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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 18/10/2017
Post n°1847 pubblicato il 18 Ottobre 2017 da kayfakayfa
Quanti conoscono i fatti non possono non associare il barbaro assassinio dell’altro ieri della giornalista blogger maltese Daphne Caruana Galizia con quello della giornalista russa Anna Politkovskaja avvenuto il 7 ottobre del 2006. Entrambe erano impegnate a denunciare e smascherare la corruzione che, a loro dire, alligna nel governo maltese di Muscat e in quello russo sotto l’egida di Putin. Due donne coraggio niente affatto intimorite a cercare il marcio laddove mai avrebbero dovuto mettere il naso malgrado avessero ricevuto ripetute minacce di morte. I sacrifici di Daphne, di Anna e di tanti altri giornalisti che hanno pagato con la vita la loro lotta per l’affermazione della verità troverebbe il giusto riconoscimento se tutti gli altri loro colleghi si impegnassero a fungere da cani da guardia del potere, reale funzione del giornalismo, anziché esserne meri cantori. Ad esempio in Italia, a parte alcune eccezioni, la sensazione è che il mondo dell’informazione si guardi bene dal fare le pulci al potere. Soprattutto perché molti quotidiani ricevono contributi dallo Stato e le rete televisive della Rai fungono da cassa di risonanza dei partiti che se le spartiscono a seconda delle maggioranze di governo che si alternano alle elezioni mentre un’emittente di Stato dovrebbe essere pluralista, libera dai partiti, per svolgere al meglio la propria funzione informativa/ formativa dei cittadini. Anche in Italia, in passato, ci sono stati giornalisti che hanno pagato con la vita per loro inchieste sui torbidi legami tra terrorismo, mafia e politica : Mauro Rostagno, Giovanni Spampinato, Giancarlo Siani. A conferma che anche in un paese come il nostro, agli ultimi posti nelle classifiche per la libertà di stampa, esistono professionisti coraggiosi, per lo più freelance non asserviti alle grandi testate, che non si fanno scrupoli di indagare nel profondo laddove altri si limitano a un’affacciatina di facciata giusto per dimostrare che anche loro si interessano alla vicenda. Per poi lasciarla cadere nel dimenticatoio, amplificandone altre che non meriterebbero la stessa attenzione al solo scopo di obliare dalla mente dei lettori quella che invece il Sistema vuole dimentichino. Un esempio su tutti è il suicidio di David Rossi, manager del Monte Paschi di Siena. Da alcuni giorni è in libreria per le edizioni Controcorrente IL CASO DAVID ROSSI IL SUICIDIO IMPERFETTO, autore il giornalista David Vecchi, in cui si evidenzia la fretta con cui la vicenda è stata liquidata e archiviata come suicidio, seppure sarebbero tanti i punti oscuri che farebbero invece ritenere che il manager non si sarebbe ucciso ma sarebbe stato ucciso. Probabilmente perché deciso a svelare i tanti retroscena che si nasconderebbero dietro al crack della banca senese … Affinché non risultino vani i sacrifici della Caruana Galizia, della Politkovskaja e di tutti quei giornalisti che mettono a repentaglio la propria vita al fine di smascherare il marcio che si annida nelle stanze del potere sarebbe opportuno che il giornalismo metta da parte i panni del ruffiano e indossi quelli a lui più confaceti di inquisitore del potere. Fino a quando la maggioranza dei giornalisti italiani offrirà ai lettori notizie edulcorate, tronche o taroccate per favorire quel partito, quel politico o semplicemente per mettere in cattiva luce una forza politica antisistema o un giudice pervia del colore dei propri calzini e per i suoi comportamenti “stravaganti”, tipo fumare una sigaretta in vestaglia solo perché si è permesso di giudicare contro il proprio editore – come accadde al giudice Raimondo Mesiano, il quale, probabilmente perché reo di aver condannato la Fininvest di Berlusconi a risarcire con 750 milioni il gruppo CIR di De Benedetti, fu spiato da una troupe di Mattino 5 e irriso per il colore dei suoi calzini e per i suoi comportamenti “stravaganti” che di nulla avevano di eccentrico – nel nostro paese la libertà di stampa sarà poco meno di un’utopia contrariamente a quanto previsto dalla Costituzione! |
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