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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 02/05/2016
Strano popolo noi italiani. Pur avendo in patria più di un motivo per sentirci orgogliosi di essere tali, per farlo volgiamo lo sguardo all'estero. In particolare oltre manica al fine di glorificarci dei successi calcistici di Claudio Ranieri che alla guida di un outsider come Leichester, il cui obiettivo all'inizio della stagione era la salvezza, è ormai a un passo dal vincere il campionato di calcio inglese. L'entusiasmo che in Italia stanno suscitando le eroiche gesta pallonare di Ranieri in Inghilterra conferma quanto sosteneva Winston Churchill, “gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.” Ad avallare ulteriormente questa considerazione poco lusinghiera c'è l'apparente indifferenza con cui in Italia è stata accolta l'azione preventiva contro il terrorismo jihadista dei servizi segreti e delle forze dell'ordine che in provincia di Lecco hanno sgominato una presunta cellula di terroristi islamici affiliati all'Isis pronti a colpire a Roma e in Vaticano. Così come abbiamo tanto criticato e irriso all'inefficienza dei servizi segreti francesi e belgi all'indomani degli attentati di Parigi e Bruxelles - incapaci di prevenire gli attentati e successivamente di assicurare i responsabili alla giustizia, malgrado i superstiti degli attentati suicida si nascondessero nelle periferie delle due capitali, in particolare in quella belga, dando loro il tempo di riorganizzarsi pre mettere a segno altre stragi - sarebbe stato altrettanto giusto se noi italiani ci fossimo mostrati visibilmente onorati, magari esponendo alle finestre e ai balconi il tricolore, dall'efficienza delle nostre forze dell'ordine. Ma, si sa, noi italiani così come siamo pronti a bardare con il tricolore i balconi e le finestre per sostenere e festeggiare la nazionale di Calcio durante il mondiale o l'europeo, o a piazzarci in milioni davanti al televisore per seguire una partita di calcio o il festival di Sanremo, nutriamo forte ritrosia – non è che si tratta tratta di ignavia? - quando dovremmo onorare eventi ben più importanti che mettono in risalto l'efficienza di una nazione sempre più spesso vituperata all'estero a causa della scarsa qualità di una buona fetta della propria classe politica. Per noi italiani - ovviamente non per tutti - il calcio viene prima di ogni cosa. Non a caso durante il suo primo discorso di insediamento come Premier nel 1994 Silvio Berlusconi, per dimostrare che era la persona adatta per guidare l'Italia all'indomani di tangentopoli, non omise di citare i propri successi come presidente del Milan. Fa niente se poi i fatti lo abbiano smentito. Dopo il calcio, per gli italiani – non per tutti - il resto è relativo. Incluso andare votare ai referendum. Soprattutto se a chiedere di astenersi dal farlo è il Premier. Quanti italiani avrebbero evitato di assistere a un'importante partita della nazionale se a chiederglielo fosse stato il Presidente del Consiglio? Ma soprattutto, avrebbe mai un Presidente del Consiglio esortato la nazione a non guardare una partita della nazionale per onorare degnamente chi, a rischio della propria stessa vita, lavora in silenzio per garantire la sicurezza nazionale? Non me ne voglia mister Ranieri. Con tutto il rispetto per lo splendido lavoro che sta facendo in Inghilterra, come italiano preferisco sentirmi orgoglioso per quanto hanno fatto a Lecco le nostre forze di polizia. E molto probabilmente per quanto continuano fare nel silenzio generale per evitare che anche da noi i militanti dell'Isis seminino morte e distruzione. Viva l'Italia! |
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