti, balli e schiamazzi vari in quanto, alla fine, le sofferenze che ci siamo lasciati alle spalle, prima o dopo, si ripresenteranno al pari dei momenti di gioia e di piacere che hanno allietato la nostra esistenza, basta solo pazientare!
Tuttavia è innegabile che se davvero volessimo dare una svolta alla nostra vita, tralasciando Parmenide, Vico e Spengler, per farlo dovremmo modificare il nostro modo di pensare essendo il pensiero la fonte da cui hanno origine le azioni degli uomini. Nel momento in cui riuscissimo a lavorare su noi stessi acquisendo una capacità di pensiero positivo, dimenticando le inquietudine esistenziali, potremmo dire di avere raggiunto uno stato ottimale per cui il detto “anno nuovo vita nuova” finalmente si addice a noi.
Purtroppo la società è strutturata in modo tale che è difficile per un individuo riuscire ad anteporre la cura del pensiero positivo alle ansie contingenti della quotidianità.
Nella società d’oggi - mi riferisco all’Italia - dove la precarietà del lavoro riguarda non solo chi il lavoro non ce l’ha o ce l’ha a singhiozzo - ma anche chi, pur avendo un contratto a tempo indeterminato, è consapevole che, mai come oggi, non vi è nulla di più instabile del lavoro stesso per cui è disposto ad accettare un contratto di lavoro dal sapore di ricatto pur di non perdere la propria dignità di uomo - riesce difficile pensare con fiducia al futuro perché chi ha il compito di amministrare il paese, garantendo la tutela dei diritti dei cittadini -  stando alla nostra Costituzione, il lavoro è il primo dei diritti essendo l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro - dimostra la propria inadeguatezza a fronteggiare i problemi reali del paese. Viceversa dimostrando in maniera sfacciata quanto a cuore abbia propri e quelli dei propri amici. In questa logica di gretto opportunismo politico praticato senza alcun pudore alla luce del sole da una parte della classe dirigente, maggioranza e opposizione in maniera indifferenziata, è impossibile per un cittadino che vive di stipendio, che abbia una piccola attività imprenditoriale, o percipesca una miseria di pensione ritrovarsi a pensare in maniera positiva.
La realtà è talmente dura da fronteggiare che l’auspicio “anno nuovo vita nuova” diventa sempre più un’utopia grazie a una classe politica che col proprio operato, anziché alimentare le speranze della gente, le seppellisce sotto la spazzatura. L’eterna emergenza rifiuti di Napoli è la testimonianza dell’incapacità delle classi dirigenti nazionali e locali. Se non si riesce a risolvere un problema tanto vitale per la comunità qual è l'emergenza rifiuti, contravvenendo ai dettami costituenti che impongono al governo di intervenire prontamente laddove è ha rischio la salute dei cittadini, come si può pretendere che nei cittadini aleggi l’ottimismo e la stima e il rispetto nelle istituzioni?
L’anno appena iniziato sarà politicamente caratterizzato dalle dichiarazioni della escort che dice di aver avuto degli incontri intimi col Presidente della Camera Gianfranco Fini, livellando sempre più le disparità amorali tra il leader di Fli e Berlusconi. Quanto possa fregargliene agli italiani sapere se anche Fini è un puttaniere come il Presidente del Consiglio non si capisce proprio visto che da un calcolo approssimativo fatto dall’Associazione Consumatori risulta che nel 2011 ogni italiano spenderà mediamente 1000 euro in più causa gli aumenti previsti per le varie tariffe, mentre di adeguare gli stipendi al crescente costo della vita non se ne parla proprio! Dato che una escort d’alto bordo costa più di 1000 euro, con questi chiari di luna a breve agli italiani verrà meno anche il gusto di andare a puttane, non certo con quelle da 1000 euro ma da 50 euro a botta! La politica invece a puttane ci è andata da un pezzo.  E a puttane sta andando il paese! 
Buon 2011!