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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 07/08/2011
Post n°1119 pubblicato il 07 Agosto 2011 da kayfakayfa
Quando sento parlare di depressione - come sta accadendo in questi giorni a proposito di Vasco Rossi che si scaglia contro la stampa accusandola di aver male interpretato il senso di una frase scritta in un suo post su FB - Nel 2001 ho avuto una profonda depressione che ho SUPERATO grazie a un calcolato insieme di farmaci studiato da un gruppo di medici seri e professionisti di grande competenza. Questo significa che oggi sto bene, NON sono depresso e lo dimostra il fatto che dal 2001 ad oggi ho fatto una quantità enorme di concerti, fantastici tour con stadi strapieni in perfetta forma psicofisica – sostenendo che il cantante sia tuttora affetto dal male oscuro, non posso non pensare a mio padre spentosi il 3 maggio di quest’anno, dopo un lungo e penoso calvario per complicazioni sopraggiunte all’alzaimer. Papà era un salutista, amante dello sport. Nonché grande appassionato d’arte, in particolare di pittura che praticava a livello amatoriale con risultati più che lusinghieri a detta di persone competenti; assiduo frequentatore di musei, mostre e visite guidate. Costretto ad abbandonare, poco dopo essersi iscritto, l’istituto d’arte per andare a lavorare allo scopo d’aiutare la famiglia, per quarant’anni ha lavorato come commesso presso Minale Giocattoli, non trascurando nemmeno per un attimo le sue passioni. Per cui il sopraggiungere della pensione avrebbe rappresentato il momento topico in cui finalmente avrebbe avuto il tempo di potersi dedicare anima e corpo ai suoi hobby. E invece dopo pochi mesi che aveva smesso di lavorare iniziò a manifestare evidenti sintomi depressivi: non aveva più voglia di uscire di casa, lui che odiava stare in casa se non doveva dipingere, scolpire, leggere o guaradre una partita alla tv. Ma soprattutto il suo sguardo, iniettato di sangue, alternava espressioni tra lo smarrito e lo spaventato. Qualunque neurologo lo visitasse, dopo averlo ascoltato delle sue passioni, escludeva che la depressione di cui era preda fosse da attribuirsi all’essere andato in pensione, come accade a tanti che, trovandosi all’improvviso senza più dover lavorare e non avendo interessi alternativi cui dedicarsi, si sentono inutili fino ad ammalarsi, spesso con epiloghi tragici. A detta dei medici per papà la pensione avrebbe dovuto rappresentare l'inizio di una seconda vita in quanto aveva finalmente il tempo per potersi dedicare a ciò che più gli piaceva. L’ultimo neurologo che lo visitò, dopo aver ascoltato il racconto della sua vita e i sintomi depressivi che manifestava, decise di fargli fare non so bene quale analisi particolare. Dopo aver letto i risultati dell’esame, sentenziò mi dispiace, vostro padre è affetto dall’alzaimer! Come accade a chiunque abbia vissuto e viva questa immane tragedia, confrontandomi con altri che hanno avuto e hanno parenti affetti dall’alzaimer, tutti concordano che uno dei primi sintomi che precedono l’esplosione della malattia è la depressione o qualcosa che le assomiglia molto! Per definizione la depressione è una malattia neurobiologica e il suo legame con l’alzaimer è molto stretto essendo quest’ultima una patologia di carattere degenerativo del sistema nervoso centrale. Ovviamente ciò non significa che chiunque manifesti sintomi depressivi sia un potenziale ammalato di alzaimer. È però fuori discussione che, trattandosi di una malattia neurobiologica, la depressione sia non solo l’ultimo stadio di un male dell’anima, le cui cause albergano nell’inconscio dell’individuo e pertanto occorrerebbe sottoporsi a opportune sedute psicoanalitiche per sondare l’animo del paziente, ma anche una patologia di matrice fisiologica che mina il sistema neurologico dell’individuo e pertanto va curata sia con sedute di analisi per determinarne le cause inconsce, sia con i farmaci, come è appunto il caso di Vasco Rossi, per ripristinare l’equilibrio cellulare il cui squilibrio si riflette sullo stato d’animo del paziente sotto forma di depressione. Trattandosi di una malattia che tradisce una profonda insoddisfazione dell’individuo verso l’esistenza che conduce, sarebbe logico che ad ammalarsi di depressione fossero tutti coloro insoddisfatti della propria vita. Invece, proprio perché cadono in depressione anche quanti sulla carta hanno una vita invidiabile, com’è appunto il caso di Vasco e di tanti altri artisti e persone di successo, quanto mai appropriato è il termine MALE OSCURO con cui viene anche chiamata la depressione. |
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