LA VOCE DI KAYFA

PD/PDL PRONTI AL COMPROMESSO ANTISTORICO

È fuori discussione che il paese non può non avere un governo.

Ma è altrettanto fuori discussione che pur di dare ad ogni costo un governo al paese, il partito leader del centrosinistra italiano, dopo il rifiuto dei grillini a cooperare per governare insieme, si otturi il naso e cerchi collaborazione con il PDL di Silvio Berlusconi, quel Berlusconi che, stando alla Procura di Napoli, nel 2006 avrebbe offerte soldi a De Gregorio e ad altri deputati dell'allora maggioranza prodiana affinché passassero all'opposizione facendo cadere il governo; quello stesso Berlusconi per il quale più di un parlamentare del centrosinistra si dice pronto sia a votarne l'ineleggibilità sia ad autorizzarne l'arresto se dovesse arrivare la richiesta.

È vero che l'oltranzismo dei grillini a non collaborare col PD e con qualsiasi altro vecchio partito crea uno stallo per la funzionalità dello Stato.

Tuttavia, seppure insensibile a una fetta del proprio elettorato che gradirebbe un'alleanza con il PD per far fuori politicamente Berlusconi, Grillo non ne vuole sapere di scendere a patti con il PD, da sempre etichettato dal comico genovese “pdmenoelle” per evidenziarne la totale mancanza di differenze con il partito di Berlusconi, per restare coerente con le proprie vedute e programmi politici.

Ora, immaginando che chi ha votato per il PD mai avrebbe votato per il PDL e per Berlusconi, non sarebbe i caso che Bersani si mostrasse altrettanto oltranzista come Grillo rifiutandosi, come sembra voglia fare, di collaborare con Berlusconi?

A costo di perdere voti, Grillo sta mentendo la propria coerenza politica.

È giusto che altrettanto non faccia il PD e, contrariamente al volere di una buona fetta d'elettorato, tenda per l'ennesima volta la mano a Berlusconi con il rischio di trovarsi nuovamente fregato dal cavaliere?

Se perfino il vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini, intervistato da Radio Capital, ha criticato l'intervento del Presidente Napolitano che gradirebbe un accordo PD/PDL perché, a suo dire, sarebbe un ripetersi del compromesso storico del 1976 tra DC/PCI, facendo presente che stiamo parlando di momenti storici diversi e che la DC di allora non è il PDL e Berlusconi e Alfano non sono paragonabili nemmeno alla lontana a Moro e Zaccagnini così come Bersani non lo è a Berlinguer.

In questa logica come può una parte del PD, Renzi in testa, spingere per un accordo con chi in più occasioni ha dimostrato sprezzo sia per le istituzioni che per la costituzione perché ne limitava i poteri quando era Premier?

Siamo certi che un accordo PD/PDL sia un bene per il paese e non lo sia invece solo per Berlusconi?

Alla fine Bersani avrà il coraggio di dire no al cavaliere pur di essere coerente con se stesso, rischiando di spaccare il partito e di venire trombato come Segretario a favore di Renzi, oppure sceglierà di dialogare con chi intende il dialogo finalizzato alla tutela dei propri esclusivi interessi politici e privati?

Se bersani farà l'accordo con il PDL, quegli stessi elettori del centrosinistra che sbeffeggiano quanti hanno votato M5S e oggi si lamentano perché Grillo non vuole fare accordi con il PD, applaudiranno a Bersani per essersi alleato con il loro nemico giurato o inizieranno a guardare con meno supponenza e con profondo imbarazzo gli elettori del M5S sentendosi non diversi da loro perché a loro volta traditi dal partito?

O gli italioti sono solo gli elettori del M5S?