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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 30/09/2012
Post n°1306 pubblicato il 30 Settembre 2012 da kayfakayfa
La figura del maresciallo Rodolfo Graziani mi era totalmente sconosciuta fino a questa mattina quando ho letto sul Corriere della Sera l'articolo di Gian Antonio Stella IL MAUSOLEO DELLA CRUDELTà. Il pezzo è una critica aperta al comune di Affile in provincia di Roma per aver edificato un sacrario “al Soldato M.llo d'Italia Rodolfo Graziani” con finanziamenti della Regione Lazio, di questi tempi particolarmente nell'occhio del ciclone per gli scandalosi emolumenti di cui beneficiavano i suoi gruppi consiliari e per l'utilizzo sfacciatamente privato fattone da alcuni consiglieri come l'ex capogruppo del PDL Franco Fiorito tanto che il suo Presidente Renata Polverini, sostenuta dal centrodestra, si è dovuta dimettere. La critica di Stella alla costruzione del monumento per onorare la memoria di Rodolfo Graziani nasce dal fatto che il “Maresciallo d'Italia”, definito dallo storico Angelo Del Boca “il più sanguinario assassino del colonialismo italiano”, nel 1930 coordinò la deportazione dalla Cirenaica di centomila uomini, donne vecchi e bambini costretti a marciare per centinaia di chilometri in mezzo al deserto fino ai campi di concentramento allestiti nelle aree più inabitabili della Sirte. Diecimila morirono in quel viaggio infernale. Altre decine di migliaia nei lager fascisti. E fu ancora lui a scatenare nel ’37 la rappresaglia in Etiopia per vendicare l’attentato che gli avevano fatto i patrioti. Trentamila morti, secondo gli etiopi. E ancora: Negli stessi giorni, accusando il clero etiope di essere dalla parte dei patrioti che si ribellavano alla conquista, Graziani ordinò al generale Pietro Maletti di decimare tutti, ma proprio tutti i preti e i diaconi di Debrà Libanòs, quello che era il cuore della chiesa etiope. Una strage orrenda, che secondo gli studiosi Ian L. Campbell e Degife Gabre-Tsadik autori de La repressione fascista in Etiopia vide il martirio di almeno 1.400 religiosi vittime d’un eccidio affidato, per evitare problemi di coscienza, ai reparti musulmani inquadrati nel nostro esercito. Tra i tanti crimini di guerra di cui si macchiò Graziani vi fu anche l'uso di gas contro la popolazione etiope: Leggiamo come Hailé Selassié raccontò gli effetti di quei gas: si trattava di «strani fusti che si rompevano appena toccavano il suolo o l’acqua del fiume, e proiettavano intorno un liquido incolore. Prima che mi potessi rendere conto di ciò che stava accadendo, alcune centinaia fra i miei uomini erano rimasti colpiti dal misterioso liquido e urlavano per il dolore, mentre i loro piedi nudi, le loro mani, i loro volti si coprivano di vesciche. Altri, che si erano dissetati al fiume, si contorcevano a terra in un’agonia che durò ore. Fra i colpiti c’erano anche dei contadini che avevano portato le mandrie al fiume, e gente dei villaggi vicini» Apprendere che in un paese come il nostro, che condanna con forza i crimini perpetrati dai tedeschi e dai fascisti nei confronti degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, dove ogni anno si celebra il giorno della memoria per non dimenticare l'orrore della shoah, un'istituzione locale abbia potuto dedicare un monumento alla memoria di un criminale di guerra col sostegno delle Regione, utilizzando dunque denaro pubblico, indigna profodamente. Ma nello stesso tempo spiega il motivo del perché tanto marciume umano si alberga nelle istituzioni italiane: noi siamo un popolo privo del senso della storia, ma che ha ben radicato quello dell'iPhone 5, del Grande Fratello, del Festival di Sanremo, del campionato di calcio e di "Onore e Rispetto". Per questo non ci indigniamo se quegli stessi politici che ci hanno condotto sull'orlo del fallimento, i quali siedono in Parlamento da almeno trent'anni, sono pronti a ricandidarsi alle prossime elezioni "per risollevare il paese" da quello stesso baratro in cui loro stessi lo hanno portato grazie alla propria ingordigia e al proprio opportunismo. Mi sa che un giorno anche per questi signori verrà eretto un monumento alla memoria, fa niente che hanno rovinato l'Italia! |
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