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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 05/06/2016
Questa mattina avevo deciso di andare a Napoli con i mezzi pubblici per fare acquisiti in libreria. Giunto alla stazione della metro di Pozzuoli mi imbatto in un nutrito gruppo di turisti inglesi accalcato attorno alle obliteratrici nel vano tentativo di vidimare il biglietto. A turno gli anglosassoni cercano di marcare la lunga striscia di carta sottile che da qualche tempo ha sostituito i classici biglietti in cartoncino. La sensazione che si ha nell’osservare l’accanimento con cui cercano di annullare il titolo di viaggio è quella di trovarsi al cospetto di chi sta compiendo un vero e proprio cimento con la vita. È come se per ognuno di loro la realizzazaione di quel banale gesto simboleggiasse la risoluzione di un impenetrabile mistero la cui soluzione si svela quando una signora gli si avvicina e, con la tipica gestualità partenopea, spiega loro che devono ripiegare in due il biglietto, sovrapponendo i lembi di carta. Solo aumentando lo spessore del foglio l’operazione sarà possibile. Mentre, divertiti, uno dopo l’altro i turisti seguono le indicazioni della donna e timbrano finalmente i biglietti, quello tra di loro che ha tutta l’aria di essere il leader del gruppo mi si avvicina chiedendo da che binario parta il treno per Napoli. Alzo la testa e gli indico il pannello luminoso spento che svetta su di noi: “See, nothing!” (vede, nulla). “Oh, ok” risponde, facendo spallucce dispiaciuto. Scende le scale del sottopassaggio e si ferma a leggere l’orario dei treni affisso al muro. Tutti gli altri si radunano diligentemente intorno a lui nell’attesa di ricevere istruzioni. All’improvviso l’altoparlante annuncia “il treno proveniente da San Giovanni Barra è in arrivo al binario quattro”. Dopo aver ascoltato, con sicurezza l’uomo alza il braccio sventolando la mano con quattro dita aperte, dicendo agli altri “four”, (quattro). A quel punto il serpente di turisti si dirige verso le scale che conducono al binario indicato dall'altoparlante. Anche noi italiani ci apprestiamo a farlo quando dall’altoparlante la stessa voce annuncia “il treno proveniente da San Giovanni Barra è in arrivo al binario tre”. Divertendosi come matti, i turisti inglesi ridiscendono di corsa le scale per raggiungere il binario tre. Noi italiani ci guardiamo attoniti l’un con l’altro, scuotendo mestamente il capo in segno di scoraggiamento. Siamo consapevoli che, come nazione, nei confronti degli stranieri stiamo facendo l’ennesima figura da quattro soldi. “È assurdo” fa un signore all’addetto delle pulizie che cerca di dare spiegazioni ai turisti e a noi. “Oggi il capostazione è in ferie e lo smistamento dei binari viene fatto direttamente dal sistema elettronico a Napoli Centrale.” “Siamo sicuri che arriva qui?” chiede una signora sbuffando. “Sicuramente!”risponde l’addetto. In lontananza appare il treno. Contrariamente a quanto annunciato, si avvia sul binario quattro anziché sul tre. Osservando il convoglio dirigersi sul binario “sbagliato”, l’uomo delle pulizie alza le braccia al cielo in segno di disperazione. Noi italiani iniziamo a inveire contro il Sistema che ci governa che si dimostra incapace perfino di far funzionare correttamente i treni o di dare le giuste informazioni. Gli inglesi si scompisciano sempre più dal ridere. Tutti scendiamo nuovamente le scale per raggiungere il binario numero quattro. Non appena saliamo nel vagone, il capotreno ci avvisa che il treno partirà alle 9,16. “Ma il tabellone indica le 9,01!?” gli fa notare un signore vestito di tutto punto. “Quello che arriverà tra poco, questo parte alle 9,16” risponde perentorio il ferroviere. Poco dopo sul binario tre arriva il treno. Il capotreno esce dalla cabina di comando per annunciare che il convoglio appena giunto ripartirà subito. Tutti ci precipitiamo fuori dal vagone per raggiungere l'altro treno prima che parta. Noi italiani, è inutile dirlo, imprechiamo come dannati, lamentandoci della figuraccia che stiamo facendo nei confronti dei turisti. I turisti si scompisciano sempre di più del ridere. Di certo un aneddoto divertente lo avranno da raccontare quando torneranno in patria. Povera Italia! |
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