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Messaggi del 24/04/2015

LA SPERANZA NON SI PUO' AFFONDARE

Post n°1610 pubblicato il 24 Aprile 2015 da kayfakayfa

 

Dopo l'ennesima tragedia del mediterraneo al largo delle coste libiche in cui hanno perso la vita tra le 700 e le 900 persone, (la cifra esatta non la sapremo mai), si sprecano le opinioni di politici, giornalisti, tuttologi di varia natura politica, sociale e culturale sui provvedimenti che si dovrebbero adottare per evitare che si ripetano altre simili sciagure.

Tra le tante sembrerebbe prevalere la tesi che prende in seria considerazione l'affondamento dei barconi a mezzo droni telecomandati per impedire ai mercanti di sbarchi di mettere in carniere futuri imbarchi e, magari, scoraggiare chi progetta di imbarcarsi alla disperata ricerca di un futuro migliore transitando sulle nostre coste europee.

Nello stesso tempo il continuo crescente numero di sbarchi in Italia va ad aumentare la criticità dei centri di accoglienza ormai al collasso. Costringendo le autorità a cercare soluzioni alternative in altre regioni e città, suscitando il risentimento delle popolazioni locali che non vogliono gli immigrati sul loro territorio tanto che in molti si stupiscono di quanto siano razzisti gli italiani un popolo che ha a sua volta un passato da emigranti.

Non credo che gli italiani, almeno la maggioranza, siano razzisti. Se nel paese sta montando un clima xenofobo la colpa non è certo degli immigranti, o almeno dei tanti onesti disperati che sbarcano sulle nostre coste. Bensì di chi dovrebbe amministrare l'emergenza, ossia dello stato che di anno in anno si inventa leggi e leggine per regolamentarne il flusso e la gestione ma poi, al momento dei fatti, si dimostra totalmente inadeguato.

Basti pensare alle tante ragazze di colore o dell'est che si prostituiscono alla luce del sole sotto gli occhi di tutti, dunque anche delle forze dell'ordine, senza che nessuno intervenga per tutelarle e garantire un minimo di decenza pubblica; a come sono ridotte alcune piazze e vie delle nostre città, totalmente invase da bande di immigrati in cui regna l'anarchia assoluta; dove chi è costretto a transitarvi lo fa a proprio rischio e pericolo – ad esempio Piazza Garibaldi a Napoli, terra di nessuno dove spadroneggiano bande di immigrati e di disadattati locali, spesso in guerra tra loro per lo spaccio della droga o perché ubriachi.

Se ciò non bastasse a far riflettere chi di dovere che se lo Stato facesse lo Stato, applicando la legge e facendola rispettare, il clima nel paese sarebbe meno pesante verso lo straniero, si pensi all'intercettazione telefonica riferita a dicembre del 2014 da Il Mattino di Padova in cui un gruppo di ladri albanesi, parlando con i parenti in Albania, sbeffeggiavano la legge italiana che li arresta per poi rimetterli in libertà subito dopo...

Anche il più filantropo tra i filantropi, al cospetto di un tale degrado sociale frammisto a un simile vuoto legislativo che consente ai criminali di avere la sensazione che l'Italia sia per loro il paese della cuccagna, inizia a veder vacillare le proprie credenze umanitarie dubitando che qualcosa non funziona.

Se a ciò aggiungiamo che in tempo di crisi economica lo Stato dà l'impressione di mostrare più interesse verso la condizione degli immigrati, seppure per scopi umanitari, garantendo loro diritto di assistenza, ma poi mostra enormi crepe quando si tratta di garantire i diritti fondamentali, in particolare quello del lavoro, ai suoi cittadini, è ovvio che nell'opinione pubblica cresce il malcontento verso gli immigrati; offrendo pane per i loro denti a tutti quei partiti di matrice xenofoba come la Lega di Salvini che cinicamente ne approfittano per fare campagna elettorale alimentando lo spauracchio dello straniero ruba pane e stupratore.

Nello stesso tempo ci sembra altrettanto demagogico l'atteggiamento di chi si schiera a spada tratta a favore degli immigrati, mostrando un buonismo da libro cuore, senza però suggerire soluzioni adeguate se non quella dell'accoglienza a ogni costo quando è evidente a tutti che se all'accoglienza non si associa un adeguato e mirato controllo della situazione a lungo termine, i disagi sociali e il malcontento dell'opinione pubblica aumenteranno sempre più.

I fatti sono fatti, non si possono negare.

A modo suo ognuno offre una soluzione che purtroppo non è affatto quella giusta bensì un palliativo per tappare la falla esistente nell'attesa che se ne apri un'altra.

Personalmente non ho in mente alcun tipo di soluzione da suggerire per risolvere il problema, convinto come sono che una soluzione al problema non esiste.

Chi si imbarca sulle carrette del mare lo fa con la consapevolezza di rischiare la vita. Ma tuttavia lo fa non avendo alternative in quanto fugge da una realtà dove, se restasse, comunque rischierebbe la vita o per fame o per guerra. Pertanto, anche affondando i barconi, è da illusi credere che si fermi il flusso migratorio dall'Africa all'Europa.

Così come penso sia da illusi auspicare in una soluzione diplomatica sedendosi a tavolino con criminali travestiti da capi di stato e di governo, riconoscendo loro un'autorità che non gli competerebbe allo scopo di far sì che in cambio di denaro e di “altro” si adoperino per arginare quella immane marea umana convergente verso le coste africane del mediterraneo alla disperata ricerca di libertà, convogliandola in campi profughi e tenendola eternamente lì segregrata, magari sotto la minaccia delle armi nel silenzio ipocrita della comunità internazionale.

Oggi quei tanti che rimpiango la scomparsa di Gheddafi sono quegli stessi che ieri si adoperarono per farne cadere il regime e gioirono quando fu linciato e ucciso perché la Libia era tornata una democrazia; quegli stessi che oggi combattono i talebani sono quegli stessi che ieri li armarono durante l'invasione russa in Afghanistan; quegli stessi che oggi hanno dichiarato guerra all'ISIS sono quegli stessi che ieri lo crearono per espandere il proprio potere in medio oriente; quegli stessi che oggi vorrebbero sedersi a tavolino con i leader delle tribù e dei governi o pseudo-governi dei territori da cui transitano i flussi migratori saranno quelli stessi che domani gli dichiareranno guerra per oscuri fini di natura politica e economica!

È inutile che ci giriamo intorno, il problema degli sbarchi non sarà mai risolto perché soluzione non ha. Un disperato non si ferma davanti a niente e a nessuno pur di garantirsi un futuro migliore, a costo di rischiare la vita.

È giusto che se ne discuta, che si cerchino vie di mezzo agli sbarchi. Ma, per quanto mi riguarda, penso che il problema non lo si risolverà mai. E se un domani avessimo la sensazione che sia stato risolto, dovremmo preoccuparci chiedendoci che fine abbiano fatto tutti quei disperati che fino a “ieri” intraprendevano lunghi viaggi della morte per raggiungere le coste del mediterraneo per imbarcarsi sulle carrette del mare alla ricerca di un futuro migliore!

Possibile che le loro speranze abbiano trovato improvviso appagamento in casa? Più probabile che vengano soffocate con un colpo di fucile o di machete!

Come le radici di una pianta si diramano senza limiti nel sottosuolo alla ricerca dell'acqua, così la speranza degli uomini non conosce confini.

Affondati i barconi essa utilizzerà altri mezzi per realizzarsi, la speranza non si può affondare!

 
 
 

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