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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 01/04/2019
A margine l'intervista integrale pubblicata su comunicaresenzafrontiere Pozzuoli, Venerdì 29 marzo presso la LIBRERIA MEDEA di Marco Bellavista, si è presentato il romanzo I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI di Amedeo Caramanica, edito da PAOLO LOFFREDO. Professore d'italiano in pensione, Caramanica è un arzillo ottantatreenne allegro e disponibile, dallo sguardo furbo, con cui è un piacere conversare. Prima dell'inizio della serata gli abbiamo posto alcune domande sulla sua attività di scrittore. Professor Caramanica come nasce I DINAMICI SFIGATI DI BAGNOLI che si presenta questa sera? Scrivo da più di quarant'anni. Fino a quando la casa editrice Loffredo non ha chiuso, ho scritto libri per la scuola. Contemporaneamente scrivevo testi teatrali, per lo più commedie. Poi ho iniziato a scrivere spy story in cui non tralasciavo di inserire una venatura di poliziesco, mia vera grande passione. Un giorno, mentre ero in metropolitana, nel treno salì un gruppo di poliziotti in borghese che iniziarono a prendersi in giro: quelli che dedussi erano di Napoli etichettavano simpaticamente come sfigati i colleghi di Bagnoli. Così nacque l'idea di quest'ossimoro "i dinamici sfigati". Professore ci parli un attimo dei testi teatrali che ha scritto. Ne ho scritti più di una trentina e sono stati letti da Nino Taranto, dai fratelli Giuffrè i quali mi hanno scritto, spingendomi a continuare in questa mia passione. Addirittura, prima che morisse, mi scrisse perfino Eduardo De Filippo. Seppure non sia riuscito a sfondare in questo settore, i miei testi sono stati rappresentati da tante compagnie amatoriali. Io stesso ne dirigo una. Da ragazzo quali erano i suoi scrittori preferiti? La mia formazione è di natura classica. Da ragazzo ho letto Verga, Manzoni, Pirandello, i classistici latini e greci da cui ho poi tratto l'indirizzo per la mia scrittura che si fonda sulla frase "miscere utile dulci", mescolare l'utile al dolce, cui alla fine deve seguire la catarsi, ossia il lettore deve capire che tra il bene e il male chi vince è sempre il bene. Per il suo romanzo si è rifatto ai Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni? Pur avendo letto tantissimi autori di polizieschi, Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni sono quelli che mi hanno attratto per il loro modo di impostare le storie in maniera diretta, senza fronzoli, tanto da prestarsi a una successiva trasposizione televisiva che non snaturasse l'essenza della trama e dei personaggi. Ovviamente tra i film e i romanzi preferisco questi ultimi perché la lettura è un coinvolgimento diretto mentre la visione di un film, per quanto possa coinvolgerti emotivamente, alla fine è comunque distaccata. La visione di un film ipnotizza lo spettatore, rendendolo schiavo di ciò che vede e ascolta. Invece la lettura obbliga la mente a ragionare tenendola viva! Prima dei dinamici sfigati, quali altri libri ha scritto? Ho scritto una decina di testi scolastici. In particolare mi sono dedicato alla storia e ho pubblicato quattro corsi di storia. Ricordo con piacere che quando scrissi I PASSI DELL'UOMO, spronato dai colleghi affinché scrivessi un libro in un linguaggio comprensibile ai ragazzi delle scuole medie visto che fino e allora i libri di testo erano scritti da pressori universitari o delle superiori, il libro fu il terzo in assoluto come vendite in tutta Italia, su trentacinque testi, distinguendosi proprio per il linguaggio semplice comprensibile agli alunni delle medie. Quando decide di scrivere un poliziesco, la storia, la trama e, soprattutto, il finale ce li ha già in mente o si manifestano man mano che scrive? Vado passo passo perché il lettore, mentre legge, deve provare le stesse emozioni da me provate mentre scrivevo. Ovviamente una struttura di base in mente già ce l'ho, ma solo quando inizierò a scrivere saprò come si svilupperà l'intreccio. Diciamo che mi affido al momento... Dobbiamo aspettarci un seguito dei dinamici sfigati? Probabilmente sì... Vincenzo Giarritiello |
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