LA VOCE DI KAYFA

IL FINANCIAL TIMES FRANTUMA IL MITO RISORGIMENTALE

Si sa, la storia di una nazione o di un popolo, quella che per intenderci ci insegnano a scuola, è raccontata sempre dai vincitori di un conflitto bellico, fosse una guerra tra nazioni o civile. Pertanto, quando ci capita tra le mani un testo storico ufficiale, malgrado l’autorevolezza dell’autore, dovremmo avere comunque il buon senso di non prendere per oro colato tutto quel che vi leggiamo perché  la narrazione tenderà sempre a far valere le ragioni dei vincitori rispetto a quelle degli sconfitti in quanto, da che esiste il mondo, la voce dei vincitori prevale sempre su quella degli sconfitti., malgrado questi ultimi abbiano subito affronti di ogni tipo che oggi chiameremmo crimini di guerra. E seppure ci sarà qualcuno che cercherà di raccontare la storia schierandosi dalla parte degli sconfitti, si può essere certi che la sua opera passerà nel silenzio essendo tali e tanti gli interessi in gioco, prima di tutto economici, che a nessuno verrebbe in mente di rivoltare i fatti così come da sempre vengono narrati riabilitando le ragioni degli sconfitti. Dimostrando che i cosiddetti cattivi, gli sconfitti appunto, non erano affatto dalla parte del torto, come per anni, se non addirittura per secoli, la storia ci ha raccontato mentendo sfacciatamente. È vero che esistono anche testi revisionistici in cui si cerca di riabilitare gli sconfitti, ossia i cattivi, svelando le magagne e i crimini dei vincitori. Ma perché ciò avvenga è necessario che nel paese in esame monti un crescente movimento d’opinione a sostegno degli sconfitti. È quanto sta accadendo ormai da anni in Italia riguardo la liberazione del sud Italia dal giogo borbonico avvenuta 150 anni fa, nota con l’enfatico termine di risorgimento! Chiunque si azzardasse a raccontare una versione diversa da quella ufficiale - ovvero che i Piemontesi, anziché liberare il sud dai borboni come la storia ci insegna, lo invasero per impossessarsene delle ricchezze dato che il Regno delle due Sicilie era tra le principali potenze economiche e industriali dell’epoca mentre il Piemonte batteva cassa– viene liquidato come mitomane nonostante siano sempre di più i libri pubblicati sull’argomento, editi finanche da case editrici di primo piano, in cui si tende a dimostrare che quella dei Savoia non fu una liberazione ma un’invasione e che Garbaldi e tanti celebratissimi eroi risorgimentali in realtà furono dei veri e propri criminali di guerra che trucidarono intere popolazioni. Mentre i briganti non erano affatto dei delinquenti,come vengono da sempre dipinti, ma dei veri e propri partigiani che non si arresero all’invasore!

Affermare ciò, soprattutto oggi che si celebrano i 150 anni dell’Unità di Italia, può apparire come una follia, eppure la tesi espressa da Sir Martin Jacomb sul Fianncial Times del 5 luglio scorso, in cui si compara l’attuale defoult economico della Grecia  - dopo l’adozione dell’euro come moneta  nazionale a scapito della dracma - con la caduta in miseria del mezzogiorno d’Italia quando, a seguito dell’unità d’Italia, l’ex Regno delle Due Sicilie dovette coniare come moneta la lira, la dice tutta su come l’Unità d’Italia sia stata per il mezzogiorno una iattura, come da più parti si afferma, smitizzando clamorosamente il mito risorgimentale e i suoi eroi!